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Autore: BlueMoon1996    10/09/2011    0 recensioni
Completa!
Salve! sono Moon1996 e sono già tornata! questa volta vi propongo qualcosa di nuovo rispetto ai miei soliti standard. Ho scritto una raccolta, riguardo ai sentimenti di alcuni personaggi dopo la battaglia. Ogni capitolo sarà un personaggio, spero vi piaccia! buona lettura.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Neville Paciock

Sono passati molti anni da quel giorno di maggio, ma i miei ricordi sono nitidi come non mai.

A scuola mi prendevano sempre in giro. Ero goffo, bruttino, avevo i denti sporgenti, non ero dotato ed ero imbranato e chi più ne ha più ne metta.

È sempre stato così per me, ero semplicemente uno da evitare.

Con me, però, ci sono sempre stati i ragazzi dell'Esercito di Silente, che dal quinto anno in poi, mi hanno aiutato ad aprirmi. Le cose sono migliorate dopo, ma ero rimasto sempre l'imbranato Paciock, quello preso di mira, quello che si dimenticava le cose e che trasformava il suo rospo in un girino, a pozioni, solo quando Hermione lo aiutava.

Sono sempre stato io, eppure, quando quel 2 maggio del 1998, finalmente ho detto la mia, le cose sono cambiate.

In realtà, già da prima io avevo notato un cambiamento in me: i miei denti non erano più tanto sporgenti, avevo fatto crescere un po' la barba che mi faceva sembrare più grande, i lineamenti del mio viso erano cambiati ed io, per la prima volta, apprezzai me stesso.

Successivamente, il cambiamento avvenne anche nel carattere. Forse per la convinzione che coloro che avevano torturato i miei genitori fossero ancora in vita, forse per il bene che ho sempre voluto ai miei amici, e per la rabbia che fermentava nella mia anima già da un po' di tempo, scoprii perchè il cappello parlante mi aveva smistato in grifondoro.

Chiunque mi avesse visto, prima del settimo anno ad Hogwarts, avrebbe di certo detto che il cappello si era sbagliato, ma non fu più così, perchè il mio essere grifondoro, alla fine, emerse, e so che quel cappello stracciato l'aveva sempre saputo. Aveva guardato dentro di me, e chi meglio di lui, poteva capire che in una camera sigillata c'era un grande coraggio, che sarebbe poi uscito? Nessuno credo, ed infatti sono finito nella casa giusta.

Ero stato smistato in grifondoro, perchè ero e sono tuttora, coraggioso.

Quel settimo anno, durante il regime dei Carrow tutto era buio, grigio, non c'era luce. Invece io, Ginny, Luna e tutti quelli dell'esercito di Silente lo abbiamo mantenuto vivo, ed è questo che ci ha salvati dal condurre una vita priva d'amore.

E vi sembrerà assurdo, che quel ragazzino tanto impacciato e tanto goffo, di colpo si sia fatto uomo e abbia difeso con tutte le armi che possedeva, quello a lui più caro.

Ero diventato un altro, completamente messo a nuovo e mi piaceva quel Neville, era spavaldo, coraggioso, e lo è tuttora, ma forse in alcuni ambiti che riguardano la vasta gamma di azioni che un uomo può compiere nella vita. Infatti, il mio animo tenero e un po' impacciato, rimase comunque, specialmente in situazioni in cui il coraggio serviva, ma non era certamente una questione di vita o di morte. Come quella volta che chiesi ad Hannah di uscire, o ancora peggio, quando le chiesi di sposarmi! Per un attimo ero tornato il bambino che perdeva la ricordella e stentava a ricordarsi ciò che aveva dimenticato. Per un attimo avevo vissuto di nuovo di flashback e emozioni represse, ma stranamente mi è piaciuto tornare un po' alle origini, tornare al vecchio Neville.

Perchè in fondo ciò che siamo non smettiamo mai di esserlo.

Ogni cambiamento, anche radicale, come il mio, ti riporta, in un modo o nell'altro al passato ed io non sarò mai completamente diverso da come ero prima e non vorrò mai esserlo perchè sono così ed è questo che mi rende unico.

Non nego che, dopo quell'anno infernale in cui mi compiacevo sempre più di me stesso, quella notte, non mi sentii affatto coraggioso, lì, in guerra.

Non che non lo fossi stato, ma io credo che in guerra non si pensa tanto a quello che si prova, lo si fa e basta, lì è tutta una questione di velocità, prontezza, sangue freddo, non si bada a cose futili come le emozioni. Ma quello che veramente penso, è che alla fine, io mi sono sempre ritenuto coraggioso e durante questi anni, ogni tanto, qualche goccia del mio coraggio riusciva a traboccare da quella chiusura quasi ermetica, fino a scoppiare direttamente e a sprigionare tutto il coraggio che avevo in me.

 

La guerra, però, ha causato tanto dolore. Non la considero come un momento di gloria, perchè è difficile essere contenti di quello che si fa quando c'è tanta sofferenza in giro, anche se si è indirettamente gli artefici della caduta di Voldemort, in seguito all'uccisione del suo Horcrux, il simpatico serpentello. Ogni volta che penso a quel 2 maggio del 1998, sono orgoglioso di me stesso, ma sono comunque molto addolorato per le perdite subite. Fred, Lupin, Tonks e altri 50.

ho conosciuto il piccolo Teddy, che ora è un uomo. Mi ha fatto una tristezza infinita. Non che io sia stato più fortunato, ma se voglio posso abbracciare mia madre anche se lei a stento mi riconosce.

Ma quel bambino è stato privato del calore familiare quando aveva appena pochi giorni. Sua nonna gli avrebbe dato molto amore, ma non sarebbe mai stata la stessa cosa. So che lui è fiero dei suoi genitori e fa bene ad esserlo.

 

La mia vita è stata un sorprendente cambiamento, ma quello che penso io, della vita in generale, è diverso. Penso che la vita sia un po' come una pianta, tanto per cambiare, io sono fissato, sono insegnante di erbologia! Comunque penso che come una pianta, nasce e comincia a crescere. E questa vita, ad un certo punto, comincia anche a donare qualcosa, le piante ci donano ossigeno, la vita ci dona emozioni, belle o brutte che siano, e tutti i colpi che incassiamo durante il corso della nostra esistenza, possono essere paragonati all'anidride carbonica che si prendono le piante rilasciando l'ossigeno, che è per noi vitale. L'ho sempre trovato un bel confronto questo, e sono sicuro, che anche le piante, affrontano il loro piccolo ma grande compito che il mondo gli assegnato, con quanto più coraggio hanno in sé.

  
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