Eccomi con il secondo capitolo. Spero vivamente che non
sia noioso.
“mmm” mugugno sempre appena
sveglia.
Dopo 5 minuti di sano stiracchiamento, sono pronta per
una doccia e una sana colazione.
Ho fatto la doccia senza alcun problema, adesso mi
accingo a preparare qualcosa per colazione; apro il frigorifero e ogni sorta di
stipo e mi rendo conto che non ho provviste.
Se tutta la popolazione fosse costretta a rinchiudersi
in casa per via di un pericolo imminente, io morirei di
fame.
Mi asciugo i capelli con un colpo di bacchetta e indosso
una gonna lunga di jeans con sopra una maglietta bianca e
grigia.
Prendo la mia borsa di tela e dopo aver controllato di
aver preso: bacchetta, cellulare, soldi, chiavi e un libro posso uscire di
casa.
Salgo sulla mia Mini Cooper blu e parto alla volta del
supermercato.
Dopo 15 minuti arrivo a destinazione, posteggio e prendo
un carrello che conterrà tutta la mia spesa. Ci metto dentro anche la borsa
perché non ho intenzione di tornare a casa senza un
braccio.
Inizio a inoltrarmi per i numerosi scomparti del grande
supermercato e mi fermo davanti ai cereali per la mia prima
colazione.
Sono indecisa se prendere quelli alle gocce di
cioccolato oppure i semplici fiocchi d’avena. Sono già passati cinque minuti e
siccome la reputo una scelta amletica li metto entrambi nel
carrello.
Gli alimenti mi vengono pagati da Harry, quindi non ho
il problema della restrizione economica.
Adesso sono soddisfatta e posso
proseguire.
Uno scaffale che mi ha sempre affascinata è quello con
tutto l’occorrente per fare i dolci.
Ehm… io non ho mai fatto né una torta né un misero
pasticcino!!!
Mi metto un dito sulla bocca che mi dà l’aria da
intellettuale.
Come se già non ce l’avessi!!!
Inizio con il mettere un po’ di strani prodotti colorati
nel carrello senza preoccuparmi di che cose contengano e quando
scadano.
Sto per proseguire il mio cammino, quando una simpatica
bimba mi viene addosso.
“ Dana… Dana… Dana” sento una donna e per
un’associazione di idee credo che quella bella bambina si chiami Dana e che sia
sfuggita alla sua mamma.
“ Sto scappando da quella donna…” mi dice con la sua
simpatica vocina e si nasconde tra le mie gambe e nascosta ben bene dietro il
carrello stracolmo di roba per dolci.
Vedo una donna grassa e di mezza età avvicinarsi e
sempre con una geniale associazione di idee ne deduco che quella signora non è
la madre di quella bellissima bambina.
La guardo e lei si porta il suo ditino alla bocca e mi
fa segno di stare in silenzio.
Questa peste mi ha messo in pericolo; per quanto ne so
quella donna robusta potrebbe denunciarmi per tentato rapimento se non dico che
la bimba si è nascosta e che io non l’ho forzata?
Sto entrando in crisi.
“ Dana esci fuori da lì!” sento dire alla
donna.
Traggo un respiro di sollievo e cerco di sorridere alla
donna.
La bambina esce e mette il
broncio.
“ Mi annoio… voglio papà!” dice la
bimba.
“ Sai che tuo padre tornerà solo la settimana prossima!”
le dice la donna e dalle sue parole traspare la compassione che nutre per quella
bambina forse troppo attaccata al padre che per non vede
mai.
Sorrido come un’ebete e sento i muscoli facciali
indolenzirsi e non volerne sapere di tornare ad un’espressione più o meno
seria.
“ Scusi signorina, ma per quanto questa bimba possa
essere educata adora importunare la gente e metterla in situazioni
imbarazzanti!”
Mi porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio “ Non
si preoccupi, questa bimba è davvero adorabile!”
Le accarezzo la testolina, e se si dice a tutti i
bambini che sono bellissimi anche se sono dei rospi, devo ammettere che lei è
veramente bella.
Ad occhio e croce potrebbe avere sei
anni.
E’ piccolina e la sua carnagione è bianchissima e quelle
gote sempre arrossate, tipiche dei bambini, le conferisce un’aria tutta
particolare che le fa brillare ancor di più quei grandi occhi
grigio-blu.
Non ha i capelli molto lunghi, sono ondulati e
biondissimi… sembrano quasi dorati.
Per essere così bella, quella bimba deve aver due
genitori stupendi.
“ Come avrai di certo capito dalle urla della signora
Piddy, mi chiamo Dana!”
E come se fosse una donna della mia età mi porge la
manina paffuta, mi sento quasi in imbarazzo davanti a questa
bambina.
“ Piacere Dana, io sono Hermione!” rispondo
sorridendole.
Dana inizia a fare qualche saltello dalla
felicità.
“ Che bello signora Piddy… ho una nuova amica!!!”
La donna le sorride e poi sorride anche a me; ad un
certo punto mi sento pronunciare qualcosa che suona come “ Ti andrebbe un
gelato?
Se fossi stato un sequestratore potrei ammettere di
essere proprio bravo a lavorarmi i bambini, ma fortunatamente non lo sono, E
così dopo la benedizione della donna e un abbraccio alle gambe di Dana ci
rechiamo alla cassa, dove pago, poi ci rechiamo nella gelateria più
vicina.
La bambina mi ha preso per mano e adesso devo dire che
mi fa un po’ paura.
Tiene la mano sia a me che alla sua governante, ha gli
occhi chiusi e canticchia una strana melodia.
Distolgo lo sguardo da Dana e noto l’insegna della
gelateria.
Adesso siamo tutte e tre sedute e la bimba è scomparsa
sotto il menu.
“ Sa già leggere?” chiedo.
“ Si, è una bambina molto precoce. Suo padre le ha
insegnato a leggere quando aveva solo due anni.”
Deglutisco, nemmeno io ho iniziato a leggere così
presto.
“ Allora… voglio una mega coppa ai frutti di bosco con
tanta panna!” dice.
Ordino la sua mega coppa e due caffè per me e la
signora.
Stiamo un altro po’ a parlottare, fino a quando la
signora Piddy dice che devono tornare a casa perché il padre di Dana torna dal
suo lungo viaggio.
Dana mi salta addosso e mi
abbraccia.
“ Ti abbandoniamo solo perché adoro il mio papà… perché
se erano i nonni…”
La donna sorride e la prende in
braccio.
“ Grazie per il gelato e il caffè!”
dice.
“ Si figuri!” rispondo.
Do un bacio sulla testolina dorata a Dana e mi dirigo
verso la macchina.
Quando arrivo a casa, l’ascensore è ancora
guasto.
Salgo tutte quelle dannate scale e aperta la porta mi
ritrovo davanti al caos.
Mi butto sul divano e dando un’occhiata alla spesa, mi
rendo conto di non aver comprato nulla di salutare.
Sbuffo e rimango lì a guardare il
televisore.