§§**… The Flame Of
Grudge… Burns Into the Darkest Curses…**§§
[if !supportEmptyParas] [endif]
Tamao si toccava le mani nervosamente. Non riusciva a vedere
nulla di fronte a sé, percepiva soltanto un immenso freddo…. E tutta quella
nebbia, di fronte a lei…. La stava rendendo ceca, lo sentiva… Le palpebre erano
pesanti, lo sguardo andava perdendosi, la testa vorticava come un tornado
impazzito. L’unica cosa che riusciva a fare era continuare a toccarsi le mani,
sempre più freneticamente, forse per aggrapparsi a qualcosa di sé che ancora
rimaneva…
“Pilica!”
…
“Che succede, Tamao?!”
…
“Ho paura… E anche molto freddo! Non resisterò ancora per
molto, mi sembra quasi di impazzire!”
…
“Non dire così, ti prego! Anch’io non sto bene, so che è un
momento duro, ma passerà!”
…
“Ma continuo ad aver paura, è più forte di me!”
…
“Ascolta Tamao, tutte le cose brutte finiscono. Ricordi
quando ci fu la crisi economica alla Taverna, e sfiorammo per un attimo l’idea
di chiudere per sempre?”
…
“Sì, certo che me lo ricordo…. Furono dei mesi orribili”
…
“Beh, abbiamo tenuto duro, stringemmo i denti e alla fine
tutto tornò a posto, ricordi anche questo? Non ci siamo arresi, e siamo
riusciti ad andare avanti!”
…
“Sì…”
…
“Andrà allo stesso modo adesso. Te lo posso garantire!”
…
“Ma ora è tutto diverso… Qui ne va della nostra e della loro
vita, della vita dei nostri compagni! Io… Io non voglio morire, non adesso che
sono ancora così giovane e piena di progetti… No, no, non voglio! Non voglio
rimanere qui… Non voglio rimanere in questa prigione di nebbia per sempre…”
…
“Tamao…. Non piangere, ti prego. Tamao…”
La ragazzina dai turchini crini si morse un labbro con gli
occhi che si arrossavano. I singhiozzi dell’amica riempivano l’aria con un eco
straziante che le faceva piangere l’anima. Ma non poteva cedere anche lei… Leiu
sapeva che si sarebbero salvate, lei credeva in HoroHoro. Lui l’avrebbe tirata
fuori di lì. Lui avrebbe sconfitto le Tre Streghe e insieme avrebbero
riacquistato la libertà…
*
L’accerchiamento delle Custodi si faceva sempre più
sfiancate. Hao e compagni non riuscivano più a difendersi, le sfidanti erano
troppo numerose… “Hao!” Il giovane si voltò bruscamente in direzione della voce
del fratello, gridando a sua volta “Yoh! Dove sei? Fatti sentire!” Ma il
ragazzo non ebbe tempo di rispondere, perché dieci Custodi gli si erano
sferrate contro spingendolo in un angolo. Non aveva scampo.
“Yoh!!!” Faust si voltò verso Hao urlandogli “Hao, attento
alle spalle!” Ma il giovane non fece a tempo a voltarsi, perché un doloroso,
possente colpo di frusta spinata gli trafisse la schiena. “AAAH!!” Si gettò di
lato, mentre la feroce Custode strattonava la frusta verso di sé trascinando
anche il povero ragazzo. Era Jun, che rideva istericamente e con tono di folle
sadismo. Hao strinse i denti sforzandosi di non urlare, mentre osservando il
volto della ragazza notò che era completamente cambiato: stava diventando
mostruoso, pazzo. Non era più lei. La disperazione e l’ira l’avevano portata a
perdere il senno. E lo stesso valeva per le altre Custodi.
Lyserg si lanciò con un urlo contro la ragazza, che perse la
presa della frusta. Hao si trascinò dolorante per qualche metro, staccandosi di
dosso la frusta e trattenendo i gemiti di dolore causati dalla ferita
all’avambraccio. Ormai, lo sentiva, si era estesa fino alla pancia, e presto
gli avrebbe ricoperto l’intero busto. Afferrò l’arma scagliatagli dalla
Custode, e brandendola si voltò verso Lyserg, impegnato in una lotta corpo a
corpo con Jun. “Lyserg, spostati!” Con un colpo di frusta a terra, fece
indietreggiare la Custode urlante, gli occhi adirati e rossi di sangue. “Cosa
le sta succedendo?” esclamò Lyserg col fiatone. “A quanto pare non è l’unica”
aggiunse Ren, indicando centinaia di altre Custodi in balia della loro follia.
Stavano aumentando, nonostante ne avessero messe già tante k.o.
HoroHoro comparve alle loro spalle, esclamando “E’ una lotta
priva di finale! Ne arrivano in continuazione, e sono sempre di più! Non si
fermeranno, continueranno finchè non ci avranno distrutti!” “E adesso che
facciamo?!” Tutti gli sguardi si posarono sulla figura di Hao, che nervoso
disse “Sto pensando, sto pensando!” Si morse un labbro non riuscendo a capire.
Perché Kanna e le altre non erano ancora intervenute? Forse il suo tentativo di
mettersi in contatto con loro era fallito miseramente… Forse era davvero tutto
perduto… Sudava, la ferita era tutto un dolore, e altre Custodi si accingevano
ad attaccarli instancabili. Avrebbero resistito ancora qualche ora, con un po’
di fortuna e molta tenacia. Ma dopo i loro fisici non avrebbero più resistito.
Erano esausti, e anche se erano dotati di buona resistenza prima o poi
avrebbero ceduto…
E’ dunque così che sarebbe andata a finire?
Hao osservò uno ad uno i suoi compagni. Anche nelle loro
iridi traspariva una visibile stanchezza. Erano tutti esausti. Era dunque così
che sarebbe andata a finire?…
Era questo il loro finale?
…
*
“Mathild! Marion! Svegliatevi, sorelle, non possiamo più
permetterci di perdere del tempo! E’ finita l’era del grande sonno, dobbiamo
recuperare le forze!” Kanna chiamava con frenesia le due sorelle, scuotendole
un poco per riportarle alla realtà. Le due ci misero alcuni minuti a riaprire
le iridi incantevoli, non più luminose e incantatrici come un tempo, ma pur
sempre incantevoli. “…Kanna?…” aveva mormorato la Terza guardandosi attorno
disorientata. “Da quanto tempo sostiamo in questa stanza addormentate?” domandò
flebile la Seconda. “Parecchi mesi, mie amate sorelle. Ma adesso non è più
tempo di arrendersi al dolce riposo della morte. Perché Lui è tornato…”
Le espressioni sconvolte delle due sorelle rimasero
invariate per parecchio tempo. Non riuscivano a credere a ciò che la sorella
maggiore stava dicendo loro. “Oddio… Hao… è tornato?” mormorò Mathild quasi
piangendo. Kanna le fissò intensamente, facenno cenno di sì con la testa.
Marion si accasciò a terra abbandonandosi. “Non doveva farlo… Non doveva…. Quel
maledetto bastardo… Ha rovinato tutto!” Kanna la prese per le spalle
scuotendola ancora “No, ti sbagli, sorella mia! Mi ha parlato, è riuscito a
raggiungere la mia mente e mi ha detto che ha finalmente trovato il modo di
liberarci!” Marion alzò lo sguardo verso di lei, truce. “Non esiste modo di
liberarci. E tu dovresti essere la prima ad esserne consapevole!” “Anche io la
pensavo come te, fino a qualche tempo fa… Ma dopo aver sentito la voce calda e
profonda del nostro amato, dopo aver visto i suoi occhi… Io ho preso una
decisione” Mathild la osservò con occhi lucidi e preoccupati. “Che cosa vuoi
fare, sorella?” Kanna osservò entrambe, stringendo i pugni. “Voi amate Hao, non
è vero?”Le altre due abbassarono lo sguardo, per poi accennare con i capi
lentamente. “Anche io lo amo. Perdutamente. E amore significa anche fiducia. Io
mi fido di Hao. E non voglio tornare indietro” Mathild e marion avevano lo
sguardo fisso su di lei, mentre le guance venivano inesorabilmente rigate da
umide e amare lacrime. “Se veramente amiamo Hao non lo dobbiamo per alcun
motivo abbandonare. Non adesso”
Rimasero abbracciate per un tempo interminabile. Forse
dovevano prendersi il tempo necessario a convincersi realmente di ciò che
stavano facendo. Ma ormai erano andate troppo a fondo nel loro sentimento per
quel giovane. Non c’era via di scampo, non potevano tornare indietro…
Nell’esatto istante in cui si alzarono in piedi, fu come se
la stanza si risollevasse assieme a loro. La brina scomparì dalle pareti e
dalle superfici dei loro corpi, il gelo se ne andò lasciando posto al calore di
tre cuori innamorati. Mossero alcuni passi, uscendo finalmente da quella stanza
infernale. Le pareti tremarono violentemente al loro arrivo, i numerosi strati
di polvere che si erano accumulati su ogni centimetro del Castello scomparvero
come per magia. Le Streghe stavano riacquistando potenza, e con loro l’intero
Castello stava rinascendo, dopo un lungo e straziante periodo di morte.
*
Le Custodi si bloccarono di scatto urlando come colte da un
improvviso dolore lancinante. Hao spalancò le palpebre avvertendo una forza a
lui più che familiare. Ancora una volta quelì calore, quella magica sensazione
di euforia s’impadronì dell’avambraccio pulsante, mentre il giovane volto si
illuminava di una speranza.
“Che sta succedendo? Da dove proviene questa lontana
energia?” domandò Faust guardandosi attorno. Tutti si sentivano strani, in
qualche modo impauriti ma allo stesso tempo sollevati. Le Streghe stavano forse
tornando?
Le Custodi si accasciarono a terra esauste, respirando a
scatti. Hao si avvicinò lentamente a Jun posando una mano sulla sua spalla.
“Jun…” La ragazza stava singhiozzando “No… No… Perché? Perché sta accadendo?”
Il ragazzo le prese il volto con entrambe le mani, costringendola a guardarlo
negli occhi “Jun, ti supplico, credimi: forse questo mio tentativo non porterà
a nulla, ma io ci devo provare, non posso fare altrimenti. Perché io amo le tue
padrone e se non andrò fino in fondo in questo mio tentativo me ne pentirò per
tutta la vita!” La Custode osservò a lungo quegli occhi così scuri e profondi.
Le tremavano le labbra. “Hao…”
“Elisa! Dov’eri finita? Ero così preoccupato!” Faust era
corso verso la fanciulla bionda, comparsa all’improvviso dalla fitta
piantagione della foresta. “Oh, ero molto presa dalla battaglia, tutto qui…”
Disse lei con tono stranamente tranquillo. “L’importante è che ora stiamo tutti
bene” sentenziò Yoh, riprendendosi dalla dura lotta. “Ma cos’è che ha fermato
le Custodi?” mormorò Lyserg. “Ma come? Non le hai sentite anche tu?” disse Ren
in sua direzione. Hao si alzò in piedi dicendo verso nessuno in particolare “Le
Tre Streghe della Rosa si sono svegliate…”
*
Kanna, Marion e Mathild camminavano lente lungo i corridoi
del Castello, come a doversi riabituare a quella ormai così lontana sensazione…
Man mano che entravano in contatto con delle nuove stanze queste era come se
riprendessero vita, rinsanite da una fresca ventata d’ossigeno. Anche le piante
ripresero a fiorire. Ma nonostante questo il Castello non era di certo tornato
sgargiante come sempre… I poteri delle Streghe si erano di gran lunga
affievoliti rispetto a qualche mese prima… Ma non aveva importanza, ciò che
contava era che le tre sorelle erano tornate a vivere.
“Signore…” Le tre Streghe si fermarono nell’udire quella
voce a loro tanto familiare. Si trovavano di fronte al loro fedele fantasma, a
un loro grande amico… “Chocolove…Ti sei ripreso anche tu” mormorò Mathild con un
filo di emozione nella voce. Lo Spirito aveva lo sguardo basso, oscurato da
un’ombra insolita. Una figura minuta e tozza si affiancò a lui. “Manta!”
esclamarono all’unisono le tre sorelle. Ma anche il piccoletto non mostrava
segno di voler alzare lo sguardo.
“Cari amici, che cosa vi prende? Cosa vi turba?” chiese
stranita Marion in loro direzione. Manta strinse i pugni con rabbia visibile,
mentre Chocolove continuava a rimanere statico, inquietantemente immobile.
“Manta… Chocolove!” li chiamò nuovamente Mathild. Manta mormorò “Il Signor Hao
non sarebbe dovuto tornare… E’ stato uno sbaglio, un terribile errore!” Kanna
si avvicinò cauta, affermando decisa “Non è così. Lui forse ha davvero trovato
la forza di cambiare le cose!” “Un terribile errore…” ripetè Manta. “Al quale
ormai non possiamo porre rimedio…” “Ma c’è ancora una cosa che possiamo fare,
prima che la vostra felicità venga messa irecuperabilmente in pericolo”
continuò Chocolove sempre più cupo in volto.
Le tre Sorelle indietreggiarono turbate. “Voi non capite,
noi abbiamo abbandonato i nostri timori” affermò sicura Kanna. “Lo sappiamo. E’
questo che ci spaventa!” esclamò Manta. “Ma non c’è nulla da temere, perché
tanto voi non raggiungerete Hao. NOI NON VE LO PERMETTEREMO!”Gridò Chocolove.
Un’improvvisa energia venne sprigionata dallo spettro, andando a colpire
un’intera parete della stanza. Le fanciulle indietreggiarono rapidamente, non
venendo minimamente scalfite. “Chocolove, no! Non puoi metteri contro il volere
delle tue padrone, smettila subito!” Ma Chocolove non prestò attenzione
all’urlo di Marion, e continuò a liberare energia assieme a Manta, mentre le
Streghe continuavano a difendersi con le forze che stavano progressivamente
riacquistando. “Smettetela! Vi ordiniamo di smetterla! Non potete opporvi!”
Manta esclamò con occhi pieni di disperazione “Lo faremo privi di vergogna, se
questo significherà la vostra salvezza e quella del Signor Hao!” “Se deciderete
di fare come vi diciamo noi, cesseremo di attaccarvi, altrimenti ci ritroveremo
costretti a continuare!” aggiunse Chocolove. Le fanciulle non erano disposte a
cedere, ma i loro poteri erano ancora deboli, e vennero colpite alcune volte
dalle energie dei due. “Perché non ci ascoltate? Smettetela con questa follia,
o saremo costrette a punirvi!” disse cupa Marion. Manta impallidì. Marion si
stava avvicinando a lui con occhi severi, dicendo “Non siate sciocchi. Sappiamo
tutti che non è così che deve andare a finire” “Sapete quali sono le vostre
regole e se le infrangerete dovremo comportarci di conseguenza!” affermò Kanna.
“Non costringeteci a farlo…” mormorò con occhi lucidi e preoccupati Mathild.
Manta strinse i pugni, e anche se tremando dalla testa ai piedi esclamò fiero
“Allora puniteci! Spediteci dritti nel Teschio di Fuoco Smeraldo, io vi seguirò
con gioia se lo avrò fatto per proteggere voi e la vita del Signor Hao! Abbiamo
infranto le nostre regole? Me ne infischio altamente! Meglio crepare per aver
combattuto per qualcosa piuttosto che continuare a vivere per semplice paura.
No, io sono stato fifone anche fin troppo e ho sbagliato troppe cose a causa di
questo. Ma ora sono cambiato, perché ho scoperto qualcosa che vale molto di più
della devozione: l’amore. E questo sentimento non può essere oppresso da
stupidissime regole. Mi rifiuto! Se morirò bruciato nel camino infernale del
Teschio lo farò ridendo, ridendo di gioia perché vorrà dire che avrò superato
le mie paure e avrò combattuto per un giusto ideale! E allora potrò urlarlo al
mondo intero: io non ho più paura. NON HO PIU’ PAURA!!!” Le Streghe lo
osservarono con occhi lucidi e immobili, mentre Manta aveva preso a
singhiozzare silenziosamente. Chocolove aveva lo sguardo fisso sulle tre dame.
“Hai ragione Manta. Basta con questa stupida paura… Anche noi ci abbiamo
rinunciato per seguire qualcosa di molto più forte: l’amore. E la forza del
nostro amore ci dice che dobbiamo credere in Hao e andare da lui. Dobbiamo
appoggiarlo, avere fiducia in lui. E’ la cosa più bella che ci sia mai
capitata… Non possiamo perderla proprio adesso!”
Le iridi delle tre fanciulle erano determinate e prive di
paura. Immobili le dame permanevano di fronte ai fedeli compagni, tremanti
nell’ascoltare le loro parole. Kanna si avvicinò a loro porgendo una mano in
loro direzione. “Vi prego, se davvero tenete a noi, seguiteci e aiutateci a
riconquistare la nostra libertà!”
Anche Chocolove si lasciò andare al pianto. I due
abbracciarono forte le Padrone dicendo loro che senza la loro presenza il
Castello non era più lo stesso.
A quel punto però lo dovevano fare. Dovevano raggiungere
l’amato Hao, e ascoltare cosa aveva in mente di fare…
*
Il ragazzo alzò lo sguardo con uno scatto improvviso, mentre
il calore dentro di sé si faceva più intenso. Da varie parti della foresta
ricomparvero tutti gli uomini e i giovani della loro spedizione, e anche le
fanciulle. “Tamao! Pilica!” esclamarono felici nel riabbracciare le due amiche.
Tamao piangeva dalla gioia, e stringeva l’amato Ren a sé. “Mio caro Ren, non
hai idea di quanta paura ho avuto!” “Ora è tutto finito… Sei al sicuro, non ti
lascio più andare via…” mormorò lui con voce profonda accarezzandole la chioma
protettivo. Pilica guardò il fratello negli occhi “Non ho smesso un solo
secondo di credere in te…” Lui le sorrise, mentre i volti di ognuno si alzavano
per unirsi in un’unica direzione. Le piante della foresta si stavano spostando,
per lasciare posto a uno straordinario paesaggio al centro del quale si ergeva,
in tutti il suo splendore, il Castello Invisibile.
Ci fu un sussulto generale, l’emozione di tutti era salita
alle stelle. Il cuore di Hao batteva all’impazzata. Riconosceva il balcone che
splendeva sotto i raggi del sole. E sentiva anche che stavano arrivando le
uniche persone al mondo che gli donavano la più grande delle felicità. Erano
lì, lo sentiva. Aspettavano solo a farsi vedere…
*
“Lo sentite anche voi, ragazze?” Marion e Kanna si
lanciarono uno sguardo. La Prima, con voce un po’ tremante rispose “Sì,
Mathild. E’ il rumore di una folla di persone…”Marion continuò la frase “là
fuori c’è una parte del mondo… Una parte di coloro che ci hanno odiate per una
vita” Chocolove e Manta si guardarono per un attimo: entrambi sapevano che una
cosa che le loro padrone non avrebbero accettato tanto facilmente era proprio
quella di rientrare in contatto con il resto del mondo, e le persone che lo
abitavano. Questo complicava le cose…
“Oh, ragazze, io non sono pronta…. Non so se riuscirò a
farmi vedere da tutte queste persone, dalle quali ci ha divise da sempre un
odio profondo e reciproco!” Esclamò combattuta Mathild, rannicchiandosi con le
mani portate alla testa. Kanna le si avvicinò poggiando una mano sulla sua
chioma rossiccia “Io capisco ciò che provi, Mathild… Lo capisco perfettamente…
Ma riflettiamo, se Hao le ha portate fino a qui avrà avuto i suoi motivi,
giusto?“Si voltò verso Marion cercando nel suo sguardo un appoggio, ma lei lo
distolse con espressione imbronciata. Mathild non fiatò. Kanna si fece scura in
viso dicendo “Dunque non avete alcuna intenzione di andare là fuori… Gettate la
spugna così…” Marion la guardò come sconcertata, esclamando d’un tratto “Kanna,
per la miseria, sono coloro che ci hanno condannate per sempre e odiate per
crimini che non abbiamo commesso, ritenendoci mostri e pazze assassine! Che ti
aspettavi, che accettassimo di punto in bianco di comparire di fronte a loro,
dopo secoli che viviamo nel più totale esilio fisico e morale?!” Kanna le andò
di fronte esclamando a sua volta “E di Hao ti sei già dimenticata?!” Marion
abbassò lo sguardo. La sorella le prese il volto tra le mani addolcendosi un
poco “Abbiamo creduto in lui, finalmente eravamo pronte a fidarcene, e mandiamo
tutto all’aria per dello stupido rancore?” Mathild si alzò guardandole “Kanna
ha ragione… Dicevamo di non avere più paura, e invece al primo ostacolo già ci
stiamo arrendendo!” Marion teneva lo sguardo basso. “Coraggio, Marion! Lo so
che non sarà facile ma possiamo riuscirci! Pensa ad Hao, pensa a quanto poco fa
hai creduto in lui” Mathild intervenne “Ci credi ancora, giusto?” Marion posò
le iridi sulle sorelle. Annuì con la testa. “E lo ami con tutto il cuore?” La
ragazza annuì nuovamente, mormorando “Con tutto il cuore, col corpo e con
l’anima…” Kanna sorrise, affermando “E allora dimostralo anche a questa
gentaglia…” La sorella sorrise in sua direzione, poi verso Mathild, e infine si
voltarono tutte e tre verso idue amici, che le fissavano con un’espressione
mista tra il timore e la sicurezza. “Voi avete avuto fiducia in Hao. Non
perdetela proprio ora!” disse Manta con un sorriso. Chocolove aggiunse “Avete
vinto una paura. Lo farete ancora” Le sorelle annuirono. Voltarono i capi verso
la luce del balcone fuori dal quale avrebbero incontrato il loro futuro.
Sarebbe stato felice o infelice? Non aveva importanza. Arrivate a quel punto,
non si potevano tirare indietro… Si presero per mano, fecero dei lunghi
respiri, e varcarono la soglia…
I raggi del sole baciarono quelle stesse pelli che dalle
tenebre per troppi secoli erano state nascoste al mondo…
[if !supportEmptyParas] [endif]