Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: Sonnyx94    31/08/2011    3 recensioni
-Joe non andare- disse lei prendendolo per un braccio -Se vai, io mi conosco, non torno in dietro-
Lui la guardò con le lacrime agli occhi, era la prima volta da quando lo conosceva che Demi lo vedeva con gli occhi lucidi.
Ma Joe sapeva di doverla lasciare andare.
Le rivolse un sorriso forzato e una lacrima gli rigò la guancia, andando a perdersi in quella fossetta che si formava ogni volta che sorrideva.
Joe Jonas piangeva, piangeva per lei.
Si chinò e le diede un bacio sulla fronte, poi appoggiò la propria sulla testa della ragazza, che intanto aveva chiuso gli occhi per gustare a fondo l’ultimo momento insieme.
Joe non riusciva più a controllarsi, immerse il volto nei capelli profumati di Demi per nascondere le lacrime.
L’ultima chiamata per il volo di Milano riecheggiò nella sala.
-Ti amo-
E quando Demi riaprii gli occhi Joe era già sparito
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo Disney Channel...E se i Jonas si fossero sciolti? E se Demi avesse abbandonato la recitazione? E se Miley si fosse sposata? E se Selena avesse trovato l'amore nella persona più inaspettata dell'universo?
Eccomi in una fan fiction tutta nuova! Spero vi piaccia!


Introduzione


Proprio adesso.
Avete mai detto queste parole? Certo che le avete dette.
Vi siete mai fermati per un momento a pensare al loro significato? Probabilmente no, o almeno pochi di voi lo hanno fatto.
Due parole, che possono significare tutto o forse niente.
Adesso.
Per il passato o per il futuro, non potrai mai fare niente. Ma per il presente sì, potrai fare tutto. Potrai scegliere e potrai sbagliare.
È la vita che ci mette davanti a delle scelte, se così vogliamo chiamarle, perché ci obbligherà sempre a prendere una decisione.
Solo una. Giusta o sbagliata che sia, la dovrai prendere.
Per questo si dice che la speranza appartiene ai figli, perché loro avranno sempre il coraggio di sbagliare. Di cadere, finire con la faccia nel fango e di ferirsi, per poi rialzarsi con il viso logoro e le ferite sanguinanti, ma nonostante questo proseguiranno. Perché ciò che ricorderemo per sempre sono gli errori.
Gli adulti hanno avuto il loro tempo per sperare e quasi sempre hanno perso, come succederà ai loro figli, perché non c’è vittoria senza sconfitta.
Per questo gli adulti ti faranno sempre domande sul futuro, valutano ciò che vuoi essere e quello che sei disposto a dare per ottenerlo, per vedere se tu sei alla loro altezza.
A cinque anni ti chiedevano cosa volevi fare da grande. E tu rispondevi: principessa o super eroe.
A dieci ti riproponevano la stessa domanda. E tu: super star o astronauta.
Ora, come i protagonisti della nostra storia, te lo chiedono sul serio. E tu rispondi: E che cavolo ne so!
Perché questo è il momento di sbagliare, sono passati gli anni e sono cresciuti, sono diventati maggiorenni, padroni delle loro vite.
Come ho già detto per loro è tempo di sbagliare, tempo di prendere la strada sbagliata solo perché si vuole restare vicino agli amici, sbagliare strada e capirlo solo mentre la si percorre. Prenderne una nuova e sbagliarla ancora.
Si dice che sbagliando si impara, ma le conseguenze degli errori non si cancellano.
C’è un periodo nella nostra vita, che di solito inizia a diciotto anni e finisce a venticinque, dove ti giochi tutto.
Ti giochi la vita, giochi per diventare quello che vuoi essere e devi stare dentro a quei tempi se non vuoi restare indietro.
La vita è come una tempesta, ma te la giochi tutta prima.
Di questo parlerà questa storia.
E ve la racconterò io, un’estranea ai nostri protagonisti che vivono dall’altra parte del mondo. La osserverò come se fossi l’aria o la luce che li rincorre senza sosta.
E voi, miei cari lettori, voi ve ne starete seduti comodi ad ascoltarla, se vi fa piacere.
Perché ciò di cui vi parlerò sarà la vita prima della tempesta, le nuvole nere e grigie nel cielo, un vento forte che ulula e tira da est e i lampi in lontananza si fanno sentire con qualche scintilla all’orizzonte.
La tempesta comincia propri adesso.



Commentate e fatemi sapere che ne pensate! Un bacio, Mara
  
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