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Autore: elrohir    06/05/2006    3 recensioni
Allora, Sendoh e Rukawa sono cugini, molto legati (per intenderci Akira è l'unico che riesce a far sciogliere quel ghiacciolo di Kaede) e per questo Hana, che non ha ancora accettato il fatto di essere innamorato di Kaede ma per qualche oscuro motivo è comunque geloso dell'"orrido porcospino" (se mai Greta leggerà questa fic mi perdoni il furto)è molto irritato. Le cose peggiorano durante un ritiro quando le due squadre si trovano a convivere. Elementi disturbanti di un oscuro passato che accomuna e lega i cugini verranno alla luce, cambiando per sempre la vita di Hana. E certo, anche quella di Kaede e Akira. Nota: per chi è abituato a un Sendoh insopportabile, questa fic potrebbe essere molto ooc.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Sendoh pov

Sendoh pov

 

Gironzolo fischiettando nella hall, quando incrocio Kaede. Guardo l’orologio, perplesso.

Sta già in piedi, e dire che sono solo le dieci e mezza… praticamente l’alba, per i suoi standard narcolettici!

Fa quasi tenerezza, con i capelli arruffati e gli occhi gonfi di sonno.

Vabbè che a me fa tenerezza sempre, però…

Mi siedo al suo fianco. –Allora honey, come ti butta?

-Sonno.

-E perché non sei nel letto a poltrire?

Esita. Distoglie lo sguardo. –Do’hao.

Non dice a me, lo capisco subito. Piuttosto, risponde alla domanda. Tradotta, la sua affermazione significa, “Non ci riesco, perché Hanamichi dorme nell’altro.”

Il che lascia campo aperto a moooolte interpretazioni.

Tento la meno ovvia. Sghignazzando. –Che, russa?

-Do’hao!- esclama, e questa volta l’insulto è rivolto a me. Rido, spettinandogli i capelli, e lui arrossisce. Delizioso. Da mangiarselo.

Quasi non riesco a credere che il mio gelido cuginetto abbia davvero abbandonato le coperte perché turbato dalla vicinanza del corpo caldo del suo nemico giurato… mi spancerei dalle risate, non sapessi che Kaede ci soffre.

E non gli volessi così tanto bene.

Mi alzo in piedi. –Ci si vede dopo in palestra, honey?

Grugnisce, riaffondando il naso nel suo caffè.

Me ne vado fischiettando, so che verrà all’appuntamento.

Del resto, cosa potrebbe tenere lontano Kaede dal suo amato pallone?

, insinua una vocina dentro il mio orecchio, qualcosa potrebbe esserci. Soprattutto considerando le ore che è obbligato a passare in stanza, su esplicita indicazione del coach…

Continuo a palleggiare, poi scatto, salto e faccio canestro.

Riatterrando, sbuffo. Se questa è la ragione, honey, ti perdono il bidone.

Anzi, vengo e ti lego definitivamente al letto, sia mai che all’ultimo momento cambi idea.

Fammi solo un fischio, e sono da te. Cuginetto.

Tiro di nuovo, il pallone si infila nella retina con un sibilo soddisfatto.

Sorrido. Immaginando mio cugino inchiodato al letto, e quel metro e novanta di fuoco allo stato puro disteso sopra.

È una bella immagine, mi dico.

Sorrido.

Ma il sorriso mi muore sulle labbra quando sento un fischio –d’apprezzamento leggero, eppure volgare- e una voce.

Quella voce.

La sua.

-Però! Sei migliorato!

Avrei dovuto saperlo. Immaginarlo, almeno. Ci sono così tante squadre qua intorno, come poteva mancare proprio la sua?

Avrei dovuto immaginarlo.

E invece….

Speriamo che Kaede non venga davvero…

Mi volto lentamente. So già chi avrò di fronte.

Uno non dimentica la voce di Toshiko.

E infatti eccolo lì, in testa alla sua truppa, che sorride. Strafottente.

Sa di essere bello, Toshiko. Così come sa di essere bravo.

Non ne ha mai fatto mistero.

Si avvicina con camminata sinuosa, mi accarezza la guancia con un dito.

Io lo guardo negli occhi, impassibile.

In questi –rari- momenti la mia parentela con Kaede è piuttosto evidente.

-Sei anche cresciuto…- sussurra, e il suo respiro mi sfiora il viso.

-Incredibile, vero?- replico ironico.

Ride. E gli occhi incatenano i miei. Mi sento come risucchiato nel passato… sono di nuovo un ragazzino, di fronte a lui. Tutto quel che ho imparato, tutto il mio autocontrollo faticosamente costruito, gettato al vento.

-No, non incredibile, ma...

Lascia la frase in sospeso, mossa studiata che per un attimo mi fa bruciare dalla curiosità –quasi masochista- di sapere cosa avrebbe voluto dire.

Lancia il pallone, fa canestro. E ti pareva.

-Sfida?

Scuoto la testa, lui scrolla le spalle. Lancia di nuovo. Canestro.

Io ricomincio a palleggiare, mi allontano. Me ne resto per i cazzi miei, trattenendo a stento l’impulso di mandare tutto al diavolo e andarmene.

Devo restare.

Ho un orgoglio da difendere.

E soprattutto, non posso correre il rischio che Kaede arrivi, da solo, trovandosi Toshiko davanti.

Devo restare.

Anche se… magari è cambiato.

Cristo, tutti cambiano, perché lui no?

Magari è diverso, ora.

Magari si è dimenticato…

-Come stai, Akira?

Arrischio un’occhiata. Il bastardo si è di nuovo avvicinato.

La lingua si muove a vuoto nella bocca. Mastico la mia nausea. Non so se sono i cattivi ricordi, accompagnati al suo odore, a originarla. O se è la paura.

Cos’è che mi distrugge? Il passato o il futuro?

Gli rispondo freddo.

-Bene.

Non chiedo “E tu?”. Sia ben chiaro, la nostra non è una conversazione amichevole. Non è una conversazione, punto.

Ma figurati se lui si lascia intimidire. Da me.

-Anche io. Sai, mi sono mancate le nostre partite… le nostre sfide

Faccio un passo indietro, e la mano che aveva posato sul mio braccio cade.

Lui mi scruta. –Sei davvero cresciuto, Aki-chan.

Sorride. Un sorriso assassino.

-Sei ancora più bello.

Ho voglia di piangere. Merda, ma perché proprio a me?

Gli do le spalle. Mi sono stancato di restare fermo a farmi molestare da questo stronzo…

Certo che quel pirla di mio cugino potrebbe smetterla di rotolarsi nelle lenzuola con il suo amichetto e scendere, giusto far capolino in palestra comunicandomi che ha trovato di meglio da fare, che per oggi almeno non passerà il pomeriggio a infilare uno stupido pallone in uno stupido cerchio di ferro…

Ho un flash di Kaede sulla porta. E il terrore mi assale.

Perché, nello stesso istante, la sua voce mi ferma.

-E la tua puttanella, come sta?

Mi sento gelare.

Mi volto, lentamente. Lo fisso. Lo sfido a ripetere.

Due anni, che non lo vedo. Due anni. Ma la rabbia ancora non si è chetata.

Lui sogghigna, palleggia e mi fissa di risposta, sfrontato.

-Dai, non fare quella faccia, Aki-chan. Sai di chi sto parlando. Mi auguro che il tuo adorabile cuginetto stia bene come l’ultima volta che l’ho visto…

Giuro che se non chiude subito quella sua bocca schifosa me ne sbatto dei suoi compari che assistono in silenzio e lo prendo a cazzotti.

-In effetti, non mi spiacerebbe rivederlo di nuovo così…

-Lascia Kaede fuori da questa storia.- sibilo.

Lui ride. –Sempre protettivo, vedo… certe cose non cambiano mai. Ho sentito parlare molto di lui, in questi tempi. Si dice che sia bravino… del resto, segue le tue orme, sei sempre stato il suo modello, vero?- si ferma, pregustandosi la mia reazione. Si lecca le labbra, un gesto misurato. –Mi hanno anche detto che è sempre più bello…

Faccio un passo avanti, ma lui mi prende per le spalle. Mi trattiene. –Allora, Aki-chan, che dici? Avrà sicuramente imparato qualche nuovo giochino, in questi anni… con tutti i letti in cui sarà finito! E non fare l’innocente con me, ti conosco… sarai stato il primo a provarli tutti! Come darti torto, tuo cugino è sempre stato un dio a scopare…

-Ti ho detto di lasciarlo fuori da questa storia.- ringhio.

Lui è a pochi centimetri dal mio viso. –E io ti ho già detto una volta, Aki-chan, che di quel che dici tu non me ne fotte un cazzo. Di tuo cugino, invece…

Gli tiro un pugno. Che, inutile dirlo, lui riesce a bloccare.

Sento un sussurro alle mie spalle. Qualcuno è entrato in palestra.

So che è Kaede.

Vedo il sogghigno di Toshiko farsi più accentuato, e ho voglia di chiudere gli occhi.

Ma è la voce di Sakuragi a riportarmi in vita.

Non sono mai stato così contento di avere vicino la scimmia.

Evidentemente Kaede gli ha detto dove andava, e lui non si è fidato a lasciare il suo adorato nemico solo con un maniaco come me. Chissà quali assurdi giri mentali si è fatto, per giustificare l’ovvia verità. Per trovare una scusa alla sua irragionevole, ragionevolissima preoccupazione.

Riderei se non fossi così preoccupato.

E se non sentissi mio cugino rabbrividire, sotto gli occhi neri di Toshiko, che indovino fissi su di lui.

 

Sakuragi pov

 

Sto sdraiato sul letto.

La volpe accanto a me.

Oddio… forse proprio accanto non è il termine esatto.

Diciamo che sta languidamente drappeggiata sull’altro letto, le braccia incrociate dietro la schiena e gli occhi fissi sul soffitto.

Tra noi ci sono circa quattro metri di distanza.

Eppure, cazzo, riesco ancora a sentire il suo odore.

Credo che questa convivenza mi farà diventare pazzo.

Rukawa lancia uno sguardo all’ora.

Poi, in un unico movimento fluido, si tira in piedi.

La maglietta si solleva un attimo, secondi di preziosa esitazione, per poi scivolare di nuovo, morbida, sui fianchi.

Dio, è un delitto coprirlo, un corpo simile.

Del resto, scoprirlo è un vero e proprio attentato alla salute pubblica.

L’ho sperimentato di persona, solo due sere fa.

Quando ho dovuto rivedere le mie priorità.

Le mie poche certezze.

Perché –maledizione!- non potevo continuare a proclamarmi eterosessuale innamorato perso di Haruko Akagi, e poi.

E poi sognarmi lui di notte.

Lui. Quel demone dal volto d’angelo.

Lui. Inequivocabilmente, un LUI.

Aspetta un attimo… che ci fa in piedi quel cretino, adesso?

Ha già la mano sulla maniglia… non penserà mica di sfuggire a Sakuragi l’Inquisitore!?

-Baka kitsune, dove ti credi di andare?

Domanda stupida, in effetti.

Quasi quasi arrossisco dall’imbarazzo, mentre la sua voce gelida risponde –Do’hao. In palestra.

Ecco. Come se quel suo cervello drogato dal basket potesse contemplare una diversa destinazione.

Un drogato, ecco cosa sei, Rukawa.

Un maniaco.

Certo che, fossi maniaco in altri campi… non dico ai livelli del porcospino, però…

Ahhhh! Il porcospino!

Figurarsi se quello si lascia scappare l’occasione di mettere le mani addosso alla mia volpacchiotta!

Improvvisamente tutti i pensieri malinconici e profondi sfuggono dalla mia mente, lasciandola libera di concentrarsi sull’emergenza.

-Ci sarà anche Sendoh?- ringhio.

-Hn.- risponde il logorroico.

Ma ora non mi frega più. Sono stato troppo tempo con lui, ho imparato i suoi trucchi.

Quando dice ‘hn’ con questa intonazione, sta a intendere ‘sì.’

Come dite? Quante volte ho dovuto ascoltarlo, per registrare queste minime differenze? Bè, per un genio come me non è stato così difficile… o meglio, è stato facile quando sono riuscito, finalmente, a concentrarmi sulla sua voce, invece che sugli splendidi occhi, o su quelle labbra…

Alt! Meglio non pensare alle sue labbra… anche perché ho come la sensazione che la volpe abbia detto qualcosa di moooolto importante.

Dunque. Ricapitolamo.

“Dove credi di andare?”

“In palestra.”

“Ci sarà anche Sendoh?”

“hn” (= sì)

Ecco, ci sono quasi…

Ci sarà anche Sendoh? Sì.

Palestra+Rukawa+Sendoh=

AHHHHHHHHHHHHHHHHH!

-Vengo con te!

Sono in piedi accanto a lui, la voce leggermente stridula.

Non se l’aspettava!

Ah-ah, il grande Tensai è riuscito a sorprendere anche il ghiacciolo umano!

-Hn?

Ehi gente, è davvero SCONVOLTO se spreca un po’ del suo preziosissimo fiato per chiedermi spiegazioni!

-Beh non puoi andare in giro per i corridoi da solo, se ti spacchi una rotula cadendo dalle scale poi danno la colpa a me che ti ho spinto e non mi lasciano giocare, così perderemo di certo, e poi chi lo sente Akagi… Te l’ha chiesto il porcospino di andare in palestra?

-Hn.

-Ecco vedi, tu sei troppo ingenuo kitsune, quell’infido potrebbe approfittarsene…

-Hn?

Grande conversazione oggi… quasi quasi mi preoccupo.

Anzi, mi preoccupo eccome… Perché questo stupido si è fermato in mezzo alla strada, e mi punta addosso quei suoi occhi incredibili…? Non riesco a pensare molto chiaramente con lui che mi guarda in questo modo, ma sembrerebbe quasi… divertito?

Divertito? Rukawa il congelatore ambulante divertito? Naaa…

-Do’hao. Sendoh potrebbe approfittarsene….?!

ADESSO CASCA IL MONDO! No ma vi rendete conto che Kaede Rukawa mi ha parlato? Di più, dalla leggera inflessione che si è premurato di dare alla voce sembrava quasi che mi stesse… prendendo in giro?

Ora però c’è un altro problema… cosa rispondo?

Non posso certo dire, proprio a lui, che quel maledetto aspetta solo l’occasione propizia per allungare le mani e fare i propri comodi … anche perché la kitsune, in vena di chiacchiere, potrebbe decidere di chiedere come mai io stia così attento al porcospino, e soprattutto, come faccia a capire così bene le sue intenzioni. Al che io sarei costretto ad ammettere che sto tenendo d’occhio Sendoh da circa sei mesi e che, quanto alle intenzioni… le capisco molto bene perché io devo combattere lo stesso desiderio ogni volta che mi trovo a meno di dieci metri da lui!

Decisamente, meglio una soluzione più diplomatica… e non meno sincera, badate bene!

Scemotto com’è, il mio volpacchiotto, sarebbe capace di questo e altro!

-Teme kitsune! Stupida come sei, gli riveleresti tutti i piani di gioco!

Non risponde. Ho l’impressione che sia talmente schifato dalla mia affermazione da preferire un gelido silenzio a una qualunque reazione.

O forse è solo che siamo ormai arrivati in palestra, e il maniaco sente già l’odore del pallone…

E io sento quello del maledetto porcospino!

Eccolo, l’orrido, ci dà le spalle e parla con altri ragazzi.

Lo sapevo che non dovevo lasciare la Kitsune sola, chissà cosa ha escogitato Sendoh…

Anche se… c’è qualcosa di strano.

Innanzitutto: chi sono quegli scimmioni? Non li ho mai visti prima… o almeno credo.

In ogni caso, non sono giocatori del Ryonan.

Secondo: perché stanno disposti a semicerchio intorno a Sendoh e a un bell’imbusto con il ghigno da teppista?

Terzo: perché il bellimbusto è così vicino al porcospino?

Quarto: perché le spalle del porcospino sono così rigide?

Quinto: COSA CAZZO CI FA LA MANO DEL BELLIMBUSTO INTORNO AL MENTO DEL PORCOSPINO?

No, non l’ho capita! L’orrido non doveva provarci con la mia volpe? Cosa vuole adesso quello lì? Cosa sono ‘sti atteggiamenti… intimi?

HIIII! Gli si è avvicinato ancora di più, adesso lo bacia… oddio, svengo!

E invece si limita a sussurrare qualcosa. E quel cretino di Sendoh scuote la testa, evidentemente a disagio, ma non fa neanche un passo indietro!

IDIOTA! E levati, no, se vuoi che ti stia alla larga….

In fondo, mi dico, guardando le cose obiettivamente, Sendoh, per quanto orrido, è un bel ragazzo, e sottolinerei il BEL: voglio dire, occhi azzurri (non del colore glaciale della mia kitusune, certo, ma comunque esotici), capelli scuri (anche se acconciati in quella pettinatura ASSURDA), un fisico niente male… non avessi già Rukawa per la testa, un pensierino magari…

Stop, rewind, replay.

A me NON piace la volpe. Quante volte devo ripeterlo?

E assodato questo… MENO ANCORA mi piace l’orrido porcospino.

E se mi da fastidio vederlo così vicino al bellimbusto, è solo perché, appunto, il bellimbusto mi urta. Ancora più di lui.

Una cosa a pelle, direi. Un desiderio insopprimibile di prenderlo a calci nei coglioni finchè non gli si cancella quel sorrisetto del cazzo.

Sollevo un sopracciglio, quando vedo che il porcospino ha avuto la mia stessa idea, a giudicare dal gancio che ha mollato al tizio.

Evidentemente io e Sendoh abbiamo in comune qualcosa di più che una passione nascosta (più o meno) per la volpe.

Strillerei scandalizzato di fronte a questo pensiero blasfemo, se non fossi troppo occupato a lamentarmi per la prontezza di riflessi del bellimbusto, che ha imprigionato il pugno di Akira nella mano. E mi soffermerei inorridito su questo ‘Akira’ che mi è sfuggito, testimone quasi di un tacito armistizio, alleanza contro un nemico comune, se non venissi distratto dalla mia volpe.

La mia bellissima volpe.

Che mormora, con un filo di voce, e la pelle ancora più pallida del solito, -Toshiko…

E il tizio solleva lo sguardo, lo fissa sulla kitsune, che incredibilmente rabbrividisce.

Kaede Rukawa. L’uomo di ghiaccio. Rabbrividisce.

Decisamente, è arrivato il momento di intervenire.

Così, spulcio il mio repertorio di Tensai, e trovo la frase che cercavo. Un attimo solo per impostare il tono giusto, ed eccomi in campo.

Trema, bellimbusto dei miei stivali, e prostrati davanti ad Hanamichi Sakuragi, il Genio! Che, con voce tonante, scandisce nel silenzio irreale della palestra, il famoso grido di guerra:

-Ehi, tu, che cazzo ti credi di fare?

 

Okkei… non che credessi di spiegare qualcosa in questo capitolo, ma ho l’impressione di aver incasinato le idee a tutti. Ma volete sapere una cosa? Ho una risposta a TUTTI i vostri interrogativi! Sto raccogliendo le idee, e sono quasi pronta a fornire qualche spiegazione. A suo tempo, certo… ma non sto brancolando nel buio. In teoria.

Comunque, il cattivo ha fatto il suo ingresso. Alla fine ho scelto un personaggio originale, perché proprio non riuscivo a trovarne uno adatto… all’inizio volevo usare Minami, insomma stronzo mi pare stronzo, e poi ha pure preso a pugni il mio Kaede! Ma era troppo piccolo per questa parte… quindi, ho dovuto arrangiarmi. Il cognome Toshiko l’ho trovato aprendo a caso un libro giapponese… il primo su cui ho posato gli occhi. A volte non hai altra scelta che affidarti al caso. Comunque, se avete altre proposte, fatemele sapere! (O almeno, spero fosse un cognome…!)

Bambi, spero che Hana continui a farti ridere… io mi diverto troppo a farlo sclerale!

Venus, sono contenta che ti sia piaciuto!

Hinao, grazie per la correzione sull’età di Akira… uffa però, un anno solo è un po’ poco per la differenza tra loro… oh bè, me lo farò bastare! Comunque, decisamente le esperienze di Kaede sono negative, ma ho appena deciso che anche Akira non scherza! (Sarà che mi ci sto affezionando e devo sfogare un po’ del mio sadismo anche su di lui?!) Toshiko dovrebbe essere una figura chiave per entrambi…

Spero di riuscire ad aggiornare entro breve, ma con sta scuola tra i piedi non so cosa potrò fare! Baci comunque a tutti quelli che seguono questi miei scleri… THANKS!!!

 

 

   
 
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