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Autore: CamBk    07/09/2011    1 recensioni
Ehi, mi chiamo Camilla, e non oso ancora definirmi scrittrice nonostante buttar giù parole su un foglio di carta sia la mia occupazione preferita.
Questa fan fiction si ispira all'amore platonico che provo nei confronti del frontman della band dei Tokio Hotel, Bill Kaulitz.
In questo racconto di pura fantasia, la protagonista Mona, ragazza italiana di origini tedesche, vivrà una tormentata storia d'amore 'al sapore di Germania'.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Bussano alla poera, sono ormai le dieci e un quarto e fuori pare che il padre eterno stia tirando secchiate d’acqua sulla terra.
Vado ad aprire mentre Val è rinchiusa in bagno con le cuffie alle orecchie da un’infinità di tempo; sono impresentabile a chiunque scelga di bussare alla nostra porta questa sera.
Ho i capelli raccolti in maniera disordinata, e indosso un paio di legghins con un maglione in lana che uso ogni notte per dormire.
Apro lentamente la porta buttando un occhio al di fuori, e resto totalmente incantata da ciò che mi trovo di fronte; bello come solo un angelo oserebbe essere, avvolto da un cappotto nero e una sciarpa grigia.
-Ehi, disturbo?- domanda Bill guardandomi con aria imbarazzata.
-N-no, cioè io..no, nient’affatto- balbetto tentando di costruire una frase di senso compiuto.
Sorride, ed è incantevole.
-Posso..?- chiede sporgendosi all’interno della stanza.
Non rispondo, mi limito ad annuire e concedergli lo spazio necessario per potersi fare strada nella camera.
-Prego- aggiungo invitandolo a sedersi sul letto matrimoniale al centro della stanza.
E’ così sorprendentemente bello questa sera, anche se mi rendo conto che è già la seconda volta che lo penso in due giorni, il che mi fa riflettere sul fatto che questo enorme splendore gli calzi addosso ormai, esattamente come quei jeans che, lo ammetto, gli stanno a meraviglia.
Prima di accomodarsi Bill si leva sciarpa e cappotto, e li poggia sulla poltrona accanto alla finestra; prendo posto di fronte a lui, a gambe incrociate, guardandomi attorno per evitare qualunque forma di imbarazzo, dovuta a magnetici scambi di sguardi.
-Sei esattamente come ti ricordavo, sì- sussurra, studiandomi dalla testa ai piedi.
- ..se non più bella- aggiunge poco dopo, sorridendo.
Mi esplode il cuore, lo giuro.
Se solo ci riuscissi terrei a freno questo pullulare di sensazioni di gioia che mi assalgono, ma non è facile.
Soprattutto trovandomi davanti ad uno spettacolo simile, che ora si guarda intorno spaesato e palesemente imbarazzato.
-Grazie, sei fin troppo gentile, dico sul serio- replico, sfornando il mio primo vero sorriso.
-Diventerei troppo troppo gentile se ti domandassi di sorridere di nuovo?- risponde con aria maliziosa.
Alzo gli occhi al cielo, fingendo di rifletterci su, dopodiché esclamo prestandomi al gioco:
-Dammi una valida ragione per farlo, e di sorrisi te ne regalerò ben due !
Mi trovo immensamente a mio agio in questo momento.
-Ah si? Immagino quindi che tu mi stia sfidando- esclama Bill facendomi l’occhiolino.
Scoppio a ridere, sinceramente divertita.
Bill si mette all’improvviso in ginocchio sul letto, e in un batter d’occhio afferra il cuscino e me lo scaraventa addosso energicamente; mi ritrovo ad un tratto sdraiata, con il cuscino premuto sul viso e una risatina isterica di sottofondo.
Con uno scatto mi impossesso del cuscino e lo lancio ai piedi del letto, e in un attimo mi tuffo su Bill, attaccandolo con  una scarica di solletico; sento il suo corpo dimenarsi tra le mie braccia, e continuo a ridere, raggiungendo quasi le lacrime.
In questa lotta di corpi, ormai alla pari, sento il suo profumo invadermi le vie respiratorie; mi domando se è tutto frutto della mia fantasia e magari a momenti mi risveglierò nel mio letto, in piena notte o se è la pura, splendida, radiosa realtà.
-Ma che è tutto sto casin.. ah.- Val riemerge dal bagno, e lancia a me e Bill un’occhiata schifata.
-Tolgo il disturbo va’, continuate, continuate pure- ringhia, uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
Io e Bill ci scambiamo un rapido sguardo, e senza nemmeno darmi il tempo di poter riprender fiato, rieccolo che mi assale senza pietà; rido, rido, rido senza limite.
Mi concentro nel vivermi questi istanti, in cui assaporo il vero senso della parola GIOIA.

***

Un letto disfatto, due cuscini a terra, la sua sciarpa dimenticata sulla poltrona della mia stanza, e le lenzuola leggermente bagnate dalle lacrime scaturite da una risata sincera.
Osservo ciò che i miei occhi si trovano davanti, e sospiro; corro alla finestra, scosto velocemente la tenta color carta da zucchero e faccio sì che i miei occhi si spingano oltre i vetri appannati dalla pioggia.
Scorgo allontanarsi la limousine nera ultimo modello, anche se in realtà nel buio riesco a distinguere solo i due fari posteriori; è esattamente mezzanotte, lo segna il campanile nella piazza al di sotto della mia stanza d’hotel.
Afferro la sciarpa che Bill ha sbadatamente scordato in camera mia, e me l’avvolgo attorno al collo; il suo profumo delicato mi accarezza la pelle, facendomi rabbrividire.
Mi avvicino alla scrivania, e mi metto a frugare energicamente nella mia borsa, alla ricerca del mio cellulare; una volta trovato, comincio a digitare freneticamente qualche parola, e pochi istanti dopo osservo la casella ‘invio in corso’ comparsa sullo schermo;messaggio inviato.
‘Caro Bill, ti donerei ogni mio sorriso.’
Nemmeno il tempo di posare il cellulare sul tavolo, e una vibrazione mi fa sobbalzare;
un messaggio ricevuto.
‘Ho paura dell’amore, ma amo il rischio. B.’

 
  
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