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Autore: Hivy    03/09/2011    4 recensioni
L'arrivo di un compagno di viaggio sgradito complica le cosa tra Zedd, Richard, Kahlan e Cara, soprattutto se quel nuovo arrivato e Darken Rahl, sempre più intenzionato a governare le Terre Centrali, il D'Hara e i Territori dell'Ovest.
Le parole del perfido Darken Rahl riusciranno a mettere zizzagna tra i quattro, portandoli ad un inevitabile scontro?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V

Capitolo V

 

Kahlan camminava abbastanza velocemente accanto a lui. Aveva le mani pinzate ai lacci delle zaino e lo sguardo basso, non voleva rischiare di incontrare gli occhi di Rahl, sapeva che se sarebbe successo avrebbe trovato una soddisfazione tale da farla stare male. Gli occhi e l’atteggiamento di quell’uomo erano impregnati di un oscuro e potente fascino che l’inquietava. Quelle orbite blu avevano il potere di attrarla, ma allo stesso tempo di inquietarla e di ripudiare la sua fiducia. Si sentiva persa e intimorita ogni qualvolta lo fissava, ogni qualvolta era costretta a contemplare il suo sguardo.

Pensò a Richard e a come le piaceva fissare i suoi occhi, non riuscì a non pensare che anche gli occhi di Rahl le piacevano molto, ma in un modo che non aveva mai provato prima. Erano belli, penetranti, e le piaceva il loro colore, che le ricordava il mare in tempesta, eppure, ne era disgustata, perché fissandoli vedeva odio, rabbia, rancore, vendetta…

Indugiando in quei pensieri continuava a camminare in silenzio, avevano abbandonato il sentiero da poco  e adesso, stavano percorrendo un tratto di boscaglia, per spostarsi sul lato sud-est, più vicino ai Pilastri della Creazione.

I terriccio era morbido sotto i loro piedi, l’aria del mattino, non troppo calda era tappata dalle fronde fitte della macchia che precedeva la spiaggia. L’odore della salsedine era sempre più forte e lei trovava in esso la sua unica via di scampo. L’unica cosa che poteva apprezzare di quel viaggio era l’odore della salsedine. Adorava il mare, e si sentiva bene al pensiero che presto avrebbe potuto vederlo. Avrebbe preferito essere con Richard, tra le sue braccia a fissare il tramontare del sole nelle acqua gorgoglianti del mare, seduti sulla sabbia tiepida. Invece, ci sarebbe andata con Rahl. A volte gli spiriti giocavano davvero brutti scherzi. Pensare, che in quei giorni, capendo di starsi avvicinando al mare aveva desiderato una cosa del genere, ma mai, avrebbe immaginato di doverla affrontare con Rahl. Aveva desiderato un viaggio in riva al mare, ma mai aveva espresso il folle desiderio di essere con Rahl, prigioniera dei suoi occhi passionali e oscuri. In lui aveva sempre visto una persona ombrosa e tetra, e quel viaggio non avrebbe fatto altro che confermaglielo.

Per un attimo le passarono per la testa le parole di Richard:’ quale occasione migliore di questa per averti tutta per sé?’ rabbrividì al pensiero di dover affrontare una notte con quell’uomo. Come avrebbe fatto a dormire serena quando Rahl era inevitabilmente là nei paraggi? Avrebbe osato prenderla quella notte stessa con la forza? No, non le avrebbe mai dato quella soddisfazione, avrebbe combattuto in tutti i modi, piuttosto che subire uno stupro da parte di quell’uomo. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di aggiungere anche il suo nome alla lista delle tante altre donne che aveva violentato. No, avrebbe combattuto con tutti i suoi mezzi, avrebbe anche tentato di confessarlo se fosse stato necessario, anche se avrebbe sprecato il suo potere e ci avrebbe messo ore per riacquistarlo, avrebbe fatto di tutto.

D’un tratto, si sentì tirare da parte ed il suo cuore ebbe un sussulto, non aveva nemmeno il pudore di attendere quella notte per prenderla, l’avrebbe fatto, lì, in quella macchia d’alberi.

Non ebbe la forza di pesare ad altro, sentiva la sua mano che le stringeva l’avambraccio e la traeva inesorabilmente verso di sé, con foga. Alzò la testa di scatto e cercò di dimenarsi, ma subito incrociò lo sguardo dell’uomo, e si sentì morire. Non era come se l’era immaginato. Il suo sguardo era fermo e determinato, impregnato da una vena leggermente teatrale e spaventata che non aveva mai visto aleggiare nei suoi occhi. Sentì il suo tocco un po' troppo forte sul braccio e si lasciò sfuggire un gemito di dolore, infine, a pochi centimetri dal suo volto, sentì uno spostamento d’aria improvviso e per un secondo una sagoma argentata le sfrecciò davanti. Senza capire quello che stava succedendo seguì la traiettoria dell’oggetto e quando il dacra argentato si appuntò nella spessa corteccia di un albero i suoi occhi si spalancarono sorpresi e spaventati. Rahl non la stava minacciando, la stava salvando. Per un attimo le parve di intravedere delle sagome rossastre, poi in un attimo tutto tornò tranquillo.

Girò lo sguardo e accanto a lei, quasi a sfiorarle una spalle vide il petto poderoso di Rahl. Alzò lo sguardo di poco e lo fissò negli occhi. Erano immobili, e a differenza di poco prima dentro di essi vide orgoglio e fierezza, misti a furbizia, come sempre balenava una vena di oscurità e vendetta. Abbassò lo sguardo sentendo emozioni differenti pervaderla. Da una parte c’era la riluttanza, dall’altra la riconoscenza per averla salvata dall’attacco delle Sorelle dell’Oscurità e ancora, una vena di passione e attrazione mai provata prima per quell’uomo.

<< Come…?  >> dalle sue labbra non uscì altro che quella parola. Avrebbe voluto digli tante cose, ringraziarlo prima di tutto, rimproverarlo per averle fatto male e allo stesso tempo urlagli contro per la rabbia, non aveva il diritto di toccarla. L’unica cosa che uscì dalla sua bocca, però, fu quella parola, pronunciata con terrore e ingenuità.

Rahl la fissò per un attimo, leggermente contrariato, poi la sua fronte si increspò un poco:<< ti senti bene? >> chiese con un freddezza nella voce che fece irritare la donna, come se quella domanda fosse d’obbligo, non pronunciata per semplice interesse o preoccupazione.

<< Sì >> disse franca, fissandolo irritata, come poteva essere così passivo, come poteva essere sempre così superiore e superbo in ogni singolo momento, in ogni occasione?

<< Come lo sapevi? >> chiese Kahlan dopo un poco di tempo, con il tono di voce basso. Avrebbe voluto ringraziarlo, ma allo stesso tempo temeva persino di chiedergli come aveva fatto a salvarla, sicura che nella sua risposta ci sarebbe stata una beffa sott’intesa o un auto compiacimento.

<< Ci seguono da tre giorni, immaginavo che ci avrebbero attaccati… >> disse freddamente lui senza nemmeno voltarsi a fissarla.

Kahlan fu per un attimo sconcertata. Tre giorni prima erano ancora in compagnia di Zedd, Cara e Richard, come potevano, loro, non essersene accorti? Rahl le faceva, ora dopo ora, sempre più paura.

<< Perché non ci hai avvisati, allora? >> chiese la donna, accorgendosi di aver parlato troppo duramente, apparendo più presuntuosa e arrabbiata di quello che era veramente.

Rahl parve divertito da quella domanda, e sogghignò in modo pacato, poi, in uno scatto rapido si voltò:<< mi avreste ascoltato, o avreste pensato che era un altro dei miei giochetti per rallentarvi, e consegnare così la vittoria nelle mani del Guardiano? >> chiese con tanta irritazione nella voce che Kahlan ne fu pervasa, sentendosi avvampare dalla vergogna e dalla paura, vedendo gli occhi dell’uomo pieni di odio e nervosismo.

Per un attimo li fissò, erano davvero stupendi, e dentro di lei, ammontò come mai prima un eccitazione mista a mistero, che la fece sussultare. Fissò per un attimo il suo volto così serio e regale, che nemmeno i lunghi giorni di viaggio avevano intaccato. Era la prima volta che le capitava di fissare così a lungo il volto di quell’uomo, e riconobbe in esso, una bellezza rara e particolare, e che oltrepassava la semplice fisicità, era qualcosa che l’attraeva in modo particolare e che nemmeno Richard poteva eguagliare.

<< No… >> rispose la donna in un sussurro, abbassando lo sguardo:<< no, non ti avremmo mia dato retta… >> disse rimproverando sé stessa, facendo una breve pausa. Voleva aggiungere qualcosa, ma non riuscì a dar voce ai suoi pensieri, le emozioni che stava provando in quel momento non le davano nemmeno il tempo di pensare agilmente.

Rahl accennò ad un assenso con il capo, e in quel gesto, Kahlan intravide un misto di soddisfazione e frustrazione che l’inquietarono.

Il silenzio diventava minuto dopo minuto sempre più pesante e Kahlan si sentiva sempre più sopraffatta dalle emozioni ceche e forti che provava in quel momento. Alzò lo sguardo, con il fermo intento di ringraziare l’uomo per quello che aveva fatto. Rahl o no, l’aveva salvata, e meritava la sua riconoscenza.

I suoi occhi ebbero un sussulto, quando la forma allungata e sottile delle labbra dell’uomo si pararono davanti a lei. Quella visione le faceva uno strano effetto, le solleticava la pelle con una strana eccitazione cupa, che mai aveva provato prima, mai, nemmeno con Richard. Quelle labbra rosate attraevano il suo sguardo e le facevano provare un’attrazione incontrastata ed irresistibile, e allo stesso tempo la facevano sentire male. Quante parole di rimprovero e distruzione avevano rilasciato nel corso del tempo in cui aveva governato come tiranno su D’Hara e sulle Terre Centrali? Quante sentenze di morte avevano proclamato. E quante altre donne aveva baciato con quelle stesse labbra che ora la attraevano tanto? Quante donne aveva sedotto con le parole che fuoriuscivano da quelle labbra? L’immagine più prossima alla sua mente, nel fissare la labbra di Rahl, era quella della morte da lui pronunziata e di un bacio appassionato, caldo, e allo stesso tempo derisorio e vile, perché era probabilmente con un bacio che aveva sedotto le donne che poi aveva stuprato.

Ebbe un moto di rabbia, che sentiva essere mitigato dal forte desiderio di baciarlo e di averlo.

Aveva in mente le precise parole da rivolgergli per ringraziarlo, eppure, non riusciva a dire nulla, così piena di trasporto com’era.

Per un attimo, nella sua mente si fece sempre più invadente il pensiero di non essersi accorta d’essere così vicina a lui. Le sarebbe bastato alzare una mano per toccare il suo petto, per carezzare il suo volto e sfiorare le sue labbra.

Senza sapere perché tese un poco in avanti il collo e per qualche attimo avvertì il respiro leggermente ansioso dell’uomo. L’idea di baciarlo la rendeva incerta e le faceva pensare prima di tutto a Richard. Come avrebbe fatto a spiegarglielo? Come gli avrebbe detto che non era stato Rahl a desiderarla ma lei a desiderare lui? L’atteggiamento di Rahl non pareva teso, né riluttante, né tanto meno canzonatorio nei suoi confronti. Aspettava che lei dicesse qualcosa, o che facesse qualcosa, come se, infondo, non gli importasse. Se l’avrebbe baciato lui non avrebbe opposto resistenza, e allo stesso tempo, non avrebbe detto nulla, se lei non l’avesse baciato. Quella sua freddezza la rendeva indecisa, sapere che lui non aveva nessuna intenzione di fare il primo passo le dava fastidio, forse perché si era sempre aspettata fosse lui a baciarla, forse perché, dentro di sé, desiderava sempre di più di poterlo baciare e di poter essere ricambiata da lui.

Con un  sospiro indeciso si spinse un po' più avanti, e per la prima volta, sfiorò la pelle liscia delle sue labbra. Le parevano perfette, e in quel momento non riuscì ad evitare di pensare a quello che provava quando baciava Richard. Avrebbe provato lo stesso amore, la stessa passione, lo tesso desiderio e la stessa infinita felicità nel baciare Darken Rahl? Nel baciare il fratello dell’uomo che amava?

Per un attimo, nella sua mente si materializzò il pensiero di doverlo baciare per scoprire quello che provava veramente. Quel pensiero invadeva tutta sé stessa, ogni suo senso.

Con un sospiro lento e passionale assaporò con più forza la morbidezza della sua carne. Schiuse un poco le labbra e con una mano gli accarezzò il petto, facendo scorrere le dita sempre più inesorabilmente verso la cintola dei pantaloni.

Il contatto con quelle labbra le faceva male, le spezzava il cuore in mille pezzi, stava tradendo Richard. Se ne rendeva conto, ma non poteva, non riusciva a fermarsi. Sentiva la forza del suo potere salirle al petto e invaderle la mente, e sapere che avrebbe potuto rilasciarlo su di lui senza provocargli alcun danno la rallegrava e le faceva sentire ancora più desiderio. Se solo quell’uomo fosse stato Richard.

Rahl aveva mantenuto un atteggiamento virile l’aveva caldamente assecondata in quel bacio ricco di cupidigia e sensualità. Non provava nulla, solo una punteggiatura minima di desiderio, ma sapeva di non poterla assecondare se voleva attuare in modo ottimale il suo piano. Non provava la stessa lussuria folle e ceca che aveva provato nel baciare Cara, e non si sentiva nemmeno intenzionato a proseguire o prolungare quel bacio, gli sarebbe bastato assaporare la sua vittoria.

Kahlan era completamente rapita dall’intensità di quel bacio. Nelle sue labbra c’era qualcosa di virile e oscuro che la attraeva, nel suo corpo e nel suo atteggiamento c’era qualcosa di eccitante che non riusciva ad individuare. Allo stesso tempo odiava sé stessa per quello che stava facendo, ma non poteva farne a meno, sentire il rischio di quel momento che le eccitava la pelle, rendendola completamente incosciente. Era conscia del rischio che stava correndo, di poter essere preda della violenza e della voracità di quell’uomo, di poter essere abbandonata da Richard per quello, e sapeva di aver superato il limite e di non poter più tornare indietro. Al contempo, era quel rischio che la eccitava, il rischio di perdere tutto in un attimo, l’ amore, al felicità, il controllo del suo potere. Si sentiva bene e male allo stesso tempo. Finalmente era con qualcuno che non correva il rischio di essere investito dal suo potere, qualcuno con cui lasciarsi completamente andare alla passione.

Da come Rahl la baciava non si sarebbe mai detto intimidito e disinteressato a lei. Il suo bacio era forte e passionale, di come non avrebbe mai potuto sentire da Richard, di come non avrebbe mai potuto condividere con l’uomo che amava veramente. Sarebbe stato un attimo, si convinse. Un attimo di piacere sfrenato che non le sarebbe mai più capitato di provare, perché non concederselo?

Intensificò il timbro del suo bacio e sentì il suo potere che si espandeva dentro di lei e che scalpitava per essere rilasciato. Lo trattenne ancora per un attimo, poi, lo rilasciò e quello che sentì in quel momento fu sufficiente a spazzare via tutti i pensieri ragionevoli.

Era libera. Libera di provare quello che voleva, di fare quello che voleva. Si staccò un poco da lui e dalla sua gola scaturì un cupo gemito di piacere, infine, riprese a baciarlo, sentendo sempre più forte la presenza della sue labbra. Non poteva lasciarsele sfuggire, ora che le aveva trovate.

Fece scivolare la mano sempre più giù e quando finalmente la sua eccitazione raggiunse il culmine e ormai anche i loro corpi era vicinissimi, sentì la mano forte di Rahl che le bloccava il braccio. In un attimo, le labbra calde e lisce di quell’uomo scomparvero e la sua mano non sfiorò più il suo corpo scolpito. 

Fissò l’uomo negli occhi, convinta di trovarci passione e desiderio, come nei suoi, ma non fu così. C’era solo delusione e rimprovero e ancora una volta, si sentì perforare dal suo sguardo, così saggio e senza tempo.

<< Non ti sembra di eccedere, Kahlan? >> chiese in un sussurrò.

Kahlan si sentì crollare un macigno addosso, e quello che aveva appena fatto e che stava per fare le piombò addosso. Aveva quasi tradito Richard. Aveva assecondato la sua cupidigia, e aveva coinvolto il fratello del suo amato. Come poteva averlo fatto?

Si staccò di scatto da lui e per un attimo non riuscì nemmeno a fissarlo, talmente si vergognava di quello che aveva pensato di fare con Rahl.

<< Kahlan… >> la chiamò Rahl, con un tono insolitamente gentile. La donna alzò di scatto il volto e si sentì pervadere dal terrore e dal rimorso. Grosse lacrime le colavano lungo il viso e l’ansia la stringeva in una morsa così stretta da non riuscire nemmeno a respirare. Singhiozzava e cercava di respirare con più calma, ma non le riusciva. Si mise le mani sul volto per coprirlo, conscia che nei suoi occhi si poteva leggere la paura e le disperazione. Se solo avesse potuto, avrebbe preso un pugnale e se lo sarebbe piantato nel cuore. Come aveva fatto? Come aveva potuto cedere ad una passione così sfuggente?

Si vergognava di pensare a quello che avrebbe potuto fare, e di quello che stava già facendo.

Mentre il fiato continuava a mancarle si passò le mani nei capelli e sentì che la testa le girava, mentre nella sua mente un pensiero prendeva sempre più piede. Come avrebbe fatto a guardare Richard negli occhi? Non capiva se era più spaventata di fissare Rahl o di dover affrontare Richard. Come avrebbe fatto?

Sentì che le gambe non reggevano più il suo peso e per un attimo le parve di cadere, poi, delle mani sicure le cinsero la vita e la ressero prontamente. Per un attimo le parve di scoppiare per la felicità.

Quelle mani, erano quelle di Richard, lui l’aveva già perdonata. Alzò gli occhi e per un attimo provò paura nel vedere quegli oceani blu che la fissavano.

Non era Richard, ma un essere ben più crudele, e allo stesso tempo affascinante. Quegli occhi maledettamente infiammati e di un così bel blu tempesta erano quelli di Darken Rahl. Quelli del fratello del suo amato. Quelli della persona con cui aveva tradito Richard.

Urlò per la disperazione e desiderò di morire, mentre le mani di Rahl continuavano a sostenerla.

Aveva tradito Richard.

 

Zedd sospirò pensieroso, non riusciva ad immaginarsi un incantesimo abbastanza potente per lo scopo che Richard gli richiedeva. Ne conosceva qualcuno, ma non sarebbe durato per una settimana o anche più.

<< Bhé, Richard, potrebbe funzionare… >> disse poi, sentendo la tensione trasmessagli dagli occhi del nipote:<< ma per un giorno, forse due, poi dovrei tornare qui e attendere che il mio potere si ristabilizzi… >> spiegò.

Richard parve un poco contrariato, ma i suoi occhi erano iniettati di testardaggine, se c’era un modo per controllare le mosse di Rahl, e per evitare che saltasse addosso a Kahlan alla prima occasione, allora dovevano provarle tutte. Stava per ribattere, ma Cara, dalla testa del gruppo, continuando a camminare, senza nemmeno voltarsi, si intromise:<< avevo detto che dovevo andare con loro! >> sbottò irritata:<< se non volevi che Rahl si prendesse Kahlan, allora dovevi pensarci prima, io non torno indietro! >> disse:<< e se non ti sbrighi, cercatore… allora ci metterà meno tempo la Pietra delle Lacrime a venire da noi, anziché noi da lei! >> aggiunse con un gesto irritato della mano.

<< Tu non capisci, Cara! >> disse Richard:<< se amassi una persona la lasceresti sola ed indifesa? >> chiese di scatto, con un po' troppa ira nella voce, che irritò parecchio Cara, che si voltò di scatto e lo fissò in cagnesco.

<< Kahlan non è sola, e comunque… è in grado di difendersi benissimo da sola! >> sbottò.

Al sentire quella parole, Richard si innervosì ancora di più:<< tu conosci Darken Rahl, meglio di tutti noi, e sai di quello che è capace! Come puoi anche solo pensare una cosa simile, Cara? >> domandò con ira nella voce.

<< Nella mia vita ho subito violenze su violenze, e ti assicuro… >> rispose lei in un sibilo:<< che non hanno fatto altro che rendermi più forte! >> sbottò:<< Kahlan imparerà a sue spese come ci si difende davvero! >> disse quasi urlando, ormai ad un passo dall’estrarre la Agiel.

<< Cara… >> disse Richard, un poco più contrariato:<< credevo che tu e Kahlan foste amiche… >> le disse lentamente, con sguardo un po' sospettoso.

Cara si accorse di stare esagerando, se non voleva deludere Lord Rahl, allora doveva comportarsi normalmente, non da Mord-Sith.

<< E allora ti sbagliavi! >> sbottò, la donna, voltandosi nuovamente e riprendendo a camminare ponendo fine alla disputa.

Richard rimase per un attimo il silenzio a riflettere sullo strano comportamento di Cara. Non era più la stessa, da un paio di giorni il suo atteggiamento s’era indurito, e il suo sguardo trasudava tanto odio da innervosirlo. Pareva fosse tornata la Cara spietata e senza cuore di un tempo, quando ancora era una Mord-Sith.

<< Hai  notato anche tu il cambiamento di Cara? >> chiese sotto voce a Zedd. Il mago annuì debolmente, fissando la donna aggrottando le sopracciglia:<< deve essere nervosa, Richard… >> cercò di spiegare:<< Rahl era il suo Lord Rahl, un tempo, e deve essere difficile per lei saperlo ancora vivo e pronto a reclamare la sua vendetta. Se Darken Rahl dovesse vincere… allora Cara dovrebbe patire la sua ira… ti ha aiutato ad ucciderlo, ricordi? >> spiegò sommessamente, preoccupato per la faccenda di Cara, per quello che Rahl gli aveva detto pochi giorni prima e ansioso per quello che presto avrebbe dovuto fare.

<< Zedd… >> lo chiamò debolmente Richard:<< non so cosa stia succedendo a Cara, ma finché Kahlan sarà sola con Darken Rahl, allora non riuscirò a pensare ad altro, e non so cosa Cara abbia in mente… >> disse:<< devi aiutarmi… >>.

Zedd rimase immobile, le parole di Rahl gli vorticavano per la testa: ‘ ma la cosa che né mio fratello, né il Guardiano sanno è che io mi sto prendendo gioco di entrambi!’ quella frase lo tormentava, come Rahl si stava prendendo gioco di loro? Forse Kahlan centrava qualcosa, e in quel caso avrebbe dovuto dire tutto a Richard, immediatamente.

Stava per aprire bocca, quando alla mente gli tornò la voce di Rahl: ’ motivo in più per odiarti…’ . Già, Richard l’avrebbe odiato perché lui sapeva e non aveva fatto nulla per impedirlo. No, non poteva dire nulla al nipote, non adesso, aveva sbagliato fin dal principio, e Rahl se n’era approfittato. Rahl sapeva che non avrebbe detto nulla al nipote, o per lo meno, non subito, così aveva affrettato i tempi del suo inganno, e adesso, Zedd si vedeva costretto a mantenere un orribile segreto.

<< ‘abbia in mente…’ ?  >> chiese sovrappensiero.

<< Sì… >> rispose Richard:<< come mai Cara è cambia così d’improvviso? Secondo me non è solo per quello che hai detto tu, Zedd. Deve esserci sotto qualcosa d’altro… e io voglio capire cosa… ma se penso a Kahlan io… io non… >> le parole gli mancarono dalla bocca, era difficile spiegare a parole quello che provava in quel momento. Frustrazione, preoccupazione, paura e riluttanza. Voleva tornare indietro, andare da Kahlan, ma non poteva, doveva salvare il mondo, e quella strana sensazione di doversi sdoppiare lo squassava fin nel profondo.

<< Ti capisco, ragazzo mio… >> lo distolse dal suo meditare Zedd, mettendogli una mano sulla spalla, in un gesto pieno di saggezza:<< e so come fare per alleviare la tua frustrazione! >> annunciò. Non era del tutto sicuro della durata dell’incantesimo che aveva in mente, ma voleva aiutare suo nipote, non voleva che lui lo odiasse.

Richard lo fissò estasiato, con gli occhi che scintillavano, con una gioia, scritta in volto, che da tempo non era più in quegli occhi:<< allora? Di che si tratta? >> chiese ansioso.

<< Bhé, ragazzo mio… >> prese a spiegare con voce saggia e atteggiamento un po' superbo Zedd:<< quello che sto per attuare, è un incantesimo che solo un mago del prim’ordine, sa fare… >>.

***

Ciao a tutti!!! Come al solito ringrazio tutti coloro che hanno recensito!!!!! Siete sempre delle ottime consigliere!!!!

Vi do appuntamento alla prossima, se vi va!!!

Un bacio,  Hivy!!!

 

  
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