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Autore: crazydiamond    01/09/2011    1 recensioni
eravamo in quell'auto da almeno due ore, incominciavo a perdere la pazienza «si può sapere dove mi stai portando, playboy?» staccò per un attimo gli occhi dalla strada e si voltò verso di me. «lo scoprirai, un pò di pazienza» cercava di rimproverarmi, ma non ci riuscì, mi parlò con voce bassa e roca, socchiusi gli occhi per focalizzare alla meglio quel viso, ora stava fissando la strada, nell'auto regnava un silenzio fastidioso, neanche imbarazzante. «quegli orecchini..» con una mano gli toccai il lobo dell'orecchio che contenevano quegli affari imbarazzanti. «sì, cos'hanno di strano i miei orecchini?» nel mentre si girò verso di me, alzando leggermente il capo con fare teatrale «ti fanno.. ti fanno sembrare.. sembrare un gay» tossii rumorosamente durante l'ultima parola, finalmente avevo trovato il coraggio di dirglielo. «come mi fanno?» d'un tratto fermò l'auto di fronte una pompa di benzina abbandonata e chiuse la macchina, cosa voleva fare? sgranai gli occhi e lentamente avvicinò il suo viso al mio. Quella distanza era troppo pericolosa. Ci fissammo per dieci interminabili secondi e dopo attaccò con il sollettico, quel ragazzo era pazzo!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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chapter one.
Stavo posando i piatti a tavola quando udì sbattere la porta d’ingresso con violenza, tipico di Liam. “Un giorno quella porta cadrà a pezzi se continui a sbatterla” mi voltai verso la porta d’ingresso e assunsi sul mio viso un’espressione di rimprovero, ma tutto quello che ne fuoriuscì fu il solito sorrisetto ebete. Chissà perché ma lui non c’era. “Liam?” quando mi voltai trovai Payne a un centimetro di distanza dal mio viso, fu un gesto automatico quello di portarmi una mano sul petto “ma sei impazz..” prima di poter finire quella frase che avrebbe portato a una serie di imprecazioni, Liam sfiorò lievemente le mie labbra, prima che potessi prendere respiro o quant’altro quel bacio si trasformò in un bacio passionale, le nostre lingue si intrecciavano lentamente fra loro, le mie mani appoggiate dolcemente sui fianchi di lui che cercavano di muoversi nei posti giusti, amavo quei baci improvvisi, era una delle tante cose che amavo di Liam, quando c’era qualcosa che doveva dirmi o era giù di morale, cercava conforto fra le mie labbra ed io non potevo che andarne fiera.. Non potevamo ritrovarci a fare l’amore sul tavolo, sopratutto quando la sottoscritta ha impiegato quasi metà giornata per preparare una cena decente. Dopo dieci minuti decisi di staccarmi da lui, seppur di malavoglia e di riprendere fiato. “Ricordi il provino per x factor di due anni fa?” certo che lo ricordavo, ci rimase abbastanza male, ma che dico? Pianse per un’intera settimana, non voleva uscire da quella maledetta camera, non voleva mangiare, non voleva addirittura parlare, io e la madre gli portavamo il cibo e il necessario per ‘la sopravvivenza’ “certo che sì, ma perché?” forse Liam aspettava che gli porgessi questa domanda, lo capii dal suo viso che all’istante si illuminò “Ci voglio riprovare, anzi, ci DEVO riprovare” sapevo che quel giorno sarebbe arrivato, anzi, ci speravo. Quel ragazzo era uno di quelli che non si arrendono mai, un’altra caratteristica di lui che mi faceva impazzire. “domani i provini si terranno in centro, mi sono già iscritto un paio di giorni fa, non volevo dirtelo subito..” le sue labbra si muovevano veloci, ad un ritmo indescrivibile. “e vorrei che domani ai provini tu ci sarai. Verrà anche la mia famiglia” okay, lo sapevano addirittura i suoi genitori e non io? Va beh, erano pur sempre sua madre e suo padre, era normale. “perché non dovrei esserci? Liam, qualsiasi cosa succeda..” “Ricorda che ci sarò sempre per te” concluse quella frase per me. Gliela ripetevo in ogni sua esibizione. Era un rito, ormai. Liam sorrise mentre io gli gettai le braccia al collo e nel mentre, ridevo come una matta. “Payne, non voglio fare la parte di quella che rovina ogni cosa, ma x factor non è un gioco, ne hai già avuto prova di questo..” fu quasi un sussurro. “sì, non succederà niente, sono diventato più forte dell’ultima volta.. o almeno credo. Ma l’importante è sapere che ci ho provato, no?” rispose sicuro. “Già” fu più un suono quello che uscii dalla mia bocca, sinceramente d’avanti a quell’affermazione non sapevo cosa rispondere, poteva anche avere ragione, ma vedere una persona che ami, soffrire non è una bella cosa, anzi. Non sai cosa fare, cosa dire e sopratutto non sai come far andare via quell’angoscia che ti assale quando la vedi piangere, ti senti come se una spada ti avesse trafitto il cuore. theafterday “Mi hanno preso, mi hanno preso!” i miei occhi si illuminarono, i miei occhi verdi si illuminarono e delle gocce inaspettate caddero e raggiunsero in pochi istanti le mie guance, che in quel momento avvampavano come non mai, nemmeno quando gli occhi di Payne e i miei si incrociarono per la prima volta, a quell’epoca avevamo solo otto anni. Stavo piangendo, non perché ero triste, ma perché ero felice, felice per Liam, finalmente il suo sogno si stava avverando, il sogno di tutta una vita. Nello stesso istante in cui piangevo di gioia Liam andò incontro a quattro ragazzi, tutti abbastanza alti, c’era solo uno che non lo era abbastanza, era biondo, da lontano si intravedevano quegli occhioni celesti e le sue guance avvampavano di un lieve rossore, probabilmente era stato preso anche lui, poi c’era uno che mi colpiva più degli altri, era alto, aveva la carnagione leggermente scura e i suoi occhi erano neri, i suoi capelli erano corti e scurissimi, da lontano si intravedeva un orecchino presente sul lobo di una delle sue povere orecchie, non avevo una vista a raggi x ma in quel momento assunsi sul mio viso una buffa espressione, scossi la testa sorridendo divertita, “sarà gay” mormorai fra me e me facendo molta attenzione che nessuno mi avesse sentito nominare quelle due parole. Voltai lentamente lo sguardo ad un altro ragazzo presente tra il ‘’gruppetto’’ era alto, anche lui, aveva uno strano taglio dei capelli, aveva i capelli ricci? O ondulati.. credo. Aveva dei bellissimi occhi verdi, come i miei, solo un po’ più chiari e aveva un viso dai tratti infantili, era abbastanza particolare il ragazzo, ti colpiva anche lui a prima vista. Affianco al ragazzo riccio c’era un altro ragazzo, saltellava anche lui insieme agli altri, erano forse stati presi tutti e cinque, compreso anche il mio fidanzato? Era alto, i suoi capelli lisci e castani gli coprivano la fronte e le orecchie, se li avesse tagliati solo un pò sarebbe stato una meraviglia. Presi un grosso respiro e mi avviai vicino ai ragazzi che continuavano a saltellare come dei canguri. Non sapevo cosa dire, così mi limitai a tossire rumorosamente e tutti si voltarono verso di me, le mie guance avvamparono una seconda volta “ehm.. ragazzi questa è la mia fidanzata, Layla” nel mentre, Liam si avvicinò a me e mi cinse la vita, sorrisi al mio ragazzo e ai quattro presenti “piacere, ragazzi” alzai una mano e la sventolai lievemente in cenno di saluto. Quello dell’orecchino, –forse gay- fu il primo ad avvicinarsi a me e a tendermi la mano, ricambiando gliela strinsi “piacere io sono Zayn” zayn? Però, che nome fico. “io, Layla” il ragazzo sorrise. Quei suoi occhi, sebbene fossero neri ora che li potevo osservare meglio erano profondi, erano un mare al buio. Arretrò immediatamente per dare spazio agli altri di presentarsi. Liam era ancora appiccicata a me, per sicurezza mi strinsi ancora di più a lui, quanto lo amavo? Ad interrompere i miei diabetici pensieri fu il ragazzo dalla capigliatura stravagante “piacere, io sono Harry, Harry Edward Styles, ma chiamami semplicemente Harry o come ti pare” la sua bocca si muoveva ad una velocità che faceva alquanto paura. “io sono Layla, Layla Samantha Whispeeng, ma chiamami Layla o Lay o semplicemente come ti pare” imitai il suo stesso modo di fare, attirando anche molte risate da parte dei presenti, il ragazzo socchiuse gli occhi per focalizzarmi meglio e sorrise divertito. Un altro ragazzo, quello dai capelli che gli coprivano anche le orecchie si avvicinò a me in modo goffo “Io sono Louis!” con un’enorme sorriso, mi tese la mano e io gliela strinsi, neanche il tempo di lasciarla e la stava agitando insieme alla sua, voleva forse levarmi un braccio? “Layla” dissi semplicemente, ormai avevano capito che mi chiamavo Layla, no? Il ragazzo meno alto di tutti, quello dagli occhi blu come un oceano spinse via Louis in modo scherzoso e con un sorrisino innocente stampato in volto mi tese la mano ed io come precedentemente avevo fatto gliela strinsi, fortunatamente non l’agitò come il ragazzo precedente “Piacere, Niall” e arretrò subito, neanche il tempo di pronunciare il mio nome, quel ragazzo forse mi leggeva nei pensieri che pronunciare troppe volte il mio nome stava diventando abbastanza fastidioso? Comunque sia, Liam aveva gli occhi incollati su di me e accorgendomene girai il viso verso lui e strinsi le sue braccia, affondando il viso con fare imbarazzato nel suo petto, infondo avevamo solo 8 centimetri di distanza, al suo petto scolpito ci arrivavo.. fortunatamente. “oh, che carini che siete” fu Louis ad interromperci, mi girai e con fare acido accennai un: “grazie” il ragazzo dai capelli lunghi rispose immediatamente “sai, ho anche io una ragazza, Hannah, non è qui, ma lo era, cioè.. se n’è dovuta andare prima perché ha dei genitori abbastanza severi” la sua bocca ora si muoveva ad una velocità pari a quella del ragazzo dai capelli strani, Harry. Io annuii facendo finta che la cosa mi interessasse. Il giorno dopo chiamò i quattro ragazzi del provino e li invitò per una cena nel nostro minuscolo e striminzito appartamento. Non ero una ragazza alla moda o che amava vestitini e shorts cortissimi e provocanti, ero l’esatto contrario, amavo vestirmi con dei semplici jeans e una grossa felpa e delle semplici converse, indossai semplicemente quello. Stavo posando gli ultimi piatti a tavola, quando Liam annoiato disse: “Lay, perché devi sempre vestirti in questo modo? Perché devi sempre trovare un modo per nasconderti?” perfetto, il mio ragazzo invece di dirmi che così sto bene e non attiro l’attenzione su altri ragazzi, fa l’esatto contrario. “Liam, io mi vesto come mi pare, che a te sta bene o meno non m’importa!” ero abbastanza annoiata di sentirmi dire le stesse cose. Lo diceva ogni qual volta invitavamo amici o parenti a casa o dovevamo uscire e lui, però, riceveva sempre la solita risposta. Stava sbuffando. Non gli dava a genio il mio modo di vestire ma io continuavo a dirgli che non sopporto i vestitini e roba simile. In quello stesso istante qualcuno bussò la porta. Fu quel suono che mi portò sulla terra, avevo sempre l’abitudine di fissare il vuoto o di rimanere incantata completamente quando pensavo. “Hey, finalmente siete venuti!” urlò Liam ai, quelli che sarebbero stati, ovviamente, i quattro ragazzi. Stupidamente controllai l’ora sul grande orologio che era appeso su un muro affianco al televisore. Erano le 8:25 in punto, l’appuntamento a casa nostra era fissato per le 8:30. Quanto coraggio aveva Liam di dire a loro che ‘finalmente erano venuti’? Risi. “puoi farci sapere il motivo della tua risata, Lay?” fu quello con i capelli ricci a parlare, Harry. Sottolineò in modo teatrale il mio nome, voleva forse provocarmi, quello? Ma perché non si faceva gli affari suoi? Scossi la testa nervosamente “ehm, no niente.. ho pensato ad una cosa divertente, nulla di importante” mi voltai verso i ragazzi che ora erano comodamente seduti sul divano, Harry era seduto sul bracciolo di quest’ultimo. “dai, vogliamo saperlo” ma che rompi scatole! Pensai. “no, fidati, non è nulla!” mi stava davvero dando su i nervi, se avessi avuto una padella in mano gliel’avrei sicuramente lanciata in testa. Il ragazzo annuii arreso e si voltò per parlare con i ragazzi. “Su, è pronto, venite a mangiare!” urlò Liam posizionato già a capo tavola. Aveva l’abitudine di fare il padrone di casa quando c’erano ospiti, di solito quello era il mio posto. Sorrisi scioccamente di me stessa, questa volta attenta che nessuno mi avesse visto, non volevo combinare danni, almeno questa sera.. Nella casa regnava un gran silenzio, si udivano soltanto le forchette che graffiavano lievemente i piatti. Decisi di rompere questo strano silenzio, tossendo prima per farmi notare da tutti. Ci riuscii perfettamente, infatti tutti si voltarono verso di me, Liam mi guardava gratificante mimando un ‘grazie’ io socchiusi gli occhi e annuii scuotendo leggermente il capo dall’alto in basso in tutta risposta, mimando anch’io, però un ‘prego’ “Allora.. la prossima settimana ci saranno gli ultimi provini, quelli che ti faranno entrare ad x factor” gettai a casa un argomento, quello più ovvio negli ultimi tempi: x factor, baby! Tutti annuirono, alcuni erano abbastanza nervosi, altri impassibili, non capivo cosa gli stesse girando per la testa, mentre altri sorridevano eccitati. “Non sarà brutto che tutti e cinque sarete in competizione, o peggio ancora, qualcuno non passerà? Sarebbe bello se tutti e cinque foste insieme, cioè.. dico, insieme come un gruppo.. vi vedo tutti così..almeno per me” ma cosa diavolo stavo dicendo? In quel momento maledii me stessa e la mia boccaccia. “un gruppo?” Niall alzò di scatto la testa e parve illuminato dalla mia stupida domanda, tanto stupida però parve non esserlo “noi, tutti e cinque?” mi domandò una seconda volta. Io annuii. “è la migliore idea che io abbia mai sentito” Louis parlò, o meglio urlò. “ma sarà letteralmente impossibile, ormai i primi provini sono già stati fatti” Replicò Harry, eccolo, colui che rovina sempre i piani o i sogni altrui. Io scossi la testa nervosamente, quel ragazzo era un fastidio per me. “no, invece! Se ci presentiamo tutti con un brano e cantiamo come un gruppo magari ci faranno entrare tutti e cinque insieme! Non è detto che le cose siano già state fatte” Ribattè Zayn, quel ragazzo parlò nello stesso istante in cui io stavo aprendo bocca e stavo per imprecare contro quel fastidioso riccio. Ringraziai Zayn e il suo tempismo perfetto. Non volevo combinare guai, dovevo mantenere la calma. Dopo aver gelato il sangue che prima stava bollendo come in inferno, pensai che Zayn aveva ragione, non era mai troppo tardi. Liam posò la forchetta nel piatto ormai vuoto e si avvicinò a me e nonostante la presenza dei quattro ragazzi, mi baciò, scostando prima una ciocca di capelli caduta avanti al mio viso. Io ricambiai entusiasta ma anche un po’ confusa, non capivo il motivo di quel gesto, poi entrambi ci allontanammo e ci guardammo, il primo a parlare fu lui “la migliore idea che io abbia mai sentito” sorrisi imbarazzata. Tutti ci stavano osservano. Harry e Louis assunsero sul viso un espressione di quando uno sta per vomitare, ovviamente per finta, che idioti. Niall sorrise lievemente e tornò a guardare il piatto e a mangiare tranquillo, mentre Zayn ci guardava serio, non capivo cosa gli stesse girando per la testa, non capivo, quel ragazzo era un muro, lui era a destra mentre noi tutti eravamo a sinistra. Come fa? Sarà per i suoi occhi neri come un mare al buio, senza alcuna stella in cielo? Comunque, c’era Liam avanti a me e non volevo perdere tempo per queste simili sciocchezze. Gli accarezzai una guancia e gli feci cenno di tornare di nuovo al suo posto.


LORE'S SPACE C:
è abbastanza lunghetto come primo capitolo, probabilmente perchè ho impiegato più di una settimana per scriverlo, dovevo postare la fanfiction dopo averla scritta del tutto, ma non ho resistito, ci tengo troppo a questa storia e vorrei che voi la leggeste e avrete pazienza ad aspettare il prossimo capitolo (sicuramente impiegherò MOLTO MENO di una settimana) D: bhe.. detto questo spero vi sia piaciuto C:
  
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