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Autore: lolagirl    08/09/2011    2 recensioni
"Solo.. non dimenticarti di me."
"Non potrei mai dimenticarmi di te" rispose. "E lo sai. È per questo che sei qui. È per questo che ti vedo ogni notte nello stesso momento in cui chiudo gli occhi. È per questo che mi fa male il cuore ogni volta che passo davanti alla tua stanza - o ogni volta che un professore fa una domanda particolarmente difficile, e tu non sei lì pronta a rispondere. È per questo che passo tutto il giorno, ogni giorno, a lottare per superare la giornata. Passo così tanto tempo a pensarti, che a volte mi dimentico di respirare."

Ho sistemato il secondo capitolo, chiedo scusa per il disagio.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dear Diary (Caro diario)

19 Dicembre – Prima del Ballo del Ceppo

“Manca un’ora e mezza al Ballo del Ceppo, e tu scrivi il tuo adorato diario.” Draco fece un sorrisetto mentre lasciava cadere la sua bacchetta sul tavolo più vicino e gettava i vestiti sul bracciolo di una poltrona. Sprofondò sul divano e poggiò i piedi sul tavolino di fronte a lui. “E non sei ancora pronta.”

Hermione sospirò annoiata, ma non smise di scrivere.

“Che cosa scriverai di stasera?” domandò Draco. “Caro diario, stasera andrò al Ballo del Ceppo con quell’anima sfortunata di Neville Paciock. Povera me. Per lo meno avrò la possibilità danzare con l’incredibilmente meraviglioso Draco Malfoy, però – ne vale proprio la pena. È così affascinante e popolare. Sono proprio la ragazza più fortunata del mondo.

Hermione sorrise e chiuse il diario. Batté la bacchetta sulla copertina, probabilmente per chiuderlo a chiave. Aveva imposto un incantesimo anti-lettura abbastanza buono, per chiunque tentasse di aprirlo. “Sai, Malfoy, spesso resto sveglia la notte, domandandomi come fai a infilarti le magliette con quella testa gigante che ti ritrovi.”

Draco ghignò e sollevò un sopracciglio guardandola. “E perché, Granger, io che non avevo idea che passassi la notte a pensare a me? Sono lusingato, sul serio.”

Hermione alzò gli occhi al cielo. “Non posso prendermela che con me stessa,” mormorò. “Me la sono cercata.”

“Sì che te la sei cercata.”

“Ma davvero, adesso, hai mai pensato che magari potevi provare ad adorare te stesso un po’ meno?”

“Ci provo continuamente, Granger, ma è così difficile. C’è semplicemente troppo da adorare, in me.”

Hermione sbuffò.

“Allora perché stai scrivendo sul tuo diario, invece che prepararti per il Ballo?” chiese Draco.

“Non tutte le ragazze impiegano quattro ore a prepararsi, Malfoy,” costatò Hermione. “E poi, non ho molto da fare. Infilarmi i vestiti, pettinarmi. Non devo agghindarmi troppo. Non passerò mica tutta la sera al Ballo.”

Gli occhi di Draco si ridussero a due fessure. “Non resterai fino alla fine del Ballo? Ma hai un accompagnatore.”

Hermione scrollò le spalle. “A Neville va bene così. Gli ho detto che avremmo ballato un po’ insieme, poi sarei andata via. Ha detto che per lui andava bene.”

“Che sciocchezza, Granger. Perché non restare fino alla fine? È l’ultimo Ballo del Cappo a cui parteciperai come studentessa di Hogwarts.”

“Beh, non sono dell’umore per passare tutta la serata a guardare le coppiette felici che dimostrano il loro amore sulla pista,” ribatté Hermione tranquillamente.

Draco grugnì. “Cavolo, Granger,” disse, un po’ più irritato di quanto realmente volesse essere, “basta deprimersi per quel coglione di Potter. Quando pensi di metterci una pietra sopra?”

Hermione aggrottò le sopracciglia. “E chi ha nominato Harry?” borbottò.

Draco la scrutò, cercando di capire cosa volesse dire con quella frase. Stava per chiederglielo quando un colpo alla porta lo fermò.

“Oh, per l’amor del cielo,” brontolò. Si alzò e andò verso il buco del ritratto per aprire la porta. Dall’altro lato dell’apertura, vi erano tre ragazze che ridacchiavano: Ginny Weasley, Lavanda Brown e Luna Lovegood. Anche se, a dire il vero, solo Ginny e Lavanda ridacchiavano; Luna si limitava a guardarsi intorno, con un grande sorriso stampato sul volto.

Le risatine s’interruppero quando le ragazze videro Draco. “Oh. Malfoy,” disse Ginny, senza preoccuparsi di cercare di nascondere il disgusto nella sua voce. “Hermione è qui?”

“E dove potrebbe essere altrimenti?” bofonchiò Draco. Si fece da parte, per lasciar entrare le ragazze. “Granger,” la chiamò tornando nella sala comune. “Ci sono tre ospiti molto fastidiosi qui che vorrebbero vederti.”

Ginny e Lavanda lo guardarono male. Luna invece continuò a sorridere.

Hermione si alzò quando le sue amiche entrarono nella stanza. “Ehi, cosa ci fate qui?”

Lavanda ricominciò a ridacchiare. “Siamo qui per aiutarti a prepararti per il Ballo.”

“Ma non ho bisogno di aiuto,” disse Hermione, abbassando lo sguardo sulle varie cose che avevano in mano Ginny e Lavanda.

“Oh, smettila di dire sciocchezze,” esclamò Ginny, afferrando Hermione per un braccio. “È il tuo ultimo ballo a Hogwarts, e ci faremo in modo che tu sia bellissima.”

“Ma -” protestò Hermione.

“Zitta!” disse Ginny, coprendole la bocca con una mano. “Quando avremo finito con te, nessuno al Ballo sarà in grado di riconoscerti!”

Hermione guardò Draco con gli occhi spalancati mentre Ginny e Lavanda la spingevano nella sua stanza. La povera ragazza sembrava terrorizzata. Con amiche come quelle due, Draco non poteva biasimarla. Sorrise mentre le ragazze sbattevano la porta alle loro spalle.

Draco guardò Luna, che aveva scelto di sedersi. “È una sala comune proprio adorabile,” disse educatamente. “C’è tanto.. spazio libero.”

Quasi come la tua testa, avrebbe voluto dire Draco. Ma respinse quell’impulso e disse invece, “Già.”

“Voglio che Hermione sia davvero bella per il Ballo,” continuò Luna, senza neanche guardarlo mentre parlava. Infatti, per come stava parlando, sembrava che non si rivolgesse a nessuno in particolare – stava solo dando voce ai pensieri nella sua testa, che ci fosse qualcuno ad ascoltarli o no.

“E perché tutta questa determinazione?” chiese Draco, nonostante il suo giudizio gli dicesse di non farlo. “Lunatica” Lovegood non era la persona con cui era più facile portare avanti una conversazione, e questo perché lei era strana.

Luna alzò le spalle. “Non me l’hanno detto.”

All’improvviso, la porta della stanza da letto si aprì e Lavanda sporse la testa fuori. “Luna, alza il sedere e vieni qua.”

Luna sospirò. “Vado di là.” Guardò Draco e sorrise prima di alzarsi e lasciare la stanza. Ancora una volta, la porta della camera fu chiusa alle sue spalle.

Draco doveva ammettere che dannatamente curioso di scoprire cosa stava succedendo dietro quella porta chiusa. Qualsiasi cosa stessero facendo, sapeva che probabilmente alla Granger non piaceva. Hermione non era mai stata una che perdeva troppo tempo a farsi bella. Infatti, l’unica volta, a Hogwarts, in cui l’aveva fatto, era stato per Il Ballo del Ceppo del loro quarto anno. Altrimenti, aveva solo due tipi di abbigliamento: l’uniforme scolastica, e i suoi vestiti casual – questi ultimi consistevano in pratica di soli jeans e maglioni, classici abiti Babbani. Draco sorrise al pensiero della ragazza che veniva torturata con trucco e prodotti per capelli e ogni sorta di incantesimo di bellezza.

Ridacchiò ancora mentre andava nella sua stanza a prepararsi. Aveva detto a Pansy che sarebbe stato dalle parti del dormitorio dei Serpeverde un’ora prima.

Circa mezzora più tardi, Draco era lavato e vestito per il Ballo. Le ragazze, però, erano ancora nella stanza – poteva sentire le loro voci eccitate. Alzò gli occhi al cielo. Sperava che Pansy non stesse affrontando cose del genere quando sarebbe arrivato nella Sala Comune dei Serpeverde. Le ragazze potevano essere davvero noiose a volte.

In silenzio, oltrepassò la porta della stanza da letto e si sforzò di dare un significato a quello che dicevano, ma era inutile. Quindi anziché origliare, busso alla porta e disse, “Ehi, Granger.”

Al suono della sua voce, le ragazze tacquero. “Granger, sto andando via. Volevo solo informarvi che fareste bene ad arrivare in orario al Ballo. Dobbiamo aprire le danze.”

“Ok, Malfoy,” dissero insieme Ginny e Lavanda. Immediatamente cominciarono altre risatine.

Draco alzò gli occhi al cielo. Non poteva fare a meno di sentirsi davvero dispiaciuto per Hermione in quel momento.


Draco fece ritorno nella sala comune sperando di non trovarvi nessuno. Non fu tanto fortunato, comunque – la sosia di Hermione era rannicchiata su una poltrona con un libro in mano.

“Cosa stai leggendo?” le chiese.

La ragazza sobbalzò al suono della sua voce, ma sorrise quando lo vide. “Oh, ciao. Non ti ho sentito entrare.”

Draco abbassò lo sguardo verso il libro che la ragazza teneva in mano. Gli sembrava familiare. Perché lo aveva riconosciuto?  Mentre si avvicinava, poté vederlo meglio – era il diario di Hermione.

“Cosa ci fai con quello?” domandò.

“Lo leggo,” rispose Hermione con semplicità.

“È il diario di Hermione – non è fatto per essere letto da chiunque.”

Hermione scrollò le spalle. “Direi che io ho il diritto di leggerlo, non pensi? Voglio dire, io e lei siamo la stessa persona, in pratica.”

Draco fece un respiro lento e profondo, sperando di riuscire a calmare la rabbia improvvisa che provava nei confronti della ragazza. “Non penso funzioni così, Granger. Inoltre, come sei riuscita ad aprirlo? Ci aveva messo un incantesimo abbastanza potente.”

“Lo so. Uso lo stesso incantesimo per il mio diario, a casa.”

“E la parola d’ordine? Come sapevi quale usare per aprirlo?”

“È stato facile,” disse. “Ho scoperto di avere un sacco di cose in comune con lei, a cominciare dalla scelta della parola d’ordine. Mi sono semplicemente domandata che parola avrei usato io, e ho provato. Ed ecco che ha funzionato.”

“Sì, beh, non mi interessa quanto tu abbia in comune con lei. Questo non ti da il diritto di leggere i suoi pensieri privati.”

“Vorresti leggerlo tu?” gli chiese, tendendogli il diario.

No,” disse Draco, strappandole il libro dalle mani. “E voglio che neanche tu lo legga. Non hai proprio rispetto per la privacy altrui?”

“Certo che rispetto la privacy degli altri. Ero solo curiosa, ecco tutto. Sono arrivata in un mondo così simile al mio, e ho scoperto che qui c’era un’altra versione di me stessa, e non ho potuto conoscerla perché è..” La voce di Hermione si spense. “Beh, lo sai. Ero solo curiosa di scoprire quanto eravamo simili. Non preoccuparti, non ho letto molto. Non sono neanche andata oltre le pagine di settembre.” Fece una breve pausa, poi aggiunse, “Capisco cosa intendi quando dici che era innamorata di Harry, però.”

“Non voglio saperlo,” sbottò Draco. Ritrovando velocemente la calma, sospirò e le lasciò cadere il diario in grembo. “Chi se ne frega. Non m’interessa. Leggi quanto ti pare. Non è mio; non sono io che devo decider se tu possa o meno leggerlo. Solo.. non parlarne con me, va bene?”

“Va bene,” mormorò Hermione. “Sono solo sorpresa che tu non voglia leggerlo. In una delle prime pagine ha scritto che aveva fatto quel potente incantesimo per evitare che tu lo leggessi. Sospettava che forse saresti stato interessato alla lettura.”

Draco grugnì. “Sì, okay, forse ad un certo punto sono stato interessato. Ma non lo sono più.”

“E perché no?”

“Perché no e basta. Ti dispiacerebbe lasciar correre?”

Hermione scrollò le spalle. “Okay, va bene. Non c’è bisogno di alzare la voce. Sai, comincio a capire perché non le piacevi.”

Il suo commentò toccò un nervo scoperto. Quindi Hermione aveva scritto nel suo diario che lui non le piaceva? Cercò di non lasciare che quel fatto lo infastidisse, ma non ci riuscì. Allora mentre scriveva quanto fosse fantastico Harry, scriveva quanto Draco fosse orribile. Una cosa del genere non avrebbe dovuto sorprenderlo. La ragazza di fronte a lui aveva detto che aveva letto solo le pagine di settembre, quindi ovviamente Hermione aveva scritto quanto lo detestava in quel periodo. Allora si comportava ancora da idiota con lei. Eppure, gli faceva male comunque, e improvvisamente Draco sentiva il bisogno urgente di prendere il diario dalle mani della ragazza e leggere ogni singola parola che Hermione vi aveva scritto.

Invece, si sedette sul divano e disse, “Ma davvero? E perché mai?”

“Beh, diciamo che sei un po’ scortese.”

“Grazie. Mi stai dicendo che non sono scortese nel tuo mondo? O che magari non ci sono neanche nel tuo mondo?”

Hermione scosse la testa. “Oh no, ci sei eccome nel mio mondo. E sei più o meno uguale a come sei qui. Beh, tranne che per il fatto che sei un mezzosangue nel mio mondo.”

Draco spalancò la bocca immediatamente, mentre guardava Hermione con un’espressione di orrore.

La ragazza scoppiò a ridere. “Sto scherzando. Caspita, sembravi davvero mortificato, per un attimo. Fammi indovinare – essere Purosangue per te vale tanto quanto vale per il Malfoy del mio mondo?”

Draco sogghignò. “Fammi indovinare – sono stato un completo idiota con te nel tuo mondo, perché io sono Purosangue e tu mezzosangue?”

“Una cosa del genere,” disse Hermione con un’alzata di spalle. “Sai, non sono molto sorpresa del fatto che tu sia lo stesso qui. Onestamente, non riesco ad immaginare un mondo in cui Draco Malfoy non è altro che un pomposo deficiente.”

“Magari dovresti lasciar correre la tua immaginazione, ogni tanto,” disse Draco. “Saresti sorpresa delle cose che potresti immaginare.”

Hermione lo guardò scettica. “Che rapporto avevi con Hermione qui?”

Gli occhi di Draco divennero appena più scuri al suo improvviso cambio di argomento e disse, quasi sulla difensiva, “Non avevamo nessun tipo di rapporto.”

“Non ci credo,” disse Hermione, scuotendo leggermente la testa. “Voglio dire, sei Caposcuola.. e lei era Caposcuola. Dividevate un dormitorio. Facevate le ronde notturne insieme. Di certo dovevi avere qualche tipo di rapporto con lei, che fosse buono o no.”

“Siamo stati costretti a vivere insieme,” disse Draco, “e per la maggior parte del tempo, facevamo il possibile per evitarci. Avevamo appena qualcosa che potresti definire rapporto. A mala pena ci parlavamo.” Draco evitò lo sguardo della ragazza. Sentiva che se l’avesse guardata negli occhi, lei sarebbe stata in grado di capire che stava mentendo.

Va bene,” disse lei. “Se lo dici tu.” Sorrise e si fece una pausa prima di dire, “Allora, ti schiarito le idee?”

Draco la guardò senza capire, chiedendosi cosa volesse dire. E allora si ricordò che era andato via prima per fare quello – chiarirsi lei idee. Quello che aveva fatto in realtà era stato cercare Pansy, sperando che magari lei potesse aiutarlo a non pensarci per un po’. Ad ogni modo, non era riuscito a trovarla, come nessuno dei suoi amici, a dirla tutta, e alla fine era andato ai Tre Manici di Scopa per farsi qualche bicchierino da solo. “Sì,” rispose con voce piatta.

“Che hai fatto?”

Draco stava per ribattere che non erano affari suoi, ma un colpo alla porta glielo impedì. Grugnì. “Non dirmi che Potter e la Donnola sono già tornati.”

“Spero di no”, disse Hermione aggrottando le sopracciglia.

Draco non poteva fare a meno che essere divertito dal suo atteggiamento distaccato da Harry e Ron. Sperava che Hermione avesse avuto lo stesso atteggiamento nei loro confronti, quando era viva. Gli avrebbe risparmiato parecchia esasperazione.

“Beh se sono loro,” disse Draco, avvicinandosi al buco del ritratto, “gli dirò semplicemente di andarsene, in maniera molto poco educata.”

Sorrise e aprì il buco del ritratto. Con sua immensa sorpresa, non c’erano Harry e Ron dall’altro lato della porta – c’era Ginny Weasley. Non doveva neanche far caso alla sua espressione scontrosa per sapere il motivo della sua visita – di certo non era andata a trovare lui.

“Wow, giusto per mantenere il segreto,” borbottò Draco. “Scommetto che Potter e la Donnola ci hanno messo, quanto, venti secondi a dirti quello che Silente ci aveva specificamente detto di non dire a nessuno?”

Guardando Draco, Ginny lo fece da parte per passare. “Dov’è?” chiese.

“Non ricordo di averti invitata ad entrare, donnoletta,” sbottò Draco.

“Hermione?” chiamò mentre entrava nella sala comune. Si fermò subito quando vide la ragazza seduta sulla poltrona, dall’altro lato della stanza.

Hermione si alzò immediatamente; il diario che teneva in grembo cadde sul pavimento con un tonfo leggero, ma lo ignorò. “Ginny?”

La piccola rossa spalancò gli occhi mentre guarda la ragazza con stupore. “Wow,” disse in un soffio. “Sei identica a lei.”

Draco sollevò un sopracciglio a quelle parole. Nonostante i lineamenti della ragazza rispecchiasse davvero quello di Hermione, c’erano comunque alcune piccole differenze nell’aspetto – anche se Draco pensò che la ragazza probabilmente non le avesse ancora notate, per via dello shock.

Le due ragazze rimasero in piedi a guardarsi per alcuni secondi finché, all’improvviso, Ginny si allungò verso Hermione e la strinse fra le braccia, abbracciandola.

Nonostante Hermione fosse stupida da quell’azione improvvisa, reagì velocemente, ricambiando l’abbraccio.

“Abbracci come lei, pure,” disse Ginny dolcemente. Velocemente come l’aveva abbracciata, la lasciò andare e si tenne ad un braccio di distanza dalla ragazza. “Harry e Ronald avevano ragione – è veramente strano, ma.. è così bello rivedere la tua faccia. Le assomigli tantissimo.”

“Me l’hanno detto,” disse Hermione, sorridendo. I suoi occhi volarono verso Draco.

“Vuoi che se ne vada?” chiese questi, indicando Ginny con un cenno del capo.

“Assolutamente no,” rispose Hermione. “Questa ragazza era una mia buona amica, nel mio mondo. Anche per me è bello vedere la tua faccia, Ginny.”

Ginny sorrise. “Abbiamo tanto di cui parlare. Voglio sapere tutto di te – tutto sul tuo mondo. Tutto su di me nel tuo mondo.”

Hermione ridacchiò. “Hm, okay..” Ancora una volta, guardò verso Draco. “Penso che possiamo andare a parlare nella stanza. Per te va bene se resta, Malfoy?”

No, non gli andava affatto bene, ma Draco le disse comunque di sì. Sentiva che anche se avesse provato a cacciare Ginny, non se ne sarebbe andata – e onestamente, in quel momento si sentiva troppo svuotato emotivamente anche solo per discutere con lei.

Ginny strillò di gioia. Prese Hermione per la mano e la condusse nella camera, parlando eccitata – qualcosa riguardo al sospetto che i ragazzi di Hogwarts fossero più carini nell’altra dimensione che in quella. Draco alzò gli occhi al cielo.

Mentre le guardava andare nella stanza e chiudere la porta, Draco cominciò ad avere un brutto presentimento riguardo questa faccenda del doppione di Hermione. La reazione che aveva avuto Ginny era esattamente l’opposto di quella che si era aspettato – ed esattamente l’opposto di quella di Harry. Invece che essere shockata, rattristata o stranita, Ginny era felice ed eccitata – come se fosse appena entrata nella stanza con la vera Hermione, per parlare di roba da ragazze. Questa cosa lo rendeva nervoso. Con questa ragazza che somigliava e sembrava così simile alla vera Hermione, sarebbe stato facile per le persone dimenticarsi chi era davvero – o meglio, chi non era. Nella sua mente, non aveva dubbi che Ginny Weasley sarebbe stata una di queste persone.

Comunque, non poteva lasciare che questo gli desse fastidio. Non era un problema suo. Se la piccola donnola voleva fare finta che quella ragazza fosse davvero la sua migliore amica, buon per lei. Se lo Sfregiato voleva evitarla, anche meglio. A Draco, onestamente, non interessava come tutti loro avrebbero affrontato la storia della nuova Hermione. Per lui era più importante concentrarsi su come l’avrebbe affrontata lui.

Ma la cosa più importante, capì Draco quando il suo sguardo cadde sul diario che Hermione aveva lasciato sul pavimento, era concentrarsi per trovare un posto dove lasciare il diario, un posto in cui non lo sarebbe stato tentato di leggerlo.

  
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