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Autore: Epic_chan    10/09/2011    1 recensioni
Ciao!
Questa è la mia prima fanfict basata sul manga di hunter x Hunter. Molte volte volevo mettere un personaggio un po' simile a me nella storia di questo manga e così ho iniziato una storia.
Spero che vi piaccia!Aspetto commenti!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come mai non ricordo niente di quello che era successo prima del mio risveglio? Chi sono? Molte volte queste domande mi tormentano. 
La mia storia parla di una ragazza, Sasha. Lei ha dei capelli neri lucenti legati ad un fiocco color rosso carminio, e indossa un vestito sempre rosso carminio un po' somigliante allo stile cinese. 
La storia seguirà la stessa trama del manga solo con questo personaggio in più.
Alcuni personaggi potranno cambiare e sembrare diversi e altri saranno sempre gli stessi.
Spero ce vi piaccia! 

Epic-chan/Fetodeby


 

Sempre nei nostri cuori
 
 
-Signorina!? Signorina?!-
Aprii gli occhi.
Davanti a me vidi un ragazzino con i capelli neri e un vestito verde.
-Si sente bene?- disse 
-Dove mi trovo?- chiesi
-Ci troviamo al porto- rispose il bambino
-Al porto ... ! Come ci sono finita qui!?-
-Beh, lo trovata svenuta qui vicino, così l'ho portata qui per ... svegliarla con l'acqua!-
In quel momento mi accorsi che avevo tutti i vestiti bagnati. Mi alzai 
-Ti ringrazio (poteva evitare di usare l'acqua!!), come ti chiami bambino?-
-Io mi chiamo Gon, Gon Freecss e lei signorina?- mi chiese Gon
-Io mi chiamo Sasha-
-Oh, tanto piacere signorina Sasha!-
-Non serve che mi chiami signorina ci sarà solo qualche anno di differenza tra noi due!- dissi -Ma sei da solo qui? Non c'è tua madre?-
-No vedi io sono venuto qui da solo per partecipare all'esame per diventare Hunter!-
-Ah, anch'io sai! Ma tu sai come si può andarci?- chiesi
-Eh, eh, ... no ... , stavo infatti per chiedere un po' in giro-
-Beh allora ti aiuto anch'io, va bene a te?-
-Certo!-
Mi incamminai con Gon per le strade di quella città piena di vita. C'erano molti negozietti e ristoranti, era di certo un posto pieno turistico.
Ad un punto ci trovammo davanti una marea di gente che stava assistendo a qualcosa. Mi feci spazio tra la folla e quando arrivai in prima linea vidi ... due uomini che stavano giocando a braccio di ferro ... 
"MA PERCHE' GLI UOMINI FANNO SEMPRE DELLE GARE PER VEDERE CHI ERA PIU' FORTE!!!" urlai tra me e me.
Quando finirono mi allontanai disgustata.
-Ehi, Gon andiamo a chiedere da un'altra parte- dissi.
... 
...
-Gon dove sei andato!!!- dove poteva essere andato quel ragazzino! Potevano esserci dei brutti ceffi in giro.
Lo cercai nelle vie vicine e poi provai a cercarlo al porto, dove lo vidi con l'uomo che era stato battuto a braccio di ferro.
Mi avvicinai a loro imbestialita.
-Ma che ti è saltato in mente!!! Perché ti sei allontanato così?! Mi sono preoccupata un sacco!!!- 
-Mi scusi signorina Sasha, ma lui aveva fame!-
-Potevi almeno dirmelo!-
-Mi scusi veramente tanto- disse
-E ora cosa facciamo abbiamo perso tempo! Non sappiamo come andare all'esame!-dissi
-Intendi quello per diventare Hunter?- chiese l'uomo
-Si, intendo quello- dissi sospirando
-Per andarci bisogna prendere la nave Dio del mare- rispose l'uomo
-Ah, si!? E dov'è, dovè??-
-E' proprio quella dietro di te, ... che sta per partire ... -
...
-CORRIAMOO!!!!- urlò Gon 
Iniziammo a correre verso la nave ma con insuccesso, era ormai molto lontana l'imbarcazione, e non si volevano nemmeno fermare.
-Seguitemi- disse Gon andando verso un dirupo
-Cos'hai intenzione di fare?- urlò l'uomo
-Vedrai!-
Gon prese una canna da pesca che teneva nel suo zaino, la lanciò e la la strinse attorno a uno scoglio.
-Aggrappatevi a me!-
-Ma sei matto!?- disse l'uomo
-Beh, non abbiamo altra scelta- dissi aggrappandomi a Gon
-Hai vinto-
Anche l'adulto si aggrappò al ragazzino e tutti e tre finimmo sul ponte della nave.
Li c'erano molti uomini, alcuni più vecchi di altri, ce nera solo uno che aveva circa la mia età, un ragazzo biondo che se ne stava seduto a gambe incrociate in un angolino della nave.
Poi mi ricordai che non avevo ancora chiesto il nome all'uomo, così lo feci.
-Grazie a te siamo riusciti a sapere come si poteva arrivare all'esame per Hunter, posso sapere il tuo nome?- chiesi io nel più gentile dei modi
-Leorio, e lei è?-
-Io sono Sasha, piacere-
-Piacere tutto mio-
-Scusi signor Leorio- si intromise Gon -Come mai prima con me non era gentile?-
-Ma che domande bisogna essere gentili con le donne!-
-E con i bambini no?-
-Non con quelli come te- Rispose Leorio strofinandogli la testa
 
Eravamo in mare da qualche ora, il sole cocente mi stava da testa a piedi; Gon mi aveva detto di avermi trovato senza coscienza vicino al porto, ma prima cosa stavo facendo? Come mai non ricordo niente di quello che era successo prima del mio risveglio? Chi sono?
Molte volte queste domande mi tormentano. I miei genitori adottivi mi avevano trovata vicino a un fiume con attaccato al collo una collana argentata a forma di gufo, non sapevano altro. A volte mi sento come un fiore senza stelo. Questi pensieri mi deprimevano tanto una volta, ma ora ci ho fatto l'abitudine.
-Sta per arrivare una tempesta- 
Una voce mi distolse dai miei pensieri, era quella di Gon.
-Sembra anche molto forte- continuò
Il capitano era affianco a lui, gli stava parlando, però da dov'ero io riuscivo a sentire solo che sibili, così mi avvicinai.
-Sta per arrivare una tempesta? Mi sembra tutto sereno!- dissi
-L'aria è più umida e i gabbiani si allertano- disse il ragazzino; mi sembrava una cosa così strana, era vero che l'aria era un po' più umida (finalmente), ma i gabbiani che si allertavano?
-PREPARATEVI STA PER ARRIVARE UNA GRANDE TEMPESTA!- urlò il capitano
Ci aveva creduto alle parole del bambino! 
Andai da Leorio gli chiesi se ci credeva che stava per iniziare una tempesta, anche lui non ci credeva e pensava che era una burla del bambino.
Mi arrampicai sull'albero maestro per vedere se in lontananza c'erano nuvole ma era tutto limpido. Restai li ancora per qualche minuto. Si stava benissimo a quell'altezza, l'aria sembrava purissima.
Plic. Plic. Plic.
Stava piovendo, un gran vento si alzò e iniziò a soffiare come non mai. Il bambino aveva ragione!
Scesi subito dall'albero. Non c'era pù nessuno nel ponte, ormai ero l'unica. Andai al riparo all'interno della nave. Quando entrai vidi molti uomini inconscenti, solo Gon, Leorio e il ragazzo biondo erano ancora in piedi. Entrai anch'io.
Mi sistemai in un angolino per evitare di muovermi, ma inutilmente; alla prima onda anomala fui trascinata dalla parte opposta. Non sapevo dove aggrapparmi, si muoveva tutto. 
Un'altra onda anomala colpì in pieno la nave. Questa volta non avevo scampo, se non mi aggrappavo a qualcosa avrei sbattuto la testa addosso all'altro muro. 
-Signorina Sasha!!!- urlò Gon
Di colpo mi venne l'idea di aggrapparmi al soffitto. Appoggiai le mani al pavimento e mi slanciai verso un'asse che sporgeva agganciandomi con i piedi.
-Fiuf, per un soffio- sospirai
A quel punto arrivò il capitano.
-Vedo che siete rimasti solo voi quattro- disse -Allora ditemi i vostri nomi e perchévolete diventare Hunter-
-Io sono Gon e voglio diventare Hunter per trovare il mio papà- disse subito Go 
-Io mi chiamo Le--
-Il mio nome è Kurapika- disse il biondo -Non ho intenzione di dire perché voglio diventare Hunter, e troppo personale-
-Ma non l'avete ancora capito- disse il capitano con arroganza -Il vostro esame per diventare Hunter è iniziato ora! Noi ora eliminiamo tutti quelli che non hanno certe potenzialità; se non rispondete vi eliminerò tutti!-
Restammo tutti a bocca aperta. 
-Voglio diventare Hunter- disse Kurapika -Per vendicare la morte della mia tribù-
-Il mio nome è Leorio e voglio diventare Hunter per ... I SOLDI!!! Con quelli si può avere di tutto-
Rimasi di nuovo nauseata, quell'uomo sapeva far solo quello: nausearmi.
-E tu invece- chiese il capitano rivolgendosi a me -perché vuoi diventare Hunter?-
-Beh, ... ... non ne ho idea! Eh, eh, credo che lo scoprirò in futuro!- dissi sorridendo
Tutti mi guardavano con faccia strana.
-Non lo sai ... - disse Leorio -MA COME PUOI NON SAPERLO!!!-
-Di solito è così che agisco faccio le cose prima che sappia qual'è il motivo!- dissi sorridendo di nuovo, ma tutti mi guardarono con una faccia schifata.
Di colpo ci sorprese un'altra onda anomala accompagnata da un urlo.
Tutti si aggrapparono a qualcosa, ma io non ci riuscii, scivolai per tutto il pavimento e sbattei la testa perdendo conoscenza.
 
-Si è risvegliata signorina Sasha!- 
-Gon ? Ma cosa è successo?- mi toccai la testa,avevo una fascia attorno alla testa -la tempesta!-
-Sta tranquilla- disse Kurapika -Sei solo svenuta-
-Noi ci conosciamo?- chiesi -Non mi sembra di averti mai visto-
-Come fa a non ricordarsi di Kurapika- chiese Gon a Leorio
-Credo che abbia una piccola amnesia- rispose Leorio
-Bene in questo caso, Io mi chiamo Kurapika, piacere- disse il ragazzo biondo
-Piacere, io sono Sasha!-
Mi trovavo davanti  a un castello enorme, sarebbe davvero stato li l'esame?!
-Wow! E' bellissimo questo posto!- urlai
-Non vedo l'ora di trovarmi dentro- disse Gon
-Guardate che la sede d'esame è di qua- disse un uomo con uno strano sguardo
Ci girammo tutti a vedemmo ... un ristorante!
-Sarebbe quella la sede dell'esame?!- chiese Leorio un po' disgustato.
 
Quando entrammo il tipo strano ordinò una bistecca. UNA BISTECCA!!!! NON E' MICA IL MOMENTO DI MANGIARE!!! (Anche se avevo un po' di fame).
-Prego venite!- 
La cameriera ci portò davanti a una porta; dentro non c'era niente, solo un pavimento che non si intonava con il colore delle pareti.
-Tenete queste sono le vostre targhette. Il prossimo anno sarò ben felice di farsi da navigatore, buona fortuna!-
-Signor Kiriko- disse Gon allungando la mano verso l'uomo -Grazie per tutto quanto- 
L'uomo si commosse, anch'io un po', nessuno avrebbe potuto resistere a un bambino così sorridente.
Si chiusero le porte.
Il pavimento si stava abbassando, la stanza era in realtà un ascensore.
Guardai la mia targhetta: 402, io ero il concorrente numero 402.
Gon, Kurapika e Leorio iniziarono a parlare di medie e percentuali. Li guardai bene tutti e tre, ispiravano fiducia e sicurezza, mi sentivo proprio fortunata vicino a loro.
Quando arrivammo alla destinazione l'atmosfera cambiò; il posto era poco illuminato, e quel poco che si scorgeva non era affatto allettante.
   
 
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