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Autore: Leemoon MewSisters    12/05/2006    14 recensioni
Sono passate un paio di settimane dalla battaglia finale, ma i nostri tre alieni non si sono ancora levati di torno perché hanno avuto un piccolo problema tecnico… Ma ve lo spiegherà meglio Kisshu! (Io cosa? E che ne so??? O_O NdKisshu) Non sapendo come ammazzare il tempo, l’alieno dagli occhioni dorati avrà la brillante idea di mantenere la promessa fatta ad Ichigo, ovvero di rapirla! E ci riuscirà… FANFIC SPERIMENTALE... spero vi piaccia! Buona lettura!
-By MewLeemoon-
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Game of Us'
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18.Capitolo 8 - Qualcosa di Buono - By Kisshu

Wow... voi non vi potete immaginare che effetto mi faccia rileggere questo Capitolo ad, ormai, 7 mesi che l'ho scritto! °-° Continuo a domandarmi cosa mi fosse successo in quel periodo! Bah... qualunque cosa fosse, spero mi capiti di nuovo, perché secondo me, che questo capitolo sia scritto bene o male, sicuramente ora roba del genere dal mio Pc non ne esce più... T_T

Buona lettura...

>>Per chi ha recensito<<

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Intro al Capitolo: io ODIO capitolo OTTO!!!! X0
Non ho mai odiato tanto un capitolo in vita mia quanto questo! L’ho scritto e riscritto decine di volte, perché non riuscivo a dare un ordine ai pensieri di Kisshu… forse alla fine ci sono riuscita?
Spero di sì… un vostro commento in merito mi farebbe molto, molto, molto piacere!!!!
Cmq, sarà un capitolo lungo e movimentato, poiché si tratta di un punto di snodo della storia… Ah! Grazie a Neko-Ichy-Chan per avermi dato una mano a sistemarlo!

Per finire, come ho già detto, il “Qualcosa di Buono” del titolo è un riferimento alla puntata 51 (Vd Nota al Cap6 di Ichigo). Nessuno dei presenti voleva intendere male… ma alla fine c’è scappata “qualche metaforina un po’ pesa” perché QUALCUNO si è lasciato un po’ troppo trasportare…
(SI’! TU! NdKisshu) (Hmmmm… *l’Autrice pondera* …Forse… *L’Autrice attacca a ridere come una deficiente* MWUAAH AH AH AH AH AH!!! NdMe) (Per favore!!! Salvateci da questa pazza!!!! T__T NdKisshu)


*** 8. Qualcosa di Buono ***
~ * ~
By Kisshu

I have to admit that I
Never thought I'd need someone this way
'Cause you opened my eyes, Ma tu mi hai aperto gli occhi,
so that I can see so much more
You make me strong
You show me I'm not weak to fall in love
When I thought I'd never need,
now I can't get enough

I always made it on my own
I always talk that I would keep control
You changed everything I believe in
Now I just can't fight this feeling baby

Devo ammettere che
Non avevo mai pensato che avrei avuto bisogno di qualcuno in questo modo
'Ma tu mi hai aperto gli occhi,
Così che possa vedere molto di più
Mi ha reso forte
Mi hai mostrato che non c’è debolezza nell’innamorarsi
Quando pensavo che non ne avrei mai avuto bisogno
Ora non ne ho mai abbastanza

Ho sempre fatto tutto da solo
Ho sempre detto che avrei tenuto tutto sotto controllo
Tu hai cambiato tutto quello in cui credevo
Ora non posso semplicemente combattere questo sentimento, piccola

(Surrender, Laura Pausini)



Si rimaterializzarono nella sua stanza, che era vuota e deserta come al solito. Ichigo si trascinò di corsa sul letto, ancora scossa.
Kisshu poggiò il fagotto di vestiti in un angolo e la guardò con la coda dell’occhio.

Si era spaventata nuovamente per colpa sua…
Accidenti, come ti impressioni per niente, micetta… si disse, sconsolato.
Poi si avvicinò a lei con un sorriso, per cercare di rincuorarla.

“Allora Ko-Neko-Chan, cosa…” iniziò allegro, ma fu interrotto bruscamente da una voce alle sue spalle.

“KISSHU!” sentì urlare.
Era la voce di Taruto.

Per poco l’alieno non fece un salto di tre metri, in preda al panico.

“KISSHU? Sei tornato?” domandò di nuovo la voce del bambino. Doveva essere ormai a breve distanza dell’entrata...

Kisshu afferrò la prima cosa che gli capitò in mano (una coperta) e la lanciò velocemente addosso ad Ichigo per nasconderla, quindi si precipitò alla porta.
Arrivò appena in tempo, prima che il compagno si affacciasse all’ingresso.

“Sono ore che ti cerco! Ma dove eri finito?” sbottò Taruto, con un’aria molto, molto scocciata.

“Da nessuna parte. Nulla di interessante per un bambino!” tagliò secco lui.

“Io NON sono un bambino!” strillò Taruto. “E poi chi c’è là dentro? Ho sentito che parlavi con qualcuno!”
Così dicendo, si sporse dalla porta.

Kisshu gli impedì di entrare spingendo furiosamente il braccio contro lo stipite.
“Non c’è nessuno là dentro” sbottò, ma gli uscì con una vocetta acuta che tradì fin troppo evidentemente il suo nervosismo.

Taruto, infatti, lo scrutò perplesso per alcuni secondi, poi fece una smorfia divertita.
“Ah, ho capito… “ iniziò.

Kisshu si sentì gelare.

“Stai facendo una delle tue solite porcate!” concluse il bambino soddisfatto. (*)

Ci mancò poco che non cadesse a gambe all’aria.
“Io non faccio porcate!” sbraitò, cercando di recuperare un minimo di dignità.

“Certo, certo…” iniziò Taruto, ghignando. “Come quella volta che Pai ti ha beccato a…”

“Sta zitto, moccioso!” si affrettò ad urlare, terrorizzato.
Ci mancava che Ichigo sentisse le cavolate che s’inventava (più o meno) Taruto… -_-“

“Non osare mai più dire una cosa del genere o… o ti uso come lettiera per chimeri!” lo minacciò poi, con poca convinzione.

Taruto prese a sghignazzare più forte, godendosi l’espressione stravolta che probabilmente doveva aver assunto la sua faccia.
Con un ringhio di esasperazione, Kisshu cercò di afferrarlo, almeno per trascinarlo via di lì, ma il ragazzino si teletrasportò diversi metri più in alto.

“Vieni giù e muori da uomo!” gli urlò furioso.

“Impossibile, io sono un bambino, l’hai detto tu…” osservò piatto Taruto.

Per un attimo, l’alieno sperimentò l’allettante desiderio di farlo fuori, mentre una vena gli pulsava nervosamente sulla tempia… poi alzò gli occhi al cielo, esasperato.
“Insomma, cosa vuoi?” gli domandò.

“Io niente. E’ Pai che mi ha mandato a cercarti. Ha trovato il guasto dell’astronave e ha bisogno che lo aiuto a ripararla.”

“Ah…” osservò con poco entusiasmo l’altro. Lanciò un’occhiata in direzione della sua stanza.
Lui voleva andare da Ichigo, non stare a smanettare dentro al motore putrido di quella carretta…
Sospirò… se non ci fosse andato di sua volontà, sarebbe arrivato Pai in persona a trascinarlo via.
E sarebbe stato peggio.
Taruto poteva essere raggirato, ma Pai avrebbe capito subito che gli stava nascondendo qualcosa.

“Ok… arrivo…” disse mestamente.

“No, tu vieni ORA! Non mi fido di te… Non vorrei che sparissi di nuovo”

Kisshu lo incenerì con lo sguardo.
Voleva almeno salutare la sua gattina… chissà che non riuscisse ad estorcerle un altro bacio…
“Va bene, va bene, come vuoi, basta che smetti di rompere…” si arrese infine.

Così dicendo, si teletrasportarono vicino alla loro nave.


***


“Ben tornato tra noi!” lo saluto Pai, con un’allegria che sarebbe andata bene per un funerale.
Cosa strana, non era più infilato in qualche astruso pertugio della nave a insudiciarsi di olio, ma lo guardava placidamente seduto sulla rampa d’accesso.
Dal canto suo, Taruto si sedette su uno dei due alettoni, ad alcuni metri dal suolo.

“Beh, dov’è il problema?” domandò Kisshu.

“Lo stabilizzatore di pressione del carburante. Si è rotto. Per questo si era bloccato tutto.” Lo informò Pai, con un lampo di soddisfazione negli occhi.

“Bravo, genio… e tutto quel fumo che buttava fuori?”

“Poiché lo stabilizzatore non funzionava bene, ha immesso una quantità eccessiva di carburante nella camera di reazione della fusione, producendo così una pressione eccessiva che lo ha portato ad innescare spontaneamente la reazione di combustione. Questo si è aggiunto al calore prodotto dai circuiti di accensione transistorizzati, surriscaldando l’intero blocco di fusione e soprattutto il collettore di scarico. Ed è a questo punto che è intervenuta la pompa di raffreddamento che però, per via del sovraccarico, ha subito un danno alla molla di regolazione interna, evidentemente già usurata, impedendo alla valvola a sfera di scarico di chiudersi. In questo modo ha lasciato evaporare quasi totalmente la miscela di glicol-etilene mettendo fuori uso tutto il sistema di raffreddamento principale… e per quanto riguarda l’impianto ausiliario, quello non aveva…” (**)

Kisshu rinunciò a capirci qualcosa.
Rimase a fissare Pai che muoveva comicamente la bocca emettendo suoni senza significato che gli rimbombavano nella testa…

“Bla bla bla…”

I suoi pensieri si spostarono sognanti su… su Ichigo, ovviamente.
Ah… Ichigo…
Mentre lui era lì a rompersi le scatole, lei lo stava aspettando…
Magari lo aspettava con ansia, come aveva aspettato trepidante il suo bacio neanche mezz’ora prima…

“Bla bla bla bla… ehi? Kisshu? Ma mi stai ascoltando?” (***)

E quando sarebbe tornato da lei…

Scoppiò a ridere come un matto.

“K-Kisshu???” sillabò Taruto, sconvolto.

L’alieno continuava a ridere, ormai con le lacrime agli occhi.

“Ma stai bene? Cosa ti sei bevuto?” gli domandò Pai, con certo disgusto.

“Uhm…” iniziò, tra uno sghignazzo e l’altro. “Sciroppo di fragole?” (Urgh! Che brutta battuta Kisshu!!! >__< NdMe)
Poi riprese a ridere da piegarsi in due.

“I-io m-me ne vado…” mormorò Taruto, scomparendo velocemente, lasciando da solo un improvvisamente inquieto Pai.
(Non mi lasciare solo con questo pazzo!!! Ç_ Ç NdPai)

“Ok, ok… ci sono!” esordì Kisshu, cercando di smettere di ridere. “Cosa devo… pffff… ah ah ah ah… cosa devo fare?”

Pai scosse la testa. Se in passato poteva aver avuto dei piccolissimi dubbi, ora era veramente sicuro che il suo amico fosse completamente fuori di cervello.
“Mi basta che ti infili lì sotto e inizi a smontare il blocco di fusione. Bisogna essere in due, perché io devo lavorare contemporaneamente dall’altro lato” spiegò, indicando una vecchia coperta stesa poco distante dallo scarico del reattore. Quindi gli passò quella che sembrava una specie di chiave inglese.

“Ah, va bene!” esclamò entusiasta Kisshu, buttandosi sotto l’astronave.
“Beh, allora?” domandò poi, vedendo che Pai continuava a fissarlo incredulo.
Quest’ultimo, infine, si fece forza e iniziò anche lui a lavorare… -_-“

Kisshu iniziò energicamente a svitare il primo bullone. Gli sembrava la cosa più divertente sulla faccia della Terra…
Era maledettamente felice…
Inspiegabilmente felice…

Una goccia di olio nero gli cadde sulla faccia. Se la tirò via noncurante con il dorso della mano.

Tutto ciò era preoccupante.

Rimase a fissare un tubo coperto di grasso nero sopra la sua testa, incerto.

Era davvero preoccupante. Ma cosa gli stava prendendo? Si stava comportando come… come un bambino!

Kisshu, ti sei innamorato…

Mentre questa vocina molesta risuonava nella sua mente, il bullone si svitò via dal suo ingranaggio finendo per terra e facendogli scivolare di mano la chiave che gli cadde secca sulla testa. “Ouch… merda…” esclamò.
Prese a massaggiarsi dolorosamente la fronte.
Che stupidaggine era mai questa?
Lui era sempre stato innamorato di Ichigo. O No?

No… ammise a malincuore.
Lui era sempre stato ossessionato da Ichigo.
Assillato da un desiderio perverso di spezzare quel muro che aveva messo tra loro, di vincere le sue resistenze, di piegare la sua volontà.
Era convinto che nessuno gli avrebbe più impedito di amarla, di mostrarle dove poteva portarla, quando lei non si sarebbe più potuta opporre.
Ma l’intensità di quel desiderio non poteva davvero definirsi amore…

Era piuttosto la prova della distanza incommensurabile che sentiva tra loro.

Quella sensazione che ora gli riempiva il cuore non l’aveva mai provata. (****)

Guardò il compagno intento a lavorare poco lontano.
“Pai…” lo chiamò.

Questo si limitò a rivolgergli un borbottio sordo.

“Quando avremo smontato questo affare, che farai?”

“Non credo che i danni siano molto gravi. Prenderò i pezzi di ricambio che mi servono dalla tua nave” gli disse.

“Ah…”.
Si riferiva alla piccola monoposto con cui l’avevano spedito da solo, per primo, sulla Terra. Neanche se la ricordava più.

“Secondo i miei calcoli, se lavoriamo di buona lena, entro domani mattina sarà tutto pronto” aggiunse Pai, con tranquillità.

Kisshu rabbrividì. Era troppo presto.

Guardò il secondo bullone svitarsi e cadere a terra.
Ogni secondo che passava lì sotto, era un secondo in più che allontanava l’attimo in cui avrebbe potuto riabbracciare la sua gattina, ed allo stesso tempo era un secondo in meno che lo avvicinava al momento della partenza.

Si sentiva di nuovo in trappola.


***


Tornò dalla sua gattina solo parecchie ore dopo.
La trovò esattamente dove l’aveva lasciata, seduta sul letto, con la scatoletta di cibo che le aveva portato la sera prima, aperta di fianco a lei, vuota.
“Scusami bambolina, si ti ho fatto aspettare” esordì. “Vedo che hai cenato senza di me, grazie!”

“Avevo fame…” gli rispose la ragazza, con un’aria svogliata che aveva perso tutta l’allegria di quel pomeriggio.

Kisshu si sedette di fianco a lei, sulle coperte, contemplando con poco interesse le macchie di olio che aveva sui vestiti.
“Pai ha voluto una mano a riparare lo stabilizzatore dell’astronave. Guarda come mi sono conciato…” mormorò a bassa voce, come per scusarsi.

Abbandonò i suoi vestiti impiastricciati per posare gli occhi su Ichigo, seduta al suo fianco.
Quello sguardo taciturno sui suoi occhi castani era così bello: la faceva sembrava più grande, più matura, più vicina a lui… forse finalmente in grado di capirlo. E lui aveva inspiegabilmente così tanta voglia di raccontarle tutto…

“Comunque, fra poco avrà finito di aggiustarla, Ko-Neko-Chan… così potremo partire…” provò lui.

A quelle parole, Ichigo gli rivolse un’occhiata spaventata.
“P-partire? Fra poco? Ma allora… vuoi davvero portarmi via?” farfugliò. “Kisshu, io non voglio! Non voglio andare sul tuo pianeta!”

“Nemmeno io vorrei tornare…” le disse l’alieno a mezza voce, sperando che capisse.

Lei invece sembrava più confusa di prima . “Come?” gli domandò titubante. “Vuoi restare sulla Terra?”.

“No…” le rispose. “Questo posto mi ha stancato. Tutti questi alberi con il cielo azzurro, un po’ fa caldo, un po’ fa freddo… e poi sempre a vedere solo Pai e Taruto tutti i giorni, sai che noia? E soprattutto la cucina, fa schifo!”.
Si fece una risatina, che voleva rendere meno tesa la situazione, ma in realtà risuonò tristemente nelle orecchie.
“Voglio vedere di nuovo la mia casa… e altri individui che non siano diversi da me…” aggiunse poi.

“Quello che dici non ha senso… “ constatò Ichigo. “Perché allora non torni sul tuo pianeta?”

Kisshu abbassò lo sguardo demoralizzato, poiché quella conversazione con lei gli pareva improvvisamente molto inutile.
“Lascia perdere Micetta… Parlarne non serve a niente. Non sforzare la tua bella testolina rossa…” tagliò corto, mentre si metteva a stirare con le dita una piega su uno dei nastri dei suoi pantaloni.

“E NO! Guarda che mi sono stancata di questa storia che sono cretina! E’ diventata banale!” sbraitò lei per tutta risposta, spiazzandolo. “Ora tu finisci il discorso e cerchi di spiegarti!”

A sentire la voce della ragazza così isterica, invece, Kisshu balzò in piedi senza nemmeno pensarci e si ritrovò a dirigersi speditamente verso la porta. Ma dopo pochi passi, si rese conto dell’assurdità di quello che stava facendo e si bloccò, con un pesante sospiro.

Infondo l’aveva rapita e portata lì per quello, ma non le aveva ancora detto nulla.
In due giorni, nemmeno un piccolo accenno a quello che lo tormentava tanto...
Come poteva sperare che lei gli fosse di aiuto, se non riusciva a dirle come stavano le cose?

“Beh? E’ così difficile?” gli domandò Ichigo alle sue spalle.

Sì… era difficile, eccome!
Spiegarle cosa gli passava per la testa… una cosa del genere poi! Non gli venivano le parole…
Si passò una mano dietro al collo, ma non era imbarazzo quello che provava.

“Quando torneremo… quando torneremo, non saranno contenti, credo” iniziò, incerto. “Non sarà contento nessuno”.

Si voltò e tornò vicino ad Ichigo, posando le mani sul letto, ai fianchi della ragazza, avvicinandosi al suo bel viso, sperando caldamente che questo potesse aiutarlo a continuare...

“Sul mio pianeta…” proseguì faticosamente “…credevano molto in Profondo Blu e non saranno felici di rivedere quelli che hanno aiutato i terrestri ad ucciderlo. Specialmente non saranno contenti di… vedere me”.
Si sentiva un groppo alla gola.

In questo modo, le aveva appena detto di essere…
…quasi certamente un ricercato…
…più probabilmente, un condannato a morte…


“Ma voi avete l’Acqua Mew, con quella salverete il vostro pianeta!” esordì Ichigo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“L’Acqua Mew può salvare molte vite, ma non so se sia in grado di risolvere il problema del mio pianeta. Ti ho spiegato cosa sta accadendo e non mi pare che tra i poteri di quel cristallo ci sia quello di cambiare l’orbita di un intero corpo celeste…” provò a farle capire.

Vide la ragazza zittirsi, riflettendo a quelle sue parole. Sembrava banale, ma evidentemente lei non ci aveva pensato.
Poco dopo lei rialzò il viso e lo fissò negli occhi preoccupata. “E cosa pensi che ti faranno?” gli chiese infine.

Non le rispose.
Non ne aveva idea neppure lui… e non ci voleva nemmeno pensare…

“E se tu mi porti sul tuo pianeta…” mormorò poi Ichigo, mentre la sua voce iniziava a tremare. “…cosa faranno a me?”
“Cosa ne sarà di me?” strillò, sgranando gli occhi, improvvisamente terrorizzata.

Vedendo quell’espressione sul suo viso, Kisshu la strinse contro di lui, tirandola in piedi.
Non voleva spaventarla, contagiandola con i suoi timori…
In realtà, non voleva neppure portarla via con sé. Sapeva che non poteva costringerla a fare una cosa del genere, a rinunciare al suo mondo, a sopportare le terribili condizioni climatiche a cui la loro specie si era adattata nel corso dei millenni…
Ma il problema peggiore ora sarebbero stati i suoi simili…

Appoggiò la fronte contro la sua, sentendo il suo respiro delicato sulle sue labbra.

Però aveva un bisogno disperato della vicinanza di quella splendida ragazza.
Con lei vicino… le sue preoccupazioni diventavano così lontane, così insignificanti…
E tutto ciò bastava a dargli una forza ed una determinazione inimmaginabili…

“Non so cosa mi succederà…” le disse. “Però Ichigo, tu sei la mia bambolina speciale… e se venissi via con me… ti giuro che non lascerei che ci accada nulla di male, perché io… ti amo…”

Ecco…
Ti amo…
…gli era scappato di bocca… così…
Non lo aveva mai detto a nessuna prima…

Ma Ichigo non si curò delle sue parole e si divincolò subito da quell’abbraccio, come aveva sempre fatto.
La osservò tristemente, mentre lei indietreggiava di qualche passo.
“Tu… tu non puoi proteggermi contro un pianeta intero! E poi non dire che mi ami! Non sai cosa vuol dire! Sei solo capace di pensare a te stesso…” gli sbottò.

“Oh… Immagino che tu abbia le idee chiare…” constatò, sarcastico.

“Certo! Se io amo qualcuno, significa che questa persona è la cosa più importante che ho al mondo, la più meravigliosa, quella che da forza alle mie giornate! E per lui, sono pronta a mettere a disposizione tutta me stessa, a curarmi dei suoi problemi, a condividere i suoi desideri e le sue passioni e se necessario, sono pronta anche a sacrificare le mie aspirazioni e le mie pretese se vanno contro la sua felicità. E non dico la felicità di un attimo, come credi tu, ma voglio vedere questa persona felice il più a lungo possibile, realizzato nella sua vita…” aveva una luce sicura e determinata negli occhi, come se si fosse ripetuta quelle frasi milioni e milioni di volte, imparandole a memoria.
“Tu stai facendo tutto il contrario!” terminò lei, soddisfatta del suo discorso.

Al ché, Kisshu le sorrise, come se fosse una bambinetta ingenua. “Che idea deprimente!”

“E-eh?” sillabò lei, confusa.

“Sì, sei proprio deprimente gattina. Ti facevo più vitale!” disse lui sedendosi di nuovo sul letto.
“L’amore… un sacrificio? Ma dai! Non renderai felice proprio nessuno in questo modo! Chi vorrebbe stare vicino ad una persona che… che si butta via così?”

Ichigo gli rivolse un’occhiata obliqua. “E dunque?” domandò, con aria risentita.

“E dunque la vita è breve, dovresti averlo capito. Se vuoi veramente fare felice qualcuno… e se vuoi essere felice anche tu, puoi fare una cosa sola: devi dare il MASSIMO e devi darlo ORA! Che t’importa di cosa succederà dopo? Lo sai che potrebbe crollarti il mondo addosso da un momento all’altro, no?” Sogghignò.

Ichigo rimase in silenzio, colpita.
Si sedette sul letto, poco distante da lui, con un’espressione improvvisamente accigliata, come se stesse riflettendo seriamente su quello che le aveva detto.
Certo che era strano il suo modo di affrontare le cose… riusciva a tuffarsi senza riserve anche nella più banale delle piccolezze, affrontando tutto con una tale energia…

Era così energica che la sua sola presenza riusciva a dargli quella forza impensabile.
Era tanto energica, che da sola aveva salvato il suo pianeta, cosa che né lui, né i suoi amici, né i suoi simili erano riusciti a fare.

Cavolo… Ma chi poteva essere così cretino da chiedere ad una ragazza simile di sacrificarsi, di contenersi?
La cosa più bella che possedeva era proprio quella sua vitalità coinvolgente e tentatrice…

Le sorrise dolcemente, per riscuoterla da quell’espressione seria che tanto poco le si addiceva.
“Gattina… non preoccuparti!” le disse. “Tu dai sempre il massimo, solo che non te ne accorgi! Altrimenti non mi sarei mai innamorato di te!”

La vide ricambiare il sorriso, imbarazzata. Poi lei gli disse, timidamente, l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato.
“Sai Kisshu, forse… ma solo un pochino… sei meglio di quanto credessi…”

Quelle parole...
Finalmente non lo insultava più.
Finalmente aveva sentito la sua voce dirgli qualcosa di dolce…
Un complimento…
Di poco conto forse, ma sufficiente a riempirlo di nuovo di quella sensazione meravigliosa che aveva provato quel pomeriggio, quando Ichigo aveva finalmente lasciato che lui la baciasse.

“Io sono molto meglio di quanto credi!” esordì, saltando in piedi, con tutto l’intento di dimostrarglielo.
L’afferrò per la vita, sollevandola con la leggerezza di una piuma, poi la intrappolò contro al muro, tra le sue braccia.

“N-no…” protestò lei debolmente, mentre lo spingeva via per le spalle.

“No? No cosa?” la incalzò divertito, premendola di più contro la parete, con il suo corpo.

Ichigo non gli rispose.

Già… cosa?
Cosa voleva fare lui?

Il tempo gli stava placidamente scorrendo tra le dita…
Tra poco non ne avrebbe avuto più…

Studiò attentamente la ragazza che aveva di fronte.

Cosa voleva fare in quelle ore che gli restavano da passare con lei?
Cosa voleva davvero da lei?

Quelle labbra rosso corallo lo chiamavano prepotentemente…

Forse non poteva portarla via…
Ma poteva dimostrarle quanto era forte quel sentimento che provava…
E lui forse poteva smettere di pensare, almeno ancora per po’…

Chiuse gli occhi e si avvicinò per regalarle un bacio, ma…
Ichigo anticipò le sue mosse e gli sfiorò appena la bocca.

Kisshu si tirò indietro, incredulo, per guardarla.

Lei sembrava davvero protesa leggermente in avanti, verso di lui…
Non se l’era sognato…

“Ah…” azzardò, con un sorrisetto inquieto. “Quindi, il bacio di oggi… ti è piaciuto davvero!”.

Ichigo arrossì e distolse lo sguardo.
Non ci credeva…

Anzi, non vedeva l’ora di provarci di nuovo, per avere la certezza di non essersi sbagliato.
“Allora… te ne do un altro…” le disse.
Quindi si riavvicinò a lei…
E le labbra della rossa sfiorarono ancora le sue, prima del previsto.
Si tirò di nuovo indietro, emozionato…


Fino ad alcuni, lontanissimi, istanti prima, Ichigo sembrava così distante, così estranea…


Prese le mani della ragazza, che teneva ancora appoggiate sulle sue spalle e le fece toccare le belle orecchie da gatto che le erano spuntate tra i suoi capelli morbidi. Era la prova inconfutabile che anche lei era agitata, turbata…
“Sai…” le sussurrò “Così mi piaci molto di più”.

 

Ed ora la sentiva così vicina, toccata dalle sue stesse emozioni…


“Però, un po’ di tempo fa mi pare di averti promesso qualcosa. Ti ricordi?” le domandò dolcemente, guardando il suo viso colorirsi di un rosso sempre più acceso, nascosto malamente dalle ciocche della sua frangetta.
“Mi dispiace di non aver ancora potuto mantenere la mia promessa, ma sai, è stato per cause di forza maggiore…” sogghignò.

“Ti avevo promesso che ti avrei insegnato qualcosa di buono”.

Così dicendo, le strinse le guance tra le dita, osservando le sue labbra morbide aprirsi a forza verso di lui.
“E adesso, ho giusto un po’ di tempo…”

Quindi la baciò, per davvero stavolta, circondandole le labbra con le sue.
Sentì i loro respiri confondersi…
Poi fece scivolare lentamente la lingua nella sua bocca calda…


Come se la parete che li divideva fosse caduta improvvisamente…


La baciava… con passione, mentre lei…
Lei gli rispondeva timidamente, in un modo così tenero e impacciato…
Nessuno doveva averle mai insegnato…
Che spreco…

Abbandonò la presa attorno al suo viso, per lasciarla libera di muoversi. Poi prese scorrerle la mano sul collo, sfiorando le ciocche dei suoi capelli, scendendo fino a toccare quel seno morbido e pieno, quel corpo così caldo…
Le passò un braccio dietro la vita, spostandola dalla parete, stringendola in un abbraccio che gli sembrava talmente irreale…

Riaprì gli occhi lentamente e smise di baciarla, senza però riuscire a scostarsi da quelle labbra che tanto aveva desiderato.
Rimase invece appoggiato al suo viso per un lunghissimo istante, a contemplare quei due specchi che si trovava davanti…
Erano profondi, dolci, un po’ spaventati, di un color cioccolata scuro e vi si poteva vedere riflesso dentro.
Era davvero Ichigo quella ragazza.


Per uno come lui, che era sempre vissuto solo, senza sicurezze, senza affetti…


Chiuse gli occhi e la baciò di nuovo.
Mentre giocava con lei nella sua bocca, sempre più a fondo, mentre lei si lasciava pian piano guidare…
Riusciva solo ad immaginare che doveva essere un po’ come…
…entrare dentro di lei…
e si sentiva improvvisamente così sciocco e così ingenuo, ad non averci mai pensato prima…


Ma… questo attimo di vicinanza, era una delle emozioni più meravigliose e miracolose della sua vita…


Kisshu si staccò da Ichigo e si leccò le labbra, che lei gli aveva bagnato.
La ragazza si voltò da una parte, rossa in viso come i suoi capelli, imbarazzata.
Così facendo rivolse verso di lui l’invitante incavo del suo collo…


Fino ad alcuni, lontanissimi, istanti prima, Ichigo sembrava così distante, così estranea…
Ed ora la sentiva così vicina, toccata dalle sue stesse emozioni…
Come se la parete che li divideva fosse caduta improvvisamente…
Per uno come lui, che era sempre vissuto solo, senza sicurezze, senza affetti…
Questo attimo di vicinanza, era una delle emozioni più meravigliose e miracolose della sua vita…

…Una delle emozioni più eccitanti della sua vita…
(*****)


Affondò il volto tra i suoi capelli morbidi e la sua spalla, scorrendole il collo con il viso, con le labbra.
Quella pelle liscia… la baciava, la mordeva, la voleva…

Ecco cosa voleva.

Ci aveva fantasticato sopra per mesi…
Ed ora era lì. E stava succedendo per davvero…
Quel profumo intenso di Mirra che aveva il giorno prima era svanito.
Ora sentiva solo l’odore della sua pelle.

Amava quella ragazza, voleva sentirla sua.

La strinse più forte tra le braccia.
Il suo seno gli premette contro al petto, permettendogli di sentire il battito del cuore di lei, agitatissimo.

Poi Ichigo smise finalmente di restare inerme, sotto le sue carezze, e si decise ad abbracciarlo a sua volta, con una delicatezza disarmante.

“…Ichigo…” la chiamò, mentre sfiorava la pelle calda della sua schiena, sotto la stoffa, mentre le accarezzava i fianchi, premendola contro di lui…

Tra poco sarebbe stata sua…
Le diede un bacio, dietro l’orecchio.
…Finalmente sua…
Un altro bacio, vicino ai capelli.
…Sua…

NO…

Una pugnalata faceva meno male… lo sapeva per esperienza…

NON LUI…
Lui non poteva sognare.
Non aveva questo diritto.
Era solo un bastardo.
Uno stupido bastardo, per giunta.
Come aveva fatto a dimenticarlo?

STUPIDO…

Fu tutto quello che riuscì a pensare…

…mentre…

…la mano di Ichigo scivolava dolcemente dalla sua schiena dentro la tasca dei suoi pantaloni e ne estraeva…

…la sua spilla…

Non poteva essere vero…
Perché?


Scostò il viso dal collo della ragazza, atterrito. Lei stringeva quel piccolo oggetto tra le dita. Lo sguardo dolce ed insicuro di prima era sparito del tutto, per lasciare il posto ad un’espressione fredda e controllata.
Poi un lampo di contentezza brillò nei suoi occhi.

Lo aveva ingannato.

Kisshu le afferrò il polso con una violenza tale che credette di spezzarglielo.
“Ah, no, questa no!” le sbraitò, furioso.
Non gli avrebbe permesso di giocare ancora con lui.

Ma Ichigo fu più veloce del previsto e ruotando il braccio si liberò dalla presa e scattò indietro con un balzo felino, allontanandosi di un paio di metri.
Rimase lì a fissarlo con avversione, attendendo una sua mossa.

Cercò di calmarsi.
Forse aveva esagerato…
Forse… l’aveva solo spaventata?
Per un attimo, si concesse di sperare…

Ichigo strinse le dita attorno alla spilla e la sollevò, decisa.

“Mew Mew Strawberry… Metamorphosis!” esclamò.

No… lo aveva ingannato.

~ * ~ *~ * ~ *~ *~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~

Ichigo: Niente note per questo capitolo, poiché l’autrice si sta sfracellando la testa da sola contro la parete per aver scritto qualcosa di così mostruoso, mentre Kisshu piange silenziosamente rannicchiato in un angolo… Se riuscite a passare oltre tutto ciò… andiamo al Capitolo 9!

Autrice: Aspettate! (Sembra riaversi, anche se sanguina paurosamente) Voglio dire una cosa: il bacio che ho descritto in questo capitolo è o non è assolutamente MERAVIGLIOSO? Vado in estasi tutte le volte che lo leggo… *ç* a volte mi sorprendo di quanto sono brava!!! (attacca a ridere sadicamente… poi torna a dare testate contro al muro)

Note:

(*) Autrice: Si accettano scommesse riguardo a cosa facesse riferimento TaruTaru! XDDDDD
Kisshu: NON SFOTTERE! Non sono decisamente dell’umore adatto!!!

(**) Autrice: In sintesi il reattore batteva in testa e per il calore è evaporato tutto il liquido di raffreddamento… eh eh eh il bello di prendere la patente!
Pai: Stupida umana… credi che un’astronave in grado di fare salti spazio-temporali oltrepassando la velocità delle luce possa funzionare come un motore a quattro tempi a benzina di una delle vostre automobili???
Autrice: Sì, se è la mia FF!
Pai si sbatte una mano sulla fronte esasperato e se ne va…

(***) Perché mi sembra di vedere me durante le lezioni di Storia?

(****) Ringrazio ancora Erich Fromm e il suo “L’arte di Amare” per questa descrizione.

(*****) Idem come sopra.

   
 
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