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Autore: xXx Veleno Ipnotico xXx    01/09/2011    4 recensioni
Questa storia è nata puramente per caso, in seguito ad una scommessa con una mia amica! Chi ma avrebbe detto che sarebbe finita su EFP?!
La storia narra principalmente di due due personaggi: Fred Weasley e Elizabeth, un nuovo personaggio (che avrebbe la stessa età di Ginny, per intenderci ^^).
Si svolge brevemente in sei dei sette anni di scuola di Elizabeth, anche se più particolarmente nel suo quarto anno (Ordine della Fenice) e nel suo sesto (Doni della Morte).
Elizabeth è una ragazza silenziosa, di poche parole.. Ma presto conoscerà l'unica persona che sarà in grado di farla sorride, divertire e scherzare! L'unica peronsa che amerà con tutta se stessa. Dal primo momento, fino a l'ultimo. Ma il male, purtroppo, sta sorgendo nuovamente..
-Storia revisionata fino al capitolo 3-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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<< Fatemi passare! >> continuava a ripetere Fred ai membri della Squadra d’Inquisizione, parecchio infervorato << Adesso! >>

<< Fred... >> cercai di chiamarlo con voce flebile, ma lui non mi sentì nemmeno. Non lo avevo mai visto arrabbiato in quel modo!

I membri della squadra lo sfottevano e deridevano, mentre compatti come un muro, impedivano il passaggio di chiunque.

In quel momento, stanco di tutto, tirò fuori la bacchetta e la puntò dritta verso la faccia di Malfoy << Ho detto: fatemi passare! >>

<< Fred! >> esclamai questa volta, cercando di farmi sentire << Per amor del cielo, che pensi di risolvere così? >> mi avvicinai a lui e cercai di fargli abbassare il braccio.

Malfoy mi guardò con un misto di sdegno e orrore << Non mi sarei mai aspettato che una Purosangue come te, si abbassasse a certi livelli! >> Fred ripuntò automaticamente la bacchetta verso Malfoy, mentre anche George lo raggiungeva imperterrito.

<< Abbiamo modi di pensare molto diversi, Malfoy! >> esclamai guardandolo torva << Per fortuna... >> precisai poi, allontanandomi e cercando nuovamente di convincere Fred a lasciar stare << Ti prego... >> gli sussurrai una volta lontani da quegli idioti << Non ne vale la pena! Che pensi di risolvere raggiungendo Gazza? >>

<< Lo oblivierei in modo tale che non ti punisca a causa mia! >>

Io lo guardai in modo dolce << A causa tua? >> chiesi poi sorridendo << Sbaglio o ti stavo stringendo la mano anche io?! >>

<< Si, ma... >>

<< Niente ma! >> lo bloccai decisa << Fred... >> iniziai poi seria << Io non sono un fiore di cristallo. Non devi perennemente impedire che qualcuno possa in qualche modo ferirmi! >> gli sorrise dolcemente << Se la Umbridge vorrà punirci, sarò felice di scontare la pena assieme a te! >>

Lui mi guardò per qualche secondo in silenzio, poi mi riprese a stringere la mano con coraggio << Non ti lascerò solo perché faccia da rospo sta arrivando! >>

Io risi, mentre la mia attenzione veniva catturata da qualcosa aldilà del muro umano: Gazza stava tornano indietro correndo, ma con lui non c’era la Umbridge (ancora), bensì una grande scala arrugginita.

Tutti si avvicinarono alla soglia della porta con aria curiosa. Gazza aprì la scala in modo piuttosto faticoso, poi tirò fuori dalla sua giacca uno di quei decreti didattici che ogni tanto venivano appesi sopra la Sala Grande, solo che questa volta era strano. Era più grande, innanzitutto, e il legno sembrava molto più pregiato e decorato.

Il muro umano della squadra si sciolse per andare ad ammirare la novità e così tutto il resto dei ragazzi che erano stati segregati nella Sala Grande, poté uscire fuori.

Mano nella mano con Fred, come per farci vedere di proposito da Gazza, uscimmo assieme a tutti gli altri, gli occhi fissi sul nuovo decreto che recitava: “ Dolores Jane Umbridge ha sostituito Albus Silente come preside di Hogwarts. ”

Un coro indistinto di voci indignate si levò in tutto l’atrio. Facce sconvolte si guardavano tristi da ogni parte. Come poteva essere accaduto?! Come poteva, quella vecchia arpia, aver preso il posto di preside del più grande mago di tutti i tempi?!

<< Come è potuto accadere? >> chiese Ginny con aria indignata, avvicinandosi a noi. Ma anche se sarebbe stato ugualmente difficile rispondere, quella domanda non trovo mai risposta, perché proprio in quel momento, la Umbridge arrivò con un piccolo ma malvagio sorriso stampato sulle labbra. I suoi occhietti fissi su tutti noi, ma con particolare attenzione alle mani intrecciate di me e Fred.

<< Tutti dentro. >> sentenziò con voce ferma ma crudele.

Ci sedemmo tutti quanti ognuno ad un banco diverso, mentre lei raggiungeva la grande sedia che era stata posta dove una volta sorgeva il tavolo degli insegnanti.

<< Vi tengo d’occhio da settimane. >> fece con aria arcigna << E finalmente, dopo un tempo di innumerevole durata... La prova! >> ci mostro quasi divertita il foglio con tutte le nostre firme << Converrete, quindi, che sia giusto ricevere una punizione. Non trovate? >> continuò con una voce gioviale particolarmente orrenda << Cospirazione contro il ministero! >> esclamò di seguito, come se fosse un reato anche solo pronunciare quella parola << Prendete le vostre piume, prego. Questa sera ricopierete per me, alcune semplici frasi: non devo cospirare contro il Ministero della Magia. >> ci guardò sorridendo << Non avrete bisogno di inchiostro, bensì avrete due ore buone per rimuginare sui sbagli commessi. Iniziate... >>

Non volò una mosca per tutto il tempo di quella maledetta tortura. Ogni farese scritta sulla pergamena, si rifletteva dolorosa sul dorso delle nostre mani sinistre, e più volte la si ripeteva, più profonda la ferita diventava.

Diverse volte percepii lo sguardo di Fred puntato su di me, ma io non mi voltai. Lui non doveva vedermi sofferente. Sapeva benissimo che mi ero iscritta a l’ES solo per lui, e questa punizione non era altro che un’altra delle molteplici colpe che lui si attribuiva, e io non potevo permettere che soffrisse più di quanto non stava già succedendo, così per tutto il tempo cercai di limitare il più possibile i lamenti del dolore e l’incrocio con il suo sguardo preoccupato.

Quelle due ore sembrarono non passare mai, ma alla fine il grande orologio che la Umbridge aveva fatto apparire, scoccò finalmente l’una passata di notte.

Tutti si alzarono in silenzio senza incrociare il suo sguardo. Sembrava compiaciuta, seduta sulla sua grande sedia nera.

Cercai di tamponare le gocce di sangue con la mano ancora buona, ma era quasi impossibile fermare quel flusso.

<< Emh-emh... >> mi voltai tremante verso di lei << Lei può anche rimanere, signorina Mason. >> si voltò poi verso Fred << Anche lei, signor Weasley. Prego, accomodatevi pure a questi due banchi. >> fece indicando due piccoli banchi che davano uno di fronte a l’altro, se pur distanziati da diversi metri.

Mi sedetti ancora reggendo la mano sinistra con la destra. Stringendo la pelle in modo forte, ero riuscita a bloccare il sangue, ma se avessi lasciato, questo avrebbe ripreso a scorrere indisturbato.

<< Non mi piace quando alcune delle mie regole vengono trasgredite. Converrete, anche questa volta, che il miglior modo per far si che un messaggio venga percepito alla meglio, è un’esemplare punizione, non travate? >>

Non potei far altro che annuire flebilmente con la testa, mentre Fred rimase a fissarla in modo torvo << Ci ha dato solo una pergamena e una piuma.>> disse poi, guardando l’ “ attrezzatura da tortura ” di fronte a me.

<< Oh, no signor Weasley. Questa volta sarà solamente la signora Mason, a scontare la pena. >> sorrise quasi divertita << Può ritenersi fortunato, quindi, lei dovrà solo guardare! >>

Io chiusi gli occhi sconfortata. Era tutto calcolato. Era sempre stato tutto calcolato! Io avrei sofferto il dolore carnale, mentre Fred avrebbe sofferto un dolore ben più grande: quello dell’anima!

<< No! >> esclamò Fred adirato << No. >>

Io lo guadai in modo supplichevole. Sarebbe finito tutto presto, ma lui non doveva replicare, o sarebbe entrato in un tunnel dal quale poi sarebbe stato impossibile uscire: la Umbridge avrebbe trovato qualche altro modo per punirlo per via dell’affronto, Fred si sarebbe opposto, lei si sarebbe infuriata e il circolo vizioso sarebbe ripartito. E tutto questo solo perché io ero follemente innamorata di lui.

Gli feci segno di non continuare con la testa, poi prendendo coraggio, chiesi << Cosa devo scrivere? >>

La Umbridge mi guardò sorpresa. Evidentemente aveva immaginato che mi sarei opposta per la troppa paura, o che avrei iniziato a piangere come una bambina, ma era proprio per questo che doveva sorprendersi: non avrei mai ceduto! Anche davanti la morte, avrei preferito tutelare Fred, che me.

<< Imparerò a tenermi alla giusta distanza dall’altro sesso. >> sentenziò la Umbridge con voce acuta, poi si andò a sedere piuttosto compiaciuta.

Vedevo gli occhi di Fred iniettati di odio. Non sopportavo di vederlo così. Stava soffrendo, e tutto per causa mia!

Lasciai andare la mano sinistra, convinta che se mi sarei sbrigata, quell’agonia sarebbe finita presto per entrambi.

Iniziai a scrivere velocemente quelle assurde parole sulla pergamena pulita, violata solo dalle piccole chiazze di sangue che vi erano colate sopra una volta iniziato a scrivere.

La nuova frase si sovrapponeva alla precedente sulla mia mano, in modo doloroso e deciso. Il sangue scendeva sempre giù a fiotti corposi, mentre trattenere i sussulti di dolore, era sempre più difficile. Sentivo le parole affondarmi la carne come tante punte acuminate. Per un breve momento, addirittura, pensai che se non avessi smesso, quella frase mi avrebbero perfino perforato la mano. Per fortuna, però, dopo non so quanto tempo, la Umbridge mi si avvicinò e mi sfilò il foglio da sotto il peso della mano buona, che con fare tremante, non riusciva nemmeno più ad implicare un movimento che non riguardasse la scrittura.

<< Può andare, per questa sera. E che non si ripeta mai più. Sono stata chiara? >>

Io non riuscii a risponderle. Fissavo la mia mano maciullata con un misto di schifo e compassione. Tremavo, non riuscivo a muovermi, e sincerante nemmeno volevo. Non volevo incontrare lo sguardo di Fred per nessun motivo al mondo.

Quella maledetta arpia uscì fuori dalla sala lasciandoci soli, ma già prima che arrivasse alla soglia, Fred mi aveva raggiunta.

<< Liz... >> i suoi occhi erano puntati sulla mia mano << Liz! Ti prego parlami! >>

Improvvisamente le lacrime invasero i miei occhi, mi voltai verso Fred e scoppiai a piangere affondando il volto nel suo petto << Mi dispiace! >> singhiozzai tremando << Io... Non volevo che tu assistessi a tutto questo! Io non voglio che tu stia male a causa mia. Io... >> lui mi prese il volto tra le mani e mi baciò. Le lacrime continuavano a scendere imperterrite, ma ora mi sentivo difesa, al sicuro. Le sue forti braccia mi strinsero a lui con fare protettivo, mentre mi prendeva la mano maciullata e se la portava al cuore, senza sembrare schifato o disgustato da quello scempio di sangue.

<< Tu non sei la causa di nessun male, Elizabeth! >> sussurrò in modo dolce << Tu puoi solo vantarti di aver portato l’amore qui dentro! >> continuò premendo la mia mano sul suo petto << Ora medichiamo questa ferita! >> io lo guardai ammirante << Conosci qualche incantesimo, per caso? >> chiese poi, con un sorriso imbarazzato << Sai, non sono molto portato... >>

A me venne da ridere. Lui portò le sue dita sulle mie guance e risalendo fino a gli occhi, mi asciugò tutte le lacrime.

<< Sei bellissima quando sorridi! Non permettere mai a nessuno di portarti via il sorriso, Liz. Mai! >>

<< Mai... >> ripetei fissando estasiata i suoi occhi ambrati, poi tornai a fissare la mia mano dalla quale, senza sosta, continuava ad uscire sangue << Co-comunque potresti utilizzare l’incantesimo ferula. >> suggerii ancora parecchio scossa, ma decisamente molto meno preoccupata.

Lui tirò fuori la bacchetta, e puntandola verso la mia mano, ordinò << Ferula! >>

Bende bianche e perfettamente pulite si materializzarono davanti i nostri occhi, fasciando la mia mano in modo a dir poco perfetto.

<< Oh... Non ero mai riuscito in un incantesimo in modo perfetto e conciso come oggi! >> fece guardando la mia mano completamente fasciata << Se è che questo l’effetto che hai su di me... Che ben venga! >>

Io sorrisi. per poi tornare cupa un attimo dopo. Lo guardai dritto negli occhi << Non voglio rimanere da sola. Ti prego, rimani con me! >>

<< Ma... >>

<< Ti prego Fred! >> lo implorai.

Lui guadò per un attimo il mio fragile corpo che ancora tramava al solo pensiero di quello che era accaduto, poi mi rispose << Vieni con me. >> mi porse una mano per aiutarmi a mettermi in piedi e insieme ci avviammo verso l’uscita.

Camminammo a lungo prima di raggiungere il cortile. Era un luogo diverso dal solito, però, dove non ricordavo di essere mai stata. Il cielo era limpido, senza nemmeno una nuvola e le ombre argentee che proiettavano gli alberi, erano semplicemente qualcosa di magico!   

<< È bellissimo qui! >> esclamai guardandomi intorno con aria ammaliata << Tu sei bellissimo! >> feci guardando Fred con passione.

<< E io ti amo Liz! >>

Quelle parole mi provocarono lo stesso effetto delle farfalle nello stomaco che mi provocava il solo guardarlo da lontano, alcuni anni fa. Non sapevo cosa dire, cosa rispondere. Non erano parole che si sentiva ripetersi tutti i giorni! Ma alla fine feci ciò che era giusto, lo guardai dritto negli occhi e gli dissi l’unica cosa che in quel momento lui avrebbe voluto sentirsi dire << Anche io! Con il cuore e con l’anima! >> lo baciai teneramente. Il profumo del suo corpo inebriava i miei sensi...

Non so, precisamente, quanto tempo passò. I suoi baci erano qualcosa di talmente magico, che ogni volta mi sentivo catapultata in un mondo tutto mio, dove sapevo che niente e nessuno avrebbe potuto rovinare tutto quello! Anche se... La notte era ancora lunga, e sarebbe potuto accadere ancora di tutto!

<< Chi c’è laggiù? >> ruggì una voce che mi sembrava di conoscere. Guadai Fred in preda al panico, mentre lui fissava preoccupato un punto indistinto nel cortile. Qualcuno si stava avvicinando!

   
 
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