La shot riguarda Mikey Way e il periodo tremendo che ha passato durante la registrazione della Black Parade.
Ovviamente... i fatti narrati non sono mai accaduti, non scrivo a scopo di lucro e Mikey Way non mi appartiene.
Che altro dire, buona lettura.
xo Val.
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Will it matter after I’m gone?
La stanza
è buia.
Sei in
piedi davanti a quella finestra chiusa con la tapparella serrata.
Sai che
fuori sta piovendo, senti il ticchiettio della pioggia contro la persiana e
vorresti essere la fuori a prendere una boccata d’aria fresca. Però non puoi,
ricordi?
Sei chiuso
a chiave in quella stanza. Ti ci hanno piazzato per evitare che tu faccia
qualcosa di stupido. Ma loro non sanno che faresti di tutto pur di mettere fine
a questo tormento che ti assilla da qualche mese.
Così
cerchi di girare il pomello della finestra con le poche forze che ti sono
rimaste.
Ce la fai,
lo giri completamente e la finestra si apre, facendo penetrare dalle piccole
fessure un’arietta fresca che profuma di pioggia e asfalto che ti fa rabbrividire.
Deglutisci
e fai un gran respiro.
Ripensi a
quelle poche persone che ti hanno amato davvero durante la tua patetica vita.
Tuo
fratello, il tuo migliore amico, i tuoi genitori e la ragazza che qualche tempo
fa avevi intenzione di sposare.
‘Se solo non fosse successo tutto questo…’
pensi. Chini il capo e ti accorgi che ora stai piangendo, quasi singhiozzi.
Loro
credono che tu sia pazzo, ti guardano con quei sorrisi tirati in volto che
nascondono ansia, timore e una gran pena per te. Ormai credono di averti perso,
non sei più il ragazzo di una volta che rideva per ogni più piccola cosa e
arrossiva quando qualcuno gli faceva un complimento o gli regalava un gesto
d’affetto, come una carezza lieve e delicata.
No, ora
sei quello depresso con manie suicide e che sente le voci.
Come lo
hanno chiamato? Ah, sì. Disturbo bipolare.
Sorridi
amaramente e cerchi di asciugarti le lacrime coi palmi secchi delle tue mani.
Hai
deciso.
Muovi il
braccio in direzione della corda e l’afferri, iniziandola a tirare verso di te.
La persiana si alza lentamente e la luce grigia del cielo riempie la stanza,
rischiarandola del tutto. Quando ormai è arrivata al limite, lasci andare la
corda e la pioggia inizia ad inumidirti il volto, facendoti sorridere appena.
Fai un
gran respiro e poggi un piede sul cornicione, reggendoti con la mano al muro
rovinato che riveste le mura di quella vecchia casa di cura.
Trattieni
il respiro per un attimo e poi porti su anche l’altro piede, chinandoti appena
per non battere la testa.
Ti porti
una mano sugli occhi e noti che sono umidi. Stai piangendo ancora, ma stavolta davvero.
Ti volti
lentamente e scorgi una figura femminile dai capelli neri arruffati che riposa
tranquilla in biancheria intima stringendo il cuscino fra le braccia.
Respiri
profondamente e ti sdrai di nuovo in quel letto, stringendo a te la tua
fidanzata. Chiudi gli occhi e stranamente riesci a riprendere sonno.
Mai
avresti pensato che quell’incubo, prima o poi, si sarebbe trasformato quasi del
tutto in realtà.