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Autore: xenascully    29/08/2011    1 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Era più difficile espirare che inspirare, realizzò Tony scivolando a terra con in mano l’inalatore.

Scosse il contenitore e seguì rapidamente le istruzioni di Ducky. Era un po’ difficile trattenere la medicina; trattenere il respiro così a lungo. Ma fece il meglio che poté. Presto, rilasciando il fiato, sentì che le cose stavano migliorando. Le sue vie aeree si stavano riaprendo, e lui venne lasciato con addosso solo i residui delle sensazioni con le quali si era svegliato.

Tony sentì, istintivamente, il bisogno di sciacquarsi la bocca. Si tirò su e si volse verso il rubinetto, riempiendosi la bocca di acqua fredda. Sentì una voce in lontananza, e capì che Ducky era ancora in linea. Si asciugò le mani sui pantaloni e prese in mano il telefono.

“Ducky?”

“Anthony! Grazie al cielo. Stai bene?”

“A quanto pare. L’inalatore ha funzionato. Cosa vuol dire? Adesso ho l’asma o cosa?”

“Beh, non dovremmo saltare alle conclusioni.” Gli disse Ducky. “Le tue vie aeree sembravano un po’ chiuse. Ci sono varie ragioni che possono spiegare perché è successa una cosa simile. Lascia che ti dia un’occhiata prima di fare una diagnosi, va bene?”

Tony sospirò e si passò una mano sul viso. “Va bene. Lascio la porta aperta. Accomodati quando arrivi.”

*~.~*

“Beh, i tuoi segni vitali sembrano normali.” Disse Ducky dopo aver controllato Tony. “E il tuo respiro è uguale all’ultima volta che ti ho controllato. Ciò che è successo può essere stato una combinazione di un attacco di panico e la debolezza dei tuoi polmoni.”

“O asma…”

“Non ne sono certo, Anthony. Ma se quello fosse il caso, ti suggerisco di portare sempre con te l’inalatore.”

Tony annuì, spostando gli occhi dal dottore. “Okay.”

“Non scoraggiarti.” Ducky gli appoggiò una mano sulla spalla. “Anche se dovesse venir fuori che hai l’asma, la cosa non ti impedirà di fare il tuo lavoro.”

“Non puoi essere serio.” Si voltò di nuovo verso Ducky. “Certo che me lo impedirà! Riesci a vedermi mentre inseguo un sospettato e devo improvvisamente fermarmi per usare il mio inalatore?”

“Ci sono medicinali che abbassano la frequenza dell’utilizzo dell’inalatore, se si tratta, davvero, di asma.” Spiegò lui.

Tony rimase in silenzio, ponderando ciò che gli era stato detto. “Vado a farmi una doccia, Ducky.” Disse, alla fine. “Mi dispiace di averti fatto venire fin qui…”

“Sciocchezze, Tony. Mi sarei arrabbiato se non mi avessi chiamato. Sono lieto di esserti stato di aiuto.” Disse alzandosi. “Allora, se ti serve qualcos’altro, chiamerai?”

“Certo.” Replicò, accompagnandolo alla porta. “Ci vediamo dopo, Ducky…”

                                                                                                                                   11 00 11 00 11

Gibbs si stava precipitando in macchina all’appartamento di Tony. Aveva chiamato già tre volte, e non c’era stata risposta. La cosa lo disturbava enormemente. La prima chiamata, pensava l’avrebbe svegliato, se stava dormendo. Alla seconda senza risposta, si era già diretto verso la macchina. La terza gli aveva fatto accelerare il cuore.

Tony aveva sempre risposto quando a casa di Gibbs se qualcuno lo chiamava; anche se stava dormendo. E sapeva di dover sempre rispondere se lo chiamava Gibbs. O almeno avrebbe dovuto richiamarlo non appena preso il cellulare.

Perciò attese, lanciando occhiate al cellulare ad ogni minuto, mentre correva verso l’appartamento; aspettava che lo chiamasse. Ma non arrivò nessuna chiamata. E presto, inchiodò innanzi al condominio dove abitava Tony. Lasciò tutto in macchina, tranne le chiavi, e corse fino all’appartamento, entrando usando la chiave che DiNozzo gli aveva dato molto tempo fa.

“Tony?” Gridò. Si diresse verso la camera da letto proprio mentre Tony usciva dal bagno con un asciugamano intorno alla vita; telefono all’orecchio.

“Capo!” Sembrava sorpreso. “Stava giusto per richiamarti.” Terminò la chiamata e mise già il telefono. “Manca ancora un quarto…cosa ci fai qui? Avevi detto alle sei…”

Gibbs rilasciò un sospiro di sollievo, eppure frustrato. “Ti ho chiamato quindici minuti fa, Tony. Non hai risposto…ho pensato che fosse successo qualcosa.”

“Ho solo…fatto una doccia extra lunga…Non mi sono accorto dell’ora, Capo. Mi dispiace.”

“Certo che ti dispiace!” Quasi gridò. Tony sobbalzò leggermente, e Gibbs realizzò che forse stava esagerando. Scosse la testa. “Mi dispiace. Non è stata colpa tua…”

“Avevi detto che avresti chiamato alle 5:30.” Ammise Tony. “È colpa mia se non ero fuori a rispondere.”

“Colpa della mia paranoia. Immagino che siamo entrambi da incolpare, almeno un po’.” Entrambi rimasero in silenzio per un po’; Tony sembrava non sapere cosa dire. Non voleva che Gibbs sapesse cos’era successo…“Ho lasciato il mio caffè a casa.” Disse Gibbs. “Vado fuori a prenderne un po’. Torno fra quindici minuti. Cerca di essere pronto.” Sollevò un sopracciglio.

“Sarò pronto fra dieci minuti, Capo.” Sorrise Tony.

Annuendo, Gibbs si voltò e lasciò l’appartamento. Tony rilasciò un respiro, permettendo ai suoi occhi di chiudersi per un momento per il sollievo…

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Questo capitolo è un po' corto ma spero vi piaccia lo stesso! XD

  
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