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Autore: evenstar    01/05/2006    5 recensioni
cosa potrebbe succede se tonks decidesse di ingnorare il buon senso e rimanere accanto a lupin nelle notti di luna piena? questo è quello che mi sono immaginata io.. a voi i commenti
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LUGLIO

 

Non so se si è capito ma Fleur mi sta vagamente antipatica, si è riscattata alla fine del 6 libro, ma ancora non mi convince, sono stata cattivella con lei, lo ammetto. Siamo giunti a luglio, ancora due mesi ed è finito, devo ammettere che sia questo mese che il prossimo mi piacciono molto. Ma io no conto per il giudizio, dite voi che ne pensate. Ciao a tutti.

 

Era una bella serata estiva, il sole stava tramontando infuocando il cielo con colori caldi; Tonks era sulla veranda del capanno da pesca del padre, seduta su una sedia a dondolo di vimini, e fissava incantata lo spettacolo che aveva davanti agli occhi. Il silenzio era rotto soltanto di tanto in tanto dal canto di qualche uccello, poi sentì un cigolio alle sue spalle, girò appena la testa e vide comparire al suo fianco Remus. L’uomo non disse nulla, si diresse alle scale del piccolo portico e vi si sedette, anche lui fissando lo spettacolo del sole che ormai era quasi del tutto scomparso dietro le cime degli alberi.

Rimasero in silenzio finché il rosso e l’arancione del cielo non furono sostituiti lentamente dall’azzurro e poi da un blu intenso. Quando le prime stelle apparvero nel cielo, Remus si girò verso Tonks, studiò con attenzione la sua figura: era seduta con una gamba accavallata sul bracciolo della sedia, i capelli sempre di un rosa acceso, corti e spettinati, gli occhi blu che fissavano davanti, non badando alla sua presenza, l’espressione decisa.

Remus sentì una stretta al petto, gli faceva male vederla così vicina a lui, ma saperla così lontana, quasi inavvicinabile. Pensava che con il tempo, diventando sempre più amici, le cose per lui sarebbero state più facili, non aveva mai pensato di dirle quello che provava veramente per lei, neanche nei suoi sogni si immaginava che una ragazza come lei, nel fiore degli anni, estroversa, con tutta la vita davanti, potesse provare qualcosa di più di amicizia per una persona come lui.

Negli ultimi tempi si erano trovati a passare sempre più tempo insieme, prima era solo nelle notti di plenilunio, poi c’erano stati due o tre incarichi per l’Ordine che avevano svolto in squadra, loro due da soli. Remus era stato dapprima contento di averla sempre intorno, pensando che così almeno la poteva guardare, poteva passare ore intere a fissarla, facendo finta di leggere un libro, magari dimenticandosi di voltare pagina, completamente perso nella sua contemplazione, ma adesso non riusciva più ad andare avanti in quel modo, sentiva sempre più il desiderio di sfiorarla, di sentire di nuovo il contatto della sua pelle.

Tonks si riscosse, probabilmente avvertendo su di sé lo sguardo dell’uomo, abbassò gli occhi, distogliendo lo sguardo dal cielo ormai scuro per fissarli in quelli di lui e gli sorrise. - Bello vero? – chiese, riferendosi al tramonto.

- Stupendo, - le rispose lui, continuando a fissarla. Lei arrossì muovendosi nervosamente sulla sedia.

Lupin si alzò per tornare in casa.

- E’ ora? - chiese lei.

- Quasi.

Anche lei si alzò, seguendolo dentro la casa; lui si bloccò all’improvviso e lei, che era soprappensiero non se ne accorse, andando a sbattergli addosso.

- Scusami Rem, - gli disse mentre lui si girava. Si trovarono con i volti a pochi centimetri uno dall’altra, Lupin fu dolorosamente consapevole della vicinanza della ragazza e non seppe resistere: le prese la mano, portandosela alle labbra.

- Grazie.

- Per cosa? - chiese lei, la voce leggermente tremante.

- Per tutto.

Lei annuì, stringendogli la mano nella sua.

 

- Vieni Moony, - disse Tonks, dirigendosi verso la porta, aveva voglia di fare una passeggiata fuori, la notte era stupenda, limpida e illuminata dalla luce della luna, con Remus a fianco non pensava di avere qualcosa da temere.

Si diressero verso gli alberi, Remus davanti correva, Tonks dietro invece avanzava più lentamente, anche se il lupo non la lasciava mai per troppo tempo, quando non la vedeva più tornava indietro e la aspettava. Fu in uno di quei momenti in cui Tonks era rimasta sola che vide un movimento dietro di sé, si voltò scrutando tra gli alberi. Le parve di notare un movimento e pensò che fosse Lupin, che in qualche modo aveva girato per poi tornare indietro. Vide una forma avvicinarsi a lei, un lupo, stava per tornare a girarsi e continuare ad avanzare quando sentì un ringhiò basso provenire dal lupo.

- Cosa succede Rem…? - ma mentre lo diceva si accorse che non era Remus. – Buono... - provò a dire, ma il lupo continuava ad avvicinarsi, sempre ringhiandole contro. Lo vide abbassarsi e poi balzare in avanti, non fece in tempo a scansarsi e quindi venne colpita in pieno; cadde per terra sentendo il suo peso addosso, vide gli occhi gialli che la fissavano maligni, il ringhiò continuo gli scopriva i canini aguzzi, sentì un rivolo di saliva caderle sul volto e cercò di muoversi per far spostare il lupo, ma era troppo pesante. Non riusciva a respirare, lo vide scattare verso la sua gola, pronto a morderla, chiuse gli occhi, cercando di mantenere il controllo, poi all’improvviso il peso le cadde di dosso, riuscì di nuovo a respirare; rimase qualche attimo stesa, poi si rialzò e vide quello che stava succedendo attorno a lei.

Di fianco a lei Lupin e il lupo stavano ruzzolando avvinghiati, mordendosi e graffiandosi a vicenda. Lupin venne scagliato lontano e il lupo ritornò a puntare verso di lei, ma questa volta la ragazza era pronta, aveva estratto la bacchetta e gliela stava puntando addosso. – Stupeficium, - gridò, una, due, tre volte di seguito, gli incantesimi colpirono tutti il bersaglio, il lupo fu rallentato nella sua corsa, ma non cadde a terra.

Lupin si rialzò e si diresse di nuovo verso il nemico, azzannandolo alla schiena e facendolo girare e rivolgere la sua attenzione di nuovo su di sé. Tonks non osò lanciare altri incantesimi per paura di colpire Remus, rimase a guardare i due che lottavano, non sapendo cosa fare per aiutare.

Di nuovo si separarono, ma questa volta era stato Remus ad avere la meglio, Tonks ne approfittò subito scagliando altri schiantesimi sul lupo, che alla fine parve cedere, barcollò verso di lei, instabile, fu atterrato di nuovo da Remus e lì rimase.

Tonks fece comparire delle corde, legò il lupo molto stretto e poi si diresse verso Lupin che era per terra, avvicinandosi vide che era pieno di morsi e graffi su tutto il corpo, ma non sembrava essere in pericolo di vita, vedendo il movimento vicino a lui il lupo scattò per mordere, fermandosi a pochi centimetri da lei, riconoscendola.

- Grazie Moony, - disse accarezzandolo piano e vedendo la mano sporca di sangue. - Ce la fai a tornare al capanno? - gli chiese. Lui parve capire e si alzò barcollando leggermente, poi fece qualche passo. Dora, vedendo che si muoveva, lo seguì, lanciando un ultimo sguardo al lupo immobile legato vicino a lei.

Riuscirono a tornare indietro, anche se ci volle molto tempo, Remus avanzava lentamente e Tonks doveva spesso fermarsi per aspettarlo, avrebbe voluto aiutarlo, ma temeva che usando la magia su di lui peggiorasse solo la situazione, visto che aveva più volte dimostrato di temere la bacchetta. Quando finalmente giunsero in casa era ormai quasi l’alba, la ragazza decise che era più sensato aspettare a quel punto che Remus si ritraformasse in modo da capire meglio che tipo di ferite aveva subito.

Tonks si spaventò quando vide Remus tornato uomo, da quando era con lui non lo aveva mai visto in quello stato, era abituata alle serate tranquille passate in casa, non alle scorribande notturne tra gli alberi, Lupin non aveva neanche la forza di aprire gli occhi, sembrava non percepisse neanche la sua presenza, giaceva nel letto, stremato, il corpo pieno di lividi, tagli e morsi ovunque lei posasse lo sguardo. Prese la bacchetta e un unguento che era riuscita a procurarsi per i casi di emergenza, con la bacchetta cercò di chiudere i tagli e le ferite, in modo che queste smettessero di sanguinare, tutte le volte che agiva Remus faceva una smorfia di dolore, finché non lo sentì più lamentarsi e capì che doveva essere svenuto. Forse era meglio così, al risveglio, se quello che le avevano detto i guaritori del San Mungo era vero, avrebbe dovuto sentire molto meno dolore, sulle cicatrici che rimanevano e sui lividi passò l’unguento, strofinando leggermente per non rischiare di fargli più male del necessario.

Rimase a guardarlo, seduta di fianco a lui, non osando muoversi per paura che si svegliasse d’improvviso e si ritrovasse solo. Lupin però sembrava più tranquillo, il volto non era più contratto in una smorfia di dolore come prima, ma era rilassato, sembrava che adesso stesse solo dormendo tranquillamente. Rimase a guardarlo e, come era successo in macchina il mese prima, si ritrovò a non riuscire a staccargli gli occhi di dosso, sembrava che fosse attirata verso di lui da una forza invisibile. Si disse che era normale che fosse preoccupata per lui, era suo amico, forse il suo migliore amico al momento, stavano parecchio tempo insieme, ma più di tutto, quello che li legava uno all’altra era la luna piena. Remus sotto forma di lupo le aveva salvato la vita molte volte ormai e questo era qualcosa che aveva creato tra di loro un legame indissolubile. Si chinò lentamente, non sapendo neanche lei quello che stava facendo, si ritrovò a pochi centimetri dal volto di Remus, poteva sentire il suo respiro regolare, si avvicinò ulteriormente, come attirata da una forza sconosciuta, e infine gli sfiorò gli occhi chiusi con le labbra. Lo sentì muoversi e si rialzò all’istante, lo vide corrugare la fronte e cercare di aprire gli occhi, gli prese la mano che era appoggiata sul letto e la strinse.

- Rem? – sussurrò.

Lui aprì gli occhi, fissandoli in quelli di lei che lo stavano osservando attenti.

- Che co… che cosa è successo?- chiese.

- Una notte agitata, - gli rispose, tirando un sospiro di sollievo.

- Sì, lo deve essere stata, - si tirò su dal letto, mettendosi seduto con una smorfia di dolore. – Come stai?

Lei gli mise una mano sulla spalla, respingendolo giù. – Sto bene, tu no però. Stai giù, - gli sorrise. Lui si rimise sdraiato, chiudendo gli occhi, rivide la luna piena, Tonks che lo seguiva tra gli alberi e...un altro lupo.

- Cosa c’era? – chiese.

- Un lupo, avete avuto uno scambio di opinioni, voi due, - Tonks fece un sorriso forzato, cercando di fare sorridere, anche lui,  senza molto successo. – E come al solito mi hai salvato la vita, - concluse.

Lui avrebbe voluto ribattere che come al solito l’aveva messa in pericolo, ma non ne trovò la forza. La vide incupirsi. – Remus, credo… - fece una pausa non sapendo se fosse il caso o meno di dirglielo subito, poi decise di procedere. – Credo che fosse un licantropo, non un lupo qualunque.

- Come fai a dirlo?

- Gli ho lanciato almeno 5 schiantesimi prima di riuscire a fermarlo.

Lui fece di nuovo per alzarsi ma lei di nuovo glielo impedì.

- Devo andare a vedere.

- L’ho legato, ci andremo dopo, stai ancora un po’ sdraiato.

Ma non ci fu verso di trattenerlo, dieci minuti dopo arrancava per la foresta, seguito da Dora che cercava di sostenerlo, per quando lui le concedesse. Quando arrivarono al luogo delle scontro videro un mucchio di corde per terra ma del lupo, o dell’uomo, nessuna traccia.

- L’avevo legato stretto, ed era schiantato, - disse lei, fissando Remus e sentendosi in colpa.

- Il suo corpo è cambiato, avevi legato il lupo, ma l’uomo si è potuto sciogliere facilmente, - le rispose lui fissando le corde e non guardandola in volto.

- Mi dispiace, Remus, - mormorò lei.

- Non è stata colpa tua, hai fatto il possibile, - le disse, ma in tono distaccato, sembrava che non pensasse realmente quello che stava dicendo. – Torniamo indietro, - riprese incamminandosi di nuovo verso il capanno, seguito da Tonks che fissava il suolo, non osando alzare lo sguardo su di lui.

Lo aveva deluso.

 

  
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