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Autore: Queen_    07/09/2011    9 recensioni
Hermione Jean Granger, la strega più brillante del suo anno – a ben pensarci, di tutti- che perde la sua razionalità per..per amore?!
Frederick Weasley, il mago più simpatico, nonché re degli scherzi assieme al gemello George..altruista e ..per una volta non sicuro di sé.
Ronald Bilius Weasley, migliore amico di Harry Potter, timido e -Oh, miseriaccia- innamorato..e per una volta deciso!
Una storia in cui si intrecciano sentimenti di persone diverse.
Siate clementi, è la prima in assoluto che scrivo!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K Rowling e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Inizio anno-

 

Fred, George e Lee salirono elegantemente sulla carrozza, seguiti dal solito stuolo di gentili donzelle urlanti che si sbracciavano pur di ricevere una qualsiasi attenzione da parte dei tre, sapendo però che era tutta fatica sprecata: George era fidanzatissimo! Alicia era gelosissima di lui [ndA: anche se, come avete ben potuto capire, ha avuto una scappatella con la BELLa Katie( giuro che non l'ho fatto apposta xD)]; Lee, cosa di dominio pubblico, provava una forte attrazione per Angelina Johnson, nonostante questa si ostinasse a dire di avere una relazione con Frederick Weasley, che, invece, smentiva il tutto.

 

« Allora, Fred, com'è andata dopo che ti abbiamo lasc-, ehm, che siamo dovuti andare via? » chiese Lee, che, in quel momento, non aveva nulla da invidiare a quelle gran pettegole di Lavanda Brown e Calì Patil.

« Niente. »

La voce di Fred aveva assunto un tono duro, seccato e dispiaciuto.

« Dai! Non ci credo! Io architetto tutto nel minimo dettaglio e tu non ne approfitti?! Per Pix, quante opportunità hai già sprecato? Persino Ron, e sto parlando di quello che noi consideriamo una sorella al pari di Ginny, si è dichiarato a lei! »

 

Non ci posso credere!

Sono basito.

Insomma, quello che ho davanti non è più il mio gemello!

Gli piace una,

e questo è già un problema perché quell'una è Hermione

e su di lei ha già posato gli occhi Ronnino,

ma non si fa nemmeno avanti, poi!

Porco Salazar!

Che mi stia diventando sentimentale?

O peggio...

Che si sia davvero innamorato?

 

« Abbassa la voce, George. In realtà io mi sono già stancato di quella lì. »

 

Bugiardo! Mentire al proprio gemello e a Lee!

Sono solo un vigliacco!

Che senso ha?

Maledetto orgoglio Grifondoro!

Non riesco a spiegare nemmeno io cosa mi abbia fatto

quella ragazza:

che abbia dato il mio cervello in pasto agli zombie?

Che se ne sia servita per preparare qualche strana pozione a me sconosciuta?

Che mi abbia propinato un qualche filtro d'amore?

No, impossibile.

Lei non fa queste cose.

È tutta colpa mia se mi sono innamorato di lei!

Per Merlino, basta!

Io ci devo riuscire e, per quanto è vero che aprirò un negozio

di scherzi a Diagon Alley, entro quest'anno scolastico glielo dico!

 

 

« Fred! Fred! Per tutti i Cannoni di Chudley, ci sei? »

« Sì, Lee. Perché non dovrei esserci? »

 

Attore.

Un attore da Oscar.

Che poi, mi chiedo io,

che senso ha abbinare questa affascinante professione babbana

al rospo di Neville?!

Boh, sono proprio buffi i modi di dire

di quello che fino a pochi anni fa

era il suo mondo, in tutto e per tutto.

 

« Più che altro, mi chiedevo, siete riusciti a capire cosa intendeva vostro fratello Bill quando ha detto “ vorrei tanto tornare ad Hogwarts quest'anno”. Mi è sembrato strano. Sanno qualcosa che noi non sappiamo.. » apostrofò Lee.

« Oh, beh, noi non siamo riusciti a scoprire niente. Non parlano. »

« Eppure, deve essere qualcosa di grande.. »

« ...e hanno detto anche che lo scopriremo presto, quindi... »

« Corriamo ad Hogwarts, ne vedranno di belle quest'anno i cari professori! »

I tre amici risero rumorosamente e si affrettarono a scendere dal loro mezzo di trasporto per recarsi -correndo- al castello.

 

**

La serata si prospettava tempestosa.

Harry, Hermione, Ron e Neville si affrettarono ad entrare nel castello, quando videro dei palloncini volare davanti ai loro occhi.

« Chi miseriaccia è stato? »

Ben presto i quattro ragazzi, e le centinaia che erano stati sfortunatamente colpiti, alzarono le teste e poterono notare un divertito Pix che si divertiva a scagliare palloncini colmi d'acqua su tutti.

Voltando il capo verso destra, videro giungere una Minerva McGranitt più nera del solito.

« Pix! Pix, vieni giù IMMEDIATAMENTE! »

Era davvero inalberata, ma, a quanto pare, a Pix non importava, così decise di scagliare alti cinque palloncini e di ritirarsi ai piani alti del castello.

« Per Diana, devo parlare con il Preside. » disse la professoressa, più a se stessa che agli studenti.

« Bene, andiamo ora, si è già fatto tardi. » e, con un cenno della mano, invitò gli atri a seguirla.

Quando varcarono la porta della Sala Grande, poterono notare la maggior parte degli abitanti della scuola sedere ai tavoli delle quattro case e a quello dei professori, i quali erano già apparecchiati con un impeccabile servizio di piatti e calici d'oro, scintillanti sotto la luce di centinaia di candele.

Il trio, con l'aggiunta di Neville, si sedette al tavolo dei Grifondoro e non vedevano l'ora di poter riempire i loro stomaci con le gustosissime pietanze servite alla scuola, quando si avvicinò ad Harry Colin Canon.

« Ciao, Harry! Lo sai che tra i primini c'è anche mio fratello? Non vede l'ora di conoscerti! Come biasimarlo, tu sei Harry Potter! Incrocia le dita per lui, vuole capitare a Grifondoro! » Il ragazzetto dai capelli biondi disse tutto così velocemente che quasi non si percepivano le parole.

« Ehm..ok, Colin. » ribattè Harry.

Quando il ragazzetto del terzo anno si fu allontanato, Harry si interessò un po' alla faccenda...

« Beh, penso che avremmo presto un altro Canon tra le fila dei Grifondoro, no? Se si è di una stessa famiglia, si finisce come compagni di Casa...» esordì, pensando a tutti i Weasley, che da generazioni erano fedeli rosso-oro.

«Oh, no, non necessariamente» disse Hermione. «La gemella di Calì Patil è a Corvonero, e sono identiche, ci si aspetterebbe che stessero insieme, no?»

« In effetti, c'è da stupirsi...Anche Fred e George sono identici, ma stanno insieme...Forse le Patil avranno qualità differenti! »

 

Mphph, Fred identico a George!

Ok, stessi capelli

-anche se quelli di George sono più...Opachi-;

stessi occhi

-anche se giurerei che quelli di Fred abbiano una luce diversa;

stesso naso

-però quello di George è leggermente più adunco-;

stesso sorriso

-quello di Fred, però, è il più bello del mondo-.

Ok, Fred è il più bello del mondo.

Ma sono diversissimi quei due!

Perché nessuno lo nota?!

Sono due persone, non una sola unità.

Esiste Fred, così come esiste George.

Non esiste Fred&George.

Smettila, Hermione.

Ormai sono totalmente, incondizionatamente, letteralmente impazzita.

Possibile che solo io riesca a capire che quei due sono due persone distinte e separate?!

Vabbé, c'è quell'insulso, piccolo, misero dettaglio, ma non è rilevante, vero?!

Oh, basta così...Quest'anno mi conviene dedicarmi allo studio più che posso!

Ora che ci penso, mi converrebbe proprio ripassare la composizione della Pozione Voce...

 

« Hermione! Hermione! Ma cosa avete tutti, oggi? »

Lee Jordan era lì che cercava di attirare l'attenzione della ragazza, ma inutilmente.

« Lee, scusami! Ero totalmente concentrata nel pensare a Fre-Freud, che non ti ho sentito! No, non potete utilizzare la Sala Comune come negozio dove vendere quell'insulsa robaccia pericolosa che create! »

« Ma no, Granger, ero qui per chiederti se ti andava di aiutarmi con un tema che non ho svolto durante le vacanze, ma se non vuoi, capisco, non preoccuparti. Piuttosto, perché pensavi a Fred? Che ha combinato? » Lee fece un occhiolino alla povera ragazza, della quale il viso divenne così rosso, da far concorrenza ai colori dei baldacchini del dormitorio Grifondoro.

« Jordan, parlavo di Freud! È un babbano molto famoso e proprio in questo periodo sto leggendo un suo saggio! Chi ha mai pensato al tuo amico Fred?! »

« E vabbene, ma sappi che indagherò! Stai certa che niente mi sfugge... »

« Tranne Angelina Johnson, vero, Georgie? »

« Certo che sì, Freddie! » Si intromisero, a quel punto, i gemelli Weasley.

Inutile dire che Hermione, in quel momento, poteva fare concorrenza al rosso sgargiante della lava vulcanica.

« Fred, dovresti saperlo che un giorno ci riuscirò e, allora, la sposerò; la mia pantera non si ricorderà nemmeno tu chi sia, amico! » Rispose Lee divertito.

« Sappi che non vedo l'ora, certe volte è così appiccicosa! »

« M-ma è la tua ragazza, perché ne parli così? Io mi offenderei, se il mio fidanzato parlasse così di me! »

« Herm, non è la sua ragazza! Lui è libero, che più libero non si può! »

Un sorriso sincero si fece spazio sul volto della streghetta.

« Oh, beh, resta il fatto che non è un bene parlare così di una donna...»

« Chiamala donna, quella è un maschiaccio! »

« Fred! » Hermione si finse arrabbiata per la mancanza di tatto del ragazzo.

« Vabbene, la smetto solo perché sei tu a chiedermelo! »

Il viso della giovane si fece ancora più rosso.

 

 

Ovviamente, la cosa non sfuggì a Lavanda Brown, compagna di stanza della ragazza divenuta da poco un pomodoro maturo.

« Calì, penso proprio che la nostra Hermione si sia innamorata! » disse lei felice, sorridendo in direzione dell'amica.

« Oh, sono felice per lei! E di chi, secondo te? »

« Ma di Weasley, ovvio, no?! »

Il volto di Calì divenne corrucciato.

« Di Ron? Lav, ma a te non piace lui? Perché sei felice, se ad una ragazza piace quello di cui sei innamorata?! Non ti seguo...»

« Sciocchina, a lei piace Frederick Weasley, non RonRon! »

Lavanda sospirò, mentre fantasticava sul momento in cui, finalmente, avrebbe potuto chiamare in quel modo colui che era da sempre il protagonista dei suoi sogni più romantici.

Le sue fantasticherie vennero, però, bruscamente frenate quando tutti si accorsero che stava avendo inizio lo smistamento.

Le porte si spalancarono e mostrarono a tutti gli occupanti della sala un gran numero di bambini zuppi d'acqua piovana, capitanati dalla professoressa McGranitt, la quale pose il Cappello Parlante su uno sgabello, attirando gli sguardi di tutti i primini.

Per un attimo calò il silenzio. Poi uno strappo vicino all'orlo si spalancò come una bocca e il cappello prese a cantare:

 

Or son mille anni, o forse anche più,

che l'ultimo punto cucito mi fu:

vivevano allor quattro maghi di fama,

che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.

Il fier Grifondoro, di cupa brughiera,

e Corvonero, beltà di scogliera,

e poi Tassorosso, signor di vallata,

e ancor Serpeverde, di tana infossata.

Un solo gran sogno li accomunava,

un solo progetto quei quattro animava:

creare una scuola, stregoni educare.

E Hogwarts insieme poteron fondare.

Ciascuno dei quattro una casa guidava,

ciascuno valori diversi insegnava:

ognuno stimava diverse virtù

e quelle cercava di accrescer vieppiù.

E se Grifondoro il coraggio cercava

e il giovane mago più audace premiava,

per Corvonero una mente brillante

fu tosto la cosa davvero importante.

Chi poi nell'impegno trovava diletto

del buon Tassorosso vinceva il rispetto,

e per Serpeverde la pura ambizione

contava assai più di ogni nobile azione.

I quattro, concordi, gli allievi diletti

sceglievan secondo criteri corretti.

Ma un giorno si dissero: chi li spartirà

quando ognuno di noi defunto sarà?

Così Grifondoro un modo trovava

e me dal suo capo veloce sfilava:

poi con i tre maghi una mente mi fece

capace di scegliere in loro vece.

E se sulle orecchie mi avrete calato,

voi state pur certi, non ho mai sbagliato:

nelle vostre teste un occhiata darò e alla Casa giusta vi assegnerò!

 

Il Cappello Parlante finì e la Sala Grande risuonò d'applausi.

« Non è la stessa canzone che ha cantato quando ha diviso noi » disse Harry, applaudendo assieme a tutti gli altri.

« Ne canta una diversa ogni anno » disse Ron. « Dev'essere una vera pizza, essere un cappello, no? Immagino che passi tutto l'anno a preparare la prossima ».

La professoressa McGranitt stava srotolando un gran rotolo di pergame-na.

« Quando vi chiamo, dovete mettervi il Cappello e sedervi sullo sgabello » disse ai ragazzi in fila. « Quando il Cappello proclama la vostra Casa, andrete a sedervi al tavolo giusto.

« Ackerley, Stewart! »

Un ragazzo fece un passo avanti tremando visibilmente da capo a piedi, prese il Cappello Parlante, se lo mise e si sedette sullo sgabello.

« Corvonero! » strillò il Cappello.

Dopo di lui, tutti gli altri vennero smistati-molto lentamente, secondo quelli dal secondo al settimo anno- e Silente si alzò in piedi per prendere parola.

« Ho solo una parola da dirvi » esordì, la voce profonda che echeggiava nella Sala. « Abbuffatevi ».

A questo punto, tutti assalirono il cibo che era magicamente apparso, tranne Hermione, che sedeva composta e si serviva cibo seguendo le regole del Galateo, libro che-ovviamente-aveva già letto.

Erano passati circa cinque minuti e lei sembrava non rendersi conto di quanto le stava succedendo attorno, di cosa stessero parlando gli altri, quando udì delle strane parole provenire da Nick-Quasi-Senza-Testa.

«...Ha terrorizzato gli elfi domestici...»

Clang. Hermione aveva rovesciato la sua coppa d'oro. Il succo di zucca dilagò sulla tovaglia, lasciando una considerevole macchia arancione sul lino candido, ma Hermione non ci fece caso.

« Ci sono elfi domestici qui? » esclamò, guardando con orrore Nick-Quasi-Senza-Testa. « Qui a Hogwarts? »

« Certamente » rispose Nick-Quasi-Senza-Testa, sorpreso alla sua reazione. « Il più alto numero che in qualunque altro luogo della Gran Bretagna, credo. Sono più di cento ».

« Non ne ho mai visto uno! » disse Hermione.

« Be', non escono quasi mai dalla cucina di giorno, no? » disse Nick-Quasi-Senza-Testa. « Vengono fuori di notte per fare le pulizie...Controllare i camini e così via...Voglio dire, non dovresti vederli, no? È questa la caratteristica di un buon elfo domestico, no? Che non sai che c'è ».

Hermione lo fissò.

« Ma vengono pagati? » chiese. « Hanno le vacanze, vero? E...I permessi per malattia, la pensione e il resto? »

Nick-Quasi-Senza-Testa ridacchiò così forte che la gorgiera scivolò via e la testa ricadde, penzolando dai tre centimetri scarsi di pelle e muscolo spettrale che la tenevano unita al collo.

« Permessi per malattia e pensione? » disse, risistemandosi la testa fra le spalle e bloccandola di nuovo con la gorgiera. « Gli elfi domestici non vogliono permessi per malattia e pensione! »

Hermione abbassò gli occhi sul piatto quasi intatto, vi posò forchetta e coltello e lo spinse via.

« Oh, andiamo, 'Er-mio-ne » disse Ron, spruzzando pezzetti di pasticcio di Yorkshire addosso a Harry. « Oops... scusa, 'arry ». Deglutì. « Non sarà digiunando che gli farai dare i permessi per malattia! »

« Lavoro da schiavi » disse Hermione respirando affannosamente. « Ecco che cosa ha prodotto questa cena. Lavoro da schiavi ».

E si rifiutò di inghiottire un altro boccone.

Ormai non aveva altri pensieri in mente, se non quello di aiutare quei poveri elfi.

Cominciò così ad elaborare dei piani e, così facendo, non si rese conto che Silente stava tenendo il suo discorso; se ne accorse soltanto quando udì un gran baccano; si girò e notò che Harry fissava Fred e George, i quali aprivano e chiudevano la bocca, senza proferir parola.

« Cosa succede, Harry? »

« Silente ha appena detto che quest'anno non ci sarà il campionato di Quidditch! »

Silente riprese: « Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l'anno scolastico, impegnando molto del tempo e del-le energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l'immenso piacere di annunciare che, quest'anno, ad Hogwarts...»

Non terminò la frase perché, sulla soglia della porta della Sala Grande, apparve un uomo avvolto in un mantello da viaggio; mentre avanzava verso il tavolo degli insegnanti, la luce lo illuminò e gli cadde il cappuccio.

Hermione trattenne il respiro: il viso dell'uomo era deformato, aveva cicatrici ovunque, la bocca era sottilissima, gli mancava un pezzo di naso e, al posto di uno dei due occhi, ne aveva uno artificiale, blu elettrico, che roteava instancabilmente.

Quando arrivò a destinazione, il preside lo presentò: era Alastor Moody, il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure; questi prese posto e Silente continuò il suo discorso.

« Come stavo dicendo » disse, sorridendo alla marea di studenti davanti a lui, tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody, « nei prossimi mesi avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a Hogwarts ».

« Sta SCHERZANDO! » disse Fred Weasley ad alta voce.

La tensione che aveva riempito la Sala dall'arrivo di Moody si ruppe all'improvviso. Quasi tutti scoppiarono a ridere, e Silente ridacchiò in tono soddisfatto.

« Non sto scherzando, signor Weasley » disse, « anche se, ora che me l'ha ricordato, quest'estate me ne hanno raccontata una niente male su un troll, una megera e un Lepricano che vanno insieme al bar...»

La professoressa McGranitt tossicchiò sonoramente.

« Ehm... Ma forse non è questo il momento... no...» disse Silente. « Dov'ero rimasto? Ah, sì, il Torneo Tremaghi... be', alcuni di voi forse non sanno di che si tratta, quindi spero che quelli di voi che lo sanno mi perdoneranno questa breve spiegazione, e sono liberi di pensare a quello che vogliono.

Il Torneo Tremaghi fu indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione per rappresentare ciascuna scuola, e i tre campioni gareggiarono in tre imprese magiche. Le scuole si alternavano nell'ospitare il Torneo ogni cinque anni, e tutti convennero che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra giovani streghe e maghi di diverse nazionalità... almeno fino a quando il tributo di morti non divenne così elevato che fu deciso di sospendere il Torneo».

«Il tributo di morti?» sussurrò Hermione, preoccupata. Ma la sua agitazione non pareva condivisa dalla maggior parte degli studenti in sala; molti di loro parlottavano eccitati, e Harry stesso era molto più interessato ad avere altre notizie sul Torneo che a preoccuparsi per decessi avvenuti centinaia di anni prima, così come Fred.

La ragazza era ancora più preoccupata: i suo migliori amici-e Fred- non potevano partecipare, per niente al mondo!

« Ci furono parecchi tentativi nel corso dei secoli di riportare in auge il Torneo » continuò Silente, « nessuno dei quali ebbe molto successo. Comunque, i nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi e gli Sport Magici hanno deciso che i tempi sono maturi per un nuovo tentativo. Abbiamo lavorato molto nel corso dell'estate per far sì che questa volta nessun campione o nessuna campionessa si trovi in pericolo mortale.

I Presidi di Beauxbatons e di Durmstrang arriveranno in ottobre con la loro squadra scelta di campioni, e la selezione dei tre sfidanti avverrà ad Halloween. Un giudice imparziale deciderà quali studenti saranno più degni di gareggiare per la Coppa Tremaghi, la gloria della loro scuola e un premio personale in denaro pari a mille galeoni».

« Io ci sto! » sibilò Fred Weasley lungo il tavolo, il viso acceso d'entusiasmo alla prospettiva di tanta gloria e ricchezza.

Il sospetto di Hermione si era rivelato giusto: lui voleva partecipare. Come impedirlo?!

« Fred, non puoi. » disse all'improvviso « tua madre non ti darà il permesso! »

« Andiamo, Hermione! Non ti preoccupare, non morirò mica! »

Ma in quel momento Silente parlò di nuovo, e la Sala si zittì un'altra volta.

« Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare a Hogwarts la Coppa Tremaghi» disse, « i Presidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministero della Magia, hanno convenuto di imporre un limite d'età per gli sfidanti di quest'anno. Solo gli studenti dell'età giusta - cioè da diciassette anni in su - potranno proporsi per la selezione. Questa » - Silente alzò un po' la voce, perché una rumorosa protesta si scatenò a quelle parole, e i gemelli Weasley all'improvviso divennero furibondi - « è una misura che riteniamo necessaria, dal momento che le prove del Torneo saranno pur sempre difficili e pericolose, quali che siano le precauzioni che prenderemo, ed è altamente improbabile che gli studenti al di sotto del sesto e del settimo anno siano in grado di affrontarle. Mi assicurerò personalmente che nessuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice imparziale e lo induca a nominarlo campione di Hogwarts». I suoi occhi azzurro chiaro scintillarono indugiando sulle facce ribelli di Fred e George. « Pertanto vi prego di non perdere tempo a iscrivervi se avete meno di diciassette anni.

Le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno in Ottobre e resteranno con noi per la maggior parte dell'anno. So che tutti voi tratterete con la massima gentilezza i nostri ospiti stranieri durante il loro soggiorno, e darete il vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts, quando verrà designato o designata. E ora, è tardi e so quanto è importante che ciascuno di voi sia ben sveglio e riposato quando comincerete le lezioni domani mattina. Ora di andare a letto! Forza, veloci! »

Piano piano la Sala Grande cominciò a svuotarsi ed ognuno era intento a raggiungere i propri dormitori.

« Non possono farlo! » esclamò George, che non si era unito alla folla che avanzava verso la porta, ma era lì in piedi a guardare torvo verso Silente. « Compiamo diciassette anni in aprile, perché non possiamo provarci? »

« Non riusciranno a impedirmi di partecipare » disse Fred cocciuto, scrutando accigliato il tavolo degli insegnanti. « I campioni faranno un sacco di cose che normalmente uno non ha il permesso di fare. E il premio di mille galeoni! »

« Si » disse Ron, lo sguardo remoto. « Sì, mille galeoni...»

« Andiamo » disse Hermione, « saremo gli ultimi se non vi muovete ».

Harry, Ron, Hermione, Fred e George si avviarono verso l'Ingresso, gli ultimi due impegnati a discutere come Silente avrebbe potuto impedire ai minori di diciassette anni di prendere parte alle selezioni del Torneo.

« Chi è il giudice imparziale che deciderà i campioni? » chiese Harry.

« Non lo so » disse Fred, « ma è lui che dovremo ingannare. Scommetto che un paio di gocce di Pozione Invecchiante potrebbero servire, George...»

« Ma Silente lo sa che non avete l'età richiesta » disse Ron.

« Sì, ma non è lui a scegliere il campione, no? » disse Fred astuto. « Mi pare che una volta che questo giudice saprà chi vuole partecipare, sceglierà il migliore di ogni scuola senza badare affatto all'età. Silente sta cercando di impedirci di partecipare ».

« Ma ci sono stati dei morti! » disse Hermione in tono petulante, mentre attraversavano una porta nascosta da un arazzo e imboccavano un'altra scalinata più stretta.

« Sì » disse Fred con leggerezza, « ma è successo tanti anni fa, no? E poi, che gusto c'è senza un po' di rischio? Ehi, Ron, e se scopriamo come aggirare Silente? Ti va di partecipare? »

« Che cosa ne dici? » Ron chiese a Harry. « Sarebbe forte esserci, no? Ma temo che vorrebbero qualcuno più grande... non so se abbiamo imparato abbastanza...»

« Io no di sicuro » esclamò la voce cupa di Neville da dietro Fred e George. « Però credo che la nonna vorrebbe che provassi, dice sempre che dovrei tener alto l'onore della famiglia. Quindi dovrò - ooops...»

Neville era incappato in un buco nella scalinata.

Lo aiutarono ad issarsi e si recarono verso la loro Sala Comune.

« Oh, no, la parola d'ordine! »

« Guazzabuglio, l'ho sentita da un Prefetto. » disse George.

Entrarono nella grande stanza, dove un fuoco scoppiettava allegro nel caminetto; Harry e Ron augurarono la buonanotte e aiutarono Neville a salire le scale; Fred e George si guardavano in modo alquanto strano, ma Hermione parve non farci caso, in quanto non rivolse loro parola, ma prese un libro da un tavolinetto e si mise comoda sulla poltrona a leggere.

« 'Notte...» disse George, poi si voltò verso Fred e disse a bassa voce: « Mi raccomando. »

« Buonanotte, George » contemporaneamente dissero gli altri due.

« Fred, avete davvero intenzione di partecipare? Al Torneo, intendo. » La ragazza era triste, e sperava con tutto il suo cuore di ottenere una risposta negativa.

« Sì »

« E come pensate di riuscirci? »

« Troveremo una soluzione »

« Proprio nessuno può fermarti...Ehm, fermarvi? »

« No, Herm...»

La giovane aveva alzato il libro per coprirsi il viso, nel momento in cui una lacrima aveva cominciato a solcare il suo viso.

« Hei, perché piangi? »

« Io...Io...Ho paura per te, Fred...hai sentito, le morti che ci sono state, sarei più tranquilla se non partecipassi, in più dovresti imbrogliare e...Ti prego, non farlo! »

« Dai, non ti fidi di me? Sono un mago brillante, sono forte, coraggioso...Cosa mai potrebbe fermarmi? »

Le lacrime continuavano a scendere sul volto della ragazza, così Fred l'abbraccio.

La strinse forte a sé e le posò un bacio sui capelli.

« Purtroppo nemmeno tu, che ti giuro hai un gran potere su di me, riuscirai a fermarmi, ma...Guardami, fammi un sorriso...»

Prese il capo di lei tra le sue mani e delicatamente fece sì che lei potesse guardarlo negli occhi; la ragazza abbozzò un sorriso.

« E quello cos'è? Un sorriso vero voglio! Andiamo! » cominciò quindi a farle il solletico e, dalle tante risa, si accasciarono in terra; si ritrovarono vicini a guardarsi occhi negli occhi, ridendo di vero cuore; dopo circa dieci secondi in cui si resero conto che dall'esterno potevano sembrare due idioti, smisero,ma le loro labbra erano come ferro e calamita, e man mano si avvicinavano sempre più.

Si baciarono, questa volta più a lungo di quella precedente e, soprattutto, non ci fu nessuno schiaffo, anzi, un nuovo abbraccio; rimasero così per un'ora buona, poi la ragazza si addormentò tra le sue braccia ed egli, dolcemente, la prese in braccio e la posizionò sul divano, coprendola con una coperta che aveva appellato dalla sua stanza; avrebbe voluto accompagnarla al suo letto, ma non poté, in quanto c'era quell'incantesimo che trasformava le scale in scivolo quando i ragazzi cercavano di salire.

 

È bellissima finanche quando dorme,

somiglia ad un angelo.

È questo lo spettacolo a cui voglio assistere

ogni mattina appena mi sveglio.

 

Fred si sedette sulla poltrona e la osservò con occhi amorevoli, fin quando non ce la fece più a tenere gli occhi aperti e si addormentò, sicuro di sognare la sua bella e sperando di ricevere in sogno qualche aiuto perché, si sa, la notte porta consiglio.

 

 

-Mary's corner-

 

Buonasera (:

In primis, ci tengo a dire che, come avrete notato, alcune parti sono state copiate dal Calice di Fuoco e quindi sono opera del nostro mito, J.K. Rowling.

In secundis, mi scuso per l'enorme ritardo, ma il ritorno dalle vacanze è sempre duro e, tra il disfare le valige, il cominciare i compiti e il rivedersi con gli amici, è passato un bel po' di tempo.

Vorrei ringraziare le dieci persone che hanno recensito lo scorso capitolo, siete la mia forza *_* e spero che recensiate anche questo :)

Quindi, mille mila grazie a:

  • zdenise;

  • _Inkheart

  • aricch

  • xXx Veleno Ipnotico xXx

  • saretta 98

  • pucciosaherm

  • Vampirella_96

  • kogaforlove

  • LadyNick

  • LisLot

 

Ringrazio anche tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle: preferite ( siete 17, miseriaccia **);

ricordate (6 di voi **);

seguite (38 * O *, mi meraviglio sempre più!).

 

Ancora grazie, grazie, grazie!

Spero di non deludere le aspettative con questo capitolo (:
Quindi...Recensioni, venite a me **

Un bacione,

Queen_

  
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