Anime & Manga > Shaman King
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Autore: yukina_chan    01/05/2006    2 recensioni
La loro vita, il loro destino, tutto era già stato scritto: A levante stella, lei, brillante e vivace, riempirà il loro io di innocente purezza, e la via della quiete s’alzerà a grandi strade; nei loro occhi, allora, il riflesso, unico e solo il calore dell’amore. Ma a ponente stella, lei, dolce e mortuaria regina della notte, quello stesso riflesso di azzurro cielo tramuterà in riflesso di ramato rosso; spietato, crudele; e l’innocenza diverrà muta solitudine di mille corpi che si schiantano nella cruenta carneficina del male. §Ecco a voi la mia seconda fanfic su Shaman King. Una struggente storia d’amore e di morte, cupa e complessa… Non aspettatevi un lieto fine, perché non c’è…§ **Starring§TrioHana&Hao**
Genere: Romantico, Dark, Drammatico, Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Anna Kyoyama, Chocolove, Elisa, Faust VIII, Hao Asakura, Jun Tao, Lyserg Diethel, Manta Oyamada, Pirica, Redseb e Seyram, Ren Tao, Ryu, Tamao Tamamura, Tokagero, Trio Hanagumi, Yoh Asakura
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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§§**… The Flame Of Grudge… Burns Into the Darkest Curses…**§§

§§**… The Flame Of Grudge… Burns Into the Darkest Curses…**§§

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Tamao si toccava le mani nervosamente. Non riusciva a vedere nulla di fronte a sé, percepiva soltanto un immenso freddo…. E tutta quella nebbia, di fronte a lei…. La stava rendendo ceca, lo sentiva… Le palpebre erano pesanti, lo sguardo andava perdendosi, la testa vorticava come un tornado impazzito. L’unica cosa che riusciva a fare era continuare a toccarsi le mani, sempre più freneticamente, forse per aggrapparsi a qualcosa di sé che ancora rimaneva…

“Pilica!”

“Che succede, Tamao?!”

“Ho paura… E anche molto freddo! Non resisterò ancora per molto, mi sembra quasi di impazzire!”

“Non dire così, ti prego! Anch’io non sto bene, so che è un momento duro, ma passerà!”

“Ma continuo ad aver paura, è più forte di me!”

“Ascolta Tamao, tutte le cose brutte finiscono. Ricordi quando ci fu la crisi economica alla Taverna, e sfiorammo per un attimo l’idea di chiudere per sempre?”

“Sì, certo che me lo ricordo…. Furono dei mesi orribili”

“Beh, abbiamo tenuto duro, stringemmo i denti e alla fine tutto tornò a posto, ricordi anche questo? Non ci siamo arresi, e siamo riusciti ad andare avanti!”

“Sì…”

“Andrà allo stesso modo adesso. Te lo posso garantire!”

“Ma ora è tutto diverso… Qui ne va della nostra e della loro vita, della vita dei nostri compagni! Io… Io non voglio morire, non adesso che sono ancora così giovane e piena di progetti… No, no, non voglio! Non voglio rimanere qui… Non voglio rimanere in questa prigione di nebbia per sempre…”

“Tamao…. Non piangere, ti prego. Tamao…”

La ragazzina dai turchini crini si morse un labbro con gli occhi che si arrossavano. I singhiozzi dell’amica riempivano l’aria con un eco straziante che le faceva piangere l’anima. Ma non poteva cedere anche lei… Leiu sapeva che si sarebbero salvate, lei credeva in HoroHoro. Lui l’avrebbe tirata fuori di lì. Lui avrebbe sconfitto le Tre Streghe e insieme avrebbero riacquistato la libertà…

*

L’accerchiamento delle Custodi si faceva sempre più sfiancate. Hao e compagni non riuscivano più a difendersi, le sfidanti erano troppo numerose… “Hao!” Il giovane si voltò bruscamente in direzione della voce del fratello, gridando a sua volta “Yoh! Dove sei? Fatti sentire!” Ma il ragazzo non ebbe tempo di rispondere, perché dieci Custodi gli si erano sferrate contro spingendolo in un angolo. Non aveva scampo.

“Yoh!!!” Faust si voltò verso Hao urlandogli “Hao, attento alle spalle!” Ma il giovane non fece a tempo a voltarsi, perché un doloroso, possente colpo di frusta spinata gli trafisse la schiena. “AAAH!!” Si gettò di lato, mentre la feroce Custode strattonava la frusta verso di sé trascinando anche il povero ragazzo. Era Jun, che rideva istericamente e con tono di folle sadismo. Hao strinse i denti sforzandosi di non urlare, mentre osservando il volto della ragazza notò che era completamente cambiato: stava diventando mostruoso, pazzo. Non era più lei. La disperazione e l’ira l’avevano portata a perdere il senno. E lo stesso valeva per le altre Custodi.

Lyserg si lanciò con un urlo contro la ragazza, che perse la presa della frusta. Hao si trascinò dolorante per qualche metro, staccandosi di dosso la frusta e trattenendo i gemiti di dolore causati dalla ferita all’avambraccio. Ormai, lo sentiva, si era estesa fino alla pancia, e presto gli avrebbe ricoperto l’intero busto. Afferrò l’arma scagliatagli dalla Custode, e brandendola si voltò verso Lyserg, impegnato in una lotta corpo a corpo con Jun. “Lyserg, spostati!” Con un colpo di frusta a terra, fece indietreggiare la Custode urlante, gli occhi adirati e rossi di sangue. “Cosa le sta succedendo?” esclamò Lyserg col fiatone. “A quanto pare non è l’unica” aggiunse Ren, indicando centinaia di altre Custodi in balia della loro follia. Stavano aumentando, nonostante ne avessero messe già tante k.o.

HoroHoro comparve alle loro spalle, esclamando “E’ una lotta priva di finale! Ne arrivano in continuazione, e sono sempre di più! Non si fermeranno, continueranno finchè non ci avranno distrutti!” “E adesso che facciamo?!” Tutti gli sguardi si posarono sulla figura di Hao, che nervoso disse “Sto pensando, sto pensando!” Si morse un labbro non riuscendo a capire. Perché Kanna e le altre non erano ancora intervenute? Forse il suo tentativo di mettersi in contatto con loro era fallito miseramente… Forse era davvero tutto perduto… Sudava, la ferita era tutto un dolore, e altre Custodi si accingevano ad attaccarli instancabili. Avrebbero resistito ancora qualche ora, con un po’ di fortuna e molta tenacia. Ma dopo i loro fisici non avrebbero più resistito. Erano esausti, e anche se erano dotati di buona resistenza prima o poi avrebbero ceduto…

E’ dunque così che sarebbe andata a finire?

Hao osservò uno ad uno i suoi compagni. Anche nelle loro iridi traspariva una visibile stanchezza. Erano tutti esausti. Era dunque così che sarebbe andata a finire?…

Era questo il loro finale?

*

“Mathild! Marion! Svegliatevi, sorelle, non possiamo più permetterci di perdere del tempo! E’ finita l’era del grande sonno, dobbiamo recuperare le forze!” Kanna chiamava con frenesia le due sorelle, scuotendole un poco per riportarle alla realtà. Le due ci misero alcuni minuti a riaprire le iridi incantevoli, non più luminose e incantatrici come un tempo, ma pur sempre incantevoli. “…Kanna?…” aveva mormorato la Terza guardandosi attorno disorientata. “Da quanto tempo sostiamo in questa stanza addormentate?” domandò flebile la Seconda. “Parecchi mesi, mie amate sorelle. Ma adesso non è più tempo di arrendersi al dolce riposo della morte. Perché Lui è tornato…”

Le espressioni sconvolte delle due sorelle rimasero invariate per parecchio tempo. Non riuscivano a credere a ciò che la sorella maggiore stava dicendo loro. “Oddio… Hao… è tornato?” mormorò Mathild quasi piangendo. Kanna le fissò intensamente, facenno cenno di sì con la testa. Marion si accasciò a terra abbandonandosi. “Non doveva farlo… Non doveva…. Quel maledetto bastardo… Ha rovinato tutto!” Kanna la prese per le spalle scuotendola ancora “No, ti sbagli, sorella mia! Mi ha parlato, è riuscito a raggiungere la mia mente e mi ha detto che ha finalmente trovato il modo di liberarci!” Marion alzò lo sguardo verso di lei, truce. “Non esiste modo di liberarci. E tu dovresti essere la prima ad esserne consapevole!” “Anche io la pensavo come te, fino a qualche tempo fa… Ma dopo aver sentito la voce calda e profonda del nostro amato, dopo aver visto i suoi occhi… Io ho preso una decisione” Mathild la osservò con occhi lucidi e preoccupati. “Che cosa vuoi fare, sorella?” Kanna osservò entrambe, stringendo i pugni. “Voi amate Hao, non è vero?”Le altre due abbassarono lo sguardo, per poi accennare con i capi lentamente. “Anche io lo amo. Perdutamente. E amore significa anche fiducia. Io mi fido di Hao. E non voglio tornare indietro” Mathild e marion avevano lo sguardo fisso su di lei, mentre le guance venivano inesorabilmente rigate da umide e amare lacrime. “Se veramente amiamo Hao non lo dobbiamo per alcun motivo abbandonare. Non adesso”

Rimasero abbracciate per un tempo interminabile. Forse dovevano prendersi il tempo necessario a convincersi realmente di ciò che stavano facendo. Ma ormai erano andate troppo a fondo nel loro sentimento per quel giovane. Non c’era via di scampo, non potevano tornare indietro…

Nell’esatto istante in cui si alzarono in piedi, fu come se la stanza si risollevasse assieme a loro. La brina scomparì dalle pareti e dalle superfici dei loro corpi, il gelo se ne andò lasciando posto al calore di tre cuori innamorati. Mossero alcuni passi, uscendo finalmente da quella stanza infernale. Le pareti tremarono violentemente al loro arrivo, i numerosi strati di polvere che si erano accumulati su ogni centimetro del Castello scomparvero come per magia. Le Streghe stavano riacquistando potenza, e con loro l’intero Castello stava rinascendo, dopo un lungo e straziante periodo di morte.

*

Le Custodi si bloccarono di scatto urlando come colte da un improvviso dolore lancinante. Hao spalancò le palpebre avvertendo una forza a lui più che familiare. Ancora una volta quelì calore, quella magica sensazione di euforia s’impadronì dell’avambraccio pulsante, mentre il giovane volto si illuminava di una speranza.

“Che sta succedendo? Da dove proviene questa lontana energia?” domandò Faust guardandosi attorno. Tutti si sentivano strani, in qualche modo impauriti ma allo stesso tempo sollevati. Le Streghe stavano forse tornando?

Le Custodi si accasciarono a terra esauste, respirando a scatti. Hao si avvicinò lentamente a Jun posando una mano sulla sua spalla. “Jun…” La ragazza stava singhiozzando “No… No… Perché? Perché sta accadendo?” Il ragazzo le prese il volto con entrambe le mani, costringendola a guardarlo negli occhi “Jun, ti supplico, credimi: forse questo mio tentativo non porterà a nulla, ma io ci devo provare, non posso fare altrimenti. Perché io amo le tue padrone e se non andrò fino in fondo in questo mio tentativo me ne pentirò per tutta la vita!” La Custode osservò a lungo quegli occhi così scuri e profondi. Le tremavano le labbra. “Hao…”

“Elisa! Dov’eri finita? Ero così preoccupato!” Faust era corso verso la fanciulla bionda, comparsa all’improvviso dalla fitta piantagione della foresta. “Oh, ero molto presa dalla battaglia, tutto qui…” Disse lei con tono stranamente tranquillo. “L’importante è che ora stiamo tutti bene” sentenziò Yoh, riprendendosi dalla dura lotta. “Ma cos’è che ha fermato le Custodi?” mormorò Lyserg. “Ma come? Non le hai sentite anche tu?” disse Ren in sua direzione. Hao si alzò in piedi dicendo verso nessuno in particolare “Le Tre Streghe della Rosa si sono svegliate…”

*

Kanna, Marion e Mathild camminavano lente lungo i corridoi del Castello, come a doversi riabituare a quella ormai così lontana sensazione… Man mano che entravano in contatto con delle nuove stanze queste era come se riprendessero vita, rinsanite da una fresca ventata d’ossigeno. Anche le piante ripresero a fiorire. Ma nonostante questo il Castello non era di certo tornato sgargiante come sempre… I poteri delle Streghe si erano di gran lunga affievoliti rispetto a qualche mese prima… Ma non aveva importanza, ciò che contava era che le tre sorelle erano tornate a vivere.

“Signore…” Le tre Streghe si fermarono nell’udire quella voce a loro tanto familiare. Si trovavano di fronte al loro fedele fantasma, a un loro grande amico… “Chocolove…Ti sei ripreso anche tu” mormorò Mathild con un filo di emozione nella voce. Lo Spirito aveva lo sguardo basso, oscurato da un’ombra insolita. Una figura minuta e tozza si affiancò a lui. “Manta!” esclamarono all’unisono le tre sorelle. Ma anche il piccoletto non mostrava segno di voler alzare lo sguardo.

“Cari amici, che cosa vi prende? Cosa vi turba?” chiese stranita Marion in loro direzione. Manta strinse i pugni con rabbia visibile, mentre Chocolove continuava a rimanere statico, inquietantemente immobile. “Manta… Chocolove!” li chiamò nuovamente Mathild. Manta mormorò “Il Signor Hao non sarebbe dovuto tornare… E’ stato uno sbaglio, un terribile errore!” Kanna si avvicinò cauta, affermando decisa “Non è così. Lui forse ha davvero trovato la forza di cambiare le cose!” “Un terribile errore…” ripetè Manta. “Al quale ormai non possiamo porre rimedio…” “Ma c’è ancora una cosa che possiamo fare, prima che la vostra felicità venga messa irecuperabilmente in pericolo” continuò Chocolove sempre più cupo in volto.

Le tre Sorelle indietreggiarono turbate. “Voi non capite, noi abbiamo abbandonato i nostri timori” affermò sicura Kanna. “Lo sappiamo. E’ questo che ci spaventa!” esclamò Manta. “Ma non c’è nulla da temere, perché tanto voi non raggiungerete Hao. NOI NON VE LO PERMETTEREMO!”Gridò Chocolove. Un’improvvisa energia venne sprigionata dallo spettro, andando a colpire un’intera parete della stanza. Le fanciulle indietreggiarono rapidamente, non venendo minimamente scalfite. “Chocolove, no! Non puoi metteri contro il volere delle tue padrone, smettila subito!” Ma Chocolove non prestò attenzione all’urlo di Marion, e continuò a liberare energia assieme a Manta, mentre le Streghe continuavano a difendersi con le forze che stavano progressivamente riacquistando. “Smettetela! Vi ordiniamo di smetterla! Non potete opporvi!” Manta esclamò con occhi pieni di disperazione “Lo faremo privi di vergogna, se questo significherà la vostra salvezza e quella del Signor Hao!” “Se deciderete di fare come vi diciamo noi, cesseremo di attaccarvi, altrimenti ci ritroveremo costretti a continuare!” aggiunse Chocolove. Le fanciulle non erano disposte a cedere, ma i loro poteri erano ancora deboli, e vennero colpite alcune volte dalle energie dei due. “Perché non ci ascoltate? Smettetela con questa follia, o saremo costrette a punirvi!” disse cupa Marion. Manta impallidì. Marion si stava avvicinando a lui con occhi severi, dicendo “Non siate sciocchi. Sappiamo tutti che non è così che deve andare a finire” “Sapete quali sono le vostre regole e se le infrangerete dovremo comportarci di conseguenza!” affermò Kanna. “Non costringeteci a farlo…” mormorò con occhi lucidi e preoccupati Mathild. Manta strinse i pugni, e anche se tremando dalla testa ai piedi esclamò fiero “Allora puniteci! Spediteci dritti nel Teschio di Fuoco Smeraldo, io vi seguirò con gioia se lo avrò fatto per proteggere voi e la vita del Signor Hao! Abbiamo infranto le nostre regole? Me ne infischio altamente! Meglio crepare per aver combattuto per qualcosa piuttosto che continuare a vivere per semplice paura. No, io sono stato fifone anche fin troppo e ho sbagliato troppe cose a causa di questo. Ma ora sono cambiato, perché ho scoperto qualcosa che vale molto di più della devozione: l’amore. E questo sentimento non può essere oppresso da stupidissime regole. Mi rifiuto! Se morirò bruciato nel camino infernale del Teschio lo farò ridendo, ridendo di gioia perché vorrà dire che avrò superato le mie paure e avrò combattuto per un giusto ideale! E allora potrò urlarlo al mondo intero: io non ho più paura. NON HO PIU’ PAURA!!!” Le Streghe lo osservarono con occhi lucidi e immobili, mentre Manta aveva preso a singhiozzare silenziosamente. Chocolove aveva lo sguardo fisso sulle tre dame. “Hai ragione Manta. Basta con questa stupida paura… Anche noi ci abbiamo rinunciato per seguire qualcosa di molto più forte: l’amore. E la forza del nostro amore ci dice che dobbiamo credere in Hao e andare da lui. Dobbiamo appoggiarlo, avere fiducia in lui. E’ la cosa più bella che ci sia mai capitata… Non possiamo perderla proprio adesso!”

Le iridi delle tre fanciulle erano determinate e prive di paura. Immobili le dame permanevano di fronte ai fedeli compagni, tremanti nell’ascoltare le loro parole. Kanna si avvicinò a loro porgendo una mano in loro direzione. “Vi prego, se davvero tenete a noi, seguiteci e aiutateci a riconquistare la nostra libertà!”

Anche Chocolove si lasciò andare al pianto. I due abbracciarono forte le Padrone dicendo loro che senza la loro presenza il Castello non era più lo stesso.

A quel punto però lo dovevano fare. Dovevano raggiungere l’amato Hao, e ascoltare cosa aveva in mente di fare…

*

Il ragazzo alzò lo sguardo con uno scatto improvviso, mentre il calore dentro di sé si faceva più intenso. Da varie parti della foresta ricomparvero tutti gli uomini e i giovani della loro spedizione, e anche le fanciulle. “Tamao! Pilica!” esclamarono felici nel riabbracciare le due amiche. Tamao piangeva dalla gioia, e stringeva l’amato Ren a sé. “Mio caro Ren, non hai idea di quanta paura ho avuto!” “Ora è tutto finito… Sei al sicuro, non ti lascio più andare via…” mormorò lui con voce profonda accarezzandole la chioma protettivo. Pilica guardò il fratello negli occhi “Non ho smesso un solo secondo di credere in te…” Lui le sorrise, mentre i volti di ognuno si alzavano per unirsi in un’unica direzione. Le piante della foresta si stavano spostando, per lasciare posto a uno straordinario paesaggio al centro del quale si ergeva, in tutti il suo splendore, il Castello Invisibile.

Ci fu un sussulto generale, l’emozione di tutti era salita alle stelle. Il cuore di Hao batteva all’impazzata. Riconosceva il balcone che splendeva sotto i raggi del sole. E sentiva anche che stavano arrivando le uniche persone al mondo che gli donavano la più grande delle felicità. Erano lì, lo sentiva. Aspettavano solo a farsi vedere…

*

“Lo sentite anche voi, ragazze?” Marion e Kanna si lanciarono uno sguardo. La Prima, con voce un po’ tremante rispose “Sì, Mathild. E’ il rumore di una folla di persone…”Marion continuò la frase “là fuori c’è una parte del mondo… Una parte di coloro che ci hanno odiate per una vita” Chocolove e Manta si guardarono per un attimo: entrambi sapevano che una cosa che le loro padrone non avrebbero accettato tanto facilmente era proprio quella di rientrare in contatto con il resto del mondo, e le persone che lo abitavano. Questo complicava le cose…

“Oh, ragazze, io non sono pronta…. Non so se riuscirò a farmi vedere da tutte queste persone, dalle quali ci ha divise da sempre un odio profondo e reciproco!” Esclamò combattuta Mathild, rannicchiandosi con le mani portate alla testa. Kanna le si avvicinò poggiando una mano sulla sua chioma rossiccia “Io capisco ciò che provi, Mathild… Lo capisco perfettamente… Ma riflettiamo, se Hao le ha portate fino a qui avrà avuto i suoi motivi, giusto?“Si voltò verso Marion cercando nel suo sguardo un appoggio, ma lei lo distolse con espressione imbronciata. Mathild non fiatò. Kanna si fece scura in viso dicendo “Dunque non avete alcuna intenzione di andare là fuori… Gettate la spugna così…” Marion la guardò come sconcertata, esclamando d’un tratto “Kanna, per la miseria, sono coloro che ci hanno condannate per sempre e odiate per crimini che non abbiamo commesso, ritenendoci mostri e pazze assassine! Che ti aspettavi, che accettassimo di punto in bianco di comparire di fronte a loro, dopo secoli che viviamo nel più totale esilio fisico e morale?!” Kanna le andò di fronte esclamando a sua volta “E di Hao ti sei già dimenticata?!” Marion abbassò lo sguardo. La sorella le prese il volto tra le mani addolcendosi un poco “Abbiamo creduto in lui, finalmente eravamo pronte a fidarcene, e mandiamo tutto all’aria per dello stupido rancore?” Mathild si alzò guardandole “Kanna ha ragione… Dicevamo di non avere più paura, e invece al primo ostacolo già ci stiamo arrendendo!” Marion teneva lo sguardo basso. “Coraggio, Marion! Lo so che non sarà facile ma possiamo riuscirci! Pensa ad Hao, pensa a quanto poco fa hai creduto in lui” Mathild intervenne “Ci credi ancora, giusto?” Marion posò le iridi sulle sorelle. Annuì con la testa. “E lo ami con tutto il cuore?” La ragazza annuì nuovamente, mormorando “Con tutto il cuore, col corpo e con l’anima…” Kanna sorrise, affermando “E allora dimostralo anche a questa gentaglia…” La sorella sorrise in sua direzione, poi verso Mathild, e infine si voltarono tutte e tre verso idue amici, che le fissavano con un’espressione mista tra il timore e la sicurezza. “Voi avete avuto fiducia in Hao. Non perdetela proprio ora!” disse Manta con un sorriso. Chocolove aggiunse “Avete vinto una paura. Lo farete ancora” Le sorelle annuirono. Voltarono i capi verso la luce del balcone fuori dal quale avrebbero incontrato il loro futuro. Sarebbe stato felice o infelice? Non aveva importanza. Arrivate a quel punto, non si potevano tirare indietro… Si presero per mano, fecero dei lunghi respiri, e varcarono la soglia…

I raggi del sole baciarono quelle stesse pelli che dalle tenebre per troppi secoli erano state nascoste al mondo…

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