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Autore: Ale HP    02/09/2011    5 recensioni
« Papà, » lo chiamò ancora, mentre stava sull’uscio della porta, « se non divento un Serpeverde, ad Hogwarts, mi vorrai sempre bene? Perché non voglio avere nulla in comune con Voldemort, non voglio diventare cattivo ».
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Oggi, stranamente, non ho voglia di perdermi in inutili chiacchiere, vado subito al punto.
Questa storia - alla quale tengo molto - la dedico alla mia cara Derret, finalmente ho scritto qualcosa sul tuo bel biondo, pensando a te.
Ma, stavolta, non ho pensato solo alla mia amata musa ispiratrice - perchè ormai lo sei diventata, punto ù.ù - ma anche a colei che mi ha fatto partire il cervellino con la sua recensione, cioè Lunatica96.
Vi adoro ragazze, e questa è per voi <3


Il mago cattivo.

Villa Malfoy era sempre stata una Villa al quanto silenziosa, cosa che non turbava affatto Scorpius, ma, in quel momento, quella calma lo impauriva terribilmente.
« Papà? » domandò il piccolo Malfoy, tirando il pantalone del papà per farlo girare.
Draco si voltò e sorrise al bambino, prima di sedersi e metterlo sulle sue gambe.
« Che c’è? » chiese Draco, sorridendo.
« Perché è così silenzioso qui? »
Scorpius si guardò intorno, cercando una sola cosa fuori posto, e rizzò le orecchie, cercando anche un solo grillo che cantava, al di fuori della villa, ma non c’era nulla, era come se qualcuno avesse immobilizzato tutto.
« Perché io e la mamma quando ci siamo sposati abbiamo deciso di allontanarci da tutto e da tutti » rispose il padre, scompigliandogli i capelli con fare affettuoso.
« E perché? » domandò ancora Scorpius.
Evidentemente voleva che il padre gli raccontasse quella storia per bene, una volta per tutte.
« Allora, » iniziò Draco, « questa è una storia lunga, sai? E inizia tanti, ma proprio tanti, anni fa. Quando il nonno e la nonna erano ancora giovani, ma comunque più vecchi di me e di tua madre. C’era un mago, in quel periodo, si chiamava… si chiamava Voldemort » continuò, dopo una piccola insicurezza, « lui era molto cattivo!»
« Come il mago del pentolone salterino?! » esclamò Scorpius, come una domanda.
« Oh, no, molto, ma molto di più! Era il più cattivo mai esistito! E iniziò a raggruppare delle persone, come suoi seguaci. Il nonno e la nonna lo seguirono fin da subito, con zia Bellatrix e zio Rodolphus. Erano tutti convinti che fosse la salvezza del mondo magico, quell’uomo. Iniziò ad uccidere tutti i maghi che avevano sangue Babbano nelle vene ».
« Ma non si fa! » lo interruppe il bambino, indignato.
« Lo so, Scorpius, o meglio ora lo so. Comunque, questa parte verrà dopo » disse il papà, alludendo ai tempi di Hogwarts, « Lui, l’Oscuro Signore, così chiamato dai mangiamorte, ovvero i suoi seguaci, venne a conoscenza di una profezia. Glielo disse Severus Piton, uno dei mangiamorte, che, però, si pentì amaramente di ciò che era andato a raccontare a Voldemort, ma questa è proprio un’altra storia, magari te la racconterò un’altra volta. Be’, quella profezia diceva che esisteva un bambino, nato alla fine di luglio, che l’avrebbe sconfitto. Così lui si avventò contro Harry Potter… »
« Che nome buffo » commentò Scorpius, facendo ridere Draco.
« E cercò di ucciderlo » continuò, facendo saltare il figlio per la paura, « Ma non ci riuscì. Lily, la madre, si mise tra Harry e la maledizione scagliata da Voldemort, e morì. Sembrò che anche Voldemort morì, ma, purtroppo, non fu così. Io avevo un anno, quando successe tutto questo, così come Harry. Io vissi felice, nella Villa dei nonni, non come Harry, che viveva con i suoi zii Babbani ».
Draco continuò la storia per ore, mentre il figlio ascoltava rapito.
Ogni tanto il piccolo Scorpius interrompeva il discorso del padre, facendolo ridere ogni volta.
« Quando poi tutto finì, e Voldemort morì, tutti noi ex-Mangiamorte eravamo visti male, eravamo i cattivi della situazione, compreso me, anche se non avrei voluto che tutto quello accadesse. Quando conobbi tua madre decidemmo di scappare. Saremmo anche stati dei vigliacchi, ma non potevamo sopportare più i bambini che ci indicavano come i cattivi » concluse il padre, con un piccolo sorriso pieno di amarezza.
« Non siete stati vigliacci! » esclamò il piccolo.
« Vigliacchi, Scorpius, non vigliacci » lo corresse, ridendo.
« È la stessa cosa » decretò il bambino, scendendo dalle gambe del padre, sulle quali si era seduto durante il racconto.
« Papà, » chiese, prima di andare a dormire, « ma non tornerà, vero? Insomma, ora Voldemort è… è morto, per sempre? »
Draco sorrise, mentre guardava il piccolo Scorpius spaventato.
Gli scompigliò i capelli biondi - come i suoi - e gli diede un forte abbraccio.
« Non tornerà, Scorpius, non tornerà mai più » sussurrò all’orecchio del bambino. « Ora va’ a dormire, che è tardi e la mamma si arrabbia ».
Scorpius obbedì, e - anche se il padre l’aveva rassicurato - non poté non avere paura, quella notte.
Sognò lo spaventoso ritorno di Voldemort, che lo guardava con lo sguardo cattivo ed il volto pallido come lo aveva descritto Draco.
 
« Non mi uccidere » implorava, piangendo, « e non ucciderli ».
« Ma io sono Voldemort! Sono cattivo! » urlava l’altro, spaventando a morte il bambino.
 
Scorpius si svegliò di soprassalto, urlando pietà, ma, stavolta, al muro: Voldemort non era ai piedi del suo letto, non di nuovo.
Si guardò intorno, impaurito, cercando di accendere la luce, ma non aveva il coraggio di scendere dal letto, era paralizzato. Aveva paura che - messo un piede sul freddo pavimento - Voldemort lo aggredisse a tradimento.
Lui non voleva morire, era solo un bambino.
Dopo quelle che gli sembrarono ore sentii qualcuno aprire la porta. Temette, per un attimo, che si trattasse di quel cattivo mago che tormentava i suoi sogni, ma quando vide la chioma bionda del padre si rasserenerò all’istante.
« Papà » mormorò, piangendo.
Draco gli si avvicinò cauto, e - quando arrivò al suo letto - gli si sedette accanto, poggiandogli una mano sulla piccola spalla.
« Vieni qua » disse, non sapendo che dirgli per consolarlo. Non era mai stato bravo in quel genere di cose, e - tutt’ora - si sentiva a disagio, in quella situazione.
Aprì lentamente le braccia, facendogli cenno di stringersi contro il suo petto. Il bambino abbracciò forte il padre, sentendosi finalmente al sicuro, mentre gli accarezzava piano i capelli.
« Che è successo, piccolo? » domandò Draco, cercando di essere quanto più dolce possibile, per quanto poteva.
« È tutta colpa di Voldemort, vuole ucciderci! » esclamò spaventato.
« Ma lui non c’è, ora, non c’è più » sussurrò, cercando di calmarlo.
Il piccolo annuì, stringendosi più forte al petto del padre.
Si sentiva al sicuro tra quelle enormi braccia forti, si sentiva protetto da tutto e da tutti, sentiva che anche se fosse arrivato Voldemort non gli avrebbe fatto paura, non se  fosse stato con il padre.
« Papà, ti voglio bene » sussurrò.
Draco sorrise, e gli scompigliò i capelli, ancora una volta.
« Papà, potresti lasciare in pace i miei capelli, ogni tanto? Li devo sempre mettere a posto, poi » sbuffò Scorpius, staccandosi dall’abbraccio.
« Va bene » acconsentì Draco ridendo, « ora dormi, e chiamami se arriva di nuovo il mago cattivo ».
Il bambino annuì sorridendo, mentre si metteva sotto le coperte.
« Papà, » lo chiamò ancora, mentre stava sull’uscio della porta, « se non divento un Serpeverde, ad Hogwarts, mi vorrai sempre bene?  Perché non voglio avere nulla in comune con Voldemort, non voglio diventare cattivo ».
« Certo, Scorpius, io ti vorrò sempre bene, e anche la mamma » disse Draco prima di chiudere la porta, e lasciar dormire il figlio.
Era contento che fosse diverso, era contento che non volesse seguire le sue orme e fare tutti gli sbagli che aveva fatto lui, ed era contento che avesse paura di Voldemort e non ne fosse affascinato.
Scorpius non avrebbe fatto i suoi stessi sbagli, ne era certo.
 
 

 
 
   
 
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