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Autore: drin_chan    05/09/2011    0 recensioni
E dire che avere sempre odiato scene come quella.
Quando, in improbabili telefilm, la protagonista - ovviamente terribilmente sexy anche se tutta scarmigliata- si rendeva conto di essere innamorata di un uomo solo in un momento critico, lei scoppiava a ridere come una matta.
Perchè- si diceva- una dovrebbe accorgersi dei suoi sentimenti proprio mentre lui si sta sposando, o mentre è in procinto di partire per la Zambia senza alcuna intenzione di tornare indietro? Non poteva farlo prima?
Un sorriso amaro fece capolino sulle sue labbra.
Quello che non aveva mai considerato era che, purtroppo, l'amore non si può controllare.
E che, spesso e volentieri, quando anche il destino aggiunge le sue zampacce, saltano fuori dei casini allucinanti.
Ecco perchè stava correndo come una pazza sotto la pioggia incessante.
Si era accorta di amarlo.
Si sentiva vicina a quelle protagoniste, adesso.
Forse, in quel preciso istante, erano loro a ridere di lei.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Absurd Home Sweet Home

Sì, dovrei smettere di iniziare storie senza finire le precedenti, avete pienamente ragione. Il problema è che non ci riesco proprio! >.<
Ho sempre idee nuove che mi frullano per la mente!
Quindi, perdonatemi, ma dovrete sorbirvi la mia ennesima follia.
Il titolo della fic è tratto da una canzone dei Motley Crue che consiglio vivamente di ascoltare (è poesia allo stato puro!) ... Di cosa parla la storia?
C'è solo un modo per scoprirlo! :)
E ora, tutti a leggere! ^^




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Prologo





Assurdo.
Quello che stava facendo era totalmente assurdo.
E sfiancante.
Sembrava che l'ossigeno non le bastasse mai.
Inspirava.
Espirava.
Annaspava, tentando disperatamente di tornare a respirare in modo normale.
Irene si morse il labbro inferiore.
Non ci riusciva.
I polmoni le bruciavano, come se fossero stati preda di un incendio improvviso e devastante.
Era sicura che, anche se fosse riuscita a sopravvivere a quei folli ed infiniti minuti, le cicatrici di quell'ustione le sarebbero rimaste incise addosso per sempre.
Si portò una mano al petto.
Era doloroso.
Tutto, a partire dal suo corpo.
Era doloroso.
Tutto, a partire dai suoi occhi.
Era doloroso.
Tutto, a partire dalla sensazione di gelo che, lentamente, si stava impadronendo di lei.
E dire che avere sempre odiato scene come quella.
Quando, in improbabili telefilm, la protagonista - ovviamente terribilmente sexy anche se tutta scarmigliata- si rendeva conto di essere innamorata di un uomo solo in un momento critico, lei scoppiava a ridere come una matta.
Perchè- si diceva- una dovrebbe accorgersi dei suoi sentimenti proprio mentre lui si sta sposando, o mentre è in procinto di partire per la Zambia senza alcuna intenzione di tornare indietro? Non poteva farlo prima?
Un sorriso amaro fece capolino sulle sue labbra.
Quello che non aveva mai considerato era che, purtroppo, l'amore non si può controllare.
E che, spesso e volentieri, quando anche il destino aggiunge le sue zampacce, saltano fuori dei casini allucinanti.
Ecco perchè stava correndo come una pazza sotto la pioggia incessante.
Si era accorta di amarlo.
Si sentiva vicina a quelle protagoniste, adesso.
Forse, in quel preciso istante, erano loro a ridere di lei.
- Merda!- imprecò, lanciando un'occhiataccia all'infradito fiorato che l'aveva appena tradita.
Pro memoria: smettere di comprare scarpe dalle bancarelle.
Irene sbuffò, per poi provare a portare avanti la sua corsa ugualmente.
Niente da fare, quell'infradito non aveva proprio nessuna voglia di collaborare.
Continuava ad accartocciarsi e ad  impedirle di avanzare.
Stava seriamente rischiando di ammazzarsi.
- Al diavolo!- borbottò, per poi togliere anche l'altro e lanciarlo via.
Sciaff. Sciaff. Sciaff.
Le venne quasi da ridere, sentendo il rumore causato dai suoi piedi nudi sul suolo bagnato.
Sciaff. Sciaff. Sciaff.
Sembrava che stessero intonando le note di una strana canzone.
Un brivido di freddo le scivolò, birichino, sulla schiena.
Sciaff.
Chissà se la stava ancora aspettando.
Irene deglutì rumorosamente, con uno strano groppo in gola.
Strano? Eppure sapeva benissimo cos'era.
Amarezza.
Per averlo ferito così tanto.
Paura.
Di averlo perso irrimediabilmente.
Coraggio.
E sorrise.
Sorrise, perchè quello era il sentimento più forte che avesse mai provato in tutta la sua vita.
Sciaff. Sciaff. Sciaff.




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Tadaaaaaaan! Ecco il mio ultimo figliolo! Che ve ne pare?
Avrei già un paio di capitoli pronti, che aiuteranno a capire meglio la situazione :)
Attendo i vostri commenti!
Un bacione,
vostra
drin_chan


  
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