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Autore: giurama    31/08/2011    0 recensioni
Un momento intimo di Caius e Athenodora, il primo incontro fra Chelsea e Aro, L'unione al clan di Heidi alla fine del '500, un normale giorno di "lavoro" di Felix, Jane e Alec.
Tutte storie senza legami, tutte con uno sfondo artistico come l'Art Nouveau, l'impressionismo...
buona lettura
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Volturi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'I millenni sono lenti a passare'
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Athenodora e Caius

[ART NOUVEAU]

 

Sbattè la porta cercando di trattenere la sua ira. Era abbastanza deleterio per la salute stare a stretto contatto con Aro. I due caratteri erano talmente diversi che spesso non riusciva a trattenersi dall’infuriarsi con quell’uomo. 

Le loro personalità erano unite da una sola cosa: la sete di potere. A volte non era abbastanza forte da tenerli uniti, anche se non era mai stato un problema. Chelsea e Athenodora servivano a questo, l’unica differenza era che Chelsea li teneva uniti con un semplice atto di volontà mentre Athenodora doveva metterci più impegno...

-Che cosa c’è ora, Caius?- sbuffò la donna. In piedi sulla soglia dello studiolo, non appoggiata a uno stipite, non in una posa provocante, semplicemente in piedi. 

Indossava un raffinatissimo vestito lungo fino ai piedi, di lucida seta rosa carne, dai pizzi azzurro acqua sulla scollatura, i guanti lunghi e setosi le fasciavano le braccia dalla fine delle ampie ma corte maniche di pizzo alla punta delle dita. Un meraviglioso anello a forma di libellula era l’unico gioiello visibile.

Una treccia formava una specie di cerchietto sul capo e il resto della lunga chioma biondo dorato era raccolta in un semplice chignon.

Athenodora. La moglie di Caius. Elegante e raffinata. Il suo modo di atteggiarsi, l’espressione del viso, la maniera in cui camminava... erano severe, dure, impassibili ma al contempo eleganti e in un qualche modo quasi sensuali.

-Allora. Parla Caius...- continuò seria.

L’uomo la guardò fisso negli occhi. 

-Come può giocare sempre!?- iniziò. -Per Aro le sentenze sono giochi, la vita è un gioco, le donne sono giochi, le sue guardie sono giochi: tutto è un divertimento continuo!- 

Athenodora sospirò, e gli si avvicinò. Lui la guardò di sottecchi mentre gli si avvicinava pensando che ora quello che avrebbe voluto fare di più sarebbe stato di baciare sua moglie con tutta la sua passione e il suo amore, che teneva repressi ogni giorno della sua interminabile esistenza.

-Aro prende sul serio le questioni che affrontate.- disse distaccata -Ma per lui ogni cosa va resa più... come dire..? Elettrizzante!- 

Girò intorno a Caius continuando il suo discorso.

-Non devi arrabbiarti con lui, è la sua indole. Come la tua è terribilmente severa e dura...-

Caius sbottò quasi urlando:

-La mia indole non è dura e severa, ma l’ordine va mantenuto con un pugno di ferro non con esperimenti e concessioni ai fini di divertire il capriccioso... Sovrano!!!-

Athenodora sospirò rassegnata.

-Aro non è un vero e proprio sovrano, tu vivi con lui da millenni e sei abituato ai suoi atteggiamenti.  

Tu e Aro siete complementari e uniti dal potere che entrambi bramate. Ora, quindi, calmati Caius e cerca di passare oltre ai suoi capircci. Tu stesso li definisci inutili, quindi perché arrabbiarsi?-

Come sempre Athenodora sapeva calmare il marito.

Caius annuì rassegnato. Si stava lentamente rilassando e ora sostituì al suo sadico ghigno un sorrisetto alla vista di Athenodora che si sedeva sulla poltroncina davanti allo specchio dove usava truccarsi e pettinarsi.

Le si avvicinò e lentamente fece scorrere le dita sul suo collo, sul suo decoltè e sulla scollatura di pizzo. Poso le labbra sulla sua guancia e si guardarono sorridenti nello specchio.

-Athenodora, sai perché ti ho sposata?- le chiese.

Lei lo guardò con viso impassibile.

-Perché mi ami.- decretò autorevole. Lui sorrise e continuò il discorso.

-Perché sei unica. Aro colleziona pezzi rari ma non avrà mai te. Questo mi basta per calmare la mia ira nei suoi confronti...-

Si baciarono appassionatamente e poi fecero l’amore per tutta la notte, o forse per alcuni giorni, quando Caius si rivestì per andare “a lavoro” Athenodora lo fermò.

-Quando Aro ti esaspera, pensa a me. Io sono il pezzo più raro... e Aro non mi avrà mai, mio adorato...-

Lui sorrise e la baciò velocemente, poi uscì dalla stanza e si avviò con passo deciso e veloce verso la sala dei troni, tornando a essere il Caius che era per tutto il mondo, ma non per sua moglie.

Non per Athenodora. Non per lei...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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