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Autore: mikybiky    30/04/2006    3 recensioni
1989, Berkeley, California. La vita sembra funzionare come è sempre andata. Jimmy si è presa una cotta per il bassista dei famosi "Sweet Children", che però pare già fidanzato con una ragazza presuntuosa ed arrogante. La migliore amica Jakie si sta per fidanzare con il cantante dello stesso gruppo, Billie. E il batterista è niente popò di meno che il fratello di Jimmy, che la consola assicurandole che fra Mike e Clare non v'è nulla di serio.
Tutto sembra dissolversi velocemente quando troppe discrepanze vengono a crearsi fra la versione ufficiale e quella presunta... che cosa diamine sta succedendo?
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vorrei scusarmi con Rhye and Embrido, prima di cominciare, perché non ho potuto aumentare il carattere di scrittura, come mi avevano chiesto. Mi dispiace, ci ho provato, ma i caratteri venivano fuori cubitali! Mi è toccato lasciarli tali e quali a prima, sennò mi venivano fuori "centottanta" pagine!!^^

Cap. 14

Jakie aprì lentamente gli occhi. Aveva mal di testa. L’ultima cosa che ricordava era di essere stata in un pub con gli altri. Guardò la sveglia, ma qualcosa le risuonava strano: non c’era nessuna sveglia. Allora, aprì del tutto gli occhi; non era a casa sua. Cercò di riflettere e poi riconobbe la stanza: era da Billie. A questo punto sgranò gli occhi. La sera prima si era ubriacata (e assieme a lei anche tutti gli altri), quando era ubriaca si lasciava fare tutto ciò che gli altri volevano (anche farsi tirare un pugno) e si trovava nella stanza da letto di Billie, nel letto. Si voltò lentamente, sperando di non aver fatto il più grande errore della sua vita. Tirò un respiro di sollievo, constatando che Billie non era accanto a lei e che i suoi vestiti li indossava ancora. Eccome se li aveva ancora addosso, c’aveva ancora pure le scarpe! Si alzò e diede una veloce occhiata alla sua pettinatura scarmigliata, poi corse in cucina, dove ci trovò Mike.
- Buon giorno - disse, cercando con lo sguardo anche Billie
- …Ao* - rispose Mike, mentre ingurgitava una frittella - …e erci Bii no ie* -
Dopo aver abilmente tradotto la frase di Mike (chiedergli di ripeterla sarebbe stato inutile, non l’avrebbe ridetta meglio), Jakie gli chiese:
- Ah, ah. E dov’è? -
Il ragazzo inghiottì tutta la frittella, afferrando una brioche, e poi le rispose:
- È uscito… coff, coff! Ho mandato di traverso un pezzo di frittella -
- Questo non c’ho messo molto a puntualizzarlo - rispose secca la ragazza
- Guarda che potevo morire! - disse offeso il biondo
Jakie scoppiò a ridere.
- Parlavo di Billie, stupido. E poi non si perdeva molto se soffocavi -
Mike le rivolse uno sguardo di ghiaccio, per poi replicare:
- Un ottimo bassista! -
Jakie sembrò riflettere, poi disse, sedendosi:
- Solo quello -
Mike assunse l’aria di un offeso, poi fece fuori la sua brioche alla crema. Jakie, invece, diede un morso ad una fetta di pane, per poi lasciarla lì.
- Che fai, non mangi? - le chiese il ragazzo
- No, non ho fame - rispose lei, mettendo da parte la sua colazione - posso chiederti una cosa? -
- Certo! -
- Ecco… che cosa è successo ieri sera? - gli domandò, con una nota di imbarazzo
Mike ridacchiò.
- Che c’è? - chiese lei, scocciata
- Dimmi, hai paura che sia successo qualcosa fra te e Billie? -
Jakie diventò tutta rossa.
- Ecco… sì. So che Billie ha già perso la sua verginità e… avevo paura che… insomma, fosse successo qualcosa -
Mike ridacchiò di nuovo, prima che Jakie lo zittì con uno sguardo fulminante.
- No, non sarebbe più capace di farlo - rispose
- E perché? - gli chiese curiosa la ragazza.
Mike sospirò, guardando la sua tazza.
- Non saprei neanche io, esattamente -
Alla fine non avevano più fatto pace ufficialmente, ma da quando Jakie e Billie stavano assieme si erano alleviati i duri rapporti che si erano creati per quello stupido piano. In quanto a loro due, erano fidanzati da una settimana e stavano bene insieme. E in quella settimana c’erano stati dei miglioramenti in Jimmy, ma non si era ancora risvegliata. Nel frattempo, Clear si era rivolta ad un avvocato, ma quest’ultimo aveva deciso che fino a che Jimmy non si sarebbe risvegliata i genitori non avrebbero pagato i danni della frattura.
- Non mi ha ancora detto dov’è andato Billie - disse ad un certo punto Jakie, guardando il ragazzo che la fissava evasivamente.
- È andato in ospedale a trovare Jimmy - le disse
- Billie? Strano, detesta gli ospedali da quando… insomma, li detesta -
- Già - rispose Mike, poi si alzò di scatto ed andò da qualche parte nella casa.

Tré si era addormentato sulla poltrona in parte al letto di Jimmy, quando Billie entrò nella stanza.
- Sveglia, pigrone!! - disse ad alta voce, scuotendolo.
Il ragazzo sobbalzò.
- È? Chi? Cos’è successo? -
- Sono già le undici del mattino, pigrone!! -
- Non urlare, Billie, potresti… - non completò la frase, accorgendosi dell’assurdità del senso che aveva.
- Svegliare Jimmy? - completò l’amico, sedendosi sulla sedia - no, non credo che le recherebbe molto fastidio -
- Già - rispose lui, giù di corda
- Dai, Tré, vedrai che si riprenderà! - disse Billie, dandogli una pacca sulla schiena
Il ragazzo fece un sorriso sforzato. Stava per dire una frase, quando un gorgoglio provenne da sotto di loro. I due ragazzi guardarono speranzosi la ragazza distesa sul letto. Ma non emise più nessun rumore.
- Billie… hai sentito anche tu? -
- Mmmm…… - di nuovo
- Jimmy? - disse Tré, stringendole la mano.
Seppur debolmente, Jimmy sembrò ricambiare alla stretta.
- Billie… si sta risvegliando! - disse, in preda all’eccitazione
- Sì! - rispose l’amico, anch’egli agitato
- Tré? - chiese debolmente Jimmy, senza aprire gli occhi
- Jimmy! - esclamò quest’ultimo, accarezzandole il viso
- Il cofanetto in soffitta - sussurrò, poi lasciò la stretta e non emise più alcuna parola
- Jimmy? - disse piano Billie, accucciandosi accanto al letto
In quel momento entrarono dei medici.
- Dottore! - disse Tré - Jimmy si è svegliata -
Il medico scosse la testa.
- Mi dispiace - disse - ma questo è solo un preavviso, capita a volte, per lei è già la seconda volta. Ma non si è svegliata -
- Un preavviso? - domandò Billie - e a cosa? -
- Che probabilmente presto si sveglierà - disse il medico
Tré divenne euforico.
- Dice davvero? - chiese
- Sì - rispose l’altro - ho già avvisato i suoi, forse gliel’hanno accennato -
- Qualcosa, in effetti, ma era sera e non avevo capito bene -
Il dottore annuì, poi uscì dalla stanza.
Tré era euforico, ma Billie rimase un po’ perplesso.
- Tré? -
- Sì? -
- Jimmy ha fatto riferimento ad un “cofanetto in soffitta”. Tu ne sai qualcosa? -
Tré diventò pallido.
Cofanetto?, pensò.
- Ehi, è tutto OK? - gli domandò Billie, vedendolo improvvisamente impallidito.
- Sì, sì - rispose lui - ho solo lo stomaco vuoto, è da ieri sera che non mangio. No, comunque non ne so niente. Ma darò un’occhiata lo stesso. Ascolta, ti fa niente se io faccio un salto a casa? Sono distrutto e fra poco arrivano i miei -
- Certo, vai pure - acconsentì l’amico - veglio io su di lei -
Tré uscì ed andò a casa. Salì velocemente in soffitta e si fermò davanti ad una scatola che non vedeva da tanto tempo.
- Mi chiedo come faccia a sapere di questo cofanetto - si disse Tré, prendendolo in mano - magari non si riferiva neanche a lui -
Sospirò, aprendolo. Aveva cercato di tenere nascosto a Jimmy quel fatto, per tanto tempo. Tempo prima, qualche anno, aveva scoperto lui stesso, grazie alla lettera contenuta lì dentro, un fatto che non avrebbe mai voluto scoprire. Aveva litigato con sua madre per quello, ma aveva comunque tenuto nascosto il fatto a suo padre. Sapeva che Jimmy temeva la soffitta, una volta, da piccola, era rimasta chiusa dentro per un giorno intero. Allora lo aveva nascosto lì, ben celato. Ma, evidentemente, sua mamma lo aveva preso e non lo aveva più rimesso a posto, così ora si notava facilmente.
- Spero che Jimmy non lo abbia visto - disse il ragazzo, aprendolo.
Dentro era contenuta una lettera, scritta a caratteri nitidi e precisi. Era intestata alla madre, ma lui l’aveva letta comunque. Ricordava ancora quel giorno.

Era luglio, Tré aveva appena finito seconda media. In quei giorni la madre, Helena, era parecchio giù di morale. La vedeva spesso tenere in mano una lettera, ma la metteva via subito quando qualcuno andava da lei.
Vicino al bar c’era una spiaggia, allora Tré e Jimmy ci andavano sempre per trascorrere le giornate. Anche quel pomeriggio erano lì.
- Ehi, Frank, dici che la mamma ce la farà a servire tutta questa gente da sola? -
- Perché non vai a darle una mano? -
Jimmy scosse la testa.
- Non mi Va. Fa troppo caldo e poi non mi trovo bene fra tutti quei ragazzi adolescenti -
- Tu non sei adolescente? -
- Io sono ancora una ragazzina, ho solo undici anni! -
- Tu sei una ragazzina solo quando ti fa comodo, perché sennò sei sempre grande -
- Smettila, Frank! -
- Sei tu che hai iniziato! -
- Io ti ho solo chiesto se secondo te mamma ce la farà a servire tutta questa gente, mi sembra molto giù di morale in questi giorni -
Tré la guardò evasivamente.
- Mannò, è solo un po’ stanca -
Jimmy si sistemò sul lettino, mentre il fratello era disteso su una sdraio.
- Secondo me la stressa il troppo lavoro. E poi papà torna a casa tardi e tocca a lei fare da mangiare -
- Facciamo così, vai a prendere due ghiaccioli, così vedi coma sta, OK? -
- Se -
Non le andava di alzarsi con quel caldo, ma lo fece lo stesso.
Tré la osservava da seduto. La vedeva entrare, salutare la madre e prendere due ghiaccioli -
- Ecco, tieni - ne porse uno a Tré.
- Grazie -
Era un po’ preoccupato per via della madre. Era così triste in quei giorni.
- Senti, Jamie, io vado a fare un salto a casa, ho dimenticato la crema solare. Torno fra poco - Prese la sua bicicletta e pedalò fino a casa sua. Quando fu arrivato, accalorato, scese ed entrò. Salì fino in bagno, prese la crema solare, poi scese. Ma gli venne in mente della lettera che stringeva in mano a volte la madre. Così, sapendo che avrebbe avuto i rimorsi a vita, entrò in camera dei suoi. Trasse un profondo respiro, osservando il cassetto nel comodino di sua mamma. Lo aprì e ci trovò la lettera. L’aprì e lesse qualcosa che non avrebbe mai dovuto scoprire. Non seppe mai cosa lo spinse a non dire nulla al padre, ma i rapporti fra lui e sua madre divennero più tesi.


Tré sospirò forte, poi prese la lettera e la mise in tasca. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma se la cosa avrebbe potuto svegliare sua sorella, allora l’avrebbe fatto. Tutto, purché sua sorella si risvegliasse. Si sarebbe dato anche in pasto ai cani.

Intanto, a qualche metro di distanza, Clear osservava la casa, in attesa che Tré uscisse.

Jakie era uscita per andare a cercare Billie, ma lo incrociò per strada. Era in macchina, fermo ad un semaforo. Sembrava molto turbato. Fece segno alla ragazza di salire, la quale era a piedi.
Jakie, quando salì in macchina, diede un bacio al ragazzo, che ricambiò.
- Che cosa ti è successo oggi, Billie? - domandò, vedendolo così scosso - mi sembri agitato -
Lui abbozzò un sorriso apparentemente forzato, poi il semaforo divenne verde e lui ripartì.
- Billie, voglio la verità - insistette la ragazza
- In effetti, è successo qualcosa - ammise il ragazzo - solo che non so come la prenderai - aveva una voce rauca e piuttosto sconcertante
- Billie? -
- Si tratta di Clear -
Il viso di Jakie divenne improvvisamente pallido.
- Che cosa è successo? - gli domandò, con voce severa e imponente
- Io non lo sapevo, lo giuro! - cercò di giustificarsi ulteriormente il ragazzo
- Billie, che cosa è successo! - questa volta alzò la voce
La macchina si fermò una seconda volta ad un semaforo rosso, con uno stridore delle gomme.
- Non ne sapevo niente - iniziò, con voce fievole - e per questo ho negato -
Jakie ebbe il grosso timore di avere intuito che cosa volesse dire il ragazzo. Ma, fino agli ultimi, sperò che non fosse così.
- L’avevo appena scaricata quando, una sera, sono andato al bar e mi sono bevuto una decina di birre. Non ragionavo più, anzi, non ricordo neanche che cosa sia successo. La mattina… mi aveva detto che non era successo niente! -
Jakie si incupì.
- Billie, vuoi dirmi che… - lasciò la frase sospesa a mezz’aria, mentre il ragazzo era costretto a darle una risposta, quella che lei non sperava.
- Clear è veramente incinta -
Improvvisamente, la ragazza si pietrificò. No, non poteva essere. Era impossibile, Billie non poteva avere messo incinta quella ragazza, quella sgualdrina.
- Stai… stai scherzando, vero? - disse, impercettibilmente
Lui scosse la testa.
- Mi ha fatto vedere il test di gravidanza… positivo - terminò quella frase con curata impercettibilità, poi si fermò davanti a casa della ragazza.
Jakie era senza parole. Era sicura che, anche se Billie era ubriaco, Clear avesse approfittato della situazione che lui non capiva niente, lo aveva trascinato a casa sua facendogli compiere atti che non voleva compiere ed infine, per togliersi le accuse di dosso, gli avesse detto che non era successo niente.
- E ora… tu… tu… che cosa farai? - gli chiese, guardandolo dritto dritto negli occhi verdi
Billie scosse la testa.
- Non ho fatto nulla di mia consapevole verità - rispose - che se lo tenga, perciò -
Jakie si sentiva sollevata, ma allo stesso tempo un po’ frustrata. Non voleva che Billie accantonasse così il suo bambino, seppure Clear si fosse approfittata di lui facendogli fare ciò che non voleva fare.
La ragazza scese dalla macchina, guardando malinconica Billie andarsene: era molto demotivato, tanto da non averla neanche salutata.
Si diresse in casa, dove il telefono le squillava. Accorse a rispondere, ignara che ciò che stava per scoprire sarebbe stato un fatto altamente increscioso.

Tré uscì di casa, trovandosi davanti Clear.
- Che vuoi? - le chiese, pesantemente
- Solo dirti che Billie ha finalmente deciso di ammettere che mi ha messa incinta - ribatté acida lei
Tré ridacchiò, poi aprì la portiera della macchina.
- Non ci credi? - gli domandò, sempre più aspra
- Ma per favore! - rispose lui, quasi ridendo
Clear assunse un’aria arcigna. Lo squadrò, poi disse:
- Vuoi una prova? -
- A che cosa servirebbe? - le rispose, pronto a sbatterle in faccia che lei era nel torto - semplicemente ad affermare che sono nel giusto? -
Poi si fermò un attimo a pensare, quindi la guardò e rispose:
- No, aspetta, questo è uno di quei giochetti in cui ti aspetti che dica di no. Ma io ti voglio mettere in difficoltà, quindi ti dirò di sì -
Clear sorrise, un sorriso maligno, cattivo.
- Perfetto - rispose - quale prova è migliore se non chiedere a Billie stesso? -
Tré rimase perplesso. Poi, guardandola torvo, le disse:
- Non riuscirai a vincere, Clear - poi, salendo in macchina e accendendo il motore, partì.
Mentre lo guardava allontanarsi, Clear sorrideva compiaciuta.
- Ha abboccato in pieno - disse malevola, mentre una figura scura usciva da dietro l’angolo.
- Quando avrai ottenuto ciò che vuoi, la smetterai? - le chiese, osservando la macchina che si allontanava.
- È troppo presto per dirlo, lasciami prima vincere - rispose lei, sempre più malvagiamente - tu hai fatto quello che ti ho detto? -
Il ragazzo sospirò.
- Sì - rispose poi
- E come ha reagito? - chiese Clear, ansimante
- È stato ostile… ha accettato con difficoltà - rispose lui, osservandola infelice
- Ma lo dirà a Jakie? -
Billie trasse un profondo respiro prima di rispondere:
- Dovrebbe averlo già fatto -
- Ne sei sicuro? - insistette la ragazza, come se dovesse andare tutto alla lettera
- La cosa importante è che sappia del bambino. Il resto può aspettare -
Clear sorrise acerbamente, compiaciuta della svolta che i suoi piani stavano prendendo.
- Sì, può aspettare. Voglio che gli altri mi vedano scivolare nella vittoria piano -
Il ragazzo, moro, fece un sorriso che andava oltre la malinconia.
- Coraggio, di cosa ti disperi? - domandò Clear, abbracciandolo - così dopo il nostro amore potrà procedere senza ostacoli -
Il ragazzo la osservò, sicuro che non era quello che voleva veramente. O forse sì?
- Lo sai benissimo che se ho deciso di fare parte di quel piano è stato solo per te. Di lui non me ne è mai importato - continuò lei
Lui si sforzò di sorridere.
- Sii felice - concluse Clear
Il moro annuì, poi la abbracciò. Ma in realtà non era felice.

Tré raggiunse l’ospedale, dove lo accolse una situazione piuttosto sconcertante. I suoi genitori erano seduti in sala d’attesa, evidentemente in preda al panico.
- Mamma, papà! Cos’è successo? -
- Oh, Tré! - riuscì a dire la madre, ma poi i singhiozzi le soffocarono la voce.
Quando riuscì a calmarsi, raccontarono a Tré quanto successo: Jimmy aveva avuto un attacco d’asma. Si era risvegliata di botto, mettendosi a soffocare. Era stata ricoverata d’urgenza, ma aveva perso conoscenza e sembrava abbastanza grave.
Tré, sconsolato, si sedette su una sedia e si mise ad aspettare.
Dopo un po’ di tempo, arrivò Billie. Tré si alzò e gli andò incontro.
- Billie… - disse
- Non ho buone notizie - lo anticipò il ragazzo
L’amico sospirò poi lo guardò negli occhi.
- Neanch’io -

*Nel linguaggio “mangiato” di Mike vorrebbe dire ‘ciao’ e ‘se cerchi Billie non c’è.

_____________________________
Hola, ragazzi! Innanzi tutto, mi devo scusare per questo ritardo, ma il mio computer è patocco e non avevo capito che EFP era di nuovo aperto. Secondo, una cosa non tanto piacevole, è che mia sorella quest'anno ha la maturità e quindi occuperà il computer per molto tempo. Quindi sarete costretti a pazientare se vedrete che i prossimi capitoli arriveranno in ritardo.:(
Comunque spero di pubblicare il quindicesimo molto presto. Ciao!!

  
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