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Autore: Disorientated Writer    02/09/2011    14 recensioni
Nina Armstrong, figlia di Poseidone.
Dalla sua visita sull'Olimpo, tutto è cambiato.
La vita, le amicizie, l'amore.
Soprattutto quest'ultimo.
E sarà proprio il ragazzo più inaspettato a far battere il cuore di Nina.
[ Introduzione in continuo aggiornamento&cambiamento. Sappiatelo. ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Tzè, chiamalo un inizio tranquillo!


 

Diedi un calcio ad un sassolino e continuai a camminare canticchiando una canzone dei Clash. Jason era accanto a me, ma non era di compagnia, avendo passato la mezz’ora precedente a fissarsi le scarpe.
London calling to the faraway towns, now war is declared-and battle come down, London calling to the underworld,come out of the cupboard, you boys and girls …
 Ci stavamo dirigendo verso il padiglione che ci aveva indicato Earine (più che altro, che aveva indicato a Jason. Non mi si era filata di striscio) e dove ci aspettava Zeus per discutere di non so cosa. Non è che Rii fosse stata tanto chiara in merito.
 Quando finalmente arrivammo al padiglione, vidi Zeus seduto su un trono d’oro che parlava con una bionda ossigenata.
 «Divino Zeus, ci ha chiamati?» disse Jass. Come faceva ad essere così formale in qualunque situazione rimaneva un mistero.
Mister Sparafulmini si voltò verso di noi e sorrise.
Anche la bionda si voltò, e in quel momento capii che l’avrei odiata più di chiunque al mondo. Più della mia vicina che quando avevo otto anni sparava Mozart a tutto volume alle tre di notte.
Era alta, con gli occhi azzurro-cielo e la bocca che sembrava dovesse scoppiare per quanto era piena e rossa. I capelli biondi erano ondulati e  lunghi fino alla vita. Tzè, quelli di Earine erano molto più fighi.
Sorrise, mostrando una schiera di denti perfetti e bianchissimi (Cosa che mi faceva fumare di rabbia. Perfino i suoi denti dovevano essere perfetti!). Si presentò come Sophie Lockwood, figlia di Afrodite.
Beh, a questo ci arrivavo anche io, grazie tante.
 «Sophie è un’altra ragazza del Campo Mezzosangue,» disse Zeus. Come se io e Jason fossimo talmente stupidi da non aver capito nemmeno questo. « e si unirà a voi come vice di Chirone. Contenta Nina? Avrai un’altra amica con cui dividere la stanza!»
Oh no, oh no! Santecarotecarotose, no!
Sophie mi rivolse un sorriso talmente zuccheroso che perfino i suoi denti si sarebbero potuti riempire di carie solo a guardarlo. Ricambiai, ma quello che mi venne fuori probabilmente era una smorfia degna di Scilla.
 «Oh, che bello! Sono sicura che presto presto diventeremo migliori amiche!»
Sì, aspetta e spera. Diventerò tua amica solo quando Ade indosserà un tutù di pailettes rosa e inizierà a ballare il tango argentino con una rosa in bocca insieme a Ares. Pensai.
Si avvicinò a noi e iniziò ad ammiccare in modo piuttosto ovvio a Jason. Ho già detto qualche volta che la odiavo? Non ero gelosa, però mi dava fastidio, ecco.
 Zeus intanto ci guardava sorridendo. Sparafulmini sadico!
 Sophie mi si sedette per terra e mi costrinse a fare come lei.
 «Ninetta, tu non te ne intendi molto di moda, al contrario di Jason, vero?» disse, lanciando un’occhiata al diretto interessato, che nel frattempo si era seduto vicino allo zietto, ma con ogni probabilità stava ascoltando tutto. In quei cinque giorni ero riuscita a conoscerlo abbastanza da capire quando fosse vanitoso. Soprattutto quando si parlava dei suoi capelli. Ci metteva più lui in bagno che io!
Ricacciai indietro una risposta poco carina e mi limitai a fissarla male. Che aveva da dire contro il mio stile? Solo perché i miei jeans neri non erano Gucci ma Made In Bancarella, non significava che avevo un pessimo gusto del vestire. Evidentemente, la figlia di Afrodite non la pensava così.
«Sai, questi capelli ti fanno sembrare Samara. Dovresti legarteli, o magari potresti farti i boccoli. Sembri peggio di Bella in New Moon quando Edward la lascia!»
Osantowinniethepooh! Ci mancava solo che fosse una Twilightdipendente, ora. 
«Bella quando cosa?» chiesi. Sinceramente, avevo visto solo Twilight come film, e mi era bastato.
Lei mi guardò strano, come se dovessi per forza sapere tutti i libri e i film a memoria.
«Non lo sai? Non hai mai visto quei meravigliosi film? Non dirmi che sei una Potterdipendente. Quel maghetto sfigato fa vomitare. È così noioso.»
«Cosa cosa cosa cosa??? Per tutti i mutandoni sbrilluccicosi di Z…» poi mi ricordai che il diretto interessato era presente, e modificai la mia imprecazione. «…ac Efron, come osi!»
Okay, quella tipa mi stava decisamente sul cavolo. 
Stavo per continuare, ma Jason mi prese per un braccio e scusandosi con Zeus e Sophie mi trascinò via.
 
«Brutto idiota, che stai facendo?» gli urlai, appena mi lasciò il braccio.
«Ti sto salvando, genietta. Non potevi certo trucidarla davanti a Zeus, no? E poi, meglio se te la tieni amica, visto che ti toccherà sopportarla per i prossimi … beh, per parecchi mesi.» disse sorridendo.
Okay, aveva ragione. È che io le bambine perfettine non le posso sopportare. Specialmente se insultano il mio Harry. Tutto quello che riuscii a dirgli fu un «Vai al Tartaro, Jas.»
 Lui sorrise e si incamminò verso le Cabine, ovvero le stanze che ci aveva assegnato il nostro caro zietto. Erano delle stanze circolari in marmo bianco, e si trovavano una davanti all’altra.
Lo seguii, ma alla fine invece di dirigermi verso la mia cabina andai da Earine. Mi serviva qualcuno che mi aiutasse a superare il trauma.
Viveva con gli altri “eletti” del campo in un’enorme casa, accanto al campo di addestramento (Che io avevo decisamente ignorato negli ultimi giorni. Sono una tipa piuttosto pigra, io).
Mi diressi verso la sua stanza e bussai, sperando di trovarla lì. Di cercarla per tutto l’Olimpo in quel momento proprio non mi andava!
Fortunatamente, aprì la porta, e mi sorrise.
«Ninetta! Come stai?»
Probabilmente lo sguardo che le rivolsi bastava come risposta. Si scostò e mi lasciò entrare.
La sua camera era bellissima. Sulle pareti bianche aveva attaccato un milione di poster e foto. I mobili erano tutti in legno ridipinto d’azzurro, e un’enorme tridente era stato adagiato sul muro, accanto al letto azzurro. Sì, il colore preferito di Rii era l’azzurro, se non si era capito.
Mi sedetti su una delle poltroncine gonfiabili che si era portata dal Campo e le raccontai di Barbie Hilton, come l’avevo mentalmente soprannominata.
«Condoglianze, mia cara Ninetta. Ho come l’impressione che per te sarà piuttosto dura sopportarla.»
Grazie dell’aiuto, sorellona, sul serio.
«Cambiando argomento … che mi dici del tuo amico?»
Rimasi talmente stupita dal repentino cambio di discorso che ci misi un po’ a capire di chi stesse parlando. Aveva scaricato così il mio problema e si era subito fiondata sull’argomento Jason Darren. Tzè, bell’amica!
«Grazie della considerazione Rii, sono veramente commossa.» dissi sbuffando.
Da quando le avevo presentato Jason, non faceva altro che parlare di lui. Non che la cosa mi desse fastidio. Okay, forse solo un pochino.
 Il fatto che si fosse presa una cotta comunque era più che immaginabile. Jas era biondo, simpatico, figo, con degli occhi supercalifragilistichespiralidosi e un sorriso che ti faceva squagliare. Beh, Apollo era tutta un’altra cosa, comunque. Lo avevo incrociato sì e no due volte in quella settimana, e ogni volta che lo vedevo dovevo concentrare tutte le mie capacità per non diventare color aragosta. Non mi ero mai sentita completamente a mio agio con i Semidei. Erano esseri completamente diversi da me. Figuriamoci un Dio.
«Del mio amico ti dico le stesse cose che ti ho detto ieri, l’altro ieri e l’altro ieri ancora. Se inizia a farmi domande su di te mi ricorderò di avvisarti, contenta?» le dissi.
Jason in realtà mi aveva fatto qualche domanda su Earine, ma non ero dell’umore adatto per riferirle il tutto. anche perché non penso le sarebbe interessato sapere che Jas mi aveva chiesto quanto portasse del davanzale. Era così pervertito quel ragazzino!
Vedendo che Rii continuava a ignorare il mio problema, decisi di levare le tende.
Mi alzai, la abbracciai e mi diressi verso la porta.
 Continuai a camminare senza meta. Non avevo intenzione di rivedere Sophie così presto.
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi di qualcuno che correva nella direzione opposta alla mia. Finii con il fondoschiena a terra in meno di un secondo, battendo i gomiti sulla ghiaia.
«Scusa Nina! Stai bene?»
«Brutta Testa Morta di Jason, ma guardi dove vai o gli occhi ce li hai solo per bellezza?»
Sì, quel giorno la finezza mi girava alla larga.
Lui mi aiutò ad alzarmi senza rispondere.
«Guarda il tuo gomito!» disse.
Al ché, abbassai lo sguardo e inorridii. Era diventato tutto rosso, e sanguinava. Non pensavo di averlo battuto così forte.
Jass mi prese il gomito e con una garza (Sì, una garza. Lui andava sempre in giro con una borsetta del pronto soccorso. No, non era normale) me lo fasciò.
Poi fece una cosa che mi lasciò più inorridita di prima: tenne il mio gomito e gli diede un bacio, dicendo qualcosa tipo «Ora la bua non c’è più.» 









Angolo Autrice: 
Eccomi qui con il nuovo capitolo! 
Contenta, Lils? ;) 
Scusate se è orrendo, ma non avevo proprio ispirazione T.T 
Ringrazio EarineDaughterOfPoseidon, piccolalettrice e Effie Malcontenta Weasley per il sostegno. Vi adoro, ragazze! 
Scusate se c'è stata poca NiSon (anzi, per niente), ma mia madre rompeva che dovevo chiudere, e ho fatto tutti di fretta. 
Perdonatemi se ci ho messo una vita ad aggiornare, ma ero partita 15 giorni per l'Olanda, e lì non potevo scrivere cose lunghe perché la connessione si disconnetteva ogni 3 secondi T.T 
Detto questo, chiudo! Grazie a tutti quelli che hanno recensito e che recensiranno questa storia! 
-Nina.
   
 
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