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Autore: _Fy    06/09/2011    2 recensioni
Flor e Federico,apparentemente così diversi tra loro,eppure molto simili.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

L’arrivo di Florencia in casa Fritzenwalden aveva portato con sé alcuni cambiamenti, a partire dall’umore dei suoi componenti: Martin, adolescente tendenzialmente chiuso il cui unico passatempo era lo studio, iniziava a manifestare desideri più simili a quelli dei suoi coetanei.

 

Thomas, appariva più sereno; il bambino aveva iniziato ad associare il volto della sua bambinaia alla figura di una madre, tutto ciò riusciva a colmare parzialmente quel vuoto che tanto lo opprimeva.

 

Maya, aveva trovato finalmente una sorella con cui confidare i suoi dubbi e le sue paure.

 

Nicolas iniziava ad aprirsi, frequentava dei nuovi amici che la stessa Florencia gli aveva presentato.

 

Federico, nonostante non lo desse a vedere, si sentiva più leggero; quel piccolo tornado lo aveva trascinato con sé nella sua follia.

Nonostante ne fosse affascinato però, Federico ne era anche spaventato, provava timore ogni qual volta si rendeva conto di quanto la sua vita stesse cambiando, gli faceva paura costatare che i suoi sentimenti stavano man mano mutando.

 

“Quello che non conosciamo ci fa paura” era una frase che suo padre ripeteva spesso; Federico sentiva ormai sue quelle parole.

 

Più si sforzava di capire cosa gli stesse accadendo, più non trovava risposte, più il suo timore aumentava.

 

A peggiorare la situazione poi, ci pensava il suo migliore amico; Matias, affascinato anch’egli dalla giovane ragazza, le riservava attenzioni particolari suscitando in Federico un fastidio immane.

 

Greta era più rilassata, il peso della famiglia Fritzenwalden finalmente non gravava più sulle sue sole spalle, nonostante Flor si ritrovasse a combinare qualche pasticcio qua e là.

 

Le uniche che non avevano beneficiato della presenza della giovane ragazza erano Delfina e Malala, al contrario erano profondamente contrariate e più di una volta avevano tentato di mettere in cattiva luce la ragazza.

 

Quel giorno Florencia stava approfittando dell’assenza dei bambini per aiutare la governante in cucina.

 

“Greta, credo di aver combinato un pasticcio” la donna, ormai abituata ai guai della bambinaia, le andò incontro rassegnata.

 

Flor, dal canto suo, osservava imbarazzata la piccola torta bruciacchiata; nonostante le piacesse cimentarsi in varie attività, la cucina per lei era un territorio sconosciuto.

 

Greta sospirò, lasciando una delicata carezza sul viso dispiaciuto della ragazza.

 

“Non importa Floricienta”

 

Flor sorrise sentendo quel dolce appellativo con cui la governante di casa era solita chiamarla; le piaceva molto, le sembra il nome di una cenerentola elegante.

 

Proprio in quel momento il telefono di casa Fritzenwalden iniziò a suonare e la ragazza si precipitò a rispondere:

 

“Pronto, casa Fritzenciuccen, con chi parlo?”.

 

“Buongiorno, chiamo dalla scuola, potrebbe passarmi il signor Fritzenwalden?”.

 

“Ehm, il signor Fritzenwalden è impegnato nel suo studio”.

 

Buttò lì la prima scusa che riuscì a trovare.

 

“Può riferire a me, sono la bambinaia della casa”

 

“Sono la signorina Domenech, la direttrice dell’istituto, chiamo per informarla che vorrei un colloquio con il signor Fritzenwalden a causa di un problema avuto con il giovane Thomas Fritzenwalden”

 

“ Va bene, a presto”

 

Flor interruppe la comunicazione senza aspettare alcuna risposta dalla sua interlocutrice; la sua mente iniziò a viaggiare nella disperata ricerca di un buon piano per evitare che il suo principale venisse a sapere della piccola marachella compiuta dal più piccolo dei fratelli.

Conosceva bene il carattere burbero del suo principe dagli occhi tristi, e nonostante nel suo sguardo riuscisse a scorgere quanto amore nutrisse per la sua famiglia, riusciva comunque ad essere glaciale; Flor aveva da subito intuito quanto fosse difficile per Federico esternare i suoi sentimenti e quanto il peso di quella situazione gli facesse male.


Nella sua mente iniziò a farsi spazio un'idea e seppur rischiosa decise di metterla in atto.

Salutò la povera Greta con un bacio su di una guancia paffuta e si diresse verso la porta di casa ignorando i richiami della donna.

"Dove stai andando?"

La voce del suo principe dagli occhi tristi la richiamò proprio nel momento in cui stava per mettere il primo piede fuori dalla lussuosa abitazione; strinse gli occhi facendo una smorfia con le labbra prima di girarsi verso di lui con il miglior sorriso innocente che potesse trovare.

Federico la osservava sospettoso ancora in attesa di una risposta.

"Oh, signor Federico, io devo fare una cosa che... Vado da ma zia."

Federico alzò il sopracciglio perplesso lasciando intuire il suo disappunto.

"Va bene" acconsentì.

"Ma torna presto!" continuò poi.

Florencia annuì con vigore mentre l'ansia accumulata iniziò a diminuire; si dileguò velocemente, sparendo dietro la porta prima che Federico potesse cambiare idea e una volta lontana da casa si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

La scuola frequentata dai ragazzi di casa Fritzenwalden non distava poi molto da casa, così, impiegò poco tempo per raggiungerla; una volta al suo interno domandò della direttrice, la quale, la aspettava nel suo studio.

Flor si incamminò tra i corridoio vuoti dell'istituto; la scuola sembrava deserta per quanto risultasse silenziosa, talmente silenziosa che l'unico rumore che Flor riusciva a sentire era quello dei suoi passi.

Una volta arrivata davanti alla porta della signora Domenech,bussò:

"Chi è?"

Flor prese un profondo respiro prima di rispondere.

"Sono, ehm, sono la signorina Lucrezia! Vengo per Thomas"

La porta della piccola stanza si aprì e da essa ne uscì una donna piuttosto bassina, con dei capelli biondi raccolti in uno chignon e un paio di occhi azzurri nascosti dalla lunga frangia.

"Salve, lei è?"

"Sono Lucrezia, una parente dei Fritzenwalden"

La donna la osservò scettica facendo temere il peggio alla povera ragazza.

"Strano, Il signor Federico non mi ha mai parlato di lei, cosa siete con precisione?"

Flor indugiò più del previsto prima di rispondere.

"Io sono la cugina della zia, cioè no, la zia della cugina di.." Florencia sbuffò infastidita dalle sue stesse parole; possibile che non riuscisse mai a farne una giusta?

"Magari un giorno le spiegherò meglio, ora vorrei sapere cosa ha combinato il piccolo Thomas"

La Domenech annuì convinta, nonostante i tratti del suo volto esprimessero la sua enorme confusione.

"Il piccolo ha creato scompiglio nella classe durante l'ora di ricreazione" 

"Oh andiamo signora direttrice, Thomas è poco più che un bambino, oggi parlerò con lui e vedrà che tenterà di comportarsi un pò meglio"

La donna annuì per niente convinta, sapeva bene quanto potesse essere pestifero quel bambino.

"Ora la devo lasciare purtroppo, arrivederci" Florencia sorrise alla donna la quale ricambiò con un piccolo cenno del capo.

Non appena le porte del suo studio si chiuserò, la ragazza potè rilassare i muscoli tesi e lasciarsi andare ad un lungo sospiro di sollievo.


Federico sbatteva ritmicamente un piede sul pavimento; erano ormai dieci minuti che continuava a rileggere la stessa frase del contratto senza mai capirne il senso, la sua mente riusciva solo a pensare alla giovane ragazza che, ormai, sembrava avergli scombussolato l'intera vita.

Non aveva minimamente creduto alle parole di Florencia e nel suo cuore un senso di ansia e preoccupazione sembravano non lasciargli tregua.

Sbuffò accantonando i vari documenti; si era reso conto che quel giorno era troppo distratto per concludere qualcosa di buono.

Si prese la testa tra le mani ciondolandola da desta a sinista quando, improvvisamente, bussarono alla porta del suo ufficio.

"Avanti"

"Federico, amore!"

Delfina avanzava verso di lui con passo felpato e una volta arrivata al suo capezzale si sedette sulle sue gambe.

"Ti sono mancata?" domandò con voce civettuola.

Federico indugiò molto prima di rispondere.

"S-si" le sue parole non risultarono sincere nemmeno alle sue orecchie.

La donna sorrise maliziosa mentre avvicinava il suo viso a quello del suo fidanzato ma il rumore della porta e la voce di Florencia lo fecero scattare in piedi come una molla facendo cadere, così, la povera Delfina.

"Amore,scusami!" mormorò dispiaciuto, l'aiutò a rimettersi in piedi mentre quest'ultima sbuffava infastidita.

"Vado un attimo di là a... Torno subito" 

Si dileguò velocemente lasciando la sua fidanzata da sola e in poche falcate raggiunse il salotto dove Florencia stava conversando allegramente con il suo migliore amico Matias.

"Allora Flor, ti va di venire a fare una passeggiata con me?" 

Matias guardava speranzoso una Florencia restia ad accettare il suo invito, nonostante fosse chiaro il suo scarso interesse verso di lui, aveva comunque deciso di non arrendersi.

"No, lei non può!".

   
 
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