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Autore: SassyDivah    04/09/2011    3 recensioni
La stanza è buia.
Sei in piedi davanti a quella finestra chiusa con la tapparella serrata.
Sai che fuori sta piovendo, senti il ticchiettio della pioggia contro la persiana e vorresti essere la fuori a prendere una boccata d’aria fresca. Però non puoi, ricordi?
Sei chiuso a chiave in quella stanza. Ti ci hanno piazzato per evitare che tu faccia qualcosa di stupido. Ma loro non sanno che faresti di tutto pur di mettere fine a questo tormento che ti assilla da qualche mese.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Will it matter after I'm gone? Ehm, okay. Salve a tutti. Stanotte l'ho passata in bianco, sarà stata la notizia di Pedicone o non so cosa, fatto sta che mi sono ritrovata a scrivere questa shot nelle bozze del cellulare. Mentre la scrivevo avevo un nodo in gola e un po' mi tremavano le mani, infatti quando stamattina l'ho riletta era piena di errori. Ora dovrebbe essere tutta corretta, anche se non è questa gran cosa, come al solito.
La shot riguarda Mikey Way e il periodo tremendo che ha passato durante la registrazione della Black Parade.
Ovviamente... i fatti narrati non sono mai accaduti, non scrivo a scopo di lucro e Mikey Way non mi appartiene.

Che altro dire, buona lettura.
xo Val.

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Will it matter after I’m gone?

 

 

La stanza è buia.
Sei in piedi davanti a quella finestra chiusa con la tapparella serrata.
Sai che fuori sta piovendo, senti il ticchiettio della pioggia contro la persiana e vorresti essere la fuori a prendere una boccata d’aria fresca. Però non puoi, ricordi?
Sei chiuso a chiave in quella stanza. Ti ci hanno piazzato per evitare che tu faccia qualcosa di stupido. Ma loro non sanno che faresti di tutto pur di mettere fine a questo tormento che ti assilla da qualche mese.
Così cerchi di girare il pomello della finestra con le poche forze che ti sono rimaste.
Ce la fai, lo giri completamente e la finestra si apre, facendo penetrare dalle piccole fessure un’arietta fresca che profuma di pioggia e asfalto che ti fa rabbrividire.
Deglutisci e fai un gran respiro.

Che aspetti? Solleva quella persiana e finiscila una volta per tutte. Non è questo ciò che desideri?

Quella voce continua a sussurrarti parole all’orecchio, facendoti rimanere sveglio a fissare il soffitto bianco ogni singola notte. Tu annuisci lentamente e freni una lacrima sul nascere con l’indice.
Ripensi a quelle poche persone che ti hanno amato davvero durante la tua patetica vita.
Tuo fratello, il tuo migliore amico, i tuoi genitori e la ragazza che qualche tempo fa avevi intenzione di sposare.
Se solo non fosse successo tutto questo…’ pensi. Chini il capo e ti accorgi che ora stai piangendo, quasi singhiozzi.
Loro credono che tu sia pazzo, ti guardano con quei sorrisi tirati in volto che nascondono ansia, timore e una gran pena per te. Ormai credono di averti perso, non sei più il ragazzo di una volta che rideva per ogni più piccola cosa e arrossiva quando qualcuno gli faceva un complimento o gli regalava un gesto d’affetto, come una carezza lieve e delicata.
No, ora sei quello depresso con manie suicide e che sente le voci.
Come lo hanno chiamato? Ah, sì. Disturbo bipolare.
Sorridi amaramente e cerchi di asciugarti le lacrime coi palmi secchi delle tue mani.

Sei ancora qui fermo? Alza quella persiana e liberati di te stesso.

La voce continua a sussurrarti all’orecchio e tu continui ad annuire sommessamente.
Hai deciso.

Muovi il braccio in direzione della corda e l’afferri, iniziandola a tirare verso di te. La persiana si alza lentamente e la luce grigia del cielo riempie la stanza, rischiarandola del tutto. Quando ormai è arrivata al limite, lasci andare la corda e la pioggia inizia ad inumidirti il volto, facendoti sorridere appena.
Fai un gran respiro e poggi un piede sul cornicione, reggendoti con la mano al muro rovinato che riveste le mura di quella vecchia casa di cura.
Trattieni il respiro per un attimo e poi porti su anche l’altro piede, chinandoti appena per non battere la testa.

Perfetto, ci sei quasi. Ora salta.

Chiudi gli occhi e quei sussurri ti rimbombano nella testa, come eco.

Hai la possibilità di renderti libero da quel tormento, allora perché stai esitando?

Sai che non farai soffrire più di tanto quelle persone perché per loro è già come se fossi morto, quindi mandi giù per la gola un ultimo sorso di saliva.

Su, da bravo.

Mi dispiace” mormori, e poi lo fai davvero. Salti nel vuoto e precipiti per quattro piani, poi batti la testa al suolo e una grande macchia di sangue inizia a dilagarsi dal tuo corpo.

Ce l’hai fatta, ora sei libero.


Ti svegli di soprassalto col respiro affannato in un bagno di sudore. Il cuore corre veloce nel petto, quasi ti fa male. Sei ancora scioccato dalle scene che hai visto poco fa e, se socchiudi appena gli occhi, vedi ancora quella pozza enorme di sangue.
Ti porti una mano sugli occhi e noti che sono umidi. Stai piangendo ancora, ma stavolta davvero.
Ti volti lentamente e scorgi una figura femminile dai capelli neri arruffati che riposa tranquilla in biancheria intima stringendo il cuscino fra le braccia.
Respiri profondamente e ti sdrai di nuovo in quel letto, stringendo a te la tua fidanzata. Chiudi gli occhi e stranamente riesci a riprendere sonno.

Mai avresti pensato che quell’incubo, prima o poi, si sarebbe trasformato quasi del tutto in realtà.

   
 
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