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Autore: pervinca potter    04/09/2011    2 recensioni
Un matrimonio.
l'ennesimo.
L'ennesimo splendido matrimonio.
L'ennesimo splendido matrimonio DI QUALCUN ALTRO.
Piccola cronaca di un amore insignificante, represso perchè "non abbastanza Amore".
...o forse no?
TOMELILLA x DUFF
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ragazzi salve a tutti :)
Volevo scusarmi per il ritardo vergognoso ma veramente quest’esteta è stata un inferno ma ora le cose sono di nuovo alla normalità :)
bacio grande buona lettura

P.P
 

 

Nella mente di lei

 
 
 
 
 
 
-Guardali, vecchio baffone, finalmente sono li, nel posto in cui hanno sempre sognato di essere.
 
Sono bellissimi i nostri due nipotini, che ormai non sono più così piccoli, per niente.
 
Ora sono due giovani, educati buoni e versati nelle arti magiche, anche per merito nostro, diciamocelo.
 
La mia Vi e il tuo Grisam… due caratteri diversi, due stessi poteri, la fanciullezza passata insieme e la tenerezza del primo amore condivisa…
 
Chissà come ha reagito Vi alla confessione di Grisam…
Il loro primo bacio…
Il loro primo bisticcio…
Tutti pensano che io sia una vecchia ed austera signora che nonstante l’età continua a dedicarsi solo allo studio, come ha sempre fatto.
 
I miei capelli bianchi, il mio portamento regale…il mio aspetto fisico e direi anche il mio comportamento in generale suggeriscono questa descrizione, della vecchia studiosa.
 
E forse un po’ lo sono, ma non del tutto.
 
E tu lo sai.
 
Tu, vecchio Brontolone sei l’unica persona che mi ha mai davvero conosciuto.
 
Che ha scoperto il mio “lato segreto”.
 
Che ha capito che il mio rifugiarmi nei libri era solo un modo per fuggire da qualcos’altro.
 
Qualche cosa, io la definivo “malattia” allora, che colpiva tutte le ragazze e le rendeva folli.
 
Il tempo passato sui libri di studio mi permetteva di non pensare, di non vaneggiare.
 
Trovai un compagno di studio ideale.
 
Con cui riuscivo a concentrarmi, attento ed interessato quanto me.
 
Fu proprio allora che la “malattia” mi colpì.
 
Ero terrorizzata da ciò.
 
Ci ero cascata anche io, come una pera cotta, e non sapevo che fare.
 
Come fermare quel cuore che batteva all’impazzata?
Come strappare via quell’espressione dagli occhi?
Come non tremare se per sbaglio mi sfioravi la mano?
 
Io che ero sempre scappata dall’amore rifugiandomi sui libri, proprio sui libri trovai l’amore.
 
 
La mia vita cambiò, tu cambiasti tutto.
 
Ti odiavo, ti odiavo per avermi “infettata” dopo tutto quello che avevo fatto per guardarmi da quel “morbo”.
 
All’inizio ti odiai.
 
Ma poi non mi fu più possibile.
 
Come non mi fu più possibile studiare con attenzione.
 
Mentre leggevi la lezione del giorno mi cullavo nel tono della tua voce, dimenticando il contenuto del tuo discorso.
Mentre prendevamo appunti sul nostro famoso quaderno, invece di cercare sul libro nuove nozioni importanti da annotare, mi incantavo a studiare la tua grande mano che scriveva, le tue unghie curate, la pelle liscia…
 
 
Tornavo a casa e mi accorgevo di non ricordare nulla, apparte il tuo viso, la tua voce e le tue mani.
 
Passavo allora la notte a studiare ma non mi era ugualmente possibile, la tua immagine mi perseguitava.
 
E allora io, Lalla Tomelilla, mi ritrovavo come una ragazzina qualunque, con il mento appoggiato alla mano e lo sguardo perso nel vuoto.
 
Non mi abituai mai a questa “malattia” ed entrai in crisi.
 
Come fare ad andare avanti?
 A tornare la brillante e studiosa ragazza?
A ritrovare la mia concentrazione?
 
Ma soprattutto come fare a non morire di questa malattia?
L’idea che anche tu potessi provare lo stesso per me non mi sfiorava nemmeno.
 
 
Poi quella piuma…
Quel regalo…
La confusione più totale.
 
Che fare?
Che dire?
Cosa pensare?
la risposta a tutte queste domande? Niente.
 
Non feci assolutamente nulla, per colpa della mia maledetta paura e timidezza
.
Restai negli anni, fino ad oggi, con la consapevolezza che tra di noi c’è qualcosa di speciale.
 
Tutto questo è bello, e ormai la mia vita è questa, e sta per concludersi.
 
E’ bello il nostro rapporto, è bello vederti ogni domenica mattina a casa, che entri con la tua mole enorme, i tuoi capelli sale e pepe, le tue mani un po’ raggrinzite dal tempo ma sempre forti.
 
E’ bello il tuo sguardo profondo e gioioso ogni volta che mi guardi.
 
Anche ora, seduto su quella sedia che scompare sotto il tuo corpo massiccio, ti guardi le mani, ti vedo, cerchi di non piangere, sei felice oggi, esattamente come me.
Ora Grisam prende parola.
Alzi un attimo gli occhi e sorridi.
 
 
Sorrido anche io insieme a te, perché il tuo sorriso mi ha sempre fatto sorridere.
 
Sorridere come una ragazzina.
 
Mi faceva sorridere quando ERO una ragazzina, mi fa sorridere ora, 60 anni dopo, al matrimonio dei nostri nipoti.
 
 
 
A dimostrare che le rughe non cambiano i sentimenti, non cambiano il cuore.
 
 
 
Io e te siamo questo, da sempre ormai.
E va bene così.
 
 
Ma… guarda Gri e Vi.
Loro ora sono li, a celebrare il loro amore.
 
 
 
 
E ora mi chiedo…
Perché loro si e noi no?
Che differenza c’è?
Cosa ci ha impedito di compiere il loro stesso destino?
La mia timidezza?
La mia paura?
La tua poca decisione?
Cosa?
 
 
Forse tutto questo..
 
E’ molto brutto da dire ma forse…
 
Forse non era il nostro destino..
 
Il nostro forse era destinato a rimanere un amore con la A minuscola.
  

 

   
 
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