Capitolo 31

Ginny Weasley stava osservando attentamente Draco Malfoy. Erano passati pochi giorni dal suo incontro con George e da allora sembrava...spento. Più ghiacciato di un ghiacciolo.

Era seduto per terra con le spalle appoggiate al divano. Tom e Blaise ai lati. Come a proteggerlo da un qualsiasi attacco. Stava cercando di insegnare a Blaise suonare decentemente la chitarra.

“No, Bla...non tenerla così! Me la soffochi!”

“Oh, ma quante storie! Mica è una donna!”

“E invece lo è. Devi saperla portare come una dama mentre balli. Altrimenti lei non suona e tu fai una figuraccia.”

Tom ghignò:”Blaise le fa già le figuracce con le donne...di certo una in più o una in meno non cambia...”

Blaise fulminò con lo sguardo il maggiore dei fratelli e poi guardò Draco:”E comunque non è colpa mia! E' la tua chitarra che non va d'accordo con me!”

“Sei tu che la tratti come uno straccio! Devi accarezzarla, non stritolarla!”

“Blaise...sicuro di non essere un serial killer di dame?” ribatté Tom.

Blaise gli fece la linguaccia:”Cadevano tutte ai miei piedi a Hogwarts...”

Ginny alzò un sopracciglio:”Io sapevo che morivano dietro tutte a Draco. Poi si facevano consolare da te...”

Draco e Tom sorrisero identici. Blaise invece la fulminò:”Molto divertente, Ginevra. Ma ricordo che anche tu...ahia!” disse Blaise dopo che Draco gli ebbe tirato un pugno sulla spalla.

“Non si rinfacciano le debolezze alle donne, Blaise. Sei un maleducato! E smettila di soffocare la mia chitarra!” urlò infine il biondo, riprendendosela.

“Non è colpa mia! Quella di Tom è più docile!”

“Questo perché la mia non è costretta a suonare lagne...” disse Tom divertito.

Draco gli fece una linguaccia. Pizzicò piano le corde. Come la carezza di un amante. Come il tocco dolce di un padre.

I'm reflecting on who I've let go 
The people I've hurt in ways I'll never know 

And I never meant to be hurtful to you 
Please don't hate me 
All I can say I did, All I could do 
Please don't hate me for this 
 

Inspiegabilmente si ruppe una corda. Tutti lo guardarono, preparati a una scenata isterica. Ma le sue iridi si allargarono e lui non sentì niente.

Inspiegabilmente si ruppe una corda.

“Draco...perché hai smesso?” gli chiese Narcissa.

“Si è rotta una corda mamma...” ma lui stava guardando intensamente sua zia Bella.

“Il Signore Oscuro vuole parlarti, Draco” disse lei con la sua voce da serpe.

Draco annuì e si diresse verso le prigioni. Non era un buon segno, non era mai un buon segno. Per fortuna Tom era rinchiuso nella loro stanza...

“Volevate parlarmi, mio Signore?” chiese ritrovandosi davanti a lui.

“Non ho mai detto niente sulla tua incompetenza di portare a termine la missione che ti avevo affidato, Draco. Perché, nonostante tutto, in un modo o nell'altro è stata portata a termine.”

“E di questo vi sono molto grado, mio Signore.”

“Non ho neanche fatto una piega quando mi hai coraggiosamente pregato di non fare del male a tua madre, offrendoti tu al suo posto. Molto...Grifondoro da parte tua” disse l'altro con disprezzo.

“Mi dispiace avervi dato quest'impressione, mio Signore. Volevo solo proteggerla. Non volevo sembrare coraggioso.”

Lord Voldemort annuì:”Sono anche rimasto molto sorpreso quando ho saputo che avevi riportato indietro mio figlio Thomas...Molto sorpreso. Non ti credevo così potente.”

Draco abbassò il capo in segno di rispetto:”Vi ringrazio.”

“Ma vedi Draco...non tollero deboli nel mio esercito. E tu ti sei mostrato debole quando non hai saputo uccidere Silente...E le debolezze vanno punite, lo sai vero?”

Draco tenne ancora lo sguardo basso e la testa china.

“Sectumsempra!”

Draco cadde a terra come una foglia autunnale. Senza fare rumore, senza disturbare. Non un lamento uscì dalla sua bocca. Sentì il sangue abbandonarlo e bagnare il pavimento. Sentì la vista offuscarsi. Gli sembrava di essere tornato indietro di 11 anni. Quel giorno...sulla neve...

“Severus, ferma il sangue solo quando il giovane Malfoy rischia il dissanguamento. E' molto brillante per la sua età, sarebbe un peccato perderlo...”

Ma quando il giovane Malfoy si alzò, ormai curato, non sentì niente. Nessun battito, nessun dolore.

Tutti continuarono a fissare Draco. Lui ricambiò lo sguardo e disse:”Che c'è?”

“Hai avuto una visione...” disse Tom.

Draco fece spallucce:”Solo un ricordo” disse ritornando a suonare. Era tornato.

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Hermione si era rintanata nella biblioteca al piano terra. Era intenta a studiare un antico volume polveroso di Rune Antiche. Era impressionante quanto sapere ci fosse a Villa Malfoy.

Era talmente assorta nello studio che non sentì Ron avvicinarsi. Lui le posò una mano sulla spalla, poi scese lungo i fianchi. Sentì dei brividi percorrerle la schiena. Ma non erano più di piacere. Erano di...disgusto.

Qualcosa era cambiato nel loro rapporto. Si sentiva usata, sfruttata...una sgualdrina, ecco come si sentiva!

Si era rotto per sempre il legame indistruttibile che credevano di avere.

La Ragione si prendeva gioco di lei, continuando a ripeterle che aveva fatto al scelta sbagliata e che adesso doveva pagarne le conseguenze.

Sentì le labbra di Ron solleticarle il collo. Che...schifo...

Sentì qualcuno entrare, la porta cigolò appena. Passi leggeri entrarono nella stanza.

Draco lasciò un volume alto e polveroso su un tavolo e ne prese subito altri tre con la sola forza del pensiero.

Non li degnò neanche di uno sguardo.

Non si meritavano così tante attenzioni.

Chi sei tu? Gli chiese una voce nella sua testa.

Sono un Malfoy. Sono un Serpeverde. Il vecchio Draco è tornato.

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Harry osservò attentamente Draco. Era seduto a gambe incrociate davanti al camino. La schiena appoggiata al divano. Tom e Blaise ai lati. Come a proteggerlo da qualsiasi attacco.

Era stato il meno toccato dagli eventi di quella giornata. Hermione e Ron non avevano fatto altro che litigare e fare pace tutto il giorno.

Erano quattro giorni che continuavano a comportarsi come il gatto che corre dietro al topo.

“Leggi ad una velocità incredibile, Malfoy...” gli disse per cercare di fargli alzare lo sguardo. Sperava di intravedere qualcosa nei suoi occhi grigi.

Il biondo girò pagina e disse solamente:”A differenza tua Potter, io trovo questa attività molto rilassante.”

“E che cosa staresti leggendo di bello?”

“Come fottere la ragazza del tuo miglior nemico” disse lui seriamente.

Harry sbiancò. Non poteva essere vero...

Tom e Blaise scoppiarono a ridere. Tom con le lacrime agli occhi, Blaise che si teneva la pancia dal ridere.

“Dovresti vedere la tua faccia, Harry!” disse Blaise:”Per Morgana! E' così buffa!!!”

Tom fu il primo a ritornare serio:”Harry sta tranquillo. Dra cercava solo di fare del sarcasmo.”

Harry sospirò sollevato:”No, sul serio. Che stai leggendo?”

“Sto ripassando il rituale. Tra una settimana George dovrebbe essere qui.”

“Oh...che bravo il bambino!! Sta' studiando!!” disse Tom ironicamente.

“Sta' zitto, Thomas” disse Draco tra i denti.

“Nervosetto, Malfoy? Il rituale ti spaventa?” disse Harry ghignando.

Tom alzò una mano, come per zittire tutte le prossime battute. Corrugò la fronte e scattò. Afferrò il braccio sinistro di Draco e alzò la manica.

“Draco! Dannazione! Sta scottando!” urlò Tom preoccupato.

“Ma tu guarda...Non l'avevo proprio notato...” disse Draco sarcastico.

“Cosa sta succedendo, Dra?”

“Se potessi vederlo, te lo...”

“Sei tornata in ottima forma, Pansy”. Zio Lestrange...

“Grazie mille, Signore. Ci è voluto un po' più del necessario, ma sono di nuovo pronta per lottare.”

“Non è stato tempo sprecato, mia cara. Voglio che tu faccia una cosa per me.”

“Naturalmente, mio Signore.”

“Voglio che tu convinca Draco a ritornare con noi. Ci servono i suoi innati poteri per riportarlo indietro...”

“Certamente, mio Signore. Vado subito.”

“NO!” urlò l'altro:”Voglio che tu gli spedisca una lettera. Vi incontrerete da Madama Rosmerta la prima notte della prossima Luna Piena.”

“Tra quasi tre settimane, quindi?”

Draco scosse le spalle e si alzò.

“Che cosa hai visto?” gli chiese Tom preoccupato.

“Tra tre settimane vedrò Pansy. Niente di nuovo” disse lui glaciale.

Harry lo guardò attentamente. Occhi vitrei...spenti...vuoti...occhi come...morti. Aveva quelli stessi occhi durante tutto il loro sesto anno. Stava ritornando ad essere quello di sempre...

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“Apollo...fermati, ti prego!” sussurrò una voce femminile e gentile.

“Che cosa vuoi?” ribatté la divinità.

“Non ha sofferto abbastanza quel povero ragazzo? Ha bisogno di tranquillità per fare il rituale!”

“Dovrà affrontare Ade. Ha bisogno di ritornare il pezzo di ghiaccio che era un tempo.”

“Ade lo affronterò io, se necessario!”

“NO!”

Apollo si girò verso la donna. Il volto preoccupato e terrorizzato all'idea di vederla combattere:”Tu dovrei riportare indietro l'anima di Fred Weasley, Iride. Lui e Tom saranno necessari durante la Battaglia.”

La dea Iride sospirò sconfitta:”Ti prego Apollo. Lascialo stare. E' già tornato, non peggiorare le cose. Ha un cuore anche lui...”

Apollo guardò in basso, trovandosi davanti al figura del giovane Ultimo Oracolo da solo in salotto, mentre suonava il piano.

Poteva percepire l'alone di freddezza che circondava il ragazzo. Occhi spenti, vitrei e vuoti lo caratterizzavano. Occhi glaciali che un tempo erano la sua maschera.

“Mi dispiace, Iride. Ha perso il suo cuore da molto ormai.”

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George arrivò puntuale a Villa Malfoy. Draco alzò lo sguardo dalla Gazzetta del Profeta e incontrò i suoi occhi. Almeno lui era determinato.

“Puntuale, Weasley. Ottimo” disse il Serpeverde.

“Domani è la gran notte...” disse George sedendosi di fronte a lui.

Draco annuì. Gli passò una tazza di caffè e gli disse:”Abbiamo un po' di cose da chiarire, George.”

Il rosso incontrò i suoi occhi. Erano quelli freddi di un tempo. Qualsiasi cosa fosse successa dal loro ultimo incontro l'aveva segnato per molto, molto tempo.

Era tornato. Non poteva essere altrimenti.