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Autore: amethyst    05/09/2011    1 recensioni
Lissa e Shannon non si conoscono. Ma lei è tra il pubblico di un djset di Mr Becks. Il resto, è la storia che dovete leggere.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Antoine ci stava dando dentro alla stragrande, la gente era a mille, poteva sentire le loro vibrazioni fin da dove si era appostato, sulla porta dello stanzino. Vedeva in lontananza il suo amico agitare le mani al cielo e di rimando, sentiva chiaramente l'ululato della folla. La brunetta che l'aveva accompagnato gli portò l'ennesimo drink. Prese il bicchiere squadrandola sornione, come quando voleva piacere a tutti i costi, e le chiese del fuoco anche se aveva l'accendino in tasca, solo per il gusto di farla avvicinare un po' a sè per aspirarne il profumo. Lei non si fece pregare e prendendo un vecchio e malandato bic dal taschino dei microshorts si portò pericolosamente vicina alla sigaretta che pendeva dalle sue belle labbra carnose. Le lunghe ciglia ombreggiavano uno sguardo molto allusivo, il sorriso diceva da solo già molto più delle parole. Il seno generoso, che la scollatura tratteneva a stento, si alzava e abbassava ad un ritmo sostenuto, come se avesse il respiro appena accelerato. Shannon esagerò con gli ammiccamenti come solo lui sapeva fare. Non potendo sfruttare il suo corpo, sul palco, era diventato una specie di maestro di sguardi. Accese la sigaretta aspirando, poi si leccò appena le labbra. Sentì chiaramente la ragazza gemere sottovoce e avrebbe scommesso qualunque cifra che se avesse deciso di osare andando oltre quell'infima barriera costituita dalla poca stoffa dei pantaloncini che indossava, avrebbe trovato un lago, lì, pronto solo per lui. La tipa era partita, in tiro, eccitata al punto giusto. Sarebbe bastato spingerla di mezzo passo oltre la porta dello stanzino, chiudere la porta e.....se lei stava mandando simili segnali senza che lui l'avesse nemmeno sfiorata, cos'avrebbe fatto quando quelle grandi mani callose avrebbero percorso il suo corpo con veemenza? Fu pericolosamente vicino a cedere alla voglia, quando con la coda dell'occhio rivide la silhouette indemoniata di Antoine. No, forse non era il caso di impiegare in una veloce sveltina con una sconosciuta le energie che aveva faticosamente accumulato per tutto il pomeriggio. Si sentiva carico come un leone e voleva regalare quella carica al pubblico che aveva pagato per assistere al suo show, non ad una inserviente della discoteca che dopo sarebbe corsa a ridarsi il rossetto e a sculettare davanti al prossimo ospite del privè. Magari più tardi, tanto lei lavorava lì e sicuramente sarebbe andata via ben dopo di lui. Sfiorò col pollice il labbro inferiore della ragazza mormorandole un "grazie" a mezza voce, oltrepassandola con un passo lungo.

Voleva respirare la folla che attorniava Antoine in consolle, voleva inziare a picchiare la batteria che avevano allestito per lui, voleva inziare il suo set. Non importava che forse non fosse ancora il suo momento, sentiva l'energia e doveva prenderla al volo. Si portò alle spalle di Mr Becks, osservando senza ancora essere pienamente visto da tutti. Com'era diverso quel pubblico, da quello che ogni sera affollava all'inverosimile i concerti della band. I ragazzi e le ragazze si muovevano sincopati a tempo della musica, senza badare, almeno apparentemente, a chi la stesse suonando in quel momento, presi com'erano da quella specie di frenesia atavica, che li catturava dentro. Certo, molto facevano gli aiutini che vedeva circolare, in forma di pillole colorate che sparivano giù in gola, annaffiate da abbondanti intrugli colorati che erano tutto tranne che analcolici. Shannon annusò discretamente il suo mojito, come preso da un leggero sospetto. Vuoi vedere che il sottile stordimento che sentiva era colpa di qualcosa che la tipa con gli shorts gli aveva messo nel bicchiere? Tutto quello che arrivò alle sue narici fu il solito odore di menta, ma non gli piacque lo stesso. Gettò il bicchiere svuotato a metà e intercettò un ragazzetto carico di bottiglie vuote chiedendo un rum e coca. Meno coca e molto rum, ovviamente. La testa gli ronzava, no, ronzare non era il termine giusto. Forse era più esatto dire che ondeggiava. Ondeggiava anche quella, al ritmo dei beats di Antoine. E tutto il suo corpo ondeggiava, in una strana danza un po' ubriaca che non mancò di catturare l'attenzione delle gallinelle che stavano riprendendo con i cellulari. In un attimo, la pista fu percorsa come da un fremito, si levarono altissime le urla che Shannon ben conosceva, i cellulari e le macchine fotografiche si spostarono all'unisono istantaneamente su di lui che continuava, imperterrito, a ballare sghembo. Arrivò il rum e coca molto rum e poca coca, mezzo bicchiere sparì in un sorso. Trasse le bacchette dal tascone dei pantaloni da pescatore che portava e iniziò a scaldarsi con piccoli colpi sui tom. Come con una bella donna, anche quando si dedicava alla batteria a Shan piaceva indulgere un po' in qualche preliminare. E quella sera, non c'era nemmeno l'adorata Christine.

Tra un colpo e l'altro, non potè fare a meno di guardare Antoine e di accorgersi, da vicino, di quanto fosse stremato ma felice. Il sudore la faceva da padrone sul suo viso, d'altronde si ostinava a suonare con addosso la giacca a maniche lunghe, ma a parte quello i suoi occhi brillavano di una luce che non sempre gli vedeva quando apriva i suoi concerti. Era veramente Mr Becks Dj, nel suo elemento. Ma qualcosa non quadrava del tutto. Antoine sembrava guardare sempre nello stesso punto del locale e i suoi sorrisi sembravano mirati, come diretti specificamente ad una persona. Le sue mosse, poi, erano come esagerate, amplificate, come a volersi far notare a tutti i costi. Shannon lo conosceva troppo bene per non accorgersi di questi cambiamenti, anche se a quel punto si poteva definire ubriaco. Aggrottò lo sguardo, quel che vedeva non gli stava facendo piacere. Quando Antoine si ringalluzziva troppo sbagliava, e Shannon non amava che si sbagliasse. Per quanto non fosse maniaco e dittatoriale come suo fratello, era pur sempre un Leto, e forse la precisione e la professionalità l'avevano tutti e due nel DNA. Per quello, e solo per quello, puntò gli occhi nella stessa direzione di quelli dell'amico, giusto per controllare che valesse effettivamente la pena di fare tutto quel teatrino. Sulle prime non vide nulla, tra il fumo e le luci che non andavano nella parte giusta. Ma poi, quasi obbedendo ad una specie di suo comando mentale, un faretto illuminò una figura alta, slanciata e flessuosa, fasciata un un top dorato che immediatamente reagì alla luce mandando bagliori infuocati nella sua direzione. Le gambe lunghe e snelle si muovevano perfettamente a tempo, sinuose, appena coperte da una minigonna nera che le stava effettivamente alla perfezione. I capelli erano raccolti, ma si vedeva benissimo che era bionda. Ah, Jared avrebbe decisamente approvato. Bella era bella, sembrava persino ai suoi occhi che normalmente non s'incapricciavano di donne dall'aspetto così sofisticato. Shannon badava più al sodo, ai seni prosperosi, ai fianchi pronunciati, magari anche non altissime, ma amava le forme. E la bella vestita d'oro non ne aveva tantissime, ma quelle che aveva erano esattamente al posto dove dovevano stare. Beveva, lei, a piccoli sorsi da un bicchiere pieno di un liquido rosa, e quando non beveva mordicchiava la cannuccia facendo sporgere la punta della lingua dalle labbra. E fissava Antoine sorridendo, dal suo posto di osservazione privilegiato che era il privè con i divanetti bianchi. Antoine e la bionda stavano flirtando in modo spudorato e a Shannon la cosa dette inspiegabilmente fastidio. Si, ok, era ubriaco e probabilmente questo aveva grande parte nella sensazione sgradevole che si era impadronita di lui. Ma non era solo quello. Appena il suo sguardo si era posato sui lustrini dorati addosso alla ragazza, aveva quasi desiderato essere Antoine, per diventare l'oggetto dei suoi sorrisi. La morettina con gli shorts era già dimenticata, se era riuscita a farglielo venir duro solo per un attimo evidentemente non era poi questo granchè. La bionda tuffò una mano nel bicchiere quasi vuoto e pescò un cubetto di ghiaccio superstite, tra quelli completamente sciolti. Iniziò a passarselo sul collo, sul lobo dell'orecchio, sulle labbra. Shannon fissava quel cubetto, e il suo percorso, e la scia bagnata che lasciava e che i fari colorati della discoteva amplificavano. Antoine faceva altrettanto, inconsapevole di essere stato scoperto e soprattutto mancando diverse volte il tempo per il giusto mix. Ecco, pensò Shannon, come volevasi dimostrare. È arrapato e sta iniziando a sbagliare. Lui, invece, perfetta macchina da guerra come era, stava iniziando ad eccitarsi a sua volta ma continuava a non mancare il colpo. Anzi, aumentava, come a voler sfogare sui tom la sensazione strana che si stava facendo strada nel suo basso ventre. Per cosa, poi? Non che la ragazza fosse questa bellezza sovrumana. Aveva visto tipe sedute sulle ginocchia di suo fratello decisamente perfette. Ma quella sensualità sottile, quegli sguardi morbidi e non volgari, quei mezzi sorrisi, quell'abbigliamento sensuale senza essere eccessivo, lo stavano prendendo. La bionda sapeva farsi notare con discrezione. E con altrettanta discrezione lui se la sarebbe volentieri scopata, se lei gli avesse permesso di metterle le dita sotto quel top d'oro.....proprio in quel momento, come se, di nuovo, le cose obbedissero ai pensieri di Shannon, il cubetto semisciolto sfuggì dalle dita di lei, finendo direttamente nella sua scollatura. Contemporaneamente, lei mancò un passo di danza, barcollando leggermente sui tacchi. A posto, disse una voce nella mente di Shan, è ubriaca anche lei. Immagini come sarebbe darle una bella ripassata da sbronzi? Quanto tempo che non lo faceva? Tanto. Le ragazzine che affollavano i suoi backstage erano troppo perfettine e astemie, prese com'erano a seguire alla lettera i dettami vegano-salutisti di Jared, il loro profeta. E in ogni caso, erano troppo ragazzine e lui nemmeno le vedeva, spesso. Questa qui, invece, era una donna, bella, sexy e imperfetta, perchè ubriaca e pure un po' maldestra. Si ricordò come in un lampo del desiderio che aveva espresso arrivando alla disco, dopo aver visto la stella cadente, e si fece scappare una risata. In quello stesso momento, la ragazza si stava passando la lingua sulle labbra senza smettere di guardare Antoine. Gli era sembrato che per un attimo avesse guardato anche lui, ma se era successo davvero e non si era sbagliato, forse era stato proprio solo un attimo. Il gioco di muta seduzione continuava e Antoine era quasi alla fine del set. La conclusione sembrava scontata.....ma se invece, da quel momento, fosse iniziata una sfida?



[UPD 27.09] Lettori e lettrici, scusate se per un po' di tempo non aggiornerò. Il lavoro mi rende impossibile ritagliarmi quell'oretta da dedicare alla scrittura! Ma non temete, la storia non è finita e l'ispirazione non manca, x cui prometto di tornare prestissimo con il seguito!

  
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