Chelsea e Aro
[antica grecia 1000 a.c]
Dolore. Oh si, era l’unica cosa che aveva sentito negli ultimi tempi... era passato un minuto, un’ora, un giorno o un anno? Non se ne rendeva conto.
Quando aprì gli occhi si ritrovò distesa sul porticato di una casa di campagna circondata da cortili e cespugli rigogliosi. Vedeva benissimo, ogni cosa. Ogni fiore variopinto che la circondava era nitido e colorato. Si passò una mano fra i capelli poi una lungo il corpo, morbide curve erano ricoperte dalla veste bianca e lunga. Si puntellò usando le mani e si guardò intorno. Vide una figura minuta, un uomo dai capelli neri e la pelle pallida, affascinante, pensò Charmion. Le sorrise, un sorriso che la confortò, la fece rasserenare improvvisamente...
-Salve giovane Charmion. Come ti senti, mia cara?- le chiese con una voce acuta e delicata al tempo stesso.
-Bene... io ho...- cominciò.
-Sete. Oh è più che naturale.- le tese la mano, l’afferrò con delicatezza e seguì lo strano tipo dietro un muro vicino: ecco di cosa aveva sete! Di una donna incappucciata e debole stesa sull’erba. Le si avventò sopra affondando i denti nella sua carne e bevendo ciò che tanto desiderava: il sangue.
Si godette l’attimo d’estasi. Poi fissò l’uomo, si sentiva imbarazzata.
-Lei chi è?-
-Mi chiamo Aro...
Sono un vampiro. Come te. Ti ho... “trasformata”. Ahah, non è una cosa splendida!?- trillò allegro.
Lei lo guardò a lungo poi chiese.
-Che cosa sarebbe... un vampiro? Uno di quei mostri mitologici... forse?-
-Oh si, noi ci nutriamo di sangue umano, siamo immortali e alcuni di noi hanno delle... abilità.-
Lei lo guardò fisso negli occhi.
-Perché mi ha trasformata?-
Lui sospirò e si fece serio.
-Vedi ho notato le tue abilità...- le sussurrò all’orecchio.
Lei si alzò lentamente e si sistemò il vestito bianco.
-Quali abilità? Intrattenere i nobili forse? Ah, è totalmente assurdo!-
Aro ridacchiò divertito.
-Mia carissima Charmion, tu hai una dote unica e rara!-
Lei lo guardò stralunata. “Questo è pazzo...” pensò fra se.
-Riesci a separare o a legare le persone... Non ci hai mai fatto caso?-
Se quella era un’abilità... A volte le capitava di combinare incontri romantici con le sue amiche, una questione di puro divertimento, che a volte sfociava in vero amore, o vera amicizia... Era una vera e propria dote!?
-...quelli sono giochi che facciamo con le mie amiche!- replicò.
-Charmion, fidati se ti dico che tu sei speciale!-
Lei era un donna intelligente, capiva i trucchi degli uomini da lontano un miglio (certo quello non era un vero uomo, ma un vampiro), quindì gli volteggiò intorno leggiadra.
-Ammettiamo che lo sia... dunque perché mi avete trasformata?-
Aro sogghignò:
-Sei furba Charmion.- cominciò. -Oh, quando non siamo in pubblico possiamo darci del “tu”.- aggiunse.
-Bene, Aro. Allora?- rispose. Tetra e fredda.
-Vedi mia cara, io ho due fratelli. Caius e Marcus. Noi siamo... i Volturi. Non ci hai mai sentiti nominare?- chiese.
Lei riflettè un momento poi scosse la testa.
-Ecco i ricordi sono confusi...- rispose. Aro annuì.
-Nel mondo ci sono tanti vampiri, noi vorremmo come dire... Creare una società. Applicare delle leggi... Ma in questi ultimi tempi, ci sono state delle complicazioni nei nostri piani...-
Lei si fermò davanti a lui e lo incitò.
-Parla chiaro!-
Lui sorrise compiaciuto.
-Mia sorella Didyme, si era congiunta con Marcus.-
-Non hai detto che è tuo fratello!?- chiese spaesata. Troppe informazioni in una volta: era una vampira, aveva appena prosciugato una donna e uno strano tipo le stava dicendo qualcosa di losco, oscuro e complicato.
-Didyme è la mia sorella biologica... Marcus e Caius sono amici trasformati da me.- spiegò quasi scocciato. -Dunque, è stata uccisa da alcuni vampiri della Dacia. Tiranni che bramano potere, conquistatori violenti!- disse.
A dire il vero, Charmion pensò che stesse recitando esagerando la situazione, ma rimase zitta ad ascoltare.
-Ebbene, Marcus è distrutto e vuole separarsi da me e Caius, noi vogliamo formare un vero clan, una sorta di “famiglia reale”, costruire un impero, combattere i vampiri della Dacia e ristabilire l’ordine.-
Lei aggrottò le sopracciglia meravigliata.
-Sono troppe cose per due vampiri...-
-Oh, ci sono anche Sulpicia e Athenodora. Mia moglie e la moglie di Caius.- precisò. Le sfiorò la guancia con un dito.
-Vorrei un favore da te Charmion... Un piccolo aiuto per così dire...-
Lei sorrise maliziosa e alzò il mento come per dire “sputa il rospo!”.
-Vorrei che tu... legassi Marcus a noi, per non perderlo. E poi, se vuoi, potresti unirti a noi mia cara. Devo ammettere che senza di te potremmo non vincere... potresti devastare i legami che intercorrono nel clan di Dacia...-
Lei era come assorta nel discorso, Aro sorrise e ricominciò.
-Ma, la cosa più importante è legare Marcus a noi e fondare un impero. Un impero invisibile controllato da un’unica forma di potere, situata in una... base! Una città va creata e protetta da noi, poi allargheremo il clan per affrontare quello nemico. A quel punto sarà tutto sotto il nostro controllo: il controllo della legge!-
Si stava decisamente autocompiacendo.
-E va bene signor Aro.- concluse, ma prima che potè rispondere continuò. -Sara come volete Mio Signore e Creatore, ma nei secoli voglio rimanere unica e speciale per Voi. E per la vostra famiglia. Siamo intesi?-
Lui sorrise.
-Ma certo mia cara. Da oggi farai parte della Guardia della famiglia reale.
La Guardia dei Volturi.-