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Autore: Sailor Saturn    09/09/2011    1 recensioni
Allora, che dire: questa raccolta è ispirata ai versi della poesia "Vivi la Vita" di Madre Teresa. Ho cercato di collegare ad ogni verso uno o più personaggi che, secondo me, rappresentano bene il verso stesso.
Spero possa piacervi! Buona lettura!
La racolta ha partecipato (tranne il capitolo 8) al contest "My Best Story- Only Edit Contest" di Luna Ginny Jackson, classificandosi quinta a pari merito e vincendo il premio "migliori personaggi femminili".
Il capitolo 8 ha partecipato al contest "Parlami di LUI" di Freddy16, classificandosi 10° a parimerito e vincendo il "premio lacrima".
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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 Luna Lovegood e sua madre

LA VITA E' UN INNO, CANTALO

 

In una calda giornata estiva una bambina di circa otto anni stava giocando in un prato, sotto l'occhio vigile della sua mamma. Raccoglieva margherite e altri fiori di campo, per poi combinarli in deliziose coroncine, cambiando il colore dei fiori con la magia, quando pensava che questi non si abbinassero bene. Quando ne ebbe completate due, corse dalla sua mamma, ridendo allegra. Quando la donna vide arrivare il suo personale raggio di luna, sorrise felice: voleva talmente bene alla sua bambina da non riuscire ad esprimerlo a parole.

:<< Mamma, mamma! Guarda! Ti piacciono? >> chiese la bambina tutta eccitata, mostrando orgogliosa le due coroncine di fiori.

:<< Sono bellissime, tesoro! Cosa dici, le mettiamo tra i capelli? >> rispose la donna.

La bambina saltellò felice e la madre, ridendo con lei, le pose sulla testa quella coroncina di fiori, facendo lo stesso sulla sua testa con la seconda coroncina. Entrambe poi si avviarono verso casa, mano nella mano, scherzano su questa o quella creatura magica, giocando alle Fate dei Boschi e rincorrendosi di tanto in tanto.

A pochi metri dalla loro abitazione, però, la bambina si fermò e si mise a guardare con sguardo perso il cielo. La madre, vedendola così, si inginocchiò accanto a lei e le chiese cosa avesse.

La bambina, con disarmante dolcezza, le chiese :<< Mamma io sono strana? >>.

La donna sbatté le palpebre, confusa :<< Perché mi fai questa domanda, tesoro? >>.

La piccola invitò la madre a sedersi sull'erba e, quando la donna lo fece, lei si mise alle sue spalle, cominciando a pettinare con le mani i lunghi capelli biondi della sua mamma, aggiustando di tanto in tanto qualche fiore scappato dalla coroncina. Dopo un po' di tempo passato in silenzio, con solo la brezza estiva come compagnia, la bimba parlò :<< Ti ricordi ieri che sono andata a Diagon Alley con papà? La gente ci guardava e diceva che eravamo “quelli strani” >>.

Per qualche minuto la donna non rispose, limitandosi a godere delle carezze che la sua bambina le riservava. Quando pensò di aver trovato una risposta comprensibile per una bambina di otto anni si girò e, con il viso all'altezza di quello di sua figlia, sorrise con il sorriso “della mamma”, quel sorriso speciale, riservato solo ai figli :<< Vuoi sapere cosa vuol dire essere strani, Luna? Essere strani significa essere speciali: significa non aver paura di essere diversi. Significa vestirsi di giallo, quando tutti si vestono di rosso. Significa indossare orecchini appariscenti, quando tutti portano delle pudiche perle. Significa portare cappelli e vestiti coloratissimi, riconoscibili dovunque. Significa credere all'esistenza dell'incredibile. Significa vivere la vita a pieno, cercando di prendere il meglio da ogni situazione >>.

La piccola Luna guardò sua madre con un tenero sorriso sulle labbra :<< Allora non è una brutta cosa, essere strani? >>.

La donna si alzò e, prendendo la figlia tra le braccia, l'abbracciò forte, schioccandole un grosso bacio sulla guancia :<< No tesoro, non è una cosa brutta! È la cosa più bella del mondo >>.

Ridendo insieme, le due tornarono a casa, dove un uomo le aspettava all'ingresso, saltando felice e affermando di aver trovato il nascondiglio dei Ricciocorni Schiattosi.

 

* * *

 

Anni dopo, Luna Lovegood era considerata la ragazza più strana dell'intera Scuola di Magia e Stregoneria si Hogwarts. Andava alle partite di Quiddich di Grifondoro con un cappello gigante a forma di leone, con tanto di incanto che gli permette di ruggire. Leggeva il giornale edito da suo padre, Il Cavillo, rigorosamente al contrario. Portava sgargianti orecchini a forma di ravanello e collane fatte con tappi di burrobirra. Era persino andata ad un matrimonio con un vestito giallo sgargiante.

E nessuno riusciva a capire perché, quando qualcuno le faceva notare quanto tutte queste cose la rendessero strana, lei sorridesse con aria assorta e rispondesse :<< Grazie del complimento >>.























Angoletto:
Buongiorno! :) No, non sono morta, sono solo sommersa da impegni universitari e non riesco ad aggiornare con una regolarità decente! :( Chiedo perdono per la lunga attesa e mi scuso con chiunque abbia letto la mia raccolta, sperando in un aggiornamento...
Cercherò di essere più celere ma non assicuro nulla!
Come sempre ringrazio di cuore tutte le persone che hanno inserito la raccolta in seguite/ preferite e ricordate e ringrazio moltissimo anche chi ha recensito!
Anche se l'attesa è stata molta, spero comunque vogliate farmi sapere cosa pensate di questo capitolo! :)
Vi dirò, scriverlo è stato piuttosto faticoso perchè non riuscivo ad abbianare la frase a nessun personaggio: spero che il risultato sia soddisfacente! :)
Grazie ancora a chiunque passerà di qua!
Baci,
Sailor

  
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