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Autore: Evazick    07/09/2011    6 recensioni
(I di III)
"Pioggia.
Una buona storia inizia sempre dalla pioggia.
Perché la pioggia non è capace di mentire, non è nella sua natura. Quando le gocce iniziano a cadere è capace solamente di raccontare la pura e inaccettabile verità e di ricordarti quanto miserabile e infelice sia la tua vita.
Tuttavia è anche una buona narratrice di storie.
Ne ha viste così tante, ha ascoltato i sospiri di migliaia di amanti, le urla strazianti delle vittime e le grida di piacere dei loro carnefici, i gemiti di bambini e i passi sulle strade acciottolate di migliaia di città.
La pioggia è incapace di mentire, è troppo antica per poterlo fare.
Può solamente raccontare quello che ha visto."
Una ragazza sfuggita al massacro della sua famiglia.
Un ragazzo a capo di una Ribellione.
Un tiranno.
Un potere da scoprire dentro di sè.
Dopo anni di buio, la città di Camden riuscirà a vedere la sua Luce?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Camden'
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XX. La fine.
 
I hope you’re ready for a firefight
‘Cause the devil’s got your number tonight
(They say) We’re never leaving this place alive
 (My Chemical Romance – Save Yourself, I’ll Hold Them Back)

 

 
Un altro soldato.
Un’altra testa che rotolava sul lindo pavimento dell’atrio.
Lux respirò affannosamente a testa bassa, la spada puntata contro il pavimento intriso di sangue. Attorno a lei adesso non c’era più nessuno, non uno dei dieci guerrieri di An che le si erano scagliati addosso era rimasto vivo. Ci aveva messo un bel po’ ad ucciderli tutti, ma ce l’aveva fatta da sola e senza bisogno del fuoco. Non si era ferita, ma il sangue che la ricopriva quasi interamente sembrava gridare il contrario. Fu così che la trovarono Mathias e Matthew quando entrarono nell’atrio vuoto del castello. Il maggiore si preoccupò immediatamente e le corse incontro: la ragazza sembrava in profondo stato di shock, e qualcuno doveva pur tirarcela fuori. La afferrò per le spalle e la scosse lievemente. “Lux? Lux, mi senti?” le disse con la voce immersa nella preoccupazione.
Gli occhi di lei si animarono subito. “Certo che ti sento,” disse, allontanando le mani del ragazzo dalle sue spalle. Lui la guardò ferito per un momento, poi si riprese e guardò l’amica completamente ricoperta di sangue. “Stai… stai bene, vero?”
“Mai stata meglio.” Lux fece roteare la spada nella sua mano e la infilò con un gesto rapido nel fodero della cintura. Si voltò verso Matthew e lo guardò con aria confusa. “Cos’è quella cosa?” gli chiese indicando il cilindro verdastro che teneva in bilico sulla spalla.
Il ragazzo sorrise e accarezzò il cilindro. “Ti piace? È il mio nuovo giocattolino. L’ho chiamato lanciarazzi ed è assolutamente una…”
“Ooh, il tuo giocattolino? Perché non ci fai vedere come funziona?”
La voce che giunse dalle loro spalle gelò per qualche momento il coraggio di Matthew nelle sue vene. Si voltò veloce e fissò spaventato i venti guerrieri di An che gli si paravano davanti. Sarebbe rimasto immobile a lungo incapace di muoversi se non fosse per Mathias, che gli tolse un razzo da una delle tasche. “Vuoi vedere come funziona?” disse a quello che aveva parlato con un sorriso che ben poco si addiceva alla sua faccia angelica. Tolse il lanciarazzi dalla spalla del fratello, vi infilò il razzo e lo puntò contro l’uomo. “Non vedo l’ora di accontentarti.”
BUM!
Il ragazzo non si aspettava per niente un rinculo del genere, e quando il razzo venne espulso lui venne spinto all’indietro sul pavimento, mentre il lanciarazzi cadeva a terra con un tonfo sordo. Lux lo aiutò a tirarsi su, ma non prima di aver visto il razzo dirigersi verso uno dei guerrieri di An e colpirlo in pieno petto, trapassandolo da parte a parte. L’uomo si guardò sorpreso l’enorme buco sanguinante, come se non riuscisse a crederci, poi stramazzò morto sul pavimento per il dolore e il dissanguamento. I suoi compagni fissarono per un attimo il cadavere e il sangue scarlatto, poi tutti i loro sguardi si voltarono verso i tre ribelli.
Capitano, credo che sia arrivato il momento di un’onorevole fuga, disse Matthew mentalmente a Mathias.
Saggia decisione. Il ragazzo afferrò il braccio di Lux mentre il fratello riprendeva possesso della sua arma, e tutti e tre si diressero verso la parte opposta della sala. Imboccarono un corridoio opposto a quello che portava alla sala del trono e corsero nella poca luce delle torce come se sapessero dove stavano andando. Alle loro spalle il rumori dei passi aumentava sempre di più, ed erano incapaci di capire se fosse per l’eco o per il numero dei loro inseguitori. Quasi non videro le scale che scendevano davanti a loro, ma se ne accorsero in tempo e scesero di corsa, rischiando di volare giù per i gradini. Lux, ormai libera dalla stretta di Mathias, rabbrividì quando si accorse di essere vicina ai sotterranei, ma tutti i suoi pensieri svanirono non appena vide la loro salvezza. Afferrò i gemelli per le loro camice e li spinse dentro una porta aperta. “Dentro, forza!”
Entrarono nell’oscurità e Matthew si chiuse la porta alle spalle appena in tempo: il rumore dei passi raggiunse il corridoio dopo pochi secondi, e lì si fermò. “Dove sono finiti?” chiese una voce.
“Andiamo avanti, non possono essere andati lontano!” commentò un’altra. Il secondo successivo i passi iniziarono di nuovo ad avanzare lungo il corridoio. I tre ragazzi sospirarono di sollievo e rimasero in silenzio finchè i passi non sparirono del tutto. Fu Matthew il primo a parlare di nuovo, a voce bassa. “Non vorrei fare lo schizzinoso, ma lo sentite anche voi questo odore?”
“Quale?” gli chiese il fratello.
Quale?” Sembrava quasi scandalizzato. “Santo Dio, non riesco nemmeno a respirare!”
Lux inspirò profondamente e per poco un conato di vomito non le uscì di bocca. Tossì un paio di volte e iniziò a fare respiri più corti, come se questo potesse evitare di farle sentire il fetore. Era un odore di putrefazione, feci e sangue, come se fossero finiti in una cripta. Era l’odore della morte vera e propria, e un’idea si fece strada nella mente dei tre ribelli. “Direi che la nostra sfiga ha colpito ancora,” commentò Mathias.
“Già,” fu il laconico commento di Lux. Il simbolo della fiamma le brillò per un attimo nell’occhio sinistro, e la sua mano sinistra si incendiò improvvisamente. I due gemelli la guardarono spaventati (soprattutto Matthew, che non si era ancora scordato del loro primo duello) ma non commentarono. Si limitarono a fissare la stanza davanti a loro, completamente e totalmente riempita di cadaveri. Alcuni sanguinavano, altri no, ma su tutti di loro aleggiava l’odore della morte, e potevi anche quasi vedere la dama nera sopra di loro, con la falce dietro la sua schiena e che ghignava con il suo volto da teschio. Mathias si sentì improvvisamente a disagio e aprì la bocca per dire qualcosa, qualunque cosa, ma bastò l’espressione di Lux a fargli chiudere la bocca: era più pallida del solito, se possibile, il sudore le colava sulle guance mescolandosi al sangue e i suoi occhi azzurri erano spalancati in un’espressione di puro turbamento. Seguì la direzione del suo sguardo e spalancò la bocca, sorpreso, mettendoci poi una mano davanti: la donna morta davanti a lui aveva gli stessi capelli e occhi della ragazza, e ovviamente parecchi anni in più. Non ci mise molto a fare due più due, ma era troppo tardi comunque: la ragazza si era già inginocchiata per terra ed era scoppiata a piangere senza controllo e ritegno. Mathias le si inginocchiò accanto e le passò un braccio accanto alle spalle. “Ssh, va tutto bene, Lux. Va tutto bene, non piangere.”
Lei non lo ascoltò nemmeno e iniziò a urlare con tutto il fiato che aveva, mentre le lacrime scorrevano sopra il sangue sul suo volto. I due gemelli si scambiarono un’occhiata preoccupata e infine allarmata quando dei passi tornarono nel corridoio fuori dalla stanza. Matthew afferrò Lux per un braccio e tentò di tirarla su, ma lei sembrava pesante come un cadavere e non voleva smettere di urlare e piangere. “Idiota, tirati su! Ci farai scoprire se continui a urlare!” urlò il ragazzo senza voler essere cattivo. Sentì il calore della fiamma vicino alla sua mano, ma non lo considerò e continuò a strattonare il braccio di Lux.
Eccoli! Sono qui dentro!
Oh - oh.
 

***

 
Merda.
Lo aveva schivato. Aveva preso la mira con precisione millimetrica, eppure il pugnale non l’aveva nemmeno sfiorato.
Peggio, aveva mancato il bersaglio di diversi centimetri.
Duncan non voleva nemmeno sapere se fosse colpa del fatto che Tean era un Elementale d’aria, adesso era più preoccupato della sua condizione. Aveva sprecato l’unica arma che avesse e qualcosa gli diceva che presto l’uomo sarebbe passato al contrattacco. Un contrattacco abbastanza pesante, probabilmente.
“Che peccato.” Tean raccolse il pugnale dal pavimento e se lo soppesò tra le mani coperte da guanti bianchi. Guardò di nuovo il ragazzo, che ribolliva di rabbia e stava facendo di tutto per tenere sotto controllo il suo simbolo e l’energia che voleva esplodergli dentro, e fece un passo verso di lui lasciando cadere di nuovo l’arma per terra. “Hai sprecato il tuo turno.” Scosse la testa come davanti a un bambino piccolo. “È la cosa più sbagliata da fare durante un gioco. Bisogno usare le proprie opportunità al meglio, sempre.”
“È questo che è per te, vero?” Duncan non riuscì a trattenersi, e sputò fuori le parole insieme ad acido e veleno. “Solamente un gioco. Un gioco con un unico giocatore che conosce le regole e le cambia a suo piacimento.”
Tean sorrise lievemente. “Può darsi, oppure no.”
Il ragazzo era stanco di quel comportamento sibillino, come se niente fosse mai certo. “C’è qualcosa di cui posso essere sicuro?” sputò fuori.
“No,” fu la secca risposta. “Niente può essere mai veramente certo. Ogni situazione cambia dal punto di vista, e il punto di vista dipende da molte altre cose, situazione compresa. Ognuno di noi può cambiare il suo destino come vuole, può scriverlo a suo piacimento, e niente è mai sicuro.” Liquidò il suo discorso con un cenno della mano. “Ma piantiamola con questi discorsi filosofici, nessuno di noi due ne è veramente interessato. Adesso…” Gli occhi azzurri gli brillarono con ferocia. “… è il mio turno di giocare.”
La spirale stilizzata nel suo occhio si illuminò come una torcia nella notte, e quello di Duncan non fu da meno. Il rosso capì velocemente quello che stava per succedere e, veloce come i fulmini che brillavano nel cielo, l’acqua iniziò a sgorgare dalle sue mani e a riversarsi sul pavimento. Le gocce iniziarono ad impilarsi come mattoni l’una sopra l’altra, e in breve tempo tutto intorno al ragazzo comparve un impenetrabile muro d’acqua. Nel preciso istante in cui l’ultima goccia fu al suo posto, le tre enormi finestre della sala del trono implosero e, come era successo con Lux, iniziarono a piovere frammenti letali di vetro. Si sparsero per tutta la sala ma non riuscirono a oltrepassare il muro d’acqua, però Duncan li sentiva ugualmente che premevano per entrare e ferirlo, spinti dal vento che aveva iniziato a soffiare nella stanza. Strinse i denti e gli occhi e continuò a tenere il muro in piedi, sebbene con fatica e col sudore che gli percorreva tutto il corpo. Solamente quando sentì il tintinnio dei frammenti che cadevano sul pavimento si rilassò e il muro crollò di colpo: l’acqua si riversò sul pavimento con uno scroscio e rimase intorno ai piedi del ragazzo come una pozzanghera troppo cresciuta. Lui ansimava, ma notò benissimo, con un sorriso cattivo, l’espressione di genuino sbalordimento sulla faccia di Tean. Impressionato, Maestà?
“Sono senza parole,” disse l’uomo con una punta di rispetto mentre guardava il ragazzo che continuava ad ansimare. “Non avrei mai pensato che un ragazzo come te potesse avere la forza di un Elementale necessaria per fare una cosa del genere. Ti sei guadagnato la mia stima, in un certo senso.”
Duncan continuò a sorridere mentre la goccia si spengeva. “Inutile, visto che tra poco sarai morto, no?”
“In effetti, sì.” Diede un’occhiata ai frammenti che giacevano su tutta la sala e la spirale brillò di nuovo nel suo occhio. Un vento delicato soffio nella stanza e raccolse i pezzi di vetro uno per uno, trascinandoli in un angolo nascosto. Quando tutto fu tornato alla normalità Tean continuò: “Se vuoi uccidermi vuol dire che vuoi combattere contro di me. E credo che un duello abbia bisogno di qualche regola, non trovi?”
Duncan si limitò ad annuire leggermente.
“Diamoci una sola regola, una sola.” Alzò anche un dito, come se il concetto fosse abbastanza chiaro. “Niente giochetti da Elementali. Vediamo semplicemente chi è il più forte fisicamente tra noi due.”
“Va bene.” Il simbolo nell’occhio del ragazzo si accese di nuovo e l’acqua iniziò a raccogliersi nella sua mano sinistra. Invece di cadere sul pavimento già bagnato assunse una forma lunga e affilata, e iniziò a ghiacciarsi finchè nella mano di Duncan non apparve un pugnale di ghiaccio. Lo chiuse nel suo pugno e guardò Tean con aria di sfida. “Avrò pur bisogno di un’arma, no?”
L’uomo rise cattivo, e al rosso scesero i brividi lungo la schiena. “Sei pronto, Duncan Hellrose?”
Il ragazzo si mise in posizione d’attacco. Mai stato più pronto in via mia.
 

***

 
“Lux! Ti prego, ti prego, smettila! Ci troveranno se continui in questa maniera, e tu non vuoi che ci scoprano, vero?”
Spiacente di deludere le tue aspettative, ma l’hanno già fatto.
Mathias lanciò un’occhiataccia al gemello. Ti sembra il momento per dire cose del genere?
Matthew scrollò le spalle. Continuare a dirle che andrà tutto bene non la aiuterà. Sei un po’ troppo buono con lei, fratellone.
Se qualcuno avesse visto quella scena dall’esterno senza conoscere il potere dei gemelli, sarebbe sicuramente rimasto sorpreso e confuso da quella discussione fatta di gesti e portata avanti senza pronunciare nemmeno una parola. Purtroppo l’unica che se ne sarebbe potuta accorgere era Lux, che in quel momento era ancora inginocchiata sul pavimento della cripta: aveva smesso di urlare e non singhiozzava più, ma le lacrime continuavano a correrle sulle guance, lavando via il sangue. Matthew sospirò, frustrato, e si abbassò in ginocchio finchè il suo viso non fu sullo stesso piano di quello della ragazza. La costrinse a guardarlo negli occhi e disse: “Adesso piantala.
Lei lo guardò confusa, senza dire una parola. Pure le lacrime smisero di corrergli lungo le guance per sentire quello che lui aveva da dirle.
“Non dare retta a quel cretino di Mathias, ci hanno già trovati. Va bene? Hai presente la situazione in cui siamo?” I suoi occhi e la sua voce non erano mai stati così seri. “Fuori da questa maledetta cripta c’è un intero comitato di benvenuto che non vede l’ora di farci a fette e gettarci in mezzo a questo mare di cadaveri. Per quanto mi riguarda, io e mio fratello vorremmo vivere per qualche altro anno ancora, e tu sicuramente – represse un conato di vomito - vorrai stare insieme a Duncan per un altro po’ di tempo. Quindi, se non vuoi che moriamo adesso, alzati da questo fottuto pavimento e preparati a combattere come hai sempre fatto. Pronta?”
Lux sembrò non aver nemmeno sentito metà di quelle parole, ma poi annuì lievemente e si lasciò sollevare dal pavimento. Mathias guardò il fratello ad occhi spalancati, e Matthew sorrise trionfante. Sei troppo buono, mi sembrava di avertelo già detto.
“Non possono rimanere lì dentro a lungo, prima o poi dovranno uscire!” urlò una voce fuori dalla porta.
“Aspettiamo qualche altro minuto, poi sfondiamo la porta,” replicò una voce più autoritaria, sicuramente quella del capitano del plotone.
Matthew sorrise cattivo, e gli occhi verdi foresta gli brillarono di una forte scintilla omicida. Si sistemò il lanciarazzi sulla spalla e Mathias infilò un razzo nell’estremità aperta. “Sei sicuro di volerlo fare?” gli chiese con la voce che gli tremava.
“Qualcuno dovrà pur sfondare quella porta,” fu la replica cattiva. Il ragazzo si voltò verso il fratello e Lux. “Allontanatevi, se non volete farvi ferire dalle schegge.”
I due seguirono il consiglio e si strinsero in un angolo. Lux sembrava ancora un po’ sotto shock, ma almeno era in piedi. Matthew mirò bene la porta e una voce da fuori urlò: “Venite fuori, o sfondiamo la porta!”
“Ma che gentili.” Avvicinò il dito al grilletto. “Grazie del disturbo, ma facciamo da soli.”
E lo premette.
 

***

 
Tean attaccò così velocemente che Duncan riuscì a malapena a vederlo dirigersi verso di lui. Con un balzo felino e aggraziato, così simile a quelli di Lux, saltò addosso al rosso facendolo finire disteso sul pavimento. Il pugno gli si aprì e il pugnale di ghiaccio scivolò lontano, aiutato dall’acqua sul pavimento. Duncan iniziò a sentire l’acqua che gli bagnava la camicia e i pantaloni, ma i suoi pensieri vennero subito distratti da un forte dolore alla guancia. Lanciò un urlo mentre Tean gli lasciava tre profondi graffi che iniziarono subito a sanguinare. Con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo posò le mani sul petto dell’uomo e lo spinse di lato, via dal suo corpo. Il re crollò sulla schiena con un tonfo così secco che Duncan pensò di avergli rotto qualche vertebra, ma non se preoccupò molto. Si alzò di nuovo in piedi e corse verso il pugnale, scivolato qualche metro più in là, ma una mano gli afferrò improvvisamente la caviglia con forza e lo fece ricadere duramente sul pavimento. Si voltò di scatto e non fu sorpreso di vedere Tean che gli teneva la caviglia con tutte le sue forze per evitare che raggiungesse la sua arma. Strinse i denti e si dibatté in quella stretta ferrea, ma fu tutto inutile. Lasciami andare, bastardo!
L’uomo allungò la mano libera e la affondò nella gamba del ragazzo, lasciandogli altri tre lunghi graffi nella carne. Il rosso si lasciò sfuggire un altro urlo e provò a trascinarsi verso l’arma, ma fu tutto inutile: doveva prima liberarsi di quell’ancora che lo stava trascinando sempre più lontano dal pugnale. Il sangue delle ferite sul viso gli colò su tutta la guancia come lacrime scarlatte. “Scordati di riprendere la tua arma,” gli disse Tean mettendosi in ginocchio con un sorriso che fece correre i brividi sulla schiena di Duncan. Sono in trappola, pensò.Non c’era via d’uscita che potesse usare per liberarsi dalla stretta del re, era troppo forte per…
Un’idea gli lampeggiò nella mente. Metterla in atto equivaleva a barare, ma quando mai l’unica regola di quel duello era stata veramente in vigore?
La goccia d’acqua gli brillò improvvisamente nell’occhio sinistro.
Tean lo guardò stupito, e quando tentò di fare qualcosa era già troppo tardi: una sfera d’acqua lanciata a tutta velocità lo raggiunse in pieno petto e gli fece perdere la presa sulla caviglia del ragazzo, spedendolo di nuovo sul pavimento parecchi metri più in là. Duncan non perse tempo, si alzò in piedi e corse, con la gamba ferita che pulsava e il sangue che colava, verso il pugnale. Non appena lo ebbe di nuovo in mano si sentì, come dire, completo.
Mio!
 

***

 
Mathias, abbiamo un problema.
Deglutì. Ovvero?
Mi sono rimasti solo tre razzi.
“Oh, porca…!” Mathias interruppe la frase quando un guerriero di An gli si parò davanti. Gli trapassò il petto con la spada che grondava già fin troppo sangue, e si voltò verso il fratello: non lo degnava nemmeno di uno sguardo e stava caricando uno dei suoi ultimi razzi nel lanciarazzi. Lo lanciò verso un altro soldato, che incredibilmente lo schivò. Mathias deglutì, improvvisamente preoccupato di lasciarci la pelle. Solo due.
Matthew si voltò finalmente verso di lui con uno sguardo altrettanto preoccupato. Sai, in teoria avremmo un arma segreta, disse mentre usava il lanciarazzi come clava e faceva cadere un guerriero di An sul pavimento del corridoio.
Quale?
Il ragazzo indicò l’angolo in fondo al corridoio. Mathias vi guardò dentro e vide che, nascosta, c’era Lux che osservava la scena con completo distacco, come se lei non fosse veramente lì e non le importasse di quello che poteva capitare ai due gemelli. Era ancora sotto shock, e non riusciva nemmeno a combattere. Mathias lanciò un’occhiata a Matthew prima di tornare a combattere con un altro soldato. E come pensi di farle passare lo shock?
Il fratello gli spiegò nei minimi dettagli cosa fare, e l’altro gli rivolse un’occhiata sbalordita. Tu sei fuori di testa!
Dobbiamoprovarci! Sempre meglio che morire qui, e ascolterà più te di me!
Mathias si passò la lingua sulle labbra per bagnarle. Sospirò profondamente. Va bene. E va bene. Si portò il più vicino possibile a Lux e le urlò: “Lux! Lux, ascoltami! Sono stati questi soldati ad uccidere la tua famiglia, e adesso uccideranno anche noi se non ci dai una mano!”
Lei sembrò non averlo sentito.
A mali estremi, estremi rimedi.
“Non vuoi vendicarli?”
Quell’unica frase sembrò finalmente risvegliarla dallo shock in cui era caduta. Gli occhi azzurri, prima opachi, le brillarono della stessa luce di sempre e di un barlume omicida che spaventò Mathias. Notò che l’occhio sinistro le brillava di più, ma si accorse solamente dopo che era perché lì dentro vi brillava il simbolo stilizzato di una fiamma. Rimase immobile, in attesa della reazione successiva.
Improvvisamente, quasi dal nulla, tutto il corpo di Lux fu completamente avvolto da fiamme spuntate dal nulla. Tutte le persone presenti nel corridoio si voltarono verso la ragazza, ormai diventata una torcia vivente, e Matthew ne approfittò per portarsi vicino al fratello. “Ma che le hai detto?” sussurrò.
“Quello che mi hai detto tu,” fu la replica abbastanza scioccata.
Il fuoco si andava alimentando sempre di più, come se non volesse smettere di crescere, e dentro di lui l’espressione di Lux era di pura rabbia e furia omicida. Mathias intuì quello che stava per accadere: spinse il fratello contro il muro e gli fece scudo con la sua schiena pochi istanti prima che le fiamme sul corpo della ragazza si allungassero e avvolgessero ogni singolo guerriero di An presente nel corridoio. Le urla rimbalzarono tra le pareti insieme al crepitio delle fiamme e all’odore di carne bruciata, e i due gemelli dovettero trattenersi per non vomitare. Mathias voltò lentamente la testa verso Lux: le labbra le si erano spalancate in un sorriso pieno di malvagità, e dovette trattenere i brividi. Dio… che ho fatto?
 

***

 
Non appena Duncan ebbe preso in mano il pugnale di ghiaccio, un forte vento iniziò a soffiare in tutta la sala del trono. Il ragazzo strinse i denti e fu costretto a chiudere gli occhi e a coprirseli con un braccio. Era estremamente più vulnerabile, nonostante avesse un’arma, e sapeva perfettamente che Tean avrebbe cercato di attaccarlo in quel preciso istante. Fece un paio di passi in avanti con fatica, ma qualcosa di particolarmente grosso lo colpì in pieno e lo fece cadere di lato sulla scala che portavano al trono. Batté la testa su uno dei gradini e sentì il sangue che usciva dalla piccola ferita, ma non se ne preoccupò: al momento il piede di Tean sul suo braccio sinistro occupava molto di più la sua attenzione. La mano sinistra, quella che teneva il pugnale, era completamente bloccata e non riusciva a muoverla. Provò a togliere il braccio da quella morsa, ma fu inutile.
“No, no, Duncan, così peggiori solamente la tua situazione.” La voce dell’uomo proveniva cristallina da sopra di lui, e il ragazzo lo guardò in faccia: aveva le labbra distese in un sorriso di vittoria, gli occhi color del ghiaccio gli brillavano trionfanti e i capelli biondi spettinati dal vento che aveva appena smesso di soffiare gli formavano un aureola intorno alla testa. Visto controluce rispetto alla luce del lampadario sul soffitto, sembrava quasi che al suo posto ci fosse Lux. “E tu non vorrai peggiorare la tua tortura, vero?”
“Va… a… ll’Inferno,” mormorò Duncan senza più fiato.
Tean fece un sorriso ancora più largo e premette ancora di più il suo piede sul braccio del ragazzo.
Il rosso sentì con una limpidezza paurosa lo schiocco delle ossa che venivano rotte, e urlò quando il dolore gli si propagò in tutto il corpo. “Come dici? Penso di non aver capito bene,” fu il commento dell’uomo. “Forse dovrei andare un po’ più a fondo, non credi?”
Duncan sentì altri due schiocchi e continuò a urlare, con le lacrime che gli riempivano gli occhi. Non fu un sollievo quando Tean tolse il suo piede dal braccio, e fu completamente terrorizzato quando vide che lo poggiava sull’altro. “Credo che dovrei provare anche con quest’altro. Sai com’è, sono diventato un po’ duro d’orecchi.”
Il ragazzo strinse i denti, cercando di trattenere in gola la supplica che voleva uscirgli dalla bocca. L’uomo se ne accorse e si chinò avvicinando il suo volto a quello del rosso. “Hai qualcosa da dirmi?”
Duncan ansimò per il dolore e tentò di muovere la mano sinistra. Solamente muovere le dita gli causava una nuova ondata di dolore, ma doveva provarci. Era il suo turno di giocare, e non doveva sprecarlo.
Strinse il pugnale di ghiaccio nel suo pugno, facendo finta di non sentire il dolore che gli correva sotto la pelle, e, in un unico slancio che non avrebbe mai saputo ripetere, alzò il braccio e lanciò l’arma, che si conficcò con precisione millimetrica nel cuore di Tean.
 

***

 
Fuoco.
Si sentiva pura energia, puro potere (non capacità, come la chiamava quell’idiota rosso di cui non ricordava più il nome). Poteva fare qualunque cosa, tutto, aveva il fuoco dalla sua parte e niente sarebbe riuscita a fermarla. Rimase impassibile con quel sorriso gelido sul volto mentre gli uomini davanti a lei si carbonizzavano e cadevano a terra morti, con le fiamme che consumavano i loro corpi. Voltò lentamente lo sguardo alla sua sinistra: lì vicino, appoggiati contro il muro, due ragazzi uguali la guardavano preoccupati e terrorizzati, uno con occhi viola e l’altro con occhi verde foresta. Richiamò a sé le fiamme che avevano ucciso gli altri uomini e si preparò a mandarle verso i due ragazzi.
E in quel preciso istante, mentre due piani più su Tean crollava in un lago del suo stesso sangue, qualcosa dentro di lei si ruppe, come un filo teso al massimo. Lo sentì chiaramente strapparsi e rimbombare nelle sue orecchie e intorno a lei, come se un filo fosse stato veramente reciso davanti ai suoi occhi.
Il sorriso freddo sparì dal suo viso e con una velocità impressionante ricordò i nome del rosso e dei due ragazzi. Si mise le mani tra i capelli mentre le fiamme sul suo corpo si estinguevano lentamente. Guardò i due gemelli piena di tristezza. Mathias, Matthew… come ho potuto…?
I due ragazzi ricambiarono lo sguardo e si avvicinarono lentamente a lei quando le fiamme furono completamente sparite e il simbolo sparì dal suo occhio. Lux vide Matthew che alzava le braccia e si protesse il viso con le mani, credendo che volesse picchiarla. Fu sorpresa quando qualcosa fatto di stoffa venne appoggiato sulle sue spalle, e guardò il ragazzo senza capire. Lui fece spallucce e si limitò a dire: “Non potevo lasciarti senza camicia, è troppo per i miei poveri occhi.”
La ragazza non capì se la stesse prendendo in giro o cosa, ma non ci pensò più non appena Mathias la abbracciò stretta a sé. “Bravissima, Lux, bravissima,” le sussurrò all’orecchio.
E lei, senza nemmeno sapere il perché, scoppiò di nuovo a piangere sulla sua spalla.
 

***

 
Duncan rimase a guardare impassibile Tean mentre indietreggiava lentamente tenendosi la mano sul petto, vicino al punto in cui era stato colpito. I suoi occhi azzurri si spalancarono di terrore, ma in fondo a loro il rosso notò, rabbrividendo, che vi brillava un lieve bagliore di trionfo. Non fece nemmeno in tempo a chiedergli cosa significasse: l’uomo cadde pesantemente sulla schiena sul pavimento bagnato e ben presto il sangue prese il posto dell’acqua. Il pugnale iniziò a sciogliersi lentamente finchè non svanì nel nulla, come se non fosse mai esistito.
Il ragazzo rimase per qualche attimo fermo sui gradini, poi si rimise in piedi con le gambe che gli tremavano e il braccio ridotto a puro e semplice dolore. Lo afferrò con quello sano per evitare che si muovesse troppo e scese i gradini fino a tornare sul pavimento. Guardò il corpo di Tean per un’ultima volta prima di dirigersi lentamente verso la porta della sala del trono.












Okay, ho due notizie da darvi.
La bella è che per la serie Personaggi-che-ispirano-personaggi, vi mostretò colui che ha ispirato l'aspetto fisico del nostro caro defunto Tean: http://a7.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/196031_180488748663891_105361452843288_433049_29499_n.jpg Per chi non lo conoscesse è il Visconte Druitt di Kuroshitsuji (sì, i personaggi di manga e fumetti americani ispirano estremamente i miei). Se non conoscete il suo carattere, diciamo che è un perfetto idiota e, come diceva una nota su Facebook, 'ha orgasmi per cose assolutamente naturali'.
La cattiva notizia è che il prossimo capitolo sarà l'ultimo. Per informazioni sul destino di questa serie dovrete aspettare il prossimo aggiornamento.
Maricuz_M: mia cara, pensavo che tu avessi capito che io faccio di tutto per minarvi l'autocontrollo (labombalabombalabomba <3)
Hellister: waaah, sono contenta che ti sia piaciuto così tanto *-*
Jo Sheperd: ahah, tranquillo, tutti possono sbagliare XD
FRC Coazze: ecco... condoglianze. Che dici, ti mando il cadavere a casa?

xoxo
Eva
  
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