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Autore: Lily White Matricide    04/09/2011    20 recensioni
Tutto ha inizio durante un viaggio in Irlanda, verde come gli occhi di Lily. Un viaggio per allontanarsi da Spinner's End per Severus, per averla ancora più vicina ... Per capire, tra uno sprazzo di sole ed uno scroscio di pioggia, che cosa sia averla vicina ogni giorno. La pioggia purifica e salva, il sole asciuga il senso di colpa .... E in tutti quegli anni e mesi e giorni, la pioggia irlandese accompagnerà sempre Lily e Severus. Un lungo viaggio nella loro adolescenza, che andrà ad incupirsi per l'ascesa di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte, ma che li spingerà a prendere una posizione ben precisa in questa guerra all'orizzonte. Riusciranno i due ragazzi a sopravvivere alla guerra?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Irish Rain Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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11.

Beneath The Surface

 

“Is there ever really a right time?

You had lead me to believe,

Some day you would be there for me.

When the stars above aline...

When you weren't so concerned,

I kept looking for the clues”.
Dream Theater - Beneath The Surface

Hogwarts lo attendeva ancora una volta, con l’amore ed il calore di un grembo materno.

Quello che aveva perso una volta per tutte, a Spinner’s End. 

Era divenuto straniero tra altri due stranieri, in quella casa squallida. Sentiva il gelo attanagliargli il cuore in maniera più feroce, dopo quell’infelice episodio. Temeva di venire divorato dal suo drago, di venire inghiottito nell’oscurità e di non provare più nulla di buono. Faticava a dormire in quel letto che non sentiva più suo, gli pareva un letto pieno di spine. Evitava di mangiare con i suoi genitori, rimanendosene o in camera, o fermandosi da Lily qualche ora in più. La ragazza aveva compreso i motivi di quelle permanenze prolungate, a volte inaspettate: non aveva bisogno di alcuna spiegazione ulteriore, eppure, voleva fare di più per lui. Aveva capito che il cuore del suo Severus era lacerato da una ferita molto profondo e lei sola aveva in mano la cura adatta. Doveva fare in modo che non si infettasse.

Lily vedeva come era cambiato l’atteggiamento di Severus nei suoi confronti. Non lo faceva apposta, ma sembrava più travolgente, non era più un mare appena mosso dal vento, con delle increspature sulla sola superficie. Era come se persino le profondità del suo animo avessero iniziato ad agitarsi, formando tanti piccoli mulinelli pronti a trascinarti nel buio. Sev cercava di tenere a freno quel tumulto in una diga troppo debole per resistere a lungo. A volte aveva quel bisogno disperato di parlare con Lily, di sfogarsi fino a perdere la voce; temeva però di affidarle un peso troppo grosso ed impegnativo per la sua età; allora si tratteneva, per poi rimpiangere di non essersi aperto. Quando erano da soli, cercava di ricoprire di piccole attenzioni la sua ragazza, per non creare distanze inutili. Ogni bacio si faceva più irruento, gli abbracci interminabili. Era un’emozione nuova per entrambi, e se all’inizio se ne vergognavano, ora si sentivano più sicuri e più disposti ad accettarla, come parte dell’evoluzione di un rapporto. A piccoli passi, crescevano assieme.

Una volta varcata la porta di casa sua, però, Sev veniva assalito dal timore di allontanare Lily da sé, nel caso in cui le avesse confessato tutto fino in fondo. Non ultimo, il suo orgoglio era l’ostacolo più impegnativo da superare.

La Grifondoro, da brava ragazza arguta ed intelligente, era in grado di leggere questo tormento e questi dilemmi sul suo volto del ragazzo che amava e per il quale provava un affetto sterminato. Per cui, aveva deciso di fargli un regalo speciale, quel 9 Gennaio 1975. Non non sarebbe rimasta a guardare il dolore del giovane: si sarebbe resa partecipe e l’avrebbe aiutato ad aprirsi ed a scacciare via qualsiasi dubbio o paura.

 

Anche lei aveva le sue insicurezze, ma era fermamente convinta che assieme avrebbero superato tutte le difficoltà del caso.

Era una ragazza forte e non voleva vedere la sofferenza sul volto del ragazzo più importante della sua vita. Desiderava dimostrare di essere degna di portare quell’anello. Lo indossava con orgoglio e si sentiva a disagio quando non l’aveva al dito.

 

Lily, per il compleanno di Sev, aveva comprato un diario, dove entrambi avrebbero annotato le loro paure e si sarebbero confidati, qualora non avessero potuto parlare o passare del tempo assieme. Hogwarts era sì un luogo grande ed accogliente, ma qualche curioso e qualche Malandrino indesiderato poteva essere sempre in agguato. 

Sev non amava parlare, era ossessionato dal timore di spiegarsi male o di scegliere le parole sbagliate, oppure di non essere veloce abbastanza nel rispondere correttamente. Era incredibile quando si trattava di spiegare un incantesimo o la preparazione di questa o quella pozione. Al contrario, quando doveva parlare con altre persone, sembrava un altro. Preciso e chirurgico nella scelta dei vocaboli durante le interrogazioni e durante le lezioni, Sev esponeva il suo sapere con accuratezza, con una chiarezza disarmante per un adolescente. Prendeva la mole di nozioni, la distillava, la raffinava, fino a farla diventare materia preziosa. Alcuni studenti, senza cattiveria, ma con ammirazione, lo chiamavano l’Alchimista. La goffaggine e l’imbarazzo facevano sparire quell’indole precisa e scientifica, quando era costretto a stare con altre persone e dover socializzare. Gli pareva di essere esaminato, si sentiva sotto torchio e odiava essere giudicato da individui che conosceva appena.

Forse, con il diario, si sarebbe sentito più sicuro e si sarebbe aperto più volentieri. La ragazza aveva provveduto a proteggere quel volume con un incantesimo, che solo i due proprietari avrebbero potuto sciogliere. Le sue confessioni sarebbero sempre state al sicuro tra le sue mani.

Sperava che quel regalo fosse gradito.

Temeva che un giorno Sev si sarebbe chiuso definitivamente, costruendo mura impenetrabili attorno a sé.

Anche lei temeva la solitudine. Non avrebbe mai gradito giornate solamente soleggiate, la luce senza la notte. Sev era la parte più discreta e tranquilla di lei, non vi avrebbe mai rinunciato. Come se il Sole potesse rifiutarsi di alternarsi in cielo con la Luna. Follia.

 

Era buffo come non potesse più concepire un mondo senza Sev.

Potevano toglierle il pavimento da sotto i piedi, potevano toglierle i dolci, il cibo, i vestiti, che lei non ci avrebbe fatto troppo caso. Ma non sapeva più cosa fare se non avesse più avuto il saluto del suo mago. O se non ci fosse più stata una delle sue mani intrecciata alla propria.

Si chiedeva se fosse ossessionata … O se fosse innamorata e basta.

Gli adulti percepivano l’amore alla stessa maniera? E se fosse cresciuta poi, appiattendo i suoi sentimenti, rendendoli banali e prevedibili? O peggio, se non avesse più sopportato il ragazzo che aveva accanto?

Aveva paura anche di questo: di crescere e di perdere quel brio che le animava il cuore da qualche mese. Quell’amore vivace, intenso e ricco di complicità doveva vivere anche nell’età adulta. Lei e Sev non erano una coppia qualunque, erano speciali, più di tanti altri.

Era impossibile rimanere per sempre bambini, n’era cosciente. Però crescere le faceva comunque paura. Era un salto nel vuoto incredibile, senza certezze. Il diario sarebbe servito anche a quello. Sarebbero potuti crescere, mettendo giù, su quelle pagine lisce, tutto quello che sarebbe servito loro per sentirsi più sicuri e con dei punti di riferimento. Sarebbe stato meno spaventoso diventare grandi.

 

Lily accarezzò a lungo la copertina del proprio regalo, tastandone la superficie lievemente ruvida e di color grigio scuro. Prese una piuma e la intinse nell’inchiostro ed iniziò a scrivere sulla prima pagina. Prima di appoggiare la punta della piuma, esitò per qualche istante.

Iniziò a scrivere, con la sua calligrafia chiara ed un po’ tondeggiante.

 

 

Caro Sev,

 

Ti chiederai a cosa servirà questo diario …

E’ molto semplice.

Ti conosco, è difficile per te aprirti, parlare di quello che provi. Io so che vorresti parlarmi in qualche modo, confidarti con me.

Lo so che fai fatica, che ti è difficile scegliere le parole giuste. Non vuoi essere frainteso e temi che i tuoi stati d’animo vengano calpestati da chi ti tratta in maniera superficiale.

 

Io soffro con te e come te. Per questo, per il tuo compleanno, ho voluto regalarti questo diario. E’ tuo, ma anche mio. Questo è il nostro Pensatoio. Mio e tuo soltanto.

 

Anche io ho paura di non essere capita, che gli altri non capiscano i miei timori e le mie emozioni.

Ho paura che questi momenti irripetibili tra me e te vadano persi per sempre.

Ho paura di crescere e dimenticarmi questi anni meravigliosi assieme.

Ho paura di diventare una pura superficie, senza una profondità.

Di non essere più una ragazza, ma un fantasma.

Di non essere più un oceano, ma solo una pozzanghera.

 

Non voglio giacere nell’oscurità.

Ed essere sola ….

E rimanere senza te.


Preferisco urlare all’universo intero quello che provo,

piuttosto che provare dolore, che trattenere tutto con fatica dentro di me.

 

Per questo, voglio scrivere questo diario con te. Penso che sia il momento adatto per farlo.

Altrimenti, rischiamo di perdere quest’occasione.

 

Voglio fissare tutto quello che penso e che ricordo tra queste pagine, in modo tale che quando saremo grandi, portando i nostri figli al parco, potremmo ancora rileggerlo su una panchina …

E sentirci ancora noi due, Sev e Lily.

E ridere di quando ne abbiamo combinata una grossa, talmente grossa che rimarrà sulla bocca di tutti – ma l’abbiamo mai fatto? Forse è il caso di rimediare.

 

E potremmo sentirci ancora …

Dei bambini un po’ cresciuti.

Due maghi fortissimi ed unici.

Due anime che si sono trovate in Irlanda, per mai più lasciarsi.

 

Grazie per non avermi mai lasciato sola in questo mondo.

 

Buon compleanno, Sev!

 

Tua, Lily

 

P.s Sai che quando mi chiami Lilja mi fai impazzire? Ha un suono dolce. 

 

P.p.s

Da quando ti ho regalato quel libro di pozioni russo, mi affibbi stranissimi nomignoli. Magari mi stai dando della mandragola o del grinzafico e io non lo so. Ma mi piace rimanere nella mia beata ignoranza e pensare che tu mi stia dando della principessa o della bambolina …

 

Lily rilesse la pagina fitta di parole. Scosse un po’ il capo, temendo di essere stata troppo sdolcinata o sentimentale. Voleva scrivergli due parole molto semplici che racchiudevano tutto il contenuto del suo cuore, ma si era bloccata, con la piuma sospesa a mezz’aria. Non era ancora in grado di scriverlo, non perché non sentisse quel sentimento. Si sentiva ancora piccola per dirlo. Il momento giusto sarebbe arrivato, anche perché scrivere quel fiume l’aveva piuttosto affaticata. Spense la candela e si mise sotto le coperte.

 

Severus dopo la lezione di Aritmomanzia si era precipitato in biblioteca da Lily. Era uno di quei giorni in cui non avevano lezioni in comune, tuttavia la sua Grifondoro era riuscita a fargli gli auguri di compleanno, saltandogli in braccio poco prima di colazione. Il ragazzo aveva scelto come materie opzionali Aritmomanzia ed Antiche Rune. La ragazza aveva scelto Cura delle Creature Magiche, ma aveva rigettato Divinazione: la trovava una materia confusa, poco esatta e terribilmente inutile. Qual era la bellezza di predire il futuro guardando i fondi delle tazze di tè? La ragazza non l’avrebbe mai capito. 

Trovò Lily seduta presso un grosso tavolo vicino alla sezione dedicata all’Astronomia. Era una materia che l’appassionava molto in quel periodo e leggeva molto avidamente dei tomi enormi al riguardo. A volte, rimaneva alzata fino a tardi, per riconoscere, dalla sua finestra del dormitorio, le costellazioni in quel cielo invernale pulito e splendente. Alla mattina, era spettinata come non mai e sbadigliava senza sosta: tuttavia, il suo entusiasmo per aver individuato Orione, o la costellazione del Toro o dell’Auriga, era decisamente commovente e la ripagava di qualsiasi notte praticamente insonne. Aveva promesso a Sev che l’estate prossima avrebbero passato delle notti in bianco fuori per i prati o di Corkworth o di Galway per riconoscere le stelle in cielo.

Prima ancora che potesse proferire parola, Lily alzò la testa e lo salutò con entusiasmo e frettolosamente cercò di sistemare il caos che regnava su quel tavolo. Le mappe del cielo, le pergamene scarabocchiate, vennero tutte buttate nella borsa consunta della ragazza. Ci era molto affezionata, nonostante fosse un po’ usurata e rovinata.

“Stavi studiando Astronomia?” chiese Severus con un sorriso, accomodandosi accanto a Lily, che prontamente annuì.

“A proposito, non te l’ho più raccontato! Sai che i Babbani sono andati sulla Luna pochi anni fa? Quella sera eravamo tutti davanti alla televisione, con i vicini in salotto e non sapevamo più dove farli accomodare! E’ stata un’impresa incredibile!”

Il ragazzo spalancò gli occhi ed ascoltò la ragazza: di rado il mondo Babbano - ed ora più che mai, dopo l’incidente con suo padre - lo affascinava. Questa volta era genuinamente sorpreso.

Pose un sacco di domande a Lily: come ci erano arrivati sulla Luna? Qual era lo scopo dei Babbani in quella missione? Quanto erano rimasti sul satellite?

Rimasero a parlare un po’ dello spazio e degli astri, ma Lily non si dimenticò del regalo per il suo ragazzo: prese la borsa e se l’appoggiò sulle ginocchia, estraendo una scatola di medie dimensioni.

“Questa è da parte di mia mamma. Ti ha mandato i biscotti fatti da lei e ti augura buon compleanno!” esclamò contenta.

Sev aprì subito la scatola felice e prese uno dei biscotti, mangiandolo con calma.

“E questo è per te, da parte mia”. Gli porse il diario, avvolto in una carta velina leggerissima. Una volta aperto, il ragazzo lo guardò incuriosito.

“E’ ... Un diario o un libro?” 

“Leggi la prima pagina” fece Lily, visibilmente entusiasta e nervosa allo stesso tempo. Sperava che Sev capisse il senso di quel regalo.

Il ragazzo si trovò davanti la prima pagina scritta dalla Grifondoro ed alzò il diario, fino a portarselo piuttosto vicino agli occhi e ne lesse il contenuto, parola per parola.

Dovette rileggerle due volte.

Forse quattro volte.

Lily lo spiazzava, lo sorprendeva ogni volta. Era una ragazza davvero intelligente. Ma soprattutto, lo capiva, arrivando senza paura nel profondo del suo animo. Era una Grifondoro in tutto e per tutto, pensò per un attimo ... E lo amava, dimostrandoglielo continuamente.

Appoggiò il diario, sfiorandolo con le lunghe dita magre. Rimase a guardarlo per qualche istante, senza dire niente: cercava qualcosa di sensato e di significativo da dirle. 

“T-t ....” balbettò, rendendosi conto di sentirsi terribilmente idiota nella sua timidezza.

Lily gli prese le mani e lo incoraggiò, guardandolo con occhi scintillanti.

Forse era esagerato, magari non gliel’avrebbe più detto per chissà quanto. 

Basta ragionare, Severus. 

Quella voce perentoria dentro di sé lo spaventò.

Le strinse forte le mani e la guardò negli occhi e glielo disse con veemenza, sentendo il rossore arrivargli fino alla punta dei capelli. 

“TI AMO!”. Una ragazza del settimo anno, una Corvonero seduta un po’ più avanti, sobbalzò. Non che avesse capito il contenuto del messaggio, ma di solito un tono di voce così alto avrebbe fatto alterare Madame Pince. 

Si fissarono entrambi con gli occhi sgranati. Severus voleva scappare. Lily era rimasta piacevolmente spiazzata dal coraggio che aveva preso il ragazzo. Mai in vita sua si era spinto così in avanti: era tutto nuovo, ogni giorno si sentiva sempre più libero. Navigava verso un mare sempre più aperto e sperò che quello lo aiutasse a rimandare il suo dragone negli abissi.

“Sev ...” sospirò Lily, chiudendo per un attimo gli occhi lucidi “Anche io”.

Si sorrisero, guardandosi a lungo negli occhi, incapaci di fare altro.

 

Si accorsero di una cupa presenza al di sopra delle loro teste. Un’ombra con un lungo abito nero, i capelli brizzolati raccolti in uno chignon e degli occhiali dalle lenti spesse.

Madama Pince li guardava con ostilità, le braccia erano conserte.

“Ehm-ehm” si schiarì la voce. Fu sufficiente quello.

Presero le loro borse e fuggirono ridacchiando dalla biblioteca.

 

 

30 Gennaio 1975

 

Buon compleanno, Lily!

 

Finalmente ce l’ho fatta. 

Sono riuscito a scriverti qualcosa di sensato in queste pagine di diario. 

Perdonami, ci ho messo troppo tempo, mi sento un imbranato cronico con le parole.

 

Io mi fido di te ed per questo che alla fine, mi sono convinto a scrivere.

Concordo con te. Non dobbiamo dimenticarci di questi momenti passati assieme.

Trovo che sia una bella idea potersi confidare in queste pagine.

Le mie parole confuse e contorte non potrebbero avere custode migliore.

 

Quando sono da solo, continuo a pensare a quello che è successo a casa mia il giorno di Natale ... Non riesco a perdonarmelo.

Ci sono dei giorni in cui mi dico di aver fatto la cosa giusta, esasperato da tanto dolore e da tanta rabbia.

Altri giorni vorrei nascondermi e non vedere nessuno.

Ma ho te e questo mi fa sentire felice. E mi rendi più facile la vita. Più spensierata e serena.

 

Ti invidio Lily, hai una famiglia stupenda.

Merlino, tua sorella non è esattamente stupenda, ma sorvoliamo.

 

Fortunatamente, non hai vissuto l’orrore di stare in una casa dove non ci si parla.

Si litiga, se si vuole avere una parvenza di rapporto.

E’ un regime opprimente, dove le diverse parti, le idee differenti non possono convivere pacificamente.

Sai che si arriva all’odio, se oppressi?

 

No, Lily, non odio indistintamente tutti i Babbani.

Odio mio padre. E lui odia me per quello che sono, un mago. Ed è per questo che voleva mandarci via di casa a Natale.

Mia madre mi ha rifiutato, quel giorno. 

Mi sento amputato. Non ho più lei. L’unica che in quelle quattro mura potesse capirmi.

Avrei voluto spaccare qualsiasi cosa.

 

Da quel giorno, mi sento uno straniero e mi sento un fantasma. E’ una sensazione orribile.

A volte vorrei non essere mai nato.

Non in quella casa, non in quella famiglia.

 

Ripeto, poi ti vedo, sto con te e non ci penso più.

Sento i tuoi abbracci, i tuoi baci, i tuoi sorrisi e il tuo cuore immenso che mi accoglie ogni giorno e mi sento fortunato.

Sto bene con te.

 

Vorrei anche io diventare grande con te, non voglio rimanere solo!

 

Assieme faremo scintille! Te lo prometto! Non ti deluderò.

 

Grazie di tutto Lily e ancora tanti auguri!

 

Tuo, Sev.

 

P.s  Lilja! Sei speciale.

 

 

 

 

Il Serpeverde diede il diario a Lily il giorno del suo compleanno, chiuso in una nuova borsa per la ragazza.

“Sev! Ma non dovevi regalarmi una nuova borsa! Grazie di cuore!” esclamò la ragazza, baciandolo felice.

“Guardaci dentro ... Ce l’ho fatta!” disse orgoglioso il ragazzo.

Lily prese in mano il diario, raggiante.

“Che cosa hai scritto di bello!?” 

Il giovane sorrise misterioso, con quell’espressione inconfondibile, tra l’ironico ed il serio. Non se la sarebbe mai levata, nemmeno negli anni a venire.

“Leggi il diario e lo scoprirai”.

La ragazza dai capelli rossi si buttò su una sedia a leggere, avidamente.

 
   
 
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