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Autore: Winona Lighteyes    31/08/2011    1 recensioni
"Harry, so che è inatteso, ma pensiamo di trasferirci" disse la Zia, a bruciapelo. La mascella di Harry cadde, rotolò e non tornò più "Trasferirci? E la scuola" disse, incredulo. "Lo so, pensavamo di mandarti a Hogwarts per i NEWT.. in fondo Silente era un amico di famiglia, non sarà troppo male" Cercò di blandirlo la Zia, invogliandolo con un pezzetto di toast. Harry Potter, il bambino.. che non è sopravvissuto a nulla di fuori dal normale, si trova in breve tirato via di peso dalla sua vita. La zia Petunia e lo zio vernon, maghi di nota fama, devono trasferirsi per lavoro, e lui si trova costretto a frequentare in un'altra scuola.. accidenti! Era solo l'ultimo anno!!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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And suddenly nothing happened VinxSono tornata 8D
Ringrazio tutte le email carinissime che mi hanno invitato (e minacciato) a tornare a scrivere, è stato davvero tanto tanto dolce da parte vostra, pertanto inserisco qui un bel capitolo con Spannung che ci piace tanto.
Maria mia Maria, perchè non piaci a nessuno? °^°
Amo Vinx, 10 secondi è uno dei miei personaggi preferiti. Bella e mortale.
ATTENZIONE Riferimenti inglesi presenti nel capitolo!
* Avere rogna - Essere vegetariano. In inglese avere problemi con qualcuno si dice To have beef. Ora, visto che si traduce anche con "avere carne di vitello", mi sembrava più che appropriato dire che Harry è vegetariano, quindi gli fa il baffo il vitello ;D
* Pulire l'orologio - Dare una lezione / Fargliela vedere =)
Ho risposto alle recensioni nel metodo incorporato, quindi le vostre risposte sono lì <3

AND SUDDENLY… NOTHING HAPPENED (But it Happened Suddenly)

 

Enter the Vinx

 

 

       Il mese di settembre andava lentamente scemando in ottobre, e ottobre sfumava ancora più lentamente in ottobre.

       Gli studenti che erano sopravvissuti alle raffiche di vento di settembre non erano preparati alle nebbie del mese successivo, interrotte improvvisamente da scrosci di potenza inaudita.

Si intravedevano spesso dalle finestre banchi di nebbia poco invitante, in cui la leggenda diceva che un pivello del primo anno di Tassorosso si fosse perduto e non ne fosse mai più uscito, trasformarsi all’improvviso in temporali proprio sulle loro teste, che causa la scarsa visibilità erano impossibile prevedere.

       Le voci su Maria impregnavano ancora i muri del Castello, che erano diventati umidi e carichi di spifferi, e non accennavano a quietarsi, nemmeno davanti all’interessata stessa.

       La cosa positiva riguardante ottobre, era che con tutti gli allenamenti di Quidditch inseriti all’imbrunire nessuno aveva troppo tempo per pedinare o sparlare sulla donna.

       Il campo era diventato luogo di risse e discussioni, su chi avesse prenotato, su chi dovesse allenarsi, su chi non avesse il diritto e su chi si sarebbe trovato per primo a mangiare lumache. Allo sguardo incuriosito di Harry sull’argomento era stato risposto che il capitano del Grifondoro era stato condannato a mangiare lumache a causa di una Fattura Mangialumache anni prima, e da allora era diventato il bersaglio di simili frecciatine.

       Nonostante tutte le liti, i ricoveri, le Fatture in lallinese*, la squadra del Grifondoro si allenava 3 volte alla settimana, rigorosamente di sera.  Come diceva Ronald, la partita con i Serpeverde era a soli venti giorni e non potevano e non dovevano perdere, o nessuno avrebbe potuto sopportare Nott per mesi interi.

       Pur non amando il comportamento arrogante del rosso, Harry dovette concordare con lui su questo: se c’era una cosa che non sopportava erano i galletti strafottenti, e in quelle settimane Nott si era reso assolutamente odioso.

       Era un Serpeverde loro coetaneo non troppo alto e bruno, anche se la mancanza di altezza era compensata dai suoi scagnozzi Crabbe e Goyle, delle dimensioni di un armadio a doppia anta ciascuno. Era il classico bulletto con cui non si vuole avere rogne.        Dal primo momento in cui il bruno aveva posato gli occhi sul moro, l’aveva odiato. E non solo nel comportamento, ma in un paio di situazioni aveva persino cercato di metterlo nei guai; non che potesse farlo.

       Peccato che Harry fosse vegetariano. Non aveva alcuna intenzione di chinare la testa, anche a costo di pulirgli l’orologio come si deve, e insegnargli una lezione, cosa che non era restio a fare.

       Un’altra cosa che lo mandava sul muro era il comportamento della Casa verso Draco Malfoy. Sicuramente non era ciò che si aspettava, si immaginava un tipo simile a Nott, e il vederlo così gli faceva decisamente pietà. A quanto aveva sentito, le Serpi viaggiavano unite. Era un fattore di necessità, con tre Case avversarie era consigliabile, almeno all’esterno, stare uniti e compatti; almeno questo era quello che predicava il Maestro di Pozioni. Invece nei riguardi del biondo amorfo, erano gli stessi Serpenti ad allontanarlo e a spadroneggiare su di lui. Era una situazione strana e intollerabile.

       Eppure il ragazzo non andava male, era piuttosto dotato per la magia. Harry proprio non si spiegava questo suo comportamento, ma si promise che prima o poi avrebbe conosciuto personalmente il ragazzo e avrebbe giudicato.

      

       Quella mattina gelida, il castello si svegliò con un mormorio molto eccitato. Era in fondo Halloween ed era stato promesso il solito enorme banchetto festante. Circolavano voci su una banda di Goblin, ma nulla era certo.

       Come ogni anno, Harry si era alzato con voglia di festeggiare minore o uguale a zero. Si sentiva inappropriato a celebrare il giorno dell’Incidente, giornata in cui avrebbe soltanto voluto chiudersi in stanza e non uscirne.

Ovviamente sarebbe andato alle lezioni, ma il suo piano perfetto includeva una serata intera di studio in Biblioteca, e al diavolo le feste. Il giorno dopo si sarebbe disputata la prima partita della stagione e non aveva alcuna intenzione di ubriacarsi, appesantirsi, non dormire la notte e via dicendo.

       Era sceso a colazione, aveva mangiato e si era recato a lezione.

La lezione di pozioni c’era eccome. Passarono l’ora al tepore dei calderoni fumanti, i cui vapori facevano girare la testa, mentre i Grifi e le Serpi cercavano disperati di dare consistenza alla soluzione che dovevano preparare.

       La soluzione di Seamus era diventata arancio acceso e collosa, quella di Dean di una preoccupante consistenza, sembravano fiocchi di latte a grumi.

Quella preparata da Ronald e la sua LavLav era trasparente come l’acqua e sprigionava fumo viola.

       Fu con sorpresa che Harry notò che tra tutti, solo lui e Draco Malfoy erano riusciti ad arrivare fin là. Il ragazzo era una sorpresa, e il moro si chiese come mai non se ne fosse accorto prima.

 

 

       Era stata una giornata pesante. Piton li aveva messi davanti al distillato della Pace, la McGranitt aveva cominciato senza pietà con le Trasfigurazioni silenti e Storia della Magia era sempre storia della magia.

Fu una folla silenziosa e stanca che si recò ai dormitori, pronta a ricaricarsi con una bella festa.

       Harry invece si diresse filato in Biblioteca.

Era già stato più volte nella sala, ed era diventata da tempo la sua preferita. Prese un bel compendio sulla Trasfigurazione da Battaglia e si mise a leggere e prendere note.

       - Ciao Harry Potter -  cinguettò una voce sognante dietro di lui

Harry si voltò e il viso stralunato di Luna Lovegood gli si parò davanti – Hello Luna, cosa fai qui? Niente festa?- gliel’aveva chiesto più per educazione che per altro, avendo la ferma intenzione di continuare a leggere.

-Non proprio, sospetto sia pieno di Nargilli laggiù e non vorrei essere contagiata-

Harry annuì e tornò al suo tomo

- Preoccupato per domani?- fece lei, incurante del fatto, più che evidente, che il giovane non avesse alcuna intenzione di conversare

-Decisamente no, annoiato magari: il Quidditch qui è molto diverso dal nostro-

-Capisco.- Disse, e con grande disappunto di Harry, riattaccò di nuovo - Ti manca la tua scuola?-  Continuò così per molti minuti, saltabeccando da un argomento all’altro, fino allo scattare del coprifuoco.

       A Harry piaceva Luna, in un senso fraternistico e decisamente non romantico, ma la lettura era qualcosa che non andava disturbata, era lettura individuale per un motivo non per puro piacere di colui che gli aveva dato un nome. Leggere era sacro. Rise di sé quando realizzò che era una frase molto Corvonero da dire.

       La bionda però non si era accorta di nulla, e continuava a fare domande sempre più personali. Erano appena usciti dalla zona di comfort di Harry e la giovane Corvonero cominciava a fare domande molto imbarazzanti quando grazie a qualche Divinità pelosa Madama Pince entrò nel corridoio e li cacciò via in fretta perché la Biblioteca doveva chiudere.

       Il Grifondoro accampò due scuse con Luna, e se la diede a gambe mentre quella sorrideva e salutava con la manina.

 

       Alle sei del mattino del giorno dopo, Harry Potter era in piedi. La sua Casa aveva fatto festa tutta notte, lui era andato a dormire.

Aveva avuto otto ore di riposo, ed era tranquillo. Mentre sentiva il russare del rosso, mentre sentiva i gorgoglii dello stomaco di Seamus, si rese conto di aver fatto un’ottima scelta ad aver evitato la cena.

 

       Qualche ora dopo, il Castello si svegliò eccitato come se fosse stato percorso da una scarica elettrica. La tensione accumulata tra Weasley e Nott, che era aumentata fino a potersi tagliare col coltello o con un Incantesimo Tagliuzzante, e sembrava essere giunta al punto di rottura pochi giorni prima, era improvvisamente svanita nel vapore, anche se molti sapevano che era la calma prima della Tempesta.

       Alle dieci meno un quarto, l’intera Scuola era confluita nel piccolo stadio di Hogwarts, piccolo per gli standard di Harry ovviamente.

Ronald dilettò tutta la squadra con un illuminante discorso, interrotto però dal commento ovviamente pertinente di McLaggen

-Woah ma chi è quella?- era echeggiato per la tenda.

       La squadra lo ignorò, e al primo fischio si gettò in campo.

Il tempo era stato clemente oggi, non c’era nebbia, e tra la coltre di nubi si intravedeva un pallido sole.

       -Buon giorno everyone – La voce signorile di Chantal Delacour si spanse nell’aria attraverso il megafono – Non importa quanto diluvi, quanto detestiamo l’umido nei capelli, quanti funghi velenosi siano sul campo e quanti Bolidi vaganti prenderemo sugli spalti, Benvenuti alla prima partita di Quidditch della Stagione, Grifondoro contro Serpeverde. – Un forte grido esultante nacque dagli spalti rossi oro e verde argento. – Oggi si affrontano le due Squadre più rivali del campionato, capitani Theodore Nott – Dagli spalti rossi si udì un “buuuu” – e Ronald Weasley – Un coretto di “Weasley is Our King” dalla parte verde argento.

- Le regole del gioco sono semplici – Continuava Chantal formale, come un vero speaker – Dieci punti ogni goal e 150 per il boccino, e il resto direi che lo sappiamo tutti. Ecco che Madama Bumb entra in campo. E l’ingresso dei Bolidi – Due palle nere schizzarono fuori dal baule – Seguiti dal Boccino d’Oro. E ora, Signore e Signori, Let’s play Quidditch!

Un assordante “Aye” si librò da tutto il campo, tanto che chi non aveva avuto la fortuna di trovarsi sui palchi, dovette tapparsi le orecchie.

- La Pluffa è entrata in campo! – Annunciò Chantal – E inizia la partita. –

       Pronti, lancio, via. Non appena la Pluffa si staccò dalle mani dell’arbitro, Harry era schizzato a caccia del Boccino.

Il gioco andava troppo lento per i suoi gusti, fece appena in tempo a notare che Nott aveva intercettato la palla dalle mani di McLaggen, che aveva gli occhi piantonati chissà dove, quando WOSHHH un bolide gli passò davanti.

       Okay, pensò, starne fuori non funziona. Sbuffando si rilanciò nella mischia.

- E Nott passa a Doughlass, Doughlass  a Nott, Nott tira e Segna. 20 a 0 per i Serpeverde – Annunciò Chantal qualche minuto dopo.

La partita cominciava ad accendersi. Prima Amanda colpiva un Bolide verso i Cacciatori avversari, poi lo stesso bolide tornava indietro.

I Battitori stavano dando filo da torcere agli avversari, ma nonostante tutto nessuno segnava. Il gioco era ancora fermo 20 a 10 per i Serpeverde.

- Ed ecco che Nott si avvicina in possesso ai cerchi avversari. Scarta un Bolide lanciato da Robin, tira e PARATA – Trillò all’improvviso – Weasley para il colpo, Grifondoro in possesso e ricominciamo da capo -.

E continuò così per altri quaranta minuti, con la folla che incitava esagitata, come se non avessero mai visto nulla di meglio.

       Harry però si era stancato della partita molto loffia, avvistò il Boccino vicino agli spalti e scese in picchiata per prenderlo. Il Cercatore avversario, un certo Aaron Yaxley, si accorse della manovra troppo tardi e cercò di improvvisare un salvataggio disperato, ma invano.

Qualche minuto dopo il fischio secco di un fischietto mise fine alla partita, tra le esultanze di tre quarti della folla.

- E Grifondoro prende il Boccino, 170 a 20 Signori. Grifondoro vince. E questo conclude la partita di oggi, un saluto dalla vostra Chantal. – E così dicendo la Corvonero scese dalla postazione di megafono.

Tra gli spalti la gente rosso e oro strillava euforica, avevano vinto la partita.

Un paio di mani applaudiva educatamente dalla Tribuna degli insegnanti. Maria aveva assistito alla partita e stava battendo delicatamente le mani, mentre accanto a lei una ragazza bionda stette composta quanto bastasse per fare un fischio a due dita, guadagnandosi uno sguardo di rimprovero.

- Vinx tesoro, - esordì Maria – le signorine per bene non fischiano, fischiare è volgare - . La ragazza dal canto suo soffocò una risatina leggera e aristocratica.

- Piuttosto Signorina, ho sentito che ti fermi qualche giorno per fare l’internato, hai già deciso le materie in cui prenderai il Mastery? – Cambiò politicamente discorso il Professor Vitious che stava seduto poco lontano.

La ragazza piantò gli occhi viola sul piccolo professore e rispose con un bel sorriso – Ancora no, però ho qualche settimana per farmi un’idea, spero di ambientarmi presto – rispose con un tono tutto zuccheroso, tradito soltanto dallo sguardo serio e altero che avrebbe gelato il sangue a un troll.

- Uhm sì certo.. – il Professore ebbe l’improvviso desiderio di cambiare punto focale – Benvenuta a Hogwarts

- Sì, davvero Benvenuta – mormorò lei, lanciando a tutti coloro che la guardavano curiosi dagli spalti un’occhiata gelida e altezzosa che avrebbe fatto invidia a Nyra in persona.

 

  
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