Ringrazio tutte le email carinissime che mi hanno invitato (e minacciato) a tornare a scrivere, è stato davvero tanto tanto dolce da parte vostra, pertanto inserisco qui un bel capitolo con Spannung che ci piace tanto.
Maria mia Maria, perchè non piaci a nessuno? °^°
Amo Vinx, 10 secondi è uno dei miei personaggi preferiti. Bella e mortale.
ATTENZIONE Riferimenti inglesi presenti nel capitolo!
* Avere rogna - Essere vegetariano. In inglese avere problemi con qualcuno si dice To have beef. Ora, visto che si traduce anche con "avere carne di vitello", mi sembrava più che appropriato dire che Harry è vegetariano, quindi gli fa il baffo il vitello ;D
* Pulire l'orologio - Dare una lezione / Fargliela vedere =)
Ho risposto alle recensioni nel metodo incorporato, quindi le vostre risposte sono lì <3
AND SUDDENLY… NOTHING
HAPPENED (But it Happened Suddenly)
Enter the Vinx
Il mese di
settembre andava lentamente scemando in ottobre, e ottobre sfumava ancora più
lentamente in ottobre.
Gli studenti che
erano sopravvissuti alle raffiche di vento di settembre non erano preparati
alle nebbie del mese successivo, interrotte improvvisamente da scrosci di
potenza inaudita.
Si intravedevano spesso dalle finestre banchi di nebbia poco
invitante, in cui la leggenda diceva che un pivello del primo anno di Tassorosso
si fosse perduto e non ne fosse mai più uscito, trasformarsi all’improvviso in
temporali proprio sulle loro teste, che causa la scarsa visibilità erano
impossibile prevedere.
Le voci su Maria
impregnavano ancora i muri del Castello, che erano diventati umidi e carichi di
spifferi, e non accennavano a quietarsi, nemmeno davanti all’interessata stessa.
La cosa positiva
riguardante ottobre, era che con tutti gli allenamenti di Quidditch inseriti
all’imbrunire nessuno aveva troppo tempo per pedinare o sparlare sulla donna.
Il campo era
diventato luogo di risse e discussioni, su chi avesse prenotato, su chi dovesse
allenarsi, su chi non avesse il diritto e su chi si sarebbe trovato per primo a
mangiare lumache. Allo sguardo incuriosito di Harry sull’argomento era stato
risposto che il capitano del Grifondoro era stato condannato a mangiare lumache
a causa di una Fattura Mangialumache anni prima, e da allora era diventato il
bersaglio di simili frecciatine.
Nonostante tutte
le liti, i ricoveri, le Fatture in lallinese*, la squadra del Grifondoro si
allenava 3 volte alla settimana, rigorosamente di sera. Come diceva Ronald, la partita con i
Serpeverde era a soli venti giorni e non potevano e non dovevano perdere, o
nessuno avrebbe potuto sopportare Nott per mesi interi.
Pur non amando
il comportamento arrogante del rosso, Harry dovette concordare con lui su
questo: se c’era una cosa che non sopportava erano i galletti strafottenti, e
in quelle settimane Nott si era reso assolutamente odioso.
Era un Serpeverde
loro coetaneo non troppo alto e bruno, anche se la mancanza di altezza era
compensata dai suoi scagnozzi Crabbe e Goyle, delle dimensioni di un armadio a
doppia anta ciascuno. Era il classico bulletto con cui non si vuole avere
rogne. Dal primo momento in cui il
bruno aveva posato gli occhi sul moro, l’aveva odiato. E non solo nel
comportamento, ma in un paio di situazioni aveva persino cercato di metterlo
nei guai; non che potesse farlo.
Peccato che
Harry fosse vegetariano. Non aveva alcuna intenzione di chinare la testa, anche
a costo di pulirgli l’orologio come si deve, e insegnargli una lezione, cosa
che non era restio a fare.
Un’altra cosa
che lo mandava sul muro era il comportamento della Casa verso Draco Malfoy.
Sicuramente non era ciò che si aspettava, si immaginava un tipo simile a Nott,
e il vederlo così gli faceva decisamente pietà. A quanto aveva sentito, le
Serpi viaggiavano unite. Era un fattore di necessità, con tre Case avversarie
era consigliabile, almeno all’esterno, stare uniti e compatti; almeno questo
era quello che predicava il Maestro di Pozioni. Invece nei riguardi del biondo
amorfo, erano gli stessi Serpenti ad allontanarlo e a spadroneggiare su di lui.
Era una situazione strana e intollerabile.
Eppure il
ragazzo non andava male, era piuttosto dotato per la magia. Harry proprio non
si spiegava questo suo comportamento, ma si promise che prima o poi avrebbe
conosciuto personalmente il ragazzo e avrebbe giudicato.
Quella mattina
gelida, il castello si svegliò con un mormorio molto eccitato. Era in fondo
Halloween ed era stato promesso il solito enorme banchetto festante.
Circolavano voci su una banda di Goblin, ma nulla era certo.
Come ogni anno,
Harry si era alzato con voglia di festeggiare minore o uguale a zero. Si
sentiva inappropriato a celebrare il giorno dell’Incidente, giornata in cui
avrebbe soltanto voluto chiudersi in stanza e non uscirne.
Ovviamente sarebbe andato alle lezioni, ma il suo piano
perfetto includeva una serata intera di studio in Biblioteca, e al diavolo le
feste. Il giorno dopo si sarebbe disputata la prima partita della stagione e
non aveva alcuna intenzione di
ubriacarsi, appesantirsi, non dormire la notte e via dicendo.
Era sceso a
colazione, aveva mangiato e si era recato a lezione.
La lezione di pozioni c’era eccome. Passarono l’ora al
tepore dei calderoni fumanti, i cui vapori facevano girare la testa, mentre i
Grifi e le Serpi cercavano disperati di dare consistenza alla soluzione che
dovevano preparare.
La soluzione di
Seamus era diventata arancio acceso e collosa, quella di Dean di una
preoccupante consistenza, sembravano fiocchi di latte a grumi.
Quella preparata da Ronald e la sua LavLav era trasparente
come l’acqua e sprigionava fumo viola.
Fu con sorpresa
che Harry notò che tra tutti, solo lui e Draco Malfoy erano riusciti ad
arrivare fin là. Il ragazzo era una sorpresa, e il moro si chiese come mai non
se ne fosse accorto prima.
Era stata una
giornata pesante. Piton li aveva messi davanti al distillato della Pace,
Fu una folla silenziosa e stanca che si recò ai dormitori,
pronta a ricaricarsi con una bella festa.
Harry invece si
diresse filato in Biblioteca.
Era già stato più volte nella sala, ed era diventata da
tempo la sua preferita. Prese un bel compendio sulla Trasfigurazione da
Battaglia e si mise a leggere e prendere note.
- Ciao Harry Potter - cinguettò una voce sognante dietro di lui
Harry si voltò e il viso stralunato di Luna Lovegood gli si
parò davanti – Hello Luna, cosa fai qui?
Niente festa?- gliel’aveva chiesto più per educazione che per altro, avendo
la ferma intenzione di continuare a leggere.
-Non proprio, sospetto
sia pieno di Nargilli laggiù e non vorrei essere contagiata-
Harry annuì e tornò al suo tomo
- Preoccupato per
domani?- fece lei, incurante del fatto, più che evidente, che il giovane
non avesse alcuna intenzione di conversare
-Decisamente no,
annoiato magari: il Quidditch qui è molto diverso dal nostro-
-Capisco.- Disse, e con grande disappunto di
Harry, riattaccò di nuovo - Ti manca la
tua scuola?- Continuò così per molti
minuti, saltabeccando da un argomento all’altro, fino allo scattare del
coprifuoco.
A Harry piaceva
Luna, in un senso fraternistico e decisamente non romantico, ma la lettura era
qualcosa che non andava disturbata, era lettura individuale per un motivo non
per puro piacere di colui che gli aveva dato un nome. Leggere era sacro. Rise
di sé quando realizzò che era una frase molto Corvonero da dire.
La bionda però
non si era accorta di nulla, e continuava a fare domande sempre più personali.
Erano appena usciti dalla zona di comfort di Harry e la giovane Corvonero
cominciava a fare domande molto imbarazzanti quando grazie a qualche Divinità
pelosa Madama Pince entrò nel corridoio e li cacciò via in fretta perché
Il Grifondoro
accampò due scuse con Luna, e se la diede a gambe mentre quella sorrideva e
salutava con la manina.
Alle sei del
mattino del giorno dopo, Harry Potter era in piedi. La sua Casa aveva fatto
festa tutta notte, lui era andato a dormire.
Aveva avuto otto ore di riposo, ed era tranquillo. Mentre
sentiva il russare del rosso, mentre sentiva i gorgoglii dello stomaco di Seamus,
si rese conto di aver fatto un’ottima scelta ad aver evitato la cena.
Qualche ora
dopo, il Castello si svegliò eccitato come se fosse stato percorso da una
scarica elettrica. La tensione accumulata tra Weasley e Nott, che era aumentata
fino a potersi tagliare col coltello o con un Incantesimo Tagliuzzante, e
sembrava essere giunta al punto di rottura pochi giorni prima, era
improvvisamente svanita nel vapore, anche se molti sapevano che era la calma
prima della Tempesta.
Alle dieci meno
un quarto, l’intera Scuola era confluita nel piccolo stadio di Hogwarts,
piccolo per gli standard di Harry ovviamente.
Ronald dilettò tutta la squadra con un illuminante discorso,
interrotto però dal commento ovviamente pertinente di McLaggen
-Woah ma chi è quella?- era echeggiato per la tenda.
La squadra lo
ignorò, e al primo fischio si gettò in campo.
Il tempo era stato clemente oggi, non c’era nebbia, e tra la
coltre di nubi si intravedeva un pallido sole.
-Buon giorno everyone – La voce
signorile di Chantal Delacour si spanse nell’aria attraverso il megafono – Non importa quanto diluvi, quanto
detestiamo l’umido nei capelli, quanti funghi velenosi siano sul campo e quanti
Bolidi vaganti prenderemo sugli spalti, Benvenuti alla prima partita di
Quidditch della Stagione, Grifondoro contro Serpeverde. – Un forte grido
esultante nacque dagli spalti rossi oro e verde argento. – Oggi si affrontano le due Squadre più rivali del campionato, capitani
Theodore Nott – Dagli spalti rossi si udì un “buuuu” – e Ronald Weasley – Un coretto di “Weasley is Our King” dalla parte
verde argento.
- Le regole del gioco
sono semplici – Continuava Chantal formale, come un vero speaker – Dieci punti ogni goal e 150 per il boccino,
e il resto direi che lo sappiamo tutti. Ecco che Madama Bumb entra in campo. E
l’ingresso dei Bolidi – Due palle nere schizzarono fuori dal baule – Seguiti dal Boccino d’Oro. E ora, Signore e
Signori, Let’s play Quidditch! –
Un assordante “Aye” si librò da tutto il campo, tanto che
chi non aveva avuto la fortuna di trovarsi sui palchi, dovette tapparsi le
orecchie.
-
Pronti, lancio,
via. Non appena
Il gioco andava troppo lento per i suoi gusti, fece appena
in tempo a notare che Nott aveva intercettato la palla dalle mani di McLaggen,
che aveva gli occhi piantonati chissà dove, quando WOSHHH un bolide gli passò
davanti.
Okay, pensò, starne fuori non funziona. Sbuffando si rilanciò nella mischia.
- E Nott passa a
Doughlass, Doughlass a Nott, Nott tira e
Segna.
La partita cominciava ad accendersi. Prima Amanda colpiva un
Bolide verso i Cacciatori avversari, poi lo stesso bolide tornava indietro.
I Battitori stavano dando filo da torcere agli avversari, ma
nonostante tutto nessuno segnava. Il gioco era ancora fermo
- Ed ecco che Nott si
avvicina in possesso ai cerchi avversari. Scarta un Bolide lanciato da Robin,
tira e PARATA – Trillò all’improvviso – Weasley para il colpo, Grifondoro in possesso e ricominciamo da capo
-.
E continuò così per altri quaranta minuti, con la folla che
incitava esagitata, come se non avessero mai visto nulla di meglio.
Harry però si
era stancato della partita molto loffia, avvistò il Boccino vicino agli spalti
e scese in picchiata per prenderlo. Il Cercatore avversario, un certo Aaron
Yaxley, si accorse della manovra troppo tardi e cercò di improvvisare un
salvataggio disperato, ma invano.
Qualche minuto dopo il fischio secco di un fischietto mise
fine alla partita, tra le esultanze di tre quarti della folla.
- E Grifondoro prende
il Boccino,
Tra gli spalti la gente rosso e oro strillava euforica,
avevano vinto la partita.
Un paio di mani applaudiva educatamente dalla Tribuna degli
insegnanti. Maria aveva assistito alla partita e stava battendo delicatamente
le mani, mentre accanto a lei una ragazza bionda stette composta quanto
bastasse per fare un fischio a due dita, guadagnandosi uno sguardo di
rimprovero.
- Vinx tesoro, -
esordì Maria – le signorine per bene non
fischiano, fischiare è volgare - . La ragazza dal canto suo soffocò una
risatina leggera e aristocratica.
- Piuttosto Signorina,
ho sentito che ti fermi qualche giorno per fare l’internato, hai già deciso le
materie in cui prenderai il Mastery? – Cambiò politicamente discorso il
Professor Vitious che stava seduto poco lontano.
La ragazza piantò gli occhi viola sul piccolo professore e
rispose con un bel sorriso – Ancora no,
però ho qualche settimana per farmi un’idea, spero di ambientarmi presto –
rispose con un tono tutto zuccheroso, tradito soltanto dallo sguardo serio e
altero che avrebbe gelato il sangue a un troll.
- Uhm sì certo..
– il Professore ebbe l’improvviso desiderio di cambiare punto focale – Benvenuta a Hogwarts –
- Sì, davvero
Benvenuta – mormorò lei, lanciando a tutti coloro che la guardavano curiosi
dagli spalti un’occhiata gelida e altezzosa che avrebbe fatto invidia a Nyra in
persona.