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Autore: _EpicLoVe_    02/09/2011    9 recensioni
Per sempre Chuck avrebbe sentito il suo odore sulla pelle, per sempre sarebbe rimasto ancorato al ricordo della sua Blair e in quel momento, mentre la guardava raggiungere l'altare per sposare un uomo che non era lui, sorrise, con la certezza che Blair Waldorf sarebbe sempre stata sua.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nate Archibald, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Ogni favola è un gioco-cap.1

Dedicata a tutti coloro che leggono ciò che scrivo

e mi rendono felice con i loro commenti.



Ogni favola è un gioco

1.

Non abbastanza

 

“Ma devo lasciarti andare”

“E tu devi lasciarmi andare”

(Gossip Girl 4x22)

 

“Betulle” ordinò Blair perentoria, prendendo la sua tazza di tè e sorseggiandola con eleganza.

Il ragazzo, seduto di fronte a lei, annuì e si appuntò tutte le informazioni sul taccuino che stringeva tra le mani.

“Dove vuole le Betulle, esattamente?” le chiese con aria vagamente perplessa e la ragazza sospirò.

“Gliel’ho già detto, le metta nell’angolo, al posto delle Ortensie blu” esclamò seccamente ed il ragazzo arrossì di imbarazzo.

“Mi creda, qualunque riunione non è più importante di me, per la signorina Waldorf” i toni troppo alti di una voce imperiosa li raggiunsero e qualche secondo più tardi fece il suo ingresso in salotto Serena Van Der Woodsen.

“S” esclamò Blair alzandosi e raggiungendo la sua migliore amica per stringerla in un abbraccio e l’altra ricambiò la stretta.

“B” sospirò Serena, “Questa servitù non mi piace” aggiunse e Blair rise.

“Stanno soltanto rispettando gli ordini” si giustificò stringendosi nelle spalle, “Scusami se non sono venuta a prenderti, ma abbiamo avuto un problema dell’ultimo minuto con i fiori” esclamò seccata, rivolgendo uno sguardo di rimprovero al ragazzo che, per la seconda volta, arrossì violentemente.

“Scherzi? Mi hai mandato un jet privato ed una limousine, non era necessaria la tua presenza” esclamò la Van Der Woodsen, buttandosi di peso sul divano in pelle rosa antico.

“Allora, come procedono i preparativi per il matrimonio dell’anno?” le chiese Serena e l’altra si strinse nelle spalle con un sospiro.

“Considerando che mancano solo tre giorni alle nozze, direi bene” esclamò e Serena la osservò a lungo prima di sorridere.

“Tutto bene, B?” le chiese infine e l’altra annuì.

“Si, perché me lo chiedi?” rispose.

Serena aggrottò la fronte perplessa e Blair si voltò verso il fioraio per congedarlo, prima di tornare a dedicare tutte le sue attenzioni alla bionda.

“Mi sembri strana” dichiarò.

“Ti vedo fin tropo … tranquilla”.

Blair rise, poggiando la sua tazza sul tavolinetto in argento.

“Beh sto cercando di fare del mio meglio” affermò con sicurezza, alzandosi dal divano.

“Ma adesso vieni, ti accompagno nella tua stanza. I domestici hanno già portato lì tutta la tua roba, vedrai, ti piacerà” esclamò Blair con un sorriso felice, afferrandole una mano e trascinandola fuori dalla stanza.

“Miss Waldorf” non appena furono nell’atrio, la donna le raggiunse di fretta e Blair si voltò a guardarla piuttosto infastidita.

“Cosa c’è, Dorota?” le chiese.

Serena aggrottò la fronte.

“Dorota? Non dirmi che si chiama così davvero” esclamò e Blair si voltò a guardarla con un sorriso tirato.

“Certo che no” esclamò con un cenno della mano.

“La chiamo così perché non riesco mai a ricordare il suo nome” aggiunse subito dopo con una scrollata di spalle e Serena la guardò con severità.

“Miss Waldorf” mormorò di nuovo la domestica e Blair tornò a guardarla.

“C’è stato un problema con il menù per la festa di domani” esordì, “Dovrebbe seguirmi un attimo nelle cucine” aggiunse subito dopo con aria grave e Blair sospirò teatralmente.

“Un problema?” chiese, prima di sbuffare, visibilmente contrariata e la domestica parve terrorizzata.

“Tu accompagna Serena nella sua stanza, mentre io andrò a risolvere il problema” comandò con severità e la donna annuì.

“Blair” intervenne a quel punto Serena, ma l’amica la guardò con un sorriso gentile.

“Vai pure, S. Sistemati e rilassati. Ti ho fatto preparare un bel bagno caldo. Ci vediamo più tardi” esclamò, prima di allontanarsi nella direzione opposta a grandi passi.

“Mi segua” mormorò invece la domestica in direzione di Serena che, distogliendo lo sguardo dall’amica, annuì.

Non aspettò nemmeno di essere in camera per sfilare il cellulare dalla borsa e comporre un numero con rapidità.

Al terzo squillo una voce maschile rispose all’altro capo del telefono.

“Hei, sono io” esclamò Serena.

“Avevi ragione, Blair mi sembra strana … c’è qualcosa che non va” dichiarò con tono preoccupato.

 

Chuck Bass chiuse la telefonata e lasciò malamente cadere il telefono sull’ampio divano, mentre si lasciava andare all’indietro, contro la testiera con un sospiro stanco.

Si strofinò gli occhi, prima di piegarsi nuovamente in avanti ed allungare il braccio per afferrare la bottiglia di scoth e riempirsene un bicchiere.

Fece schioccare la lingua per assaporare meglio il liquore e attese che bruciasse nella sua gola.

Nell’ultimo periodo si concedeva solo due bicchieri di scoth al giorno.

Nei primi tempi, dopo che tra lui e Blair era tutto finito e la ragazza si era trasferita in Francia con Louis, Chuck aveva reagito nel suo solito modo, bevendo litri di alcol e organizzando festini privati nella sua suite al Palace, ma la cosa era durata poco più di una settimana, prima che si rendesse conto che tutto ciò non avrebbe alleviato il suo dolore.

Così aveva riacquistato serietà ed era tornato un perfetto uomo d’affari, iniziando il suo “periodo d’astinenza”, che Serena chiamava “via della purificazione”, dove lo scoth era permesso solo due volte al giorno.

“Chuck” esordì Nate entrando in quel momento ed il ragazzo si voltò a guardarlo e lo salutò con un cenno del capo.

“Questo è il primo o il secondo?” gli chiese accennando al bicchiere ed il ragazzo sospirò alzando due dita con aria grave, mentre ne beveva l’ultimo sorso.

Nathaniel arricciò il naso poco convinto e diede uno sguardo al suo costoso orologio da polso.

“E siamo solo ad ora di pranzo … non è affatto un buon segno” commentò il ragazzo e Chuck si limitò a sospirare con aria esausta abbandonandosi di nuovo contro il divano.

Nate si voltò a guardarlo con aria seria.

“Verrai al matrimonio?” gli chiese a bruciapelo e lo sguardo di Chuck corse al tavolino della sala da pranzo.

Al centro del tavolo troneggiava l’elegante invito arrivato diciotto giorni prima.

Non aveva ancora avuto il coraggio di aprirlo, Chuck.

Aveva riconosciuto l’elegante calligrafia di Blair e aveva immaginato di cosa si trattasse ancora prima che la sua mano corresse sul sigillo argento in ceralacca, quindici minuti dopo, Gossip Girl aveva dato il grande annuncio.

Così Chuck aveva abbandonato quella busta sul tavolo per sottoporsi, volutamente, al dolore che essa gli procurava ogni qual volta il suo sguardo cadeva rovinosamente sulla carta color panna finemente stampata, macchiata solo dall’inchiostro nero con cui Blair aveva inciso il suo nome.

“No, non ci sarò” esclamò seccamente e allungò di nuovo la mano verso la costosa bottiglia di scoth.

Nate lo guardò contrariato e fece per aprire la bocca e protestare, ma cambiò subito idea.

Forse, per quel giorno, il terzo bicchiere poteva essere accettato.

“Chuck, sai bene che per lei è importante” affermò il ragazzo biondo e l’altro sospirò, mentre si portava il bicchiere alla bocca.

“No, Nathaniel, non abbastanza”.

E la freddezza di quel commento si perse nel silenzio della stanza.

Subito dopo Chuck si alzò con un sospiro, abbandonando il bicchiere ormai vuoto sul tavolinetto di vetro, e afferrò il suo cellulare, scoccando uno sguardo all’amico.

“Mi spiace, adesso devo andare, ho una riunione d’affari molto importante. Ci vediamo stasera?” gli chiese mentre si dirigeva alla porta, afferrando al volo la sua ventiquattrore.

Nate si strinse nelle spalle.

“Non lo so, dipende da che ora torni. Domani, all’alba, ho il volo per Parigi, probabilmente andrò a dormire presto” esclamò e Chuck annuì appena prima di sparire oltre la porta.

 

Serena sorrise, portando la forchetta alla bocca con aria elegante e assaporò la pietanza che qualche cuoco dal nome importante aveva preparato per loro quella sera.

La tavolata era piuttosto spenta ed i momenti di silenzio risultavano pesanti e le davano una sensazione di soffocamento.

Pensò che quel tavolo fosse troppo grande per le persone presenti a cena quella sera e la stanza fosse esageratamente grande per essere una semplice sala da pranzo.

“Allora, che ne dite del mio progetto per la serata?” chiese di nuovo la bionda e si voltò a guardare Louis.

Il ragazzo si strinse nelle spalle prima di sospirare.

“Mi dispiace, Serena, ma io non potrò essere dei vostri” esclamò.

“Domani dovrò alzarmi all’alba per occuparmi di un affare prima della festa” aggiunse subito dopo e Serena si esibì in un’espressione triste, prima di voltarsi verso Blair.

“Oh, non lo so, S” esclamò la Waldorf e Serena sgranò gli occhi.

“Non accetto un rifiuto da te, Blair!” affermò con risolutezza e la ragazza sospirò.

“Va  bene, ma risparmiamoci le follie, domani dovrò essere sveglia e fresca” concordò Blair e la bionda sorrise vittoriosa, cambiando subito dopo discorso per evitare che Blair cambiasse idea.

“Dove sono i tuoi genitori, Louis?” chiese ed il ragazzo smise di sorseggiare il vino che aveva nel bicchiere.

“Rientreranno domani in mattinata” rispose con educazione.

Un paio d’ore più tardi, seduta in un pub francese, Serena rideva sguaiatamente, cercando di rinfrescare la sua memoria e biascicando un paio di parole in un francese non molto corretto, mentre il ragazzo carino, seduto accanto a lei, al bancone, la guardava sorridendo e annuendo felice, più per quella visione che per lo scempio che era costretto ad udire.

“Serena” il tono secco e severo di Blair la investì, mentre la ragazza arrivava al suo cospetto come una furia.

La bionda si voltò a guardarla allegramente e il suo sorriso si spense quando incontrò lo sguardo gelido di Blair.

“Blair, ti ho presentato il mio nuovo amico … ?” Serena si bloccò, guardando con aria interrogativa il ragazzo, ma prima che quest’ultimo potesse aggiungere qualcosa, Blair afferrò la mano dell’amica spingendola giù dallo sgabello.

“Per favore, seguimi” le ordinò, trascinandola via.

Quando si appartarono vicino ad un tavolinetto, Blair le rivolse un’occhiataccia.

“Basta, S, torniamo a casa” dichiarò e l’altra alzò gli occhi al cielo annoiata.

“Dai, Blair, è divertente” protestò, ma la mora scosse la testa.

“Si, era divertente al primo drink nel primo locale, adesso non lo è più” affermò con risolutezza e Serena sbuffò di nuovo.

“Cosa c’è, Blair? Noi lo facciamo sempre, no?” disse sorridendo dolcemente e Blair sospirò, portandosi una mano alle tempie.

“Si, ed ogni volta io riporto a casa te ubriaca” sospirò, “Ma sta volta è diverso. Adesso siamo cresciute, Serena. Dopodomani mi sposo e l’ultima cosa che voglio è una nostra foto su Gossip Girl che ci ritrae barcollanti ed ubriache” mormorò Blair e Serena annuì.

“Va bene, andiamo a casa” acconsentì poco entusiasta.



Spazio autrice:
Tadan, ecco a voi il mio nuovo progetto a breve termine. 
In verità è un po' che ci lavoro, ma solo ora sono riuscita a rivedere questo primo capitolo per pubblicarlo.
Sarà una long breve, composta da  massimo cinque capitoli, se non anche quattro.
Vorrei specificare che questo è solo frutto della mia immaginazione, ovvero non so nulla della prossima stagione.
Inoltre, il titolo dell'opera nasce dal fatto che Blair e Chuck parlano della loro favola nell'ultima puntata e "Ogni favola è un gioco" è il titolo di una canzone di Bennato.
Spero che troverete quest'opera interessante.
Grazie dell'attenzione.

_EpicLoVe_

  
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