Capitolo VII
Il pugnale incrociò con
fragore metallico la lama del dacra, che fremette sotto il colpo ricevuto.
Kahlan non perse tempo, e con una mossa rapida sferrò un calcio potente alla
Sorella dell’Oscurità e con sguardo infiammato dalla rabbia la pugnalò poco più
in alto del cuore, premendo l’arma fino all’elsa.
Da dietro le sue spalle la
provenne un fragore metallico e lei fece appena in tempo a chinarsi in avanti
per evitare che il dacra le colpisse la nuca. La massa di capelli le coprì il
volto per qualche attimo, infine,
raccogliendo tutte le sue forze si rialzò in piedi e si voltò verso l’ultima
Sorella dell’Oscurità che le stava correndo in contro urlando. Si chinò per
evitare di ricevere il micidiale colpo di dacra al collo, poi attese un nuovo
affondo e, proprio quando stava per parare il colpo, il dacra deviò la sua
direzione in un attimo. Non riuscì più a tenere d’occhio l’arma e in un attimo
le salì alla gola un urlo strozzato. Sentiva la gamba bruciarle poco più sopra
del ginocchio, e appena provò ad appoggiare il peso del corpo sull’arto, per
proteggersi da un fendente, ebbe l’impressione che la terra sotto i suoi piedi
si sgretolasse. Perse l’equilibrio e si ritrovò in ginocchio, con la gamba
dolorante e il fiato corto in gola.
Il cuore le batteva forte, e
mentre vedeva la Sorella dell’Oscurità alzare sopra la testa il dacra, l’unico
pensiero che le passò per la testa fu quello di non aver fatto in tempo a
confessare il suo tradimento. Sarebbe morta con quel peso sulla coscienza, e
non si sarebbe mai potuta ricongiungere ai suoi cari nel Mondo Sotterraneo,
avrebbe dovuto patire l’ira del Guardiano.
Mentre il dacra calava
sempre più inesorabilmente su di lei, le parve di intravedere un ombra veloce
saettare. Avvertì il tonante rumore del ferro contro il ferro ed uno schizzo di
sangue raggiunse la sabbia in sua prossimità. Sentì qualcosa incombere dietro
di lei come una forza misteriosa e benigna, poi, in un attimo la donna che
stava per ucciderla crollò a terra morta, con un pugnale conficcato nella gola
fino all’elsa.
I rantoli della donna
ruppero il silenzio che si era creato e per qualche attimo, la Sorella
dell’Oscurità vomitò vermiglio sangue che si sparse sulla sabbia circostante.
Kahlan fissò l’orizzonte per
un attimo, il mare davanti a lei le pareva infinito, e le onde parevano
rilassare il suo respiro e calmare i battiti del suo cuore. Il cielo azzurro
era increspato da delle sottili nuvole un po' vacue ed allungate che le facevano
sembrare ancora più lontane. Era buffo pensa che quella era la prima volta in
cui le capitava di fissare quel panorama magnifico. Da quando aveva messo piede
su quella spiaggia, non aveva mai fissato così a lungo il mare, erano successe
troppe cose per poterselo permettere. Eppure, ora, in quel momento, mentre il
dolore alla gamba pulsava ancora sulla sua carne le pareva di non poter
desiderare altro. Quanto avrebbe voluto essere là con Richard.
<< Kahlan! >>
quella voce le parve lontana, ma le bastò per trascinarla inesorabilmente alla
realtà. Per un attimo le passò per la testa che potesse essere Richard, poi, i
suoi occhi blu e il suo volto ruvido presero pieno possesso del suo campo
visivo.
<< Sto bene! >>
sbottò la donna, accorgendosi immediatamente di aver indugiato troppo. Fece
leva sulla gamba sana e si alzò in piedi, raccolse i pugnali e fece per fare un
passo, ma le gambe le cedettero.
Faceva troppo male, il peso
del tradimento che portava dentro di sé ed il dolore di quella ferita la
distruggevano. Ostentò sicurezza, sebbene le mancò l’equilibrio fece un altro
passo:<< andiamo! >> disse. L’ultima cosa che desiderava era la
compassione di Rahl.
<< La ferita va
pulita… >> si limitò ad informare Rahl, senza inclinazione di
preoccupazione nella voce:<< o si infetterà ancora prima di questa sera!
>>.
Kahlan sbuffò sommessamente
per il dolore e la frustrazione, ma si trascinò ugualmente avanti:<< non
è così grave! >> disse, la sola idea che quell’uomo potesse sfiorarla,
anche fosse per curarla le faceva ribrezzo:<< o subito di peggio!
>> ostentò una certa determinazione, ma la sua voce era costantemente
crepata da una vena di dolore che tradiva le sue parole.
<< Sei davvero così ansiosa di raggiungere i
Pilastri della Creazione? >> domandò con un tocco di beffa Rahl. Kahlan
si voltò a fissarlo con rabbia, ma non aggiunse altro. Piuttosto che farsi
toccare da lui avrebbe strisciato a terra per il resto del viaggio.
<< Ci vorranno almeno
altri tre giorni, non vedo come tu possa resistere fino ad allora con la gamba
ridotta in quelle condizioni! >> disse scandendo bene le parole, come per
ferirla profondamente nell’orgoglio.
Tre giorni, forse più, poi
avrebbe dovuto confessare a Richard il suo tradimento e allora tutta la sua
vita sarebbe finita. Per un attimo desiderò che Rahl non l’avesse salvata pochi
attimi prima. La decisione di confessare tutto a Richard la tormentava giorno e
notte, eppure, morire con quel peso sulla coscienza la spaventava ancora di
più.
<< Non è grave come
sembra! >> disse Kahlan, abbassando lo sguardo per constatare la gravità
della lacerazione. I lembi di pelle erano molto distanziati, e la carne viva
pulsava sotto di essi, mentre il sangue fluiva inesorabile lungo tutta la
gamba. Si poteva vedere il muscolo parzialmente lacerato che pulsava. La donna
strinse i denti, era una brutta ferita, e con le esanime forze che le erano
rimaste non sarebbe andata avanti per molto, poco più di un metro. Al solo
sfiorare la pelle in prossimità della ferita sentiva un forte bruciore, ed era
evidente, che se non l’avesse fasciata e pulita subito si sarebbe potuta
infettare, mettendola a rischio di cancrena, o peggio, sarebbe potuta morire
dissanguata, a giudicare dalla quantità di sangue che le colava dal taglio.
<
<< No! >> urlò
irritata Kahlan, sentiva un forte bruciore, ma non riusciva a fidarsi di lui,
nemmeno in una situazione così grave:<< la curerò questa sera, quando ci
fermeremo! >> sbottò:<< dobbiamo continuare! >> disse più per
incitare se stessa che Rahl. L’uomo alzò un sopracciglio ma non aggiunse altro
e cominciò a camminare senza fretta poco più avanti di Kahlan, che zoppicava
vistosamente ad ogni passo.
Non percorse molta strada,
perché dopo soli tre passi ricadde nuovamente in ginocchio, mentre il sole le feriva
il volto. Vide la figura di Rahl continuare a camminare davanti a lei come se
non fosse successo nulla. Con un gemito di dolore e le lacrime che le
infiammavano gli angoli degli occhi fu costretta a dirgli di fermarsi e di
aiutarla. Rahl sogghignò soddisfatto prima di voltarsi e tornare sui suoi
passi. Infine, si fermò davanti a lei e si chinò in avanti, fissandola. Kahlan
si perse per un attimo in quello sguardo, le pareva la prima volta in cui aveva
uno sguardo così significativo e increspato dalla preoccupazione.
<< Bevi! >> le
disse serio:<< togliti lo zaino dalle spalle e inizia a tirare fuori le
bende >> disse con voce ferma di chi è abituato a dare ordini. Infine si
alzò e le schermò per un attimo il sole con il fisico.
<< A cosa mi serve
bere? >> sbottò la donna, odiava essere trattata con sufficienza.
Rahl la fissò come se fosse
una cosa ovvia:<< per svuotare la borraccia! >> rispose
serio:<< la riempirò con acqua di mare, depurerò la ferita e poi cercherò
dell’altra acqua pura, nel frattempo useremo l’altra borraccia per bere…
>> dichiarò deciso. Per un attimo Kahlan riconobbe Richard in lui,
avevano lo stesso modo di risolvere i problemi, immediato e deciso, come se
nessuno potesse replicare. Non aveva mai veramente pensato a Rahl, come al
fratello dell’uomo che amava, eppure, in quel momento, non riuscì a farne a
meno. Afferrò la borraccia e bevve l’acqua. La sua gola si rinfrescò abbastanza
e placò la sua sete, infine, la passò a Rahl:<< finiscila! >>
disse, con voce più incrinata in un consiglio che non in un ordine vero e
proprio. Rahl trattene un sorrisetto, prese la borraccia e voltandosi se la
portò alle labbra.
Kahlan si tolse lo zaino
dalle spalle, e ne estrasse due rotoli di bende bianche, poi estrasse una
camicia di tela e la stese sulla sabbia, riducendola a brandelli con uno dei
pugnali.
Quando Rahl tornò e si
sedette davanti a lei e poggiò la borraccia a terra, aspettando con pazienza
fino a quando Kahlan non si convinse a sollevare il lembo dell’abito fin poco
sopra della ferità. L’uomo non disse nulla, prese un brandello della maglia che
era sulla sabbia e lo bagnò con l’acqua della borraccia, poi, fu sul punto di
premerlo contro la ferita, ma si fermò di colpo e sollevò lo sguardo, mentre
anche Kahlan faceva altrettanto, perplessa.
<< Brucerà un po'
>> annunciò con voce piatta l’uomo, come se si sentisse costretto ad
avvisare Kahlan del forte dolore che avrebbe provato. Fosse stato per lui,
Kahlan sarebbe potuta anche morire là, in quello stesso momento, ma sapeva bene
di doverla aiutare, da morta non le sarebbe servita a nulla.
<< Lo so… >>
rispose Kahlan in un sbuffo irritato:<< non è la prima volta che mi
capita! >> aggiunse in un ringhio nervoso. Rahl aggrottò un poco le
sopracciglia, poi senza aggiungere altro premette lo straccio contro la ferita,
mentre sotto il suo tocco la gamba della donna fremeva per il bruciore e Kahlan
tratteneva un gemito di dolore.
Tenne premuto lo straccio
per un poco di tempo, poi, intingendone nell’acqua un alto, pulì dal contorno
della ferità il sangue sporco e spazzò i granelli di sabbia. Pulì con veemenza
il sangue che colava giù per il ginocchio e per il resto della gamba, poi,
senza dare nessun preavviso rovesciò metà del contenuto della borraccia sulla
ferita, mettendo a dura prova la capacità di trattenersi dall’urlare di Kahlan.
Provava dolore, ed il
bruciore era insostenibile ogni momento di più, ma per lo meno, la ferita
appariva già più pulita.
Trattenne il dolore fin
quasi a perdere la sensibilità della gamba, stringendo i denti.
Fissava le mani dell’uomo e
che si muovevano rapidamente intorno e dentro la ferita, pulendola quasi
completamente, facendole salire stilettate di dolore persino al petto. Sentiva
una strana tensione, che le stringeva la bocca dello stomaco e ancora una volta
provò l’intrattenibile voglia di baciarlo.
Si tormentò ancora un po'
con i pensieri del bacio che c’era stato, scoprendo di non provare nemmeno più
dolore nel pensare a quel tradimento.
<< Bisognerebbe
ricucirla… >> la voce cupa di Rahl la riportò alla realtà ancora una volta,
e dovette concentrarsi parecchio per evitare di urlare per il dolore.
<< Cosa pensi di fare?
>> chiese stringendo i denti.
La risposta di Rahl non fu
immediata, continuò ad indaffararsi attorno alla ferita, ponderando quella
domanda.
<< Tieni premuto sulla
ferita e cambia spesso il panno… >> disse poi, facendo per
alzarsi:<< vado a vedere se riseco a trovare qualche erba che possa
rallentare la perdita di sangue, anche se non credo che nella macchia costiera
ce ne siano… >> spiegò con freddezza, facendo per voltarsi e andare via.
<< Rahl! >> lo
bloccò bruscamente Kahlan.
<< Non ti preoccupare,
depositaria, tornerò! >> disse con voce di beffa, voltandosi verso di lei
per fissarla con furbizia.
Kahlan si sentì insultata e
irritata da quella frase, ma non disse nulla, aveva già rimandato troppo prima
di digli quella cosa:<< grazie… >> gli disse in un
sussurro:<< per tutto… >>. Rahl poteva anche essere il suo peggior
nemico, ma l’aveva aiutata più di una volta in quei giorni.
L’uomo alzò un sopracciglio
un po' contraddetto, ma non parve scomporsi molto, come la solito:<< non
mi ringraziare, depositaria… >> le disse furbamente:<< potresti
scoprire che anche i malvagi hanno un cuore! >> così dicendo si voltò e
prese a dirigersi verso la boscaglia, sorridendo compiaciuto e arcigno, il suo
piano era quasi completo, e aveva trovato nella stupidità della Sorelle dell’Oscurità
un aiuto insperato. Aveva comandato loro di attaccarli di tanto in tanto, ma
non si sarebbe aspettato che Kahlan rimanesse quasi uccisa. Quella ferita
poteva essere un giovamento, come la sua peggior nemica, poteva sfruttare la
situazione a suo favore, ma doveva stare attento, un errore avrebbe spazzato
via tutto il suo trapelato lavoro.
Kahlan pensò per qualche
attimo a quello che Rahl le aveva detto, aveva sempre sbagliato sul suo conto,
o almeno, così era propensa a pensare in quel momento, ma non poteva esserne
certa, Rahl era più imprevedibile di una tempesta, e di gran lunga più
spaventoso e devastatore.
Si ritrovò a pensare a lui
come ad una persona sincera e pura. Come sarebbe stato conoscerlo in un'altra
situazione? Come sarebbe stato se Darken Rahl fosse stato al posto di Richard
il cercatore e Richard fosse stato il despota del D’Hara, deciso a conquistare
il mondo? Si sarebbe innamorata di Darken Rahl come aveva fatto con Richard,
oppure no? Qualcosa dentro di lei le diceva che in qualunque caso Rahl
l’avrebbe attratta come la stava attraendo in quel momento. Le passò per la
testa il pensiero che se Rahl fosse stato il cercatore, allora sarebbero potuti
stare insieme. Scacciò quella riflessione, perché sapeva che l’avrebbe indotta
ancora una volta in tentazione, doveva pensare il meno possibile a quelle cose,
doveva concentrarsi sulla sua missione!
Attese qualche altro minuto,
pulendosi la ferita, infine, quando iniziava a pensare che Rahl se ne fosse
andato, vide la sua figura avvicinarsi con veemenza, mentre sul mare, iniziava
a scendere la luce dorata del sole che cala al tramonto.
Quando l’uomo fu accanto a
lei, lo vide posare a terra dei bastoni di legno, probabilmente per i fuoco, e
delle erbe che Kahlan non aveva mai visto prima. Si sentì intimidita da quella
situazione, e se quelle erbe l’avessero uccisa, invece di guarirla? Iniziava a
fidarsi di lui, ma non poteva esserne perfettamente sicura.
<< Cosa sono? >>
chiese seria, indicandole con un dito.
Rahl fece comparire un
sorrisetto sulle labbra:<< Sanguinaria… >> disse lui, iniziando a
strappare le foglie.
<< A cosa serve?
>> chiese lei preoccupata, non aveva mai sentito nominare quella pianta,
e si chiedeva come lui la conoscesse. Per quello che sapeva Rahl era cresciuto
al Palazzo del Popolo, come poteva conoscere tutte quelle piante? Che la stesse
ingannando?
<< Contiene una
sostanza rossiccia che somiglia al sangue, dovrebbe rallentare il flusso, ma
con altre piante sarebbe stato meglio… >> disse senza troppe reverenze,
continuando a lavorare sulle foglie.
<< Come lo sai?
>> chiese sotto voce la donna, intimidita dalla risposta che avrebbe
potuto sentire.
<< Mi credi davvero
stupido? >> chiese lui interrompendo il suo lavoro e fissandola con un
po' di irritazione nello sguardo. Kahlan rimase paralizzata da quella domanda e
soprattutto dallo sguardo dell’uomo. Non riuscendo a dire nulla si limitò a
scuotere debolmente la testa.
<< Pensa, Kahlan, se
ti avesse voluta morta mi sarebbe bastato assecondarti quando volevi continuare
a viaggiare… anche ammesso che io abbia un piano, a cosa mi serviresti da
morta? >> disse fissandola gelido, ma con un tocco di furbizia nello sguardo.
Rahl la fissò ancora per qualche attimo così, poi si allargò in un
sorrisetto:<< una delle poche cose buone del crescere nella casata dei
Rahl è quella di potersi permettere i migliori istitutori… >> disse sotto
voce, riprendendo a lavorare sulla pianta, strappando i petali bianchi, aprendo
poi il fusto carnoso e orizzontale, che aveva quasi una forma si radice,
perfettamente conscio che l’affermazione di poco prima aveva allarmato Kahlan,
ma allo stesso tempo l’aveva incuriosita.
Kahlan rimase in silenzio
all’udire quella risposta, che le aveva inevitabilmente fatto sorgere dei seri
dubbi.
<< Dunque hai un piano…
>> mormorò.
Rahl afferrò una ciotola, ne
fece colare all’interno il liquido rosso contenuto nella pianta e con due dita
lo spalmò sulla ferita, stando attento a non premere troppo. << Dovresti
saperlo, depositaria, non possiedi forse la capacità di leggere le menzogne?
>> disse sarcastico.
<< Vedo solo la verità…
>> spiegò Kahlan leggermente accigliata e irritata.
<< E allora, forse non
ho un piano… >> disse lui, poi, senza aggiungere altro prese uno dei due
rotoli di benda e strinse bene la fasciatura. Dopo di ché, svuotò il contenuto
della borraccia, e si indaffarò nella preparazione del fuoco per la sera, che
già si delineava sopra la linea dell’orizzonte.
<< Se domani riuscirai
a camminare riprenderemo il viaggio… >> disse Rahl con non
curanza:<< altrimenti staremo qui, mancano quattro giorni al solstizio,
per raggiungere i Pilastri della Creazione ce ne bastano tra, comunque sia
abbiamo un giorno di vantaggio… >>.
Kahlan lo fissò contraddetta:<<
no, domani partiamo, qualsiasi cosa succeda, è meglio non attardarsi, Richard
potrebbe già essere arrivato… >>.
Rahl sogghignò e scosse la
testa:<< hai davvero tanto voglia di confessargli il tuo tradimento?
>> chiese sarcastico.
Kahlan non rispose. No, non
era certa di quello che volva fare, avrebbe perso Richard per sempre, come
poteva essere sicura di quello? Allo stesso tempo non poteva dimostrarsi
tentennante davanti a lui.
<< Essere sinceri è di
gran lunga più lungimirante dell’essere dei bugiardi… >> tagliò corto
Kahlan, poco interessata ad intraprendere una discussione del genere con Rahl.
<< Non ti stanchi mai
di essere ‘lungimirante’ Kahlan? >> sbottò lui, girandosi a fissarla, con
voce iniettata dall’ira. Kahlan lo fissò per qualche attimo, con sguardo vuoto,
voleva rispondergli, ma sapeva che se avesse negato si sarebbe sentita un
ipocrita:<< non posso farne a meno… >> rispose in fine, sperando
che lui non aggiungesse altro:<< sono una depositaria, e come tale, perseguo la verità e la purezza
dell’animo, io non posso essere da meno… >> aggiunse dandosi un aria più
importante di quello che era. Rahl parve diverto, sogghignò tra sé e sé, infine
la fissò gelido:<< servirai anche la verità, però menti a te stessa…
>> le disse, gettando le premesse per un discorso che Kahlan non voleva
ascoltare, sapeva bene che le sue parole potevano incantarla.
<< Io non mento a
nessuno! >> sbottò, tagliando corto.
Rimasero in silenzio per
lungo tempo, infine, fu Rahl a distogliere gli occhi da un punto sulle spiaggia
e a parlare per primo:<< lo vedi quel gabbiano? >> chiese con voce
piatta, alzando il mento per indicare un solitario esemplare di gabbiano
piuttosto grande. Kahlan lo fissò per qualche attimo, le pareva di averlo già
visto, come se le ricordasse qualcuno.
<< E allora? >>
chiese alzando le spalle.
Rahl valutò il pennuto
ancora per qualche attimo, con aria pensierosa, sottolineata da una mano sotto
il mento.
<< Ha qualcosa di
strano… >> disse:<< è come se ci seguisse… >>
aggiunse:<< l’ho già visto giorni fa… >> affermò seriamente, deciso
delle sue parole.
<< E’ un gabbiano!
>> disse lei preoccupata per quell’insolito comportamento guardingo di
Rahl, non l’aveva mai visto seriamente preoccupato in quei giorni, ma
quell’animale pareva metterlo in dubbio:<< come fai ad essere certo che
sia veramente lo stesso? >> chiese curiosa e un po' divertita, come
poteva Rahl pensare ad una cosa del genere?
<< E’ strano, Kahlan!
>> sbottò l’uomo fissandola irritato:<< se non lo vedi allora le
tue bugie ti annebbiano anche la vista! >> disse sprezzante,
riacquistando quell’atteggiamento fiero e regale che lo distinguevano dagli
altri. Era abituato ad essere ascoltato quando diceva qualcosa, e Kahlan
avrebbe fatto meglio a dargli retta. Quel gabbiano era avvolto da uno strano
fascio di magia, lo avvertiva. Infine afferrò la borraccia e si alzò:<<
la riempio di nuovo, durante la notte potrebbe servirti tenere la ferita
bagnata e disinfettata! >> sbottò, dirigendosi verso il mare.
Kahlan lo fissò, poi prese a
guardare il gabbiano. Anche a lei sembrava strano, ma non per questo doveva
essere una spia! Cercò di scacciare quel pensiero dalla sua mente, ma
inevitabilmente si sentì osservata. E se fosse vero? Se quel gabbiano non fosse
realmente un gabbiano?
Eccoci qui, di nuovo… spero che il capitolo vi
sia piaciuto!
Ringrazio tutti voi per le recensioni dell’altro
capitolo e per aver anche solo letto…
Dreaming_Archer: all’inizio mi facevi notare che
il testo non era ‘da me’ perché insolitamente tranquillo, e senza battaglie e
cose varie, al ché, io rispondevo che la parte movimentata sarebbe arrivata…
bhé, è appena cominciata… e nei capitoli finali (ai quali ci avviciniamo sempre
di più) ci sarà molto azione… ora è un po' più da me?
Spero solo di non aver mollato il colpo, mi
sembra di non aver mantenuto molto la psicologia dei personaggi in questo
capitolo… ma comunque eccolo qui, recensite se vi va…
Per quanto riguarda la ‘Sanguinaria’ (la pianta
che Rahl ha usato per curare Kahlan) so che esiste, perché l’ho trovata sul
dizionario, ma non so se il suo uso specifico in farmacia sia quello di
rallentare il flusso del sangue, io l’ho interpretata così… se ho detto una
boiata pazzesca perdonatemi!!
Grazie mille a tutti!
Hivy!!!