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Autore: luna nueva 96    07/09/2011    2 recensioni
Fanfic dedicata principalmente a Hikari-chan!
Non vi anticipo niente, voglio che siate voi a giudicare.
DAL SECONDO CAPITOLO:
E così, come se fosse ritornata indietro nel tempo, Sakura guardò quegli occhi neri in cui mille e mille volte si era persa, e gli anni più oscuri della sua vita ritornarono a galla nella sua mente, creando un subbuglio di reazioni dolorose all’interno delle sua viscere. No, non gli avrebbe mai perdonato ciò che le aveva fatto
.
-Che ci fai qui?- gli chiese con voce apparentemente calma e buia. Lui parve sorpreso da questo tipo di reazione: si aspettava davvero che gli buttasse le braccia al collo e iniziasse a saltellare come una bambina per il suo ritorno? Beh, si sbagliava.
-Che modi Sakura! Sono appena tornato e non mi dici neanche “ciao”?-
Maledetto bastardo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Naruto glielo aveva detto tutto d’un fiato e con una palesità sconcertante. -Sasuke è tornato qui a Osaka. Voglio che tu gli stia lontana.- Naturalmente Sakura era stata più che favorevole a obbedire a ciò enunciato dal marito; Sasuke andava evitato a tutti i costi per non mettere a repentaglio la sorte della sua appena ritrovata sanità mentale, e di quella del suo consorte.
Sarebbe stato facile: Osaka era un centro molto grande, e lei si sarebbe intrattenuta in posti più distanti possibili dalla zona in cui si trovava l’attuale dimora di Sasuke, che lei stessa gli aveva venduto.

E così aveva passato i giorni successivi a quell’incontro a guardarsi ovunque, soprattutto alle spalle, con aria circospetta, come un ladro che non vuole farsi vedere dalla polizia, e a mettere sempre scarpe comode nel caso in cui, vedendolo comparire dal nulla, sarebbe stata costretta a compiere una fuga improvvisata.
Anche adesso, mentre era nella sua agenzia e in teoria sarebbe dovuta essere al sicuro (Sasuke aveva già una casa quindi non aveva alcun motivo per essere lì) non riusciva a sentirsi tranquilla.
Il suo piano perfetto stava diventando fin troppo paranoico. 

-Signorina Haruno, vuole darmi l’onore di prestare attenzione alle mie parole, dato che in questi giorni le riesce così complicato?- Con non poca difficoltà Sakura riportò i suoi pensieri alla vita reale e li concentrò su Tsunade, la quale aveva un’aria tutt’altro che paziente quel giorno. Proprio quest’ultima, nel momento in cui si accorse di aver avuto le attenzioni della sua impiegata, si lascò andare ad un sospirò esasperato. Sakura in quei giorni era intrattabile.
-Il tuo prossimo cliente si trova al confine tra il Suminoe e il Taisho. Vi incontrerete lì-.
Bene, Sasuke abitava nel quartiere Iruko; aveva ben poche possibilità di incontrarlo.
-Vai ora- continuò l’austera donna-e porta a termine l’affare come hai sempre fatto: senza farti distrarre da niente; in questi giorni sei davvero strana, Sakura.- Poche volte Tsunade si permetteva di chiamare la ragazza con il suo nome di battesimo: solo nelle circostanze in cui cercava di parlarle da madre e non da capo e, chissà perché, sentiva che la ragazza aveva problemi legati a qualunque cosa che non fosse il lavoro. Le conosceva bene, lei, le ragazze e i loro stupidi problemi di cuore!

-Tsunade- la chiamò la rosa- non si dimentichi di darmi il nominativo dell’acquirente, questa volta.-
 



Erano passati giorni da quando aveva concluso l’ultimo affare, e sapere di aver appena fatto il proprio dovere e che ciò che stava tartassando la sua vita privata non stava avendo alcun effetto sulla sua, la rendeva pienamente soddisfatta di sé. Aveva appena venduto un appartamento di modeste dimensioni ad un prezzo abbastanza alto ad un certo signor Tomiya che avrebbe abitato lì con la sua famiglia: la moglie, bionda e fuori forma, e due gemelline tutte pepe e allegria. Le aveva tenute tra i piedi solo un’ora, ma non ne sentiva per niente la mancanza: troppi schiamazzi, troppe urla, troppi pianti.
Poveri vicini.

Passando vicino a un locale, però, fece appena in tempo a notare la porta che si apriva con un’ampia falcata di scatto; se non avesse avuto da sempre degli ottimi riflessi l’avrebbe sicuramente centrata in pieno. Il tizio che aveva compiuto un gesto così avventato l’ avrebbe d certo sentita.

-Ehi tu, si può sapere dove..?!-

Cazzo no!

-Mi dispiace Sakura. Non ti avevo proprio visto-.

Non lui. Non di nuovo.

-Non importa, non mi sono fatta niente. Adesso, scusami devo andare- disse superando ampiamente la figura che le si stagliava davanti. Lei aveva appena concluso un affare importante, nessun Sasuke Uchiha sarebbe riuscito a rovinare un bel momento come quello: lei era assolutamente in grado di gestire la cosa.

Eppure sapeva che non sarebbe finita lì; il moro, infatti, la bloccò per un braccio, costringendola a girarsi verso di lui. Quelle pozze nere la folgorarono per un attimo, ma riuscì comunque a non dar vinta al suo istinto e di far prevalere il suo buon senso, riuscendo ad allontanarsi quel che bastava per non saltargli addosso con un solo azzardato gesto.

C’è Naruto a casa che ti aspetta. Ricordalo.

-Stai andando a casa?- le chiese atono, ma con una certa punta di interesse. Sakura deglutì: sapeva già dove sarebbe andata a finire tutta questa situazione. Non rispose, ma Sasuke a quanto pare prese il suo silenzio come un sì.

Chi tace acconsente, no?

 -Bene,ti do un passaggio.-indicò con un cenno del capo la sua Ferrari nera parcheggiata dall’altro angolo della strada.
Sasuke era così: gli piaceva essere notato, senza che lui stesso si sforzasse più di tanto per attirare l’attenzione. Semplicemente gli veniva naturale. Proprio come quella Ferrari.
- In realtà posso anche tornare da sola. Prenderò la metro come faccio ogni giorno.-
Ci provò, anche se conosceva già l’esito della sua performance.
-Non essere ridicola Sakura. Sarà bello rivedere il caro e vecchio Naruto.-

La rosa inspirò profondamente, prevedendo già cosa sarebbe successo non appena il suo amato marito l’avrebbe vista tornare in macchina col suo ex, che le aveva gentilmente pregato di non vedere, e di cui temeva terribilmente il ritorno.
Ma soprattutto si preoccupava per sé stessa, che avrebbe dovuto fare un intero viaggio seduta accanto a Sasuke, il quale avrebbe guidato con il vento tra i capelli e il sole che gli avrebbe accarezzato il viso rendendolo ancora più attraente, se possibile.

Poteva farcela. D’altronde era solo una passaggio, no?

Mera illusione. 
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Ok scusate! Sono in ritardissimo e, come se non bastasse, me ne esco fuori con questo capitolo cortissimo e che, per di più, non ha proprio nulla di eccezionale. Non mi stupirei se qualcuno mi desse delle banderine arancioni --.--"
Ah! Stavo quasi per dimenticarmene! I nomi "Suminoe", "Taisho" e "Iruka", che avete letto nel capitolo, corrispondono ai nomi di alcuni quartieri famosi di Osaka. Ho pensato d rendere la cosa più credibile, visto che si tratta di un AU
Baci
  
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