Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: Tomma    02/09/2011    1 recensioni
-Non andartene- Gli disse con quella sua voce così dolce.
-Resta qui con me, almeno stanotte-
Axl si sdraiò accanto a lei e la guardò negli occhi, quegli occhi che lo rapivano sempre e che facevano fermare il tempo.
Mona gli prese le mani e se le porto vicino al viso. Le piacevano quelle mani, grosse e sempre calde. Le davano sicurezza, quelle mani erano il ramo su cui ci si aggrappa per non cadere nel burrone..
L' abbigliamento in pelle e l'aspetto da rocker si contraddicevano alla profondità di Axl. Mona l'aveva già capito, dai suoi occhi.
-Tu non credi che destino e casualità siano la stessa cosa? In ogni caso non sei tu a decidere.-
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

------

SOUND OF SILENCE

------

Cap. 6 Danger

Danger,You're in danger
When the boys are around
Danger,You're in danger
And this is my town
This is hollywood.

Motley Crue- Danger


Era passata quasi una settimana da quando aveva visto Axl e Heather aveva saputo di suo fratello. La sua amica stava molto male, ma faceva il possibile per aiutarla, non solo per il legame che c'era tra di loro, ma anche perchè lo considerava un modo per rispettare la memoria di Edan: avrebbe fatto qualunque cosa per Mona, perchè Edan le voleva tanto bene e se avesse potuto vederla in quello stato non gli sarebbe piaciuto. Heather si era trasferita da lei, la aiutava e si faceva in quattro tra la sua amica e il lavoro. Faceva la spesa, cucinava, le teneva compagnia. Cercava di essere forte, ma vedere veder star male Mona, non vederla più sorridere come una vola, vederla piangere o in mezzo a una crisi di rabbia, nella quale si addossava colpe inutili, non era semplice. Certe volte andava in bagno, apriva l'acqua della doccia e piangeva... poi usciva e faceva finta di niente.
Mona non era più uscita di casa. Non le piaceva stare tutto il giorno a casa, ma si sentiva anche troppo debole per poter uscire fuori. Non mangiava molto. Non aveva mai fame e vedere troppo cibo in un piatto o solo sentire gli odori mentre Heather cucinava le faceva venire la nausea.
Non dormiva la notte e quando dormiva era perseguitata dagli incubi. Sognava suo fratello, il suo sorriso che svaniva pian piano e il suo volto diventava sempre più teso. Le urlava che non gli era stata vicino negli ultimi tre anni. Che era stata un' ingrata ad andarsene così, lasciando la famiglia. Era tormentata dai sensi di colpa e dal mal di testa. Era anche arrabbiata, arrabbiata con l'assassino che aveva ucciso suo fratello, arrabbiata con la vita e con se stessa.
Era arrivata anche a pensare che se fosse stata vicina a suo fratello ora non sarebbe morto. E più ci pensava più era arrabbiata. Non voleva pensare al funerale, anche se era inevitabile. I suoi genitori avevano insistito per comprarle un biglietto aereo per andare in Inghilterra, e lei, a malincuore, aveva accettato. Non le piaceva non farcela da sola, ma era suo fratello e per suo fratello avrebbe messo da parte qualunque tipo di orgoglio. Non le piaceva nemmeno farsi mantenere dall'amica, ma sapeva che ne aveva bisogno. Si sentiva una fallita e non autosufficiente e non riusciva a dare senso all'ultimo anno passato fuori di casa. Avrebbe voluto sistemare le cose, ma non sapeva come e non aveva la forza per farlo, cosa che la buttava ancora più giù e di nuovo si arrabbiava.
Heather cercava sempre di farla uscire di casa, le proponeva di distrarsi.
Quel giorno mentre stava tornando a casa dopo una mattinata al supermercato vide un volantino che la interessò molto lo prese su e tornata a casa lo fece vedere all'amica.
-Concerto dei Guns 'n' Roses !?- mormorò Mona alzando un sopracciglio.
-Sì... Oggi è la terza volta che li sento nominare in giro... Dicono che sono molto bravi-
-Non me la sento. Se vuoi tu vai, non voglio obbligarti a stare in casa con me.- Sorrise. Non un sorriso vero. Un sorriso di circostanza.
-Mona, per favore... dovresti uscire da qua, non farebbe altro che farti bene. E poi domani parti, lo sai che non posso venire e non so quando tornerai...-
-Non credo che un concerto sia l'ideale, lo sai che ho anche problemi con il mal di testa ultimamente... E non penso comunque che sarà l'ultima volta che ci vediamo.-
-Magari se più tardi te la senti andiamo, ok?-
-Ok.-
Mona sapeva che la sua amica era molto interessata alla musica locale, aveva anche conosciuto i Poison in un locale. Sapeva anche che, forse non avrebbe rivisto la sua amica per molto tempo.
Voleva ricompensarla per tutto quello che stava facendo, ma non se la sentiva.
Heather, però, camminava in giro per casa sospirando e guardando il volantino e Mona era sempre più preoccupata circa la data del suo ritorno. Glielo doveva, così un ora prima del concerto le disse:
-Ok, Heather, andiamo a quel concerto!-
-Davvero?- le si illuminarono gli occhi per un istante ed a Mona fece piacere vedere quella luce dopo tutto.

-Steven, ma che cazzo stai facendo?- chiese Duff, guardando storto l'amico, che faceva delle strane smorfie mentre fumava.
-Cerco di fare i cerchi di fumo! Tu sei capace?- gli rispose innocentemente. Slash, che passava di lì, fumando, e trasportando degli amplificatori verso la macchina di Duff, si avvicinò ai due amici, curioso e anche lui provò a fare i cerchi di fumo.
-Voi siete scemi, guardate che non dovete fare così!- fece notare lui, ridendo dei due, che non stavano avendo successo.
-Allora facci vedere Duff!- esclamarono gli altri in coro.
-No!-
-Allora non sei capace!-
-Sì che sono capace, ma ho altro da fare! Ecco. Ah, piuttosto, Izzy e Axl?- domandò un po' timoroso.

-Izzy è andato a prendere delle corde per la chitarra, doveva tornare un'ora fa... Axl, be', lui è uscito e non ha detto niente... come al solito.- gli rispose Slash.
I ragazzi erano sempre in ansia per quanto riguardava Axl. Usciva, sempre, che avesse impegni o meno, e non tornava finchè non gli andava. Questo non avrebbe dato nessuna noia agli altri, se non fosse stata una causa per la quale il cantante arrivava in ritardo ai live.


-Dobbiamo muoverci, siamo in ritardo!- disse Heather, finendo di truccarsi. Era uno schianto. Indossava un semplicissimo vestitino nero che le aderiva al corpo ed evidenziava il suo bel fisico e delle scarpe col tacco, non molto alto, poiché lo era già lei di suo.
-Io sono già pronta- la avvisò Mona.
-Cosa?- La guardò. Era vestita come quel pomeriggio: shorts di jeans e maglietta nera. Le sue all star nere e consumate ai piedi. Niente trucco. Capelli in disordine.
-Hey, baby, sei incantevole così, ma io non ti lascio uscire di casa se non ti metti qualcos'altro.-
-Siamo in ritardo, l'hai detto anche tu!-
-Vieni qui. Così non oltrepassi quella porta. Lasciati almeno truccare un po'.-

-Cazzo sono quasi le dieci. Se non arriva in tempo se ne va dal gruppo.- sbraitò Slash, camminando avanti e indietro.
-Stai calmo...- cercò di tranquillizzarlo Izzy.
-No! Cazzo!- lo interruppe però il riccio- Non può! Non può fare di testa sua, come gli pare. Lo sai, Izzy, che qui non gliene frega a nessuno quando iniziamo, ma gliene frega invece di mandarci via non appena è ora di finire!-
Aveva ragione, ma arrabbiarsi in quel momento non era la prima cosa da fare.
-Vedrai che arriverà in tempo o come minimo se arriva tardi dovrà pur avere una motivazione, no?- cercò di farlo ragionare.

Alla fine Mona si è lasciata convincere dalla sua amica a truccarsi. Per il vestiario insistette nel dire che non era importante come vestirsi, ma dopo dieci interminabili minuti di discussione con Heather si è dovuta cambiare scarpe e mettersi il tacco.
Si stavano dirigendo verso il Roxy, conosciuto locale di Los Angeles. Non avevano la macchina, ed erano più comode senza, anche se sarebbe stato più sicuro. Prendere il bus alle dieci di sera nella città degli Angeli per due ragazze, infatti, significava subirsi gli sguardi di ubriaconi che non sapevano cosa fare e bevevano, le allusioni al sesso dei maniaci e i loro fischi e sperare di non incontrare ladri. Era pericoloso, anche aggirarsi per le strade lo era. Non era la prima volta, ovviamente, che uscivano da sole di sera, ma ogni vola si trovavano a pregare, scongiurare Dio che sarebbe andato tutto bene, che nessun alcolizzato avrebbe allungato le mani su di loro. Quella sera il bus era quasi vuoto, si vedevano solo tre persone, oltre l'autista. Erano tre uomini, uno era girato verso di loro, l'altro li dava le spalle e sembrava dormire, l'altro probabilmente era un barbone e non sembrava essere su quel pianeta con la mente. Non si erano sedute pensando che fra cinque minuti sarebbero scese e si sistemarono in piedi vicino all'uscita.
-Hey, dolcezze! Volete fare un giro fino a casa mia?- urlò qualcuno ridendo.
Heather e Mona prima si guardarono negli occhi, poi, ignorando l'invito dell'uomo e cercando di non guardare da dove proveniva la voce, tornarono ad osservare la strada attraverso il finestrino: lampioni, insegne al neon dei vari locali della città, fari delle macchine si susseguivano gli uni agli altri trasformandosi in strisce di luce su sfondo nero che inseguivano il bus. Non era soltanto bello da vedere, era rassicurante perchè dava l'idea di movimento e la speranza di arrivare presto a destinazione.
-Voi due! Dico a voi due, sapete?-
Poi una forte mano strinse un braccio a Mona e la costrinse a voltarsi.
-Sei molto carina, piccola!-

Axl era già nervoso di suo. Non l'aveva fatto apposta, ma era in ritardo, cosa che gli sarebbe costato un litigio con i suoi amici. Si era perso passeggiando per la città e alla fine gli era toccato prendere il bus. Non aveva nemmeno mangiato e ora ci si mettevano anche gli altri, a rompere il cazzo. La gente non ha più la decenza di stare in silenzio sui trasporti pubblici? Pensò, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi. Cercò di distrarsi e ci stava riuscendo, poi sentì una voce. Una voce che aveva già sentito. Mona? Per un po' gli sembrò solo un allucinazione. Aprì gli occhi e si guardò intorno.

-Lasciami, stronzo!-
-Non fare la difficile...-
L'uomo continuava a strattonare Mona e quando anche Heather si era messa in mezzo per aiutare l'amica, il maniaco le diede uno spintone, facendola cadere.
-Spostati puttana!-
Prese per il viso Mona e le si avvicinò, cercando di baciarla. Mona non voleva guardare e aveva girato la testa da un'altra parte, ma poteva sentire il fetore del suo alito, cercava di allontanarsi spingendosi con le mani sul busto del malfattore e anche Heather cercava di toglierlo di lì. Poi si sentì priva di pesi e non dovette più fare pressione con le braccia.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Qualcuno era venuto ad aiutarle.
-Vattene idiota!- gli intimò Axl, dopo averlo allontanato da Mona e preso per il collo.
-Hey, amico! Sta calmo, me ne vado, ho capito!- borbottò l'altro, con le mani in alto come segno di resa.
Axl?

La guardava tremare, spaventata. Teneva gli occhi chiusi. Si accasciò a terrà e si mise le mani davanti agli occhi. Heather si sedette per terra vicino all'amica, le mise il braccio intorno alle spalle e ci appoggiò la testa. Le sussurrava qualche frase “Va tutto bene ora. Stai tranquilla. Non è successo niente.”
Axl era rimasto in piedi e guardava la scenetta. Non sapeva cosa dire se ne stette immobile, senza parlare. Si girò a dare un' occhiataccia all'uomo, che se ne stava seduto come se non fosse successo niente. Strinse i denti e serrò i pugni. La sua vista era annebbiata dal susseguirsi delle immagini di quanto appena successo e stava succedendo.
L'uomo che strattonava Mona. Mona, debole e indifesa, cercava di allontanarlo. L'uomo tentava di baciarla. Baciare Mona. Mona debole e indifesa, ora piangeva seduta per terra. L'uomo faceva finta di nulla.

Devo spaccargli la faccia” Gli diceva la voce nella sua testa.
E lo stava per fare, era già intenzionato a muovere un passo verso quel bastardo.
-Axl.. grazie!-
Quella voce angelica riuscì a distrarlo. La guardò negli occhi, ora che poteva. Era passata una settimana da quando non si vedevano. Era rassegnato al fatto che non l'avrebbe più potuta vedere ed ora finalmente poteva guardare quegli occhi, che innocenti lo stavano fissando, ringraziandolo.
Vide una lacrima scendere lungo la sua guancia e istintivamente gli venne in mente sua madre. Quante volte l'aveva vista piangere a causa del suo padrigno, della vita che faceva, dell'aria che regnava in quella casa, dei ricordi e delle cicatrici che erano rimaste aperte, dell'abbandono di un alcolizzato che l'aveva lasciata con un figlio.
Non si era reso nemmeno conto che era per terra, davanti a Mona e le aveva messo la mano sul viso asciugando quella lacrima solitaria con il pollice. Anche la ragazza sembrava essersi incantata. Non riusciva a staccare gli occhi da quelli di Axl. E quel contatto, quella mano calda che le sfiorava appena la guancia e che tremava, come se avesse paura di toccarla.
-Dobbiamo scendere, Mona-

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

iLa: sempre il solito Grazie perchè recensisci sempre, mi fa molto piacere che apprezzi la mia storia :) Be', sarebbe stato troppo scontato in effetti se Heather e Jade avessero incontrato il resto dei Guns.. ammetto di averlo preso in considerazione, però ci ho subito ripensato XD 
Al prossimo capitolo, bacio :)







  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: Tomma