Capitolo V
Kahlan camminava abbastanza
velocemente accanto a lui. Aveva le mani pinzate ai lacci delle zaino e lo
sguardo basso, non voleva rischiare di incontrare gli occhi di Rahl, sapeva che
se sarebbe successo avrebbe trovato una soddisfazione tale da farla stare male.
Gli occhi e l’atteggiamento di quell’uomo erano impregnati di un oscuro e
potente fascino che l’inquietava. Quelle orbite blu avevano il potere di
attrarla, ma allo stesso tempo di inquietarla e di ripudiare la sua fiducia. Si
sentiva persa e intimorita ogni qualvolta lo fissava, ogni qualvolta era
costretta a contemplare il suo sguardo.
Pensò a Richard e a come le
piaceva fissare i suoi occhi, non riuscì a non pensare che anche gli occhi di
Rahl le piacevano molto, ma in un modo che non aveva mai provato prima. Erano
belli, penetranti, e le piaceva il loro colore, che le ricordava il mare in
tempesta, eppure, ne era disgustata, perché fissandoli vedeva odio, rabbia,
rancore, vendetta…
Indugiando in quei pensieri
continuava a camminare in silenzio, avevano abbandonato il sentiero da
poco e adesso, stavano percorrendo un
tratto di boscaglia, per spostarsi sul lato sud-est, più vicino ai Pilastri
della Creazione.
I terriccio era morbido
sotto i loro piedi, l’aria del mattino, non troppo calda era tappata dalle
fronde fitte della macchia che precedeva la spiaggia. L’odore della salsedine
era sempre più forte e lei trovava in esso la sua unica via di scampo. L’unica
cosa che poteva apprezzare di quel viaggio era l’odore della salsedine. Adorava
il mare, e si sentiva bene al pensiero che presto avrebbe potuto vederlo.
Avrebbe preferito essere con Richard, tra le sue braccia a fissare il
tramontare del sole nelle acqua gorgoglianti del mare, seduti sulla sabbia
tiepida. Invece, ci sarebbe andata con Rahl. A volte gli spiriti giocavano
davvero brutti scherzi. Pensare, che in quei giorni, capendo di starsi
avvicinando al mare aveva desiderato una cosa del genere, ma mai, avrebbe
immaginato di doverla affrontare con Rahl. Aveva desiderato un viaggio in riva al
mare, ma mai aveva espresso il folle desiderio di essere con Rahl, prigioniera
dei suoi occhi passionali e oscuri. In lui aveva sempre visto una persona
ombrosa e tetra, e quel viaggio non avrebbe fatto altro che confermaglielo.
Per un attimo le passarono
per la testa le parole di Richard:’ quale
occasione migliore di questa per averti tutta per sé?’ rabbrividì al
pensiero di dover affrontare una notte con quell’uomo. Come avrebbe fatto a
dormire serena quando Rahl era inevitabilmente là nei paraggi? Avrebbe osato
prenderla quella notte stessa con la forza? No, non le avrebbe mai dato quella
soddisfazione, avrebbe combattuto in tutti i modi, piuttosto che subire uno
stupro da parte di quell’uomo. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di
aggiungere anche il suo nome alla lista delle tante altre donne che aveva
violentato. No, avrebbe combattuto con tutti i suoi mezzi, avrebbe anche
tentato di confessarlo se fosse stato necessario, anche se avrebbe sprecato il
suo potere e ci avrebbe messo ore per riacquistarlo, avrebbe fatto di tutto.
D’un tratto, si sentì tirare
da parte ed il suo cuore ebbe un sussulto, non aveva nemmeno il pudore di
attendere quella notte per prenderla, l’avrebbe fatto, lì, in quella macchia
d’alberi.
Non ebbe la forza di pesare
ad altro, sentiva la sua mano che le stringeva l’avambraccio e la traeva
inesorabilmente verso di sé, con foga. Alzò la testa di scatto e cercò di
dimenarsi, ma subito incrociò lo sguardo dell’uomo, e si sentì morire. Non era
come se l’era immaginato. Il suo sguardo era fermo e determinato, impregnato da
una vena leggermente teatrale e spaventata che non aveva mai visto aleggiare
nei suoi occhi. Sentì il suo tocco un po' troppo forte sul braccio e si lasciò
sfuggire un gemito di dolore, infine, a pochi centimetri dal suo volto, sentì
uno spostamento d’aria improvviso e per un secondo una sagoma argentata le
sfrecciò davanti. Senza capire quello che stava succedendo seguì la traiettoria
dell’oggetto e quando il dacra argentato si appuntò nella spessa corteccia di
un albero i suoi occhi si spalancarono sorpresi e spaventati. Rahl non la stava
minacciando, la stava salvando. Per un attimo le parve di intravedere delle
sagome rossastre, poi in un attimo tutto tornò tranquillo.
Girò lo sguardo e accanto a
lei, quasi a sfiorarle una spalle vide il petto poderoso di Rahl. Alzò lo
sguardo di poco e lo fissò negli occhi. Erano immobili, e a differenza di poco
prima dentro di essi vide orgoglio e fierezza, misti a furbizia, come sempre
balenava una vena di oscurità e vendetta. Abbassò lo sguardo sentendo emozioni
differenti pervaderla. Da una parte c’era la riluttanza, dall’altra la
riconoscenza per averla salvata dall’attacco delle Sorelle dell’Oscurità e
ancora, una vena di passione e attrazione mai provata prima per quell’uomo.
<< Come…? >> dalle sue labbra non uscì altro che
quella parola. Avrebbe voluto digli tante cose, ringraziarlo prima di tutto,
rimproverarlo per averle fatto male e allo stesso tempo urlagli contro per la
rabbia, non aveva il diritto di toccarla. L’unica cosa che uscì dalla sua
bocca, però, fu quella parola, pronunciata con terrore e ingenuità.
Rahl la fissò per un attimo,
leggermente contrariato, poi la sua fronte si increspò un poco:<< ti
senti bene? >> chiese con un freddezza nella voce che fece irritare la
donna, come se quella domanda fosse d’obbligo, non pronunciata per semplice
interesse o preoccupazione.
<< Sì >> disse
franca, fissandolo irritata, come poteva essere così passivo, come poteva
essere sempre così superiore e superbo in ogni singolo momento, in ogni
occasione?
<< Come lo sapevi?
>> chiese Kahlan dopo un poco di tempo, con il tono di voce basso.
Avrebbe voluto ringraziarlo, ma allo stesso tempo temeva persino di chiedergli
come aveva fatto a salvarla, sicura che nella sua risposta ci sarebbe stata una
beffa sott’intesa o un auto compiacimento.
<< Ci seguono da tre
giorni, immaginavo che ci avrebbero attaccati… >> disse freddamente lui
senza nemmeno voltarsi a fissarla.
Kahlan fu per un attimo
sconcertata. Tre giorni prima erano ancora in compagnia di Zedd, Cara e
Richard, come potevano, loro, non essersene accorti? Rahl le faceva, ora dopo
ora, sempre più paura.
<< Perché non ci hai
avvisati, allora? >> chiese la donna, accorgendosi di aver parlato troppo
duramente, apparendo più presuntuosa e arrabbiata di quello che era veramente.
Rahl parve divertito da
quella domanda, e sogghignò in modo pacato, poi, in uno scatto rapido si
voltò:<< mi avreste ascoltato, o avreste pensato che era un altro dei
miei giochetti per rallentarvi, e consegnare così la vittoria nelle mani del
Guardiano? >> chiese con tanta irritazione nella voce che Kahlan ne fu
pervasa, sentendosi avvampare dalla vergogna e dalla paura, vedendo gli occhi
dell’uomo pieni di odio e nervosismo.
Per un attimo li fissò,
erano davvero stupendi, e dentro di lei, ammontò come mai prima un eccitazione
mista a mistero, che la fece sussultare. Fissò per un attimo il suo volto così
serio e regale, che nemmeno i lunghi giorni di viaggio avevano intaccato. Era
la prima volta che le capitava di fissare così a lungo il volto di quell’uomo,
e riconobbe in esso, una bellezza rara e particolare, e che oltrepassava la
semplice fisicità, era qualcosa che l’attraeva in modo particolare e che
nemmeno Richard poteva eguagliare.
<< No… >>
rispose la donna in un sussurro, abbassando lo sguardo:<< no, non ti
avremmo mia dato retta… >> disse rimproverando sé stessa, facendo una
breve pausa. Voleva aggiungere qualcosa, ma non riuscì a dar voce ai suoi
pensieri, le emozioni che stava provando in quel momento non le davano nemmeno
il tempo di pensare agilmente.
Rahl accennò ad un assenso
con il capo, e in quel gesto, Kahlan intravide un misto di soddisfazione e
frustrazione che l’inquietarono.
Il silenzio diventava minuto
dopo minuto sempre più pesante e Kahlan si sentiva sempre più sopraffatta dalle
emozioni ceche e forti che provava in quel momento. Alzò lo sguardo, con il
fermo intento di ringraziare l’uomo per quello che aveva fatto. Rahl o no,
l’aveva salvata, e meritava la sua riconoscenza.
I suoi occhi ebbero un
sussulto, quando la forma allungata e sottile delle labbra dell’uomo si
pararono davanti a lei. Quella visione le faceva uno strano effetto, le
solleticava la pelle con una strana eccitazione cupa, che mai aveva provato
prima, mai, nemmeno con Richard. Quelle labbra rosate attraevano il suo sguardo
e le facevano provare un’attrazione incontrastata ed irresistibile, e allo
stesso tempo la facevano sentire male. Quante parole di rimprovero e
distruzione avevano rilasciato nel corso del tempo in cui aveva governato come
tiranno su D’Hara e sulle Terre Centrali? Quante sentenze di morte avevano
proclamato. E quante altre donne aveva baciato con quelle stesse labbra che ora
la attraevano tanto? Quante donne aveva sedotto con le parole che fuoriuscivano
da quelle labbra? L’immagine più prossima alla sua mente, nel fissare la labbra
di Rahl, era quella della morte da lui pronunziata e di un bacio appassionato,
caldo, e allo stesso tempo derisorio e vile, perché era probabilmente con un
bacio che aveva sedotto le donne che poi aveva stuprato.
Ebbe un moto di rabbia, che
sentiva essere mitigato dal forte desiderio di baciarlo e di averlo.
Aveva in mente le precise
parole da rivolgergli per ringraziarlo, eppure, non riusciva a dire nulla, così
piena di trasporto com’era.
Per un attimo, nella sua
mente si fece sempre più invadente il pensiero di non essersi accorta d’essere
così vicina a lui. Le sarebbe bastato alzare una mano per toccare il suo petto,
per carezzare il suo volto e sfiorare le sue labbra.
Senza sapere perché tese un
poco in avanti il collo e per qualche attimo avvertì il respiro leggermente
ansioso dell’uomo. L’idea di baciarlo la rendeva incerta e le faceva pensare
prima di tutto a Richard. Come avrebbe fatto a spiegarglielo? Come gli avrebbe
detto che non era stato Rahl a desiderarla ma lei a desiderare lui?
L’atteggiamento di Rahl non pareva teso, né riluttante, né tanto meno
canzonatorio nei suoi confronti. Aspettava che lei dicesse qualcosa, o che
facesse qualcosa, come se, infondo, non gli importasse. Se l’avrebbe baciato
lui non avrebbe opposto resistenza, e allo stesso tempo, non avrebbe detto
nulla, se lei non l’avesse baciato. Quella sua freddezza la rendeva indecisa,
sapere che lui non aveva nessuna intenzione di fare il primo passo le dava
fastidio, forse perché si era sempre aspettata fosse lui a baciarla, forse
perché, dentro di sé, desiderava sempre di più di poterlo baciare e di poter
essere ricambiata da lui.
Con un sospiro indeciso si spinse un po' più avanti,
e per la prima volta, sfiorò la pelle liscia delle sue labbra. Le parevano
perfette, e in quel momento non riuscì ad evitare di pensare a quello che
provava quando baciava Richard. Avrebbe provato lo stesso amore, la stessa
passione, lo tesso desiderio e la stessa infinita felicità nel baciare Darken
Rahl? Nel baciare il fratello dell’uomo che amava?
Per un attimo, nella sua
mente si materializzò il pensiero di doverlo baciare per scoprire quello che
provava veramente. Quel pensiero invadeva tutta sé stessa, ogni suo senso.
Con un sospiro lento e
passionale assaporò con più forza la morbidezza della sua carne. Schiuse un
poco le labbra e con una mano gli accarezzò il petto, facendo scorrere le dita
sempre più inesorabilmente verso la cintola dei pantaloni.
Il contatto con quelle
labbra le faceva male, le spezzava il cuore in mille pezzi, stava tradendo
Richard. Se ne rendeva conto, ma non poteva, non riusciva a fermarsi. Sentiva
la forza del suo potere salirle al petto e invaderle la mente, e sapere che
avrebbe potuto rilasciarlo su di lui senza provocargli alcun danno la
rallegrava e le faceva sentire ancora più desiderio. Se solo quell’uomo fosse
stato Richard.
Rahl aveva mantenuto un
atteggiamento virile l’aveva caldamente assecondata in quel bacio ricco di
cupidigia e sensualità. Non provava nulla, solo una punteggiatura minima di
desiderio, ma sapeva di non poterla assecondare se voleva attuare in modo
ottimale il suo piano. Non provava la stessa lussuria folle e ceca che aveva
provato nel baciare Cara, e non si sentiva nemmeno intenzionato a proseguire o
prolungare quel bacio, gli sarebbe bastato assaporare la sua vittoria.
Kahlan era completamente
rapita dall’intensità di quel bacio. Nelle sue labbra c’era qualcosa di virile
e oscuro che la attraeva, nel suo corpo e nel suo atteggiamento c’era qualcosa
di eccitante che non riusciva ad individuare. Allo stesso tempo odiava sé
stessa per quello che stava facendo, ma non poteva farne a meno, sentire il
rischio di quel momento che le eccitava la pelle, rendendola completamente
incosciente. Era conscia del rischio che stava correndo, di poter essere preda
della violenza e della voracità di quell’uomo, di poter essere abbandonata da
Richard per quello, e sapeva di aver superato il limite e di non poter più
tornare indietro. Al contempo, era quel rischio che la eccitava, il rischio di
perdere tutto in un attimo, l’ amore, al felicità, il controllo del suo potere.
Si sentiva bene e male allo stesso tempo. Finalmente era con qualcuno che non
correva il rischio di essere investito dal suo potere, qualcuno con cui
lasciarsi completamente andare alla passione.
Da come Rahl la baciava non
si sarebbe mai detto intimidito e disinteressato a lei. Il suo bacio era forte
e passionale, di come non avrebbe mai potuto sentire da Richard, di come non
avrebbe mai potuto condividere con l’uomo che amava veramente. Sarebbe stato un
attimo, si convinse. Un attimo di piacere sfrenato che non le sarebbe mai più
capitato di provare, perché non concederselo?
Intensificò il timbro del
suo bacio e sentì il suo potere che si espandeva dentro di lei e che scalpitava
per essere rilasciato. Lo trattenne ancora per un attimo, poi, lo rilasciò e quello
che sentì in quel momento fu sufficiente a spazzare via tutti i pensieri
ragionevoli.
Era libera. Libera di
provare quello che voleva, di fare quello che voleva. Si staccò un poco da lui
e dalla sua gola scaturì un cupo gemito di piacere, infine, riprese a baciarlo,
sentendo sempre più forte la presenza della sue labbra. Non poteva lasciarsele
sfuggire, ora che le aveva trovate.
Fece scivolare la mano
sempre più giù e quando finalmente la sua eccitazione raggiunse il culmine e
ormai anche i loro corpi era vicinissimi, sentì la mano forte di Rahl che le
bloccava il braccio. In un attimo, le labbra calde e lisce di quell’uomo
scomparvero e la sua mano non sfiorò più il suo corpo scolpito.
Fissò l’uomo negli occhi,
convinta di trovarci passione e desiderio, come nei suoi, ma non fu così. C’era
solo delusione e rimprovero e ancora una volta, si sentì perforare dal suo
sguardo, così saggio e senza tempo.
<< Non ti sembra di
eccedere, Kahlan? >> chiese in un sussurrò.
Kahlan si sentì crollare un
macigno addosso, e quello che aveva appena fatto e che stava per fare le piombò
addosso. Aveva quasi tradito Richard. Aveva assecondato la sua cupidigia, e aveva
coinvolto il fratello del suo amato. Come poteva averlo fatto?
Si staccò di scatto da lui e
per un attimo non riuscì nemmeno a fissarlo, talmente si vergognava di quello
che aveva pensato di fare con Rahl.
<< Kahlan… >> la
chiamò Rahl, con un tono insolitamente gentile. La donna alzò di scatto il
volto e si sentì pervadere dal terrore e dal rimorso. Grosse lacrime le
colavano lungo il viso e l’ansia la stringeva in una morsa così stretta da non
riuscire nemmeno a respirare. Singhiozzava e cercava di respirare con più
calma, ma non le riusciva. Si mise le mani sul volto per coprirlo, conscia che
nei suoi occhi si poteva leggere la paura e le disperazione. Se solo avesse
potuto, avrebbe preso un pugnale e se lo sarebbe piantato nel cuore. Come aveva
fatto? Come aveva potuto cedere ad una passione così sfuggente?
Si vergognava di pensare a
quello che avrebbe potuto fare, e di quello che stava già facendo.
Mentre il fiato continuava a
mancarle si passò le mani nei capelli e sentì che la testa le girava, mentre
nella sua mente un pensiero prendeva sempre più piede. Come avrebbe fatto a
guardare Richard negli occhi? Non capiva se era più spaventata di fissare Rahl
o di dover affrontare Richard. Come avrebbe fatto?
Sentì che le gambe non
reggevano più il suo peso e per un attimo le parve di cadere, poi, delle mani
sicure le cinsero la vita e la ressero prontamente. Per un attimo le parve di
scoppiare per la felicità.
Quelle mani, erano quelle di
Richard, lui l’aveva già perdonata. Alzò gli occhi e per un attimo provò paura
nel vedere quegli oceani blu che la fissavano.
Non era Richard, ma un
essere ben più crudele, e allo stesso tempo affascinante. Quegli occhi
maledettamente infiammati e di un così bel blu tempesta erano quelli di Darken
Rahl. Quelli del fratello del suo amato. Quelli della persona con cui aveva
tradito Richard.
Urlò per la disperazione e
desiderò di morire, mentre le mani di Rahl continuavano a sostenerla.
Aveva tradito Richard.
Zedd sospirò pensieroso, non
riusciva ad immaginarsi un incantesimo abbastanza potente per lo scopo che
Richard gli richiedeva. Ne conosceva qualcuno, ma non sarebbe durato per una
settimana o anche più.
<< Bhé, Richard,
potrebbe funzionare… >> disse poi, sentendo la tensione trasmessagli
dagli occhi del nipote:<< ma per un giorno, forse due, poi dovrei tornare
qui e attendere che il mio potere si ristabilizzi… >> spiegò.
Richard parve un poco
contrariato, ma i suoi occhi erano iniettati di testardaggine, se c’era un modo
per controllare le mosse di Rahl, e per evitare che saltasse addosso a Kahlan
alla prima occasione, allora dovevano provarle tutte. Stava per ribattere, ma
Cara, dalla testa del gruppo, continuando a camminare, senza nemmeno voltarsi,
si intromise:<< avevo detto che dovevo andare con loro! >> sbottò
irritata:<< se non volevi che Rahl si prendesse Kahlan, allora dovevi
pensarci prima, io non torno indietro! >> disse:<< e se non ti
sbrighi, cercatore… allora ci metterà meno tempo la Pietra delle Lacrime a
venire da noi, anziché noi da lei! >> aggiunse con un gesto irritato
della mano.
<< Tu non capisci,
Cara! >> disse Richard:<< se amassi una persona la lasceresti sola
ed indifesa? >> chiese di scatto, con un po' troppa ira nella voce, che
irritò parecchio Cara, che si voltò di scatto e lo fissò in cagnesco.
<< Kahlan non è sola,
e comunque… è in grado di difendersi benissimo da sola! >> sbottò.
Al sentire quella parole,
Richard si innervosì ancora di più:<< tu conosci Darken Rahl, meglio di
tutti noi, e sai di quello che è capace! Come puoi anche solo pensare una cosa
simile, Cara? >> domandò con ira nella voce.
<< Nella mia vita ho
subito violenze su violenze, e ti assicuro… >> rispose lei in un
sibilo:<< che non hanno fatto altro che rendermi più forte! >>
sbottò:<< Kahlan imparerà a sue spese come ci si difende davvero!
>> disse quasi urlando, ormai ad un passo dall’estrarre la Agiel.
<< Cara… >> disse
Richard, un poco più contrariato:<< credevo che tu e Kahlan foste amiche…
>> le disse lentamente, con sguardo un po' sospettoso.
Cara si accorse di stare
esagerando, se non voleva deludere Lord Rahl, allora doveva comportarsi
normalmente, non da Mord-Sith.
<< E allora ti sbagliavi!
>> sbottò, la donna, voltandosi nuovamente e riprendendo a camminare
ponendo fine alla disputa.
Richard rimase per un attimo
il silenzio a riflettere sullo strano comportamento di Cara. Non era più la stessa,
da un paio di giorni il suo atteggiamento s’era indurito, e il suo sguardo trasudava
tanto odio da innervosirlo. Pareva fosse tornata la Cara spietata e senza cuore
di un tempo, quando ancora era una Mord-Sith.
<< Hai notato anche tu il cambiamento di Cara?
>> chiese sotto voce a Zedd. Il mago annuì debolmente, fissando la donna
aggrottando le sopracciglia:<< deve essere nervosa, Richard… >>
cercò di spiegare:<< Rahl era il suo Lord Rahl, un tempo, e deve essere
difficile per lei saperlo ancora vivo e pronto a reclamare la sua vendetta. Se
Darken Rahl dovesse vincere… allora Cara dovrebbe patire la sua ira… ti ha
aiutato ad ucciderlo, ricordi? >> spiegò sommessamente, preoccupato per
la faccenda di Cara, per quello che Rahl gli aveva detto pochi giorni prima e
ansioso per quello che presto avrebbe dovuto fare.
<< Zedd… >> lo
chiamò debolmente Richard:<< non so cosa stia succedendo a Cara, ma
finché Kahlan sarà sola con Darken Rahl, allora non riuscirò a pensare ad
altro, e non so cosa Cara abbia in mente… >> disse:<< devi aiutarmi…
>>.
Zedd rimase immobile, le
parole di Rahl gli vorticavano per la testa:
‘ ma la cosa che né mio fratello, né il Guardiano sanno è che io mi sto
prendendo gioco di entrambi!’ quella frase lo tormentava, come Rahl si
stava prendendo gioco di loro? Forse Kahlan centrava qualcosa, e in quel caso
avrebbe dovuto dire tutto a Richard, immediatamente.
Stava per aprire bocca,
quando alla mente gli tornò la voce di Rahl:
’ motivo in più per odiarti…’ . Già, Richard l’avrebbe odiato perché lui
sapeva e non aveva fatto nulla per impedirlo. No, non poteva dire nulla al
nipote, non adesso, aveva sbagliato fin dal principio, e Rahl se n’era approfittato.
Rahl sapeva che non avrebbe detto nulla al nipote, o per lo meno, non subito, così
aveva affrettato i tempi del suo inganno, e adesso, Zedd si vedeva costretto a
mantenere un orribile segreto.
<< ‘abbia in mente…’ ?
>> chiese sovrappensiero.
<< Sì… >>
rispose Richard:<< come mai Cara è cambia così d’improvviso? Secondo me
non è solo per quello che hai detto tu, Zedd. Deve esserci sotto qualcosa d’altro…
e io voglio capire cosa… ma se penso a Kahlan io… io non… >> le parole
gli mancarono dalla bocca, era difficile spiegare a parole quello che provava
in quel momento. Frustrazione, preoccupazione, paura e riluttanza. Voleva
tornare indietro, andare da Kahlan, ma non poteva, doveva salvare il mondo, e quella
strana sensazione di doversi sdoppiare lo squassava fin nel profondo.
<< Ti capisco, ragazzo
mio… >> lo distolse dal suo meditare Zedd, mettendogli una mano sulla
spalla, in un gesto pieno di saggezza:<< e so come fare per alleviare la
tua frustrazione! >> annunciò. Non era del tutto sicuro della durata dell’incantesimo
che aveva in mente, ma voleva aiutare suo nipote, non voleva che lui lo
odiasse.
Richard lo fissò estasiato,
con gli occhi che scintillavano, con una gioia, scritta in volto, che da tempo
non era più in quegli occhi:<< allora? Di che si tratta? >> chiese
ansioso.
<< Bhé, ragazzo mio… >> prese a spiegare con voce saggia e atteggiamento un po' superbo Zedd:<< quello che sto per attuare, è un incantesimo che solo un mago del prim’ordine, sa fare… >>.
***
Ciao a tutti!!! Come al solito ringrazio tutti coloro che hanno recensito!!!!! Siete sempre delle ottime consigliere!!!!
Vi do appuntamento alla prossima, se vi va!!!
Un bacio, Hivy!!!