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Autore: Rachel Parker    04/09/2011    2 recensioni
Elisabeth aveva 16 anni, era magra e non molto alta. Aveva capelli castani e mossi e grandi occhi marroni. È nata a Nizza e ogni estate andava in vacanza in Inghilterra, in questo modo ha imparato molto bene l’inglese. Il giorno del suo undicesimo compleanno, arrivò a casa sua la donna più alta che avesse mai visto. Si chiamava Olympe Maxime e le ha detto di essere una strega e che avrebbe frequentato una Scuola per maghi e streghe chiamata Beauxbatons. Circa alla metà di Giugno del suo quinto anno alla Scuola di Magia le arrivò una notizia: sarebbe andata a vivere a Londra a inizio Agosto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 18

Elisabeth era all'entrata, non era ancora uscita, aspettava dietro il portone di quercia, guardava da una piccola fessura, la faceva sentire al sicuro aspettare lì che arrivasse l'ammiratore segreto.
Era in anticipo di cinque minuti, presto sarebbe arrivato.
Si era vestita di tutto punto per l'occasione: abitino azzurro chiaro, di un tessuto leggerissimo, le arrivava appena sopra le ginocchia e una fascia di seta blu le cingeva la vita decorando la schiena con un grande fiocco.
Portava scarpe con il tacco, appena qualche centimetro, argento, con una fibbia sul davanti.
I capelli castani erano raccolti in uno chignon che le donava un tocco di classe, le lasciava libero il collo pallido, se non per qualche ciuffo che ricadeva dolcemente in un ricciolo.
Aveva scelto di non usare trucco con il caldo che faceva quel pomeriggio.
Nel mezzo delle sue preoccupazioni Elisabeth scorse una figura che si muoveva oltre la fessura. Mise a fuoco l'immagine. Ancora una volta si diede del genio per non aver usato il trucco, una lacrima infatti le stava colando lentamente sulla guancia ora lievemente arrossata, non una lacrima di tristezza, non una lacrima di delusione, ma una lacrima di gioia e di soddisfazione.
Fred era lì, lì, appena a qualche metro da lei, si stava guardando intorno, impacciato, continuava a passarsi una mano tra i capelli rossi con fare nervoso.
Elisabeth, come risvegliata da un sogno sobbalzò, si era incantata guardandolo, dimenticando che lui la stava aspettando, con la mano si asciugò la traccia della lacrima.
Cercando di non corrergli tra le braccia e riempirlo di baci Elisabeth con fare molto elegante uscì dal suo nascondiglio e finalmente si trovò davanti al suo principe azzurro.
*
Fred pensò di aver avuto una visione, un angelo pensò al primo momento, un bellissimo angelo.
Era lei, la ragazza che aveva tanto voluto avere, lei la ragazza che quella notte non lo aveva fatto dormire, lei, la ragazza di cui si era innamorato.
Le sorrise, incerto.
Credo che fosse un sorriso piuttosto buffo perchè Elisabeth rise dolcemente, guardandolo maliziosa.
Fred le si avvicinò e dopo neanche tre passi eccolo che quasi rischiò di spezzarsi una gamba scivolando su di un gradino.
Elisabeth ora non rideva, aveva fatto un passo avanti.
Voleva toccarlo per vedere se era reale e non solo un sogno.
Fred ritentò, le si avvicinò, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quegli occhi color ambra.
Le tese una mano e lei gli tese la sua, Fred si inchinò e dolcemente gliela baciò.
Si mise affianco a lei e le porse il braccio, lei glielo circondò con la mano.
Elisabeth in quel momento si sentiva finalmente aggrappata a qualcosa che sapeva non sarebbe mai crollato, un amore che sapeva non l'avrebbe abbandonata.
Cominciarono a camminare, in silenzio, ognuno guardava i proprio piedi che si muovevano nell'erba del parco.
Ad un certo punto la voce di Fred ruppe il silenzio.
"Oggi lei è incantevole milady Elisabeth..."
Quelle parole gli erano costate un grande sforzo, di nuovo la mano corse ai suoi capelli, nervosa.
Elisabeth si fermò a guardarlo. Non sapeva se fermarsi, aveva paura che ad un certo punto tutto sarebbe diventato nero e lei si sarebbe ritrovata nel dormitorio di Corvonero, appena sveglia ed infelice.
Lo sguardo di Fred invece le rispose.
I suoi occhi marroni erano ancora più intensi di quanto si ricordasse.
Lui le carezzò la guancia con gesto dolce La ragazza ricominciò a camminare, con passo lento.
Non voleva dargliela vinta subito, in fondo lui aveva sempre fatto qualcosa di strano prima di baciarla e beh, adesso voleva vedere fino a dove il desiderio di quel magnifico ragazzo potesse arrivare.
Elisabeth stava camminando, una leggera brezza le sfiorava il volto.
Da dietro senti una mano che la prendeva per la vita, fermandola.
Non si girò.
"Voglio portarti in un posto Elisabeth..." Le disse Fred.
"Un posto che ho scoperto ancora al secondo anno, è il posto perfetto per...p-per parlare un po’..."
Elisabeth sorrise individuando la nota di incertezza nella voce del ragazzo.
Sì, dovevano proprio parlare loro due.
"E... beh, dov'è questo posto?" Chiese Elisabeth senza guardarlo.
"Lo scoprirai presto..." Rispose Fred.
La sua presa alla vita di Elisabeth si strinse piano mentre lui si avvicinò, dandole un morbido bacio sulla guancia.
Prese un foulard che aveva legato al collo.
"Chiudi gli occhi..." le disse.
Elisabeth obbedì. Il cuore le batteva a mille.
Il foulard le andò a coprire gli occhi, il contatto con quel tessuto fresco e liscio era piacevole.
Fred lo strinse con un nodo dietro la nuca della ragazza.
Ora Elisabeth era bendata.
"Elisabeth..."
La ragazza si era accorta di come la voce del ragazzo aveva cambiato provenienza, ora non veniva più da dietro, ma da davanti, da molto vicino.
Silenzio.
Respiravano, ritmicamente.
Il respiro di Fred...lo sentiva, caldo, sul suo collo.
Quel profumo, dolce,che rispecchiava tanto la sua personalità.
"Elisabeth, ti fidi di me?"
Elisabeth rimase con la parola "Sì" in gola.
"Più che di ogni altra persona al mondo..." Rispose infine.
"Allora tieniti alla mia mano e ti condurrò nel posto dove ogni tuo sogno si potrà avverare..." La voce di Fred era così suadente, le parole gli venivano dal cuore, Elisabeth le sentiva tremare quando uscivano dalle sue labbra.
Prese la mano del ragazzo e lui gliela accarezzò piano, come se avesse paura di rovinarla.
*
Era già una decina di minuti che stavano passeggiando nel parco.
Elisabeth bendata, ignara che lo sguardo di Fred continuava e posarsi su di lei.
Cominciava ad essere stanca. Avrebbe voluto fermarsi.
La mano di Fred, intrecciata alla sua era ciò che le dava la forza per compiere i passi.
Un momento dopo il cammino cessò.
Non potendo vedere, Elisabeth cercò di usare tutti i suoi sensi per capire dove fosse.
Un delicato rumore d'acqua era a non molta distanza da lei.
Nell'aria c'era un profumo travolgente, un profumo dolce e delicato, qualche fiore forse.
Con la mano libera Elisabeth cercò di togliersi la benda ma non fece in tempo che Fred gliela prese.
Ora erano uno di fronte all'atro, mani nelle mani.
Elisabeth sorrise.
Era nervosa, non voleva rovinare il momento dicendo qualcosa di stupido.
Voleva che fosse Fred a fare il primo passo.
Fu la sua voce a rompere il silenzio.
"Sai Eli, sono contento che tu sia riuscita a venire, che tu sia riuscita a mettere insieme i pezzi del mio cuore, distrutti dal non poterti vedere per tanto tempo...ti ringrazio di essere venuta...appena aprirai gli occhi ti troverai in quello che io considero il mio rifugio.
Io vengo qui ogni volta che devo pensare o stare da solo, quando devo riflettere o prendere decisioni importanti.
Sappi che da quando sei arrivata tu, fin dal primo giorno che ti ho vista, io passo qui ogni sera..."
Il ragazzo ora si era avvicinato sempre di più, arrivava a sfiorarle l'orecchio con le labbra, solleticandolo.
Se non fosse stato per Fred che la stava tenendo saldamente in vita, Elisabeth sarebbe svenuta.
"...Vengo qui e penso, a te, al tuo viso, alla tua pelle candida, ai tuoi occhi profondi, alle tue guance che si colorano di quel grazioso rosa..."
Senza neanche farlo apposta ecco che le guance di Elisabeth si tinsero.
Si sentiva lusingata, sentiva il cuore batterle dentro, sentiva che gli occhi volevano essere liberi di poter guardare quel magnifico ragazzo per sempre, che le sue orecchie erano sempre più avide del suono della sua voce, la sua pelle sempre più bisognosa del calore del suo respiro.
"...ed infine" disse il ragazzo "penso al tuo profumo, magnifico profumo...e alle tue labbra..."
Dicendo questo Fred si era avvicinato alle sue labbra, riuscendo a sfiorarle, dolcemente...
Le mani allentarono la presa alla vita della ragazza e si spostarono, andando verso la nuca, raggiungendo il nodo, che si sciolse.
Il foulard cadde a terra, vorticando.
Elisabeth aprì gli occhi.
La seconda lacrima di quella giornata bagnò la sua guancia.
Stava per asciugarla ma la mano di Fred fu più veloce.
La accarezzò.
"Allora, milady, le piace questo posto?" Chiese Fred con un sorriso.
Elisabeth era sbalordita: si trovavano appena vicino alla riva del lago nero, c'era una piccola passerella di legno sopra l'acqua.
Loro due erano tra due file di splendidi ciliegi nel pieno della loro fioritura.
Il sole splendeva alto e i raggi di luce si infiltravano attraverso i rami alti degli alberi.
"Fred io... io... wow... io davvero, non..."
Fred sorrideva davanti all'incertezza della ragazza.
Elisabeth prese fiato.
"Fred, è ... bellissimo, davvero, non mi sarei mai aspettata una cosa così da te, cioè, io lo so che tu sei un ragazzo dolce, romantico e tutto, però ecco, insomma, non aspettavo niente del genere, io pensavo che tu mi rifiutassi che io non ti piacessi per niente, insomma, ogni volta non facevi che schivarmi, poi è successa tutta quella cosa con Malfoy ed io... vedi, non sapevo cosa fare, ora sono qui come una scema che sto dicendo cose a vanvera solo perchè sono troppo agitata per dire qualcosa di in intelligente, ma proprio non ci riesco, insomma io..."
L'infinita parlantina di Elisabeth cessò in un istante.
Le sue labbra non andavano più a vuoto.
Il calore di quel ragazzo la pervase.
Chiuse gli occhi, presa dal momento.
Avrebbe voluto piangere e ridere nello stesso momento.
Le braccia di Fred la circondavano e la stringevano a lui.
Erano una cosa unica in quel momento.
Due cuori un solo corpo... una sola anima.
Un'anima unita dall'amore.
In quel momento una folata di vento fece sciogliere il raccolto di Elisabeth e i suoi capelli si fecero guidare selvaggi dalla brezza.
Un vortice di petali, rosa e bianchi li travolse e li circondò.
Elisabeth in quel momento si scostò da Fred, lo guardò, gli occhi, lo sentiva erano tinti di viola, guardava quel ragazzo che aveva tanto aspettato, assaporava il gusto del bacio che le aveva appena dato.
Altri petali cominciarono a cadere.
Elisabeth a quel punto sorrise, era strano come, in un momento, tutta la tristezza che si prova voli via con una folata di vento, ed ecco che arriva il turno della felicità che più forte di prima riesce a travolgerti, arrivi ad un punto in cui non riesci più a trattenere tutta la gioia e allora ti metti a sorridere, quel sorriso che illumina tutti coloro che ti stanno intorno,che rende felici anche coloro che sono tristi, quel sorriso che hai quando sei innamorata.
"Buon compleanno Elisabeth..." Sussurrò Fred, guardandola.
Questa volta fu Elisabeth ad avvicinarsi a Fred, fronte contro fronte.
"Se ho imparato qualcosa di voi inglesi è che siete persone fantastiche..."
Fred sorrise, compiaciuto di quella rivelazione.
"Anche io ho imparato qualcosa da voi francesi, ed è una frase...
Rispose Fred, il cuore che tutto d'un tratto cominciò a battere a mille.
Fu lo sguardo colmo di dolcezza di Elisabeth che convinse Fred a dichiararsi.
"Je t'aime Elisabeth"
Di nuovo il silenzio.
Le sue labbra riincontrarono quelle dell'amata.


Angolo Autrice
Non so cosa dire... scrivendo questo mio angolino me ne rendo conto: la mia prima storia è finita.
Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito e che continueranno a farlo. Tutti quelli che mi hanno letto restando nell'ombra. Tutti quelli che hanno recensito.
Adesso vi ringrazio uno per uno. Se avete voglia continuate a leggere, se no... bé, grazie ♥


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Grazie di cuore a tutti! ♥
Miss_Weasley
  
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