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Autore: LuluXI    04/09/2011    3 recensioni
Anche quella sera, come ogni sera, Ikki era da solo.
Non voleva parlare, solo riflettere: eppure lei aveva ancora qualcosa da dire, una questione in sospeso da concludere, prima di sparire.
(OOC, segnato per sicurezza)
DISCLAIMER: i personaggi sono di Masami Kurumada
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ikki aveva lasciato l’abitazione di Saori Kido per rimanere un po’ da solo: in fondo c’erano gli altri Bronze Saint di guardia ad Atena: non le sarebbe successo niente.
E poi, poteva sempre tornare indietro in caso di bisogno no?
Lui amava stare da solo, lontano da tutti loro.
Ogni tanto si azzardava a definirli la sua “nuova famiglia”, ma non è che quella definizione lo convincesse più di tanto.
Lui era sempre stato solo, e solo sarebbe rimasto.
Solo Shun era la sua famiglia: l’eccezione alla regola, suo fratello minore.
Si fermò nei pressi del porto, a guardare l’acqua, senza un apparente motivo.
Shun, quel fratello da difendere che, a poco a poco stava crescendo. Lo avrebbe abbandonato anche lui?
Scuotendo il capo, scacciò quel pensiero dalla sua testa.
C’era una brezza leggera, che creava delle altrettanto leggere increspature sull’acqua. Il molo era deserto, quasi spettrale: non che gli dispiacesse quella calma.
 
“E’ strano vedere una Fenice che guarda l’acqua… Non dovresti starle lontano, Ikki?”
“E a te che importa?” domandò il cavaliere, voltandosi per vedere chi aveva parlato, e ciò che vide lo lasciò senza fiato.
Esmeralda.
Ikki non sapeva cosa dire, non sapeva neanche cosa pensare, a dirla tutta. Esmeralda era morta ormai da tempo: probabilmente, si trovava faccia a faccia con una ragazza che le assomigliava.
Eppure quella ragazza non assomigliava ad Esmeralda: era identica a lei. Inoltre, come sapeva il suo nome?
Tra i due regnò il silenzio per un bel po’. Esmeralda: nonostante tutto quel tempo, non si era dimenticato il suo viso, sebbene il suono della sua voce stava svanendo dai ricordi, cancellato pian piano dallo scorrere inesorabile del tempo. Cercò di riafferrare il suo passato il più possibile, per sentirla un po’ più vera, un po’ più tangibile.
 
“E…Esmeralda?” domandò stupito, quando finalmente ebbe la forza per parlare, e lei in risposta sorrise. “Era da molto che non ci incontravamo, Ikki”
Nuovamente silenzio. Per un istante, Ikki pensò di essere morto: come spiegarsi, altrimenti, la presenza di Esmeralda lì? Morto, forse attaccato alle spalle da un nemico. O forse, era morto da tempo, da quando aveva perso la battaglia per riportare al Santuario i pezzi dell’armatura d’oro del Sagittario e quei giorni passati con Shun  e gli altri erano stati soltanto frutto della sua immaginazione. Forse erano morti tutti e cinque nel difendere Atena, e lui non riusciva a ricordarlo.
“Non sei contento di vedermi?” la ragazza sembrava triste, ora.
“Non mi spiego come tu faccia ad essere qui.”
“Avevo bisogno di parlarti”.
Doveva parlargli.
Dunque, non era morto e, probabilmente, non erano morti nemmeno gli altri.
Doveva parlargli, tutto qui. Quando era piccolo sentiva spesso raccontare dai ragazzi più grandi, storie sui fantasmi: si diceva che fossero le anime delle persone morte, rimaste sulla terra perché avevano lasciato qualcosa in sospeso.
Luiera la questione in sospeso di Esmeralda.
“Ti ascolto”. Due parole, nessuna espressione nella voce: da quando era così freddo e distaccato con lei? Avrebbe voluto rimangiarsi tutto, ricominciare la conversazione da zero, ma era troppo tardi.
A dire la verità, una parte di lui non voleva parlare, perché alla fine del discorso sarebbe sparita nel nulla e non sarebbe tornata: per poterla rivedere avrebbe dovuto impedirle di parlare… Solo così lei non sarebbe sparita, perché così la sua questione in sospeso sarebbe rimasta tale com’era in quel momento. Per un istante, pensò di lasciarla lì, sul molo e tornare indietro, da Shun. Ma alla fine prevalse il desiderio di sentirla parlare, il desiderio di sapere cosa la aveva spinta a tornare da lui.
“Mi dispiace Ikki.” Disse solo questo, poi tornò in silenzio: fissava il suolo e lui, non riusciva a capire.
“Per cosa Esmeralda?” trovò il coraggio di chiederle, dopo essere rimasto in silenzio per un po’.
“Per quello che ti ho fatto” fu la risposta.
 
Il Bronze Saint capiva sempre meno quella conversazione. Forse era un’illusione creata da un nemico che non sapeva bene cosa far dire alla ragazza.
“Esmeralda, tu non mi hai fatto niente…”
“Si invece!” fu la risposta di lei: era evidente che voleva piangere, ma si stava sforzando di non farlo. Indossava gli stessi abiti del giorno in cui era morta, come se il tempo non fosse mai passato.
“Sono morta”.
La fine della frase, spiazzò Ikki. Era morta, e allora? A lui non aveva fatto niente. Tuttavia, rimase per un po’ in silenzio, osservandola. Il dolore che leggeva nei suoi occhi era tangibile, vero: non poteva essere frutto di un’illusione.
“Esmeralda, non dire così: tutti moriamo, prima o poi”
“Ma la mia morte ha fatto scendere su di te l’oscurità! Hai abbracciato il male, e anche ora che sei tornato dalla parte di Atena, sfuggi da tutto e da tutti! Solo e malinconico, sempre. Da quando sono morta, non sorridi più”.
Come poteva darle torto? Da quando era morta, aveva perso il controllo e si era alleato col grande sacerdote. E anche quando Atena lo aveva riaccolto tra i suoi Saint, lui era sempre rimasto in disparte, isolato, intervenendo solo se era strettamente necessario. “Solitario per vocazione”, gli piaceva definirsi così. Anche da bambino, evitava gli altri: la sua massima interazione interpersonale consisteva nell’azzuffarsi con qualche bambino che aveva maltrattato Shun.
Ma in fondo sapeva perfettamente che era stata la morte di Esmeralda a segnarlo in modo indelebile: era stata la sua assenza a chiudergli, forse definitivamente, la porta che lo avrebbe condotto a relazionarsi di più con gli altri.
“Esmeralda, la tua morte era inevitabile.”
“No Ikki, se…”
“Ascoltami per favore!” una supplica, più che un ordine, la sua, ma bastò per zittirla e farlo continuare “Esmeralda, è vero che la tua morte mi ha segnato profondamente, ma sono io che avrei dovuto controllare i miei sentimenti: la mia rabbia, il mio odio verso tuo padre, tutto! Avrei dovuto pensarci io.”
 
Si concesse un istante per riprendere il fiato, per poi ricominciare a parlare, prima che lei potesse replicare.
“E’ vero, mi isolo e probabilmente non dovrei. Forse sono poco espansivo, freddo e distaccato. Ma sto cambiando Esmeralda, ho solo bisogno di tempo: con l’Aiuto di Shun e degli altri, lentamente anche io sto riscoprendo il mio cuore.” Stava parlando di getto, senza riflettere: tutte parole che venivano da dentro, le sue.
“Perciò, non sentirti in colpa: io sto ancora combattendo Esmeralda, e continuerò a combattere perché regnino pace e giustizia. Combatto per estirpare il male dal mondo, quello stesso male che ti ha portata via da me”.
Non aggiunse altro: aveva già detto tutto.
Ed Esmeralda sorrise, tra le lacrime.
Era sempre lo stesso, il suo sorriso,  bello, spontaneo, sincero: non si spegneva mai, quando lei era viva, anche se viveva in un luogo ostile. Non si era spento nemmeno mentre lei abbandonava quella vita, sotto i suoi occhi.
“Grazie Ikki, ora posso andare: sono in pace con me stessa”
“Tornerai?” lui sperava di si. Lo sperava con tutto se stesso e in quel momento sarebbe stato capace di vendere la sua anima ad Hades, pur di farla rimanere lì, con lui.
 
“Non posso Ikki: ormai, non c’è più nulla in sospeso, non ho motivi per restare, anche se vorrei farlo per te. Questa, è l’ultima volta che ci vediamo”
Piangeva Esmeralda, e avrebbe pianto anche lui: ma non era sicuro di avere ancora delle lacrime da versare.
In un gesto disperato, provò ad afferrarla per un braccio ed attirarla a se: non si aspettava di riuscirci e invece la sua azione ebbe successo.
Esmeralda era lì, tangibile come non sarebbe stata mai più.
Prese il suo volto tra le mani e la baciò con tutta la forza, con tutto l’amore che aveva.
“Ti amo e ti amerò sempre” Era riuscito a dirglielo: dopo anni di sofferenze e attese ora lei sapeva ciò che lui provava. Se doveva perderla per sempre, era giusto che sapesse ciò che, quando era morta, lui non aveva fatto in tempo a dire.
“Anche io ti amo Ikki” appoggiò la testa al suo petto, ed iniziò a svanire.
Il Bronze Saint della Fenice la strinse a se, con tutta la forza che aveva, come se quell’abbraccio potesse fermare la sua scomparsa: la stringeva cercando di assaporare ogni istante, in modo che rimanesse impresso per sempre nella tua mente.
“Resta con me!” l’urlo di Ikki si perse nel silenzio della notte.
“Vorrei, ma non posso. Ma me ne vado felice questa volta, perché so che non mi dimenticherai.”
 
Quelle parole sussurrate furono le ultime di Esmeralda, prima che si dissolvesse nel vento senza lasciare traccia.
L’aria della sera, leggera, quasi impercettibile, se l’era portata via.
E lui la aveva persa, di nuovo e questa volta per sempre.
E piangeva: a quanto pare, aveva ancora lacrime da versare, per lei.
Non era rimasto niente a sottolineare quell’incontro, nulla, solo un nastro rosso, a terra, dove poco prima stava in piedi la ragazza.
Il vento sospinse il nastro fino al bordo del molo: stava per cadere in acqua,ma Ikki lo afferrò. Era il nastro che Esmeralda portava tra i capelli: lui, riusciva ancora a sentire il suo profumo, su quel nastro. Con un rapido gesto della mano, si asciugò le lacrime, per poi legarsi il nastro al polso: non lo avrebbe mai più tolto.
Dopo questo piccolo gesto, Ikki riprese la strada di casa: sarebbe tornato dagli altri Bronze Saint e avrebbe passato quella serata con loro, dopo le molte notti passate in solitudine.
 
Avrebbe ricominciato da capo, un’altra volta, consapevole che ora doveva farlo anche per lei. Non si voltò indietro a guardare il molo, lui non si guardava mai indietro: guardava solo avanti.
Eppure, se si fosse voltato, anche solo per un istante, avrebbe visto Esmeralda che lo fissava e sorrideva: era consapevole che, grazie a lei e a quella conversazione, la Fenice sarebbe rinata ancora più forte di prima.
 
 
 
 
 
NOTE:
Da tempo volevo scrivere qualcosa su Ikki, e farlo facendo comparire Esmeralda mi è sembrata l’idea migliore. Forse è un argomento visto e rivisto nelle Fan Fic, ma volevo riscrivere un loro incontro a modo mio, nella speranza di non cadere troppo nell’ OOC. Volevo mostrare il lato più sentimentale di Ikki e spero di esserci riuscita senza stravolgere troppo il personaggio.
Grazie a tutti coloro che hanno letto e a chi(se ci sarà qualcuno), recensirà.

   
 
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