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Autore: Martybet    03/09/2011    25 recensioni
«Invece come ti ho già detto, tu sei sempre uguale e il cervello ti assicuro che non è aumentato. »
«Ti sono cresciute le tette e le forme di mobydick sono sparite. »
Okay, basta.
Mi alzo dal tavolo, sfregandomi le mani perchého davvero l’impulso di tirargli uno schiaffo.
«Sai cos’è? Sono venuta qui per farti un favore,non per sentirmi insultare e prendere in giro come hai fatto per cinque lunghi
anni. Io sono cambiata, sono cresciuta.. sono migliorata. Tu,
Edward? Sei cambiato, ma soprattutto sei cresciuto dal bambino viziato eprepotente che eri un tempo? »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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DALLA PELLE, AL CUORE.








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Capitolo 11.

CRUSH AND BURN



If I fall and crush and burn
At least I know you’re by my side
As I crawl that lessons learned
It reminds me I’ll survive.





Cammino zoppicando senza dire una parola. Da quando quella mattina ci siamo incontrati al parco muniti di gilet fosforescenti e pungolo, nessuno dei due ha aperto bocca. Non riesco a guardarlo negli occhi, non dopo tutto quello che è successo ieri. E’ come se avessi una morsa a stringermi lo stomaco.  Le parole di quel messaggio continuano a tormentarmi ma soprattutto ciò che mi tormenta maggiormente è il mio comportamento. Mentirei a me stessa se dicessi di non provare niente ( sul piano fisico, ovvio) nei suoi confronti; solo la sua presenza è capace di sconvolgermi totalmente.
Anche Edward sembra come imbarazzato o con molta più probabilità non ha nulla da dire. Mi passo una mano fra i capelli, stufa marcia di trovare rifiuti sul mio cammino e stufa marcia di averlo accanto.
Fortunatamente dopo quel giorno nessun obbligo mi costringe a trascorrerci del tempo insieme, anche se…
Anche se c’è una piccola, remota parte di me, nascosta chissà dove che vorrebbe  vederlo per altre cose.
Oh dio, mi sto rincoglionendo.
E’ sempre Edward Cullen, il fatto che ti abbia detto di adorare i tuoi capelli non significa nulla.
E’ sempre lo stesso misogino, arrogante, pieno di sè, estremamente sexy, eccitante ragazzo che ti prendeva in giro ai tempi delle scuole medie.
Controllo l’ora sul display del mio cellulare, le 14.07, il che vuol dire che tra quaranta minuti sarà finito tutto.
Mi volto un secondo per guardarlo.  Ha il capo chino, i capelli scompigliati dal vento, un paio di jeans blu scuri, una camicia a scacchi e una maglietta  a V sotto. Quest’ultima lascia intravedere il collo e sono costretta a deglutire più volte per non ritrovarmi con la bava al lato della bocca.
Ancora cinquanta minuti Bella, ancora cinquanta minuti.
Abbasso lo sguardo e mi concentro sul prato sotto i miei piedi, immaginando di essere da sola.
E’ la cosa migliore, soprattutto per la mia salute mentale.
Il tempo passa inesorabilmente lento e più mi concentro a fissare per terra più sono tentata a voltarmi e sbatterlo contro un albero.
Vorrei tanto sapere che fine ha fatto la Bella Swan con i buoni principi, cribbio.
Quando finalmente la lancetta scocca sulle 15.00 precise, ci avviamo – senza dire una parola, ovviamente- verso l’ufficio del signor Tippet per restituire le uniformi alla segretaria, la quale ci saluta e ci raccomanda di non tirare più spazzatura per il campus.
Come se io normalmente andassi in giro a svuotare cestini in testa agli studenti.
 « Beh.. ci si vede in giro, no? »  Dico decidendomi finalmente ad aprire bocca per non rimanere come una stupida a fissarlo incantata.
Sembra che voglia rispondere ma poi scuote la testa annuendo e infilando le mani in tasca si volta per andarsene.
Meglio così, mi dico. Cosa avrei guadagnato da una persona del genere? Una bella scopata di una notte?
Meglio non vederlo mai più.
Meglio dimenticare le sue mani sul mio corpo, sui miei fianchi, la sua bocca a contatto con la mia…
Mi giro anch’io capendo che guardare il suo fondoschiena non è certamente la cosa migliore da fare.
Già, meglio così.
Ma ad un tratto… «Bella, aspetta un secondo! »
E’ corso verso di me afferrandomi per il polso, costringendomi a guardarlo negli occhi.
«Beh.. ecco, mi chiedevo se questa sera avessi da fare. »
Spalanco le palpebre leggermente perplessa. «Perché? »
«Devo presenziare ad uno stupido cocktail per John Spike, ordini di papà. Pensavo ti avrebbe fatto piacere venire. »
John Spike? Il critico d’arte?
«Come fai a sapere che mi avrebbe fatto piacere venire? » Non gli ho mai parlato delle mie attitudini, né di cosa studio.
«Non vuoi diventare una critica d’arte? »
«Si, ma come fai a saperlo? »  Ripeto sentendomi abbastanza idiota a voler puntualizzare quella sciocchezza.
«La tua stanza è piena di libri del genere e poi ho chiesto in giro. »  Risponde facendomi l’occhiolino.
«Mm.. quest’invito non ha nessun secondo fine, giusto? »
Sorride sommessamente. «Giusto. »
«Beh, d’accordo. »
«Passo a prenderti alle sette, non tardare. »  E mi bacia. A stampo. Senza lasciarmi il tempo di metabolizzare. Sulle labbra.
E La cosa preoccupante è che non mi fa arrabbiare il gesto di per sé, ma perché un solo bacio non mi basta.
 
*** * ***
 
«Ehi Bells ci sono altre coche in frigo? » 
Mi allaccio la collana mentre Jacob ispeziona il rimanente della nostra cucina. E’ appena tornato da un allenamento di football ed è venuto subito qui.
Non ce la cosa mi dispiaccia ma.. mi sto preparando per la serata.
Ho indossato un vestito di Rosalie che presumo costi una fortuna, è corto, beige e stupendo. E detto da me è tutto dire.
Le scarpe sono un regalo che mi sono fatta qualche mese fa, i capelli lunghi e boccolosi sono tirati indietro da un cerchietto e il trucco non è molto forte.
Una passata di lucidalabbra e dell’ombretto dai toni caldi.
«Se Jessica non le ha offerte tutte ieri sera, direi di si. »  Rispondo guardandomi allo specchio soddisfatta del risultato.
Dopotutto non ci sono molte occasioni per incontrare John Spike nella vita, no?
«Ma dove vai di bello? Sei tutta ingioiellata... » Commenta dopo aver sorseggiato avidamente la lattina.
«Mm...un cocktail con un pezzo grosso nel campo artistico. »
«E con chi è che ci vai? »
Ugh.
Un busso alla porta.
E’ arrivato Edward, e Jacob è mezzo nudo in casa mia.
Vado ad aprire afferrando la borsa e la visione paradisiaca di Edward Cullen in smoking mi lascia leggermente basita per qualche decina di secondi.
«Ciao. »  Dico dopo aver ripreso l’uso della lingua cercando di sorridere.
«Andiamo? »  Mi chiede facendomi cenno di seguirlo ma prima mi guardo indietro alla ricerca del mio migliore amico che ha deciso di venire a fare gli onori di casa. Cazzo.
«Uh, esci con lui? »  Commenta acido comparendo al mio fianco in pantaloncini e a petto nudo.
Faccio spallucce. «Te l’ho detto, è un cocktail per John Spike. »
«Piacere di rivederti Jack. »
«Jacob. »  Lo corregge stizzito per poi sorridere nella mia direzione. «Beh divertiti Bells e se hai bisogno chiama e arrivo. »
Storco la bocca perplessa per poi annuire placidamente.
 «D’accordo, buona serata. »  Lo bacio sulla guancia per poi uscire definitivamente da casa.
Edward è silenzioso durante il tragitto verso la sua macchina, e la cosa mi snerva.
«Fai sesso con quel Jacob? »
Per poco non mi strozzo con la mai stessa saliva. «Ma che dici? »
«Era a petto nudo e mi sembrava molto... geloso di me? »
Ridacchio salendo nella sua cara volvo, quella che gli ho rigato.  «E’ il mio migliore amico, una delle poche persone su cui posso contare, era solo preoccupato. »
«Del fatto che passi la serata con me? »  Sbatte le ciglia incredibilmente lunghe su e giù e mi guarda corrucciando le labbra in un espressione che mi fa sia ridere che addolcire.
«Si» , rispondo schiarendomi la voce.  «Sai essere irritante, antipatico, stronzo e .. »
«Okay basta con i complimenti. »  Mi interrompe mettendo in moto e io appoggio i piedi sul cruscotto.
«Togli quei cosi dalla mia macchina! »  Quasi mi spavento colta dal suo urlo.
«Mio dio manco te l’avessi rigata.. »  E non posso fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.
«Ha-ha. Non sei affatto divertente. » Commenta serio per poi afferrare una mia caviglia e posarla sul tappetino, sfiorandomi la coscia nuda.
Un brivido mi percorre la schiena e mille terminazioni nervose iniziano ad impazzire.
«Sei bellissima stasera. »  L’ultima frase pronunciata prima che l'imbarazzo e il silenzio ci colgano entrambi.
*** * ***
 
Il party si trova in uno degli hotel più famosi di Cambridge. L’arredamento è moderno e meraviglioso, credo di non essere mai stata in un posto simile.
Edward mi prende a braccetto e non posso fare a meno di fremere.
Ci avviciniamo in un tavolo dove riconosco Carlilse, il padre di Edward, il quale non appena vede il figlio si alza subito venendo nella nostra direzione.
«Oh, sei venuto. »  Commenta facendo il peggior sorriso finto che abbia mai visto.
«Non mi hai dato altra scelta. »  Risponde Edward serio respirando lentamente.  «Papà, voglio presentarti Isabella Swan, una mia amica. »
Amica? Io e lui siamo amici? Da quando? Ma d’altronde come mi avrebbe potuto presentare al padre?
«Lavora nell’Harvard Gazette. »  Continua lui.
Carlilse mi squadra e questa volta il sorriso sul suo volto è più sincero. «Piacere di conoscerti Isabella. »
«Oh la prego, mi chiami Bella. »  Rispondo stringendo la sua mano leggermente in imbarazzo.
«Decisamente meglio delle amichette sboccate che ti porti dietro Edward. »
Mi irrigidisco immediatamente mantenendo però il sorriso sul mio volto, fino a quando Carlilse va a parlare con un gruppo di giapponesi in giacca e cravatta.
Mi giro verso Edward che intanto ha preso un drink dal vassoio. «Potevi portare una delle tue  amichette, sai? »
«Volevo portare te. »  Risponde passandomi il drink. «Fidati meglio ubriacarsi se sei a meno di cinque metri da mio padre. »
«Noi non siamo amici e non sono venuta qui per accompagnarti ma solo per incontrare John Spike, ti è chiaro? »
Edward alza le mani in segno di resa sorridendo. «Chiarissimo lentiggini. Come mai non hai risposto al messaggio di ieri sera? »
Inghiottisco l’ultimo resto di vodka del mio bicchiere. «Non meritava risposta. »
«Eppure ieri mi sembravi parecchio coinvolta... »
«Sono un’attrice migliore di quanto tu creda Edward Cullen, ora mi fai conoscere John? »  Dico cercando di mantenere la mia voce seria e senza defezioni.
«Ai suoi ordini signorina Swan. » 
*** * ***
«Come fa ad interessarti questa roba? »  Sussurra al mio orecchio. Siamo seduti ad un tavolo insieme a John Spike insieme ad altra gente, tutta completamente presa dal discorso di Johm.
Credo che sia una delle persone più brillanti che abbia mai incontrato.
«Shhh. » 
«Mi sto annoiando. »  Alzo gli occhi al cielo continuando ad ascoltare con interesse quando sento le dita di Edward farmi il solletico sul fianco.
«Sei impossibile! Peggio di un bambino! »
«Quando sono stato a Firenze come direttore della Biennale ho capito l’importanza…. »
«Di usare un parrucchino. » Commenta Edward a sottovoce per farsi sentire solo dalla sottoscritta.
Scoppio a ridere sguaiatamente nascondendo la faccia sulla spalla di Edward e cercando in tutti i modi di non farmi notare.
«Smettila. »
«Andiamocene. »
«No. »
«Preferisci stare ad ascoltare un vecchio che andare a prendere un drink con me. »
Sbuffo guardandomi intorno. «Un solo drink. »
«Uno solo, promesso. »
E prendendomi per mano andiamo verso il bancone ordinando un chupito.Non reggo molto bene l’alcool e.. non è decisamente il caso di ubriacarsi.
«Che ore sono? »  Chiedo ad Edward sorseggiandolo lentamente.
«Le nove, dieci minuti e ce ne andiamo... non ne posso più. »
«D’accordo, avevo promesso a Jacob di tornare presto. » 
Mi guarda intensamente negli occhi e io faccio lo stesso, meravigliandomi come tutte le volte della profondità di quest'ultimi.
«Ma io non ti porto a casa. »
Alzo le sopracciglia. «Hai intenzione di rapirmi, Cullen? Mio padre è un poliziotto. »
Sorride. «Mm... l’idea non mi dispiace poi così tanto. »
«No seriamente devo tornare a casa. »
«Lascia almeno che ti porti a cena! »
«Ho già mangiato. »  Dico incrociando le braccia al petto e sentendo già la testa girare a causa del chupito.
«Delle tartine non possono considerarsi una cena. Prendi il cappotto. »
Si alza dirigendosi verso il guardaroba dell’hotel lasciandomi a malapena salutare suo padre e John Spike.
Continua a guardare l’orologio e la cosa è decisamente strana visto che sono io quella che dovrebbe arrivare presto a casa.
«Dove andiamo allora? »  Gli chiedo una volta fuori.
Indica un fast food dietro il palazzo. «Si ma guarda come siamo vestiti! » 
«Vuol dire che il cassiere si rifarà gli occhi. Andiamo dai. »
E lo seguo, un po’ perché il mio stomaco brontola e un po’ perché la stretta sul mio polso è troppo forte.
«Ordino io... che cosa vuoi? »
«Hamburger e patatine. »
Cinque minuti dopo torna con la mia cena e  non posso credere a cosa abbia ordinato per lui.
«Lo sai vero che prendersi un’insalata da Burger King è come andare a puttane e chiedere un abbraccio? »  Lo schernisco guardandolo con un sopracciglio alzato.
«Hai sempre qualcosa da ridire vero? »
Sorrido. «Sempre. »
«Grazie per essere venuta Bella. Cioè venuta nel senso di avermi accompagnata. Non c’era nessun doppio senso. »
Alzo gli occhi al cielo per poi fulminarlo con un’occhiataccia. «Di niente, mi ha fatto piacere conoscere quel vecchio con il parrucchino. »
Ridiamo tutti e due rendendo quella cena stranamente piacevole.
*** * ***
«C’è qualcuno in casa? »  Mi chiede davanti alla porta con un leggero tremore nella voce.
 «No, Jacob se ne è andato, Rose arriva domani mattina e Jessica sarà fuori. »
«Posso entrare? »
«No. » 
I nostri occhi sono di nuovo a contatto e in meno di...
Cinque, quattro, tre, due, uno…
La sua bocca si schiaccia famelica contro la mia in un bacio tormentato come mai prima di allora.
Le nostre lingue si attorcigliano, sulla coscia sento qualcosa premere e di certo non è la borsa.
Infilo una mano nei suoi capelli attirandolo con più forza verso di me mentre con l’altra mano cerco le chiavi di casa.
Sento Edward, ovunque.
Una volta che l’ostacolo della porta è superato  la chiude con un calcio e in meno di un secondo siamo sul mio letto, lui sopra di me.
Non rispondo più delle mie azioni. La parte ragionevole mi dice di allontanarlo ma dopotutto.. si tratta solo di una volta.
Sano, buon sesso di una notte.
Domani mattina se ne andrà e sarà tutto come prima.
Mentre decido sul da farsi le mani di Edward si attorcigliano sulle cosce sfilandomi il vestito.
Le sue mani iniziano ad accarezzarmi la pancia, i fianchi, per poi arrivare ai seni strappandomi un gemito che mette immediatamente a tacere con la sua bocca famelica.
E’ un bacio perfetto.
La sua bocca è calda, Edward muove la lingua in sincrono con la mia. Non è un accozzare di denti ,è un perfetto equilibrio tra morsi e baci.
Ad un certo punto si ferma lasciandomi ansante e fissandomi con desiderio mai visto prima mentre i nostri bacini coperti dagli indumenti si vanno incontro.
«Non resisto più. Ti voglio. »  Sussurra lasciandomi senza parole.






 
NOTE:
E purtroppo settembre è arrivato, ricomincia la scuola e la solita routine. 
Spero che vi siate godute quest'ultimo mese di vacanza nel migliore dei modi, io sono stata a Formentera una settimana con mia mamma e alcuni amici, il mare è qualcosa di meraviglioso, l'acqua  è cristallina e di una temperatura... fantastica!
Voi cosa avete combinato? Siete state in qualche posto interessante?
Sono un irrimediabile curiosona.
Passando al capitolo di cui non sono soddisfatta per niente, QUI potete trovare l'abbigliamento di Edward e Bella.
Per quanto riguarda la fine... voi che cosa dite? Bella cederà oppure no? Voi cosa fareste al suo posto? Io sinceramente con un bel pezzo di manzo nel mio letto non so se riuscirei a cacciarlo così facilmente, ma... chi lo sa.
Vorrei ricordarvi che il sei settembre pubblicherò una Originale / Romantica , "Hic et Nunc", per stuzzicare ancora un po' la vostra curiosità lascio qui la trama :)
L’unica libreria che vende il libro di Emma si trova nel centro di Londra. La Shipley possiede una ventina di copie e ancora nessuna è stata venduta.
Nemmeno la sua famiglia e il suo ragazzo hanno  sprecato tempo per leggerlo, e lei ogni giorno passa per Covent Garden fissando la vetrina con rammarico.
Ventotto anni, Micheal – il fidanzato di sempre-, e una vita fatta di libri, musica e infelicità.
Sfoga la rabbia repressa scrivendo, spingendo contro i tasti del suo Mac del 2007, e qualche volta riempendo di colore le tele che ha in garage.
Qualcosa però sta per cambiare, o meglio qualcuno sta per entrare nella sua vita.
E tutto questo, grazie alla ventina di copie riposta su uno scaffale nascosto della Shipley di Convent Garden.
Tutto questo,grazie all’unico che comprerà inconsapevolmente il suo libro.
Tutto questo grazie a Carter.
Spero mi seguirete in questa nuova avventura perché io fremo dalla voglia di postarla :) E' rimasta sul mio pc per troppo tempo!
Bene direi di aver parlato già abbastanza, 
un ringraziamento speciale a tutte voi che mi seguite con affetto e pazienza, 
Siete delle lettrici meravigliose e lo so che sono frasi fatte ma  è la verità.
Un bacione grandissimo e per DPAC ci rivediamo la prossima settimana ;)
 

 

 

 

 


   
 
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