C'È
SEMPRE UNA SPERANZA
22 gennaio - Marsiglia – Francia
“ Non sono ubriaco… “ rispondo
“ No, certo!! Sei ubriaco fradicio, invece!
“
“ Se lo fossi non capirei nemmeno quello
che dici “ con due falcate mi arriva di fronte, mostrandomi tre dita
“ Quante sono?! “ strizzo lievemente gli
occhi
“ Tre “
“ Ciò non toglie che sei pieno
d’alcool!! “
“ Non urlare… Ho mal di testa “
“ Certo!! Ti sei scolato una bottiglia
intera di Brandy! Ma dico, ti sei bevuto anche il cervello oltre al liquore?! “
decido di ignorarla, tanto non risolverei nulla. Lei continua a strepitare in
preda alla collera, ma io chiudo gli occhi, cercando di allontanare sempre di
più le sue urla. Senza rendermene nemmeno conto mi addormento, e quando riapro
gli occhi è ormai mattina. Mi giro verso sinistra, vedendo lei serenamente
addormentata, e poi a destra, notando il marmocchio nel letto singolo, anche
lui nel mondo di Morfeo. Mi porto una mano alle tempie, ho un terribile mal di
testa, molto probabilmente causato dalla bevuta di ieri. Ancora non del tutto
lucido mi alzo dal letto, infilandomi gli stivali
“ Sei già sveglio? “ mi chiede lei con
ancora la voce impastata di sonno
“ Dobbiamo andare… Non abbiamo tempo per
poltrire. Avanti, alzati “ lei annuisce. Si veste rapidamente e dopo esserci
preparati, scendiamo al piano terra per fare colazione. Mi siedo al primo
tavolo libero, attendendo che una delle cameriere venga per ordinare.
Scendo dietro a lui dirigendomi verso
la sala per rifocillarmi prima della partenza. Senza fare attenzione scendo
l'ultimo scalino, quando improvvisamente vado a sbattere contro qualcuno
“ Oh, mi scusi! “ dico alzando lo sguardo.
Mi trovo davanti una bella ragazza mora dagli occhi scuri, alta bene o male
come me, dall'aria simpatica
“ Non si preoccupi, può capitare “ mi
sorride amichevolmente
“ Mi presento, molto piacere, mi chiamo Bulma “ le porgo la mano
“ Oh, piacere mio, Chichi
“ me la stringe
“ E' una mia impressione o qualcosa non
va? Sembri... Triste... “
“ Beh...
No... No, tranquilla... Tutto bene “ sposto lo sguardo su di lui. Fissa con
aria spenta la strada oltre la grande vetrata. Mi sento responsabile, non c'è nulla
da fare. Kurt è morto per colpa mia, qui non ci piove, e questo peso non me lo
leverà mai nessuno di dosso. Il senso di colpa diventa ogni giorno più
insopportabile, e vederlo in quello stato a causa mia è terribile.
“ Sei
sicura? Eppure non stai molto bene... “ dice ancora. Decido di raccontarle
tutto. Di Vegeta, di Kurt, di Auschwitz, della fuga, dei miei immensi sensi di
colpa, sperando di liberarmi da questo grosso peso. Lei mi ascolta per tutto il
tempo, tentando di immaginare, forse, il mio stato d'animo. Guardo di nuovo
lui. Mangia tranquillo senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. E non
dimentichiamo Mark, anche lui vittima della nostra fuga. Faccio per parlare di
nuovo, per spezzare quel silenzio insopportabile, quando dalla porta vedo
entrare un figura, come un segno che, in un momento come questo riesce a darmi
un briciolo di speranza: Goku.
“ Goku!
Goku, sei tu! “ gli corro incontro. Vegeta alza lo sguardo dalla sua colazione
e fissa infastidito l'italiano
“ Bulma! Che sorpresa! Anche voi qui!
Ma non dovevate essere in Svizzera?! “ a questa domanda Vegeta si chiude ancora
di più nel suo mutismo
“ Ecco...
Abbiamo avuto... Dei... Contrattempi “ decido di stare sul vago, meglio non
entrare più sugli argomenti Mark e Kurt
“ Capisco,
beh io sono scappato dall'Italia, quei farabutti volevano farmi fuori! "
“ Tsk, sarebbe stata l'unica buona
azione che avrebbero fatto “ dice acidamente Vegeta. Si alza lasciando sul
tavolo dei soldi, poi va verso la porta, tirando fuori dalla giacca un
pacchetto di sigarette. E quelle dove le ha prese?
“ Ehi!
Carina quella cameriera! “ sorride lui guardando Chichi
che, ignara, continua a lavare i piatti in cucina
“ Ah,
sì... Beh va da lei, diglielo "
“ E
se non ricambia? "
“ Goku...
Scusa, ma è un pessimo momento. Vai a dirglielo, io torno subito “ senza
aspettare risposta corro verso la porta, uscendo
“ Dove
le hai prese quelle sigarette?! “ mi chiede lei comparendo alle mie spalle
“ Al
campo, prima di partire "
“ ...
Tu... Fumi? "
“ Da
ora sì... “ inspiro il fumo profondamente, lasciando che la nicotina mi annebbi
i sensi, che mi rilassi. In questo momento non voglio altro se non dimenticare
queste giornate. Vorrei prendere un colpo in testa e rimuovere tutto. Non
essendo ancora abituato mi sfugge un colpo di tosse
“ Non
sarà fumando o ubriacandoti che risolverai questa situazione “ mi dice
“ La
situazione non si risolverebbe lo stesso. Comunque chi ti dice che io lo stia
facendo per "risolvere"? “
“ Nessuno,
ma lo fai per... Dimenticare?”
“ Fatti
gli affari tuoi “ non dico altro, inspirando ancora
“ Sono
affari miei! Smettila!!”
“ Smettila
tu! Lasciami in pace! “
“ Credi
che con un po' di fumo Kurt e Mark torneranno?! Così ti fai solo del male! Per
favore, butta quella sigaretta! “
“ No!
Faccio quello che voglio! Se non vuoi vedermi fumare, rientra nel locale!! “ le
volto le spalle allontanandomi di qualche passo
“ Cosa
speri di ottenere?! Spiegamelo perché non lo capisco!!!”
“Non
voglio ottenere nulla infatti” aspiro altro fumo incurante delle sue urla
“ E
allora butta quella dannata sigaretta!! “ urla. Continuo ad ignorarla. Non mi
interessa se mi faccio del male, cosa cambierebbe? Tanto moriremo tutti, lo so.
Stiamo solo rimandando la nostra fine… Finiremo tutti e tre con il piombo in
testa.
Una
volta finita, getto la sigaretta a terra, spegnendola poi con la suola dello
stivale. Ho la bocca impastata di fumo, Dio, che schifo. Ho sempre odiato
l’odore delle sigarette, non pensavo nemmeno che rilassassero, credevo fosse
tutta una questione di testa, invece mi devo ricredere. Rilassano, rilassano
eccome. O forse sono io che, troppo stressato, cerca un tranquillante in
qualsiasi cosa?
Non
lo so. Sospiro e dalla bocca mi esce una debole nube di fumo. Mi appoggio al
muro della locanda, chiudo gli occhi ed incrocio le braccia al petto.
… To be continued…
Spero che anche questo aggiornamento sia stato di vostro gradimento^^ a presto!