La ragazza sospirò, osservando il tramonto fuori dalla finestra: « Un’altra giornata sta finendo, eh? » chiese, rivolgendosi più a se stessa che ai pesci rossi che nuotavano tranquilli nell’acquario accanto a lei.
Chiuse gli occhi, chiedendosi ancora una volta come si sentissero loro e, in generale, cosa si provasse a nuotare liberi nel mare, senza preoccupazioni.
Comprese che la sua vita, lì dentro, non sarebbe mai stata felice.
Comprese che fino ad allora lei non era mai stata libera, bambolina di pezza di un padre sempre troppo ubriaco per capire che no, lei non era ancora una donna.
La verità le crollò addosso come un pesante macigno.
Si avvicinò alla dimora dei suoi amati pesci, osservandoli negli occhi: forse, se diventerò come loro … sarò felice?
Sollevò il coperchio nero, poggiandolo sul tavolo e lentamente immerse la testa.
Fuori, il sole calava, mescolandosi al mare.
--- Note di Rib ---
Sì... Dunque. Una storia molto cupa e triste, dove la protagonista sceglie la via più tragica per non soffrire più.
Partecipa al GI Challange con il prompt 1988: "tramonto simultaneo (anche metaforico)" e "mescolare, mescolarsi (anche con accezione sessuale)"
Come sempre, ogni commento sarà ben accetto.