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Autore: saraanastacia    05/09/2011    1 recensioni
Solo 30 giorni, 30 giorni per cambiare una vita totalmente e per spegnerne un’altra.
Il tutore che sono obbligata a portare costantemente mi sta veramente facilitando le giornate ma è anche un pesante fardello da sostenere.
È come un marchio, riporta alla mente di tutti l’incidente e la perdita che ne è conseguita.
...Quando perdi un fratello è come perdere una parte di te, hai la netta sensazione che qualcosa si sia staccato come un arto amputato.
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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kaede rukawa
Akira e Maki migliorano a vista d'occhio.
Dopo quel bacio io e Akira non ci siamo rivolti parola se non per le ripetizioni.
Questo ragazzo ha la capacità di rimanere impassibile di fronte ad ogni cosa in un certo senso è molto simile a me.
La mia freddezza mi permette di distaccarmi da quello che è successo, senza influenzare le ripetizioni.
Sono costretta ad alzarmi mi fa male il ginocchio.
“facciamo pausa 10 minuti, ho bisogno di alzarmi un attimo, scusate”
in verità oggi è una di quelle giornate non esattamente positive.
Ho il cuore spaccato a metà, mi manca molto mio fratello e dall'altra parte vorrei continuare ad andare avanti ma mi sembra  impossibile conciliare le due cose.
Vorrei chiudere in una scatola tutti i brutti ricordi e ricominciare da capo senza sentire questo stupido ginocchio che non smette di disturbarmi in continuazione ricordandomi sempre mio fratello.
Sembra una punizione dall' alto per essere sopravvissuta, sento questo ginocchio come un fardello insopportabile da portare.
Il dolore è sopportabile ma mi ricorda sempre lui e quando tutto questo sparirà mi sentirò persa come se qualcosa anzi l'unica cosa che mi lega a lui  scomparirà per sempre portandomelo via.
È molto stupido pensare queste cose perché lui vivrà per sempre dentro di me, spesso mi chiedo come i miei genitori riescano ad andare avanti.
Mi mancano molto anche loro non li sento molto in questo periodo ma sono sicura che sono sempre con me.
Cammino cercando di non trasalire ad ogni passo, sembra di ricevere una coltellata ogni volta che mi sposto.
I dieci minuti sono passati è ora di tornare da quei due pazzi.
“Isobel hai fame?”
“no grazie Maki”
“sei molto dimagrita in questo periodo mi chiedo come tu riesca ancora a stare in piedi”
“io invece mi chiedo come riesco a sopportare due come voi”
“acida come sempre, chi ti sopporta è bravo” fisso Maki con astio profondo la vedo spostarsi dietro Akira chiedendo riparo.
“Sendoh spostati immediatamente”
“no”
“io invece dico di si”
alla fine la spunto io e incominciamo a rincorrerci come due matte per la casa.
“tanto non mi prendi sei ancora azzoppata!”
“aspetta ancora qualche settimana e ti pentirai di quello che hai detto”
e così si conclude il nostro giorno di ripetizioni.
 
Le giornate sono placide e tranquille tranne per un piccolissimo particolare che ha portato scompiglio nel nostro liceo.
Visto che la palestra dello Shohoku si è allagata quei pazzi casinisti vengono qui ad allenarsi vi lascio immaginare la baraonda che si è creata in pochi giorni.
Kaede Rukawa continua a ricevere insulti da quello con i capelli rossi mentre le ragazzine impazziscono come gatte in calore, sbavano e dicono cose oscene imitando le ragazze è pompon
non parliamo poi delle risse continue... quelle si che sono divertenti.
Io e Maki assistiamo ad ogni allenamento cercando sempre di rimare indenni ma qualche volta delle pallonate in faccia non riusciamo proprio ad evitarle.
Giuro li strozzerei tutti quanti.
“Kaede Rukawa ti sta fissando”
“e allora?”
“se un ragazzo del genere mi fissasse così come minimo sarei in imbarazzo”
“non mi piace per niente sembra molto presuntuoso e sicuro di se”
mi fissa sicuro prende una rapida rincorsa e schiaccia a canestro.
Notevole, grandissimo talento, seguito da una grazia insolita per un giocatore di basket nonostante la grande potenza.
L'unica cosa che non sa e che con me queste dimostrazioni non funzionano.
Oggi sono vestita con i soliti pantaloni Adidas e una felpa, in palestra non c'è più nessuno ormai tranne per Akira, Rukawa e Maki.
Scendo dagli spalti sotto lo sguardo attento di Rukawa.
 
“one to one?”la mia voce fa eco nella palestra vuota.
“tu giochi?”
“direi di si”
emette una specie di verso... che ragazzo comunicativo!
La sfida è aperta e gioca duro, mi fermo per togliere il tutore che porto sempre e ricomincio.
C'è chimica fra noi cosa che non mi sarei mai aspettata ,sembra che nessuno ci guardi in questo momento, esistiamo solo io e lui.
Ha due magnetici occhi blu che ti scrutano l'anima è estremamente bello nonostante la sua freddezza.
Solo per un punto lo batto, sono sfinita, mi siedo a terra per riprendere fiato, sono decisamente fuori forma.
“usciamo?”
non capisco cosa voglia dire e lo guardo in maniera interrogativa, sento gli sguardi di Akira e Maki puntati addosso.
“vuoi un appuntamento con me?”
“si, domani alle 5 davanti a scuola” senza aggiungere altro se ne va.
Vedo Maki saltellare da una parte all'altra mentre Akira è sbiancato.
“tu hai un appuntamento con Kaede Rukawa!!!!!”
“mi ha chiesto di uscire  solo perché a trovato un avversario degno di lui”
Akira ha perso il suo solito sorriso e io non abbasso minimamente gli occhi di fronte al suo sguardo perso.
“perché?” chiede lui
“semplice, mi ha chiesto di uscire e comunque non devo dare spiegazioni a nessuno con chi esco sono affari miei e la prossima volta prima di baciarmi chiedimi almeno se lo voglio anche io”
afferro Maki e la porto via.
“non ti sembra di essere stata un p'ò troppo dura con quel poveretto?”
“si deve svegliare ed essere meno immaturo e poi da quando non posso avere amici?”
“non hai tutti i torti però a fatto una faccia da disperato”
“sono sempre stata una grandissima stronza e non l'ho mai nascosto”
 
Sono le 16 e 50 e intravedo la figura di Rukawa appoggiata al muro della scuola sembra stia dormendo, oltre che essere muto e pure narcolettico.
Appena mi avvicino apre un occhio.
Ci incamminiamo senza una meta precisa il silenzio ci circonda.
“perché mi hai chiesto di uscire?”
“sei forte”
“immagino che sia un complimento detto da parte tua”
“il ginocchio?”
questo tipo è loquace quanto un muro ma non mi sento a disagio con lui.
“ha avuto un brutto incidente qualche mese fa e mi sono sottoposta a due interventi ma adesso va molto meglio, sinceramente non pensavo di farcela ieri contro di te ho faticato parecchio per tenerti testa”
“però hai vinto”la sua voce mette i brividi.
“fortuna  e ricordati che nella vita non sempre si vince”
questa frase deve averlo infastidito parecchio si è teso notevolmente assumendo un espressione glaciale.
“tu perdi spesso?” questa domanda mi lascia spiazzata
“a basket?”
“no nella vita”
“ad essere sincera perdo ogni giorno ma con il caratterino che mi ritrovo alla fine mi rialzo sempre in piedi”
perdo ogni giorno perché alla fine della giornata mi sento regolarmente abbattuta  e sconfitta.
Spesso tutto ciò che mi circonda mi fa sentire piccola e indifesa facendo così emergere il lato più tagliente e pungente di me.
Quando voglio so essere veramente cattiva penso di averlo dimostrato più volte in questi due mesi, la verità e che sono arrabbiata con il mondo non riesco a darmi pace.
“posso chiederti una cosa?”
dalla totale mancanza di parola a una domanda di senso compiuto, questo ragazzo mi sorprende.
“certo che si”
“ci possiamo allenare insieme?”
mi fermo e lo guardo leggermente di sbieco.
“adesso capisco il motivo dell'uscita il grande Kaede Rukawa è stato battuto dalla zoppa e adesso vuole allenarsi per essere di nuovo invincibile”
in risposta  emette  il solito  suono.
  
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