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Autore: _BlueLady_    12/09/2011    5 recensioni
[ Dal Prologo]
Tutti lo chiamavano Eclipse, perché proprio come un’eclissi era in grado di nascondersi alla luce del sole, per poi fare la sua ricomparsa di notte, nelle vie buie delle città più conosciute, alla ricerca di non si sa quali preziosi tesori.
Le prime pagine dei giornali erano piene delle sue immagini, i gendarmi di ogni città gli davano la caccia, nella speranza di catturarlo e finalmente infliggergli la punizione che meritava per tutti i furti commessi in passato.
Non c’era traccia di scovarlo, tuttavia.
Così come appariva, altrettanto misteriosamente scompariva, lasciando dietro di sé solo un cumulo di mormorii perplessi ed impauriti.
Attenzione: leggermente OOC, la lettura potrebbe risultare un pò pesante.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 ~
 
Per tutta la durata delle danze non rivolse i suoi pensieri a nessuno se non all’affascinante straniero che era appena giunto in sala.
Mentre si muoveva leggiadra tra le coppie di ballerini, senza prestare attenzione alle parole del fratello di Lione nonché suo partner di ballo, volgeva più volte gli occhi intorno alla ricerca dell’insolita comitiva.
A un lato della sala riconobbe la duchessa che osservava con fare altezzoso la folla danzante e che sussurrava ogni tanto all’orecchio del bel visconte parole alle quali lui asseriva lievemente col capo.
Poi i due smeraldi si rimettevano a scrutare la folla, accompagnati da un paio di occhi bui.
Presa com’era dall’osservarli, non si rese nemmeno conto che la danza era terminata e già un altro cavaliere le stava chiedendo la disponibilità per il ballo successivo.
Rein si riscosse dalle sue meditazioni e, dopo aver assicurato la sua partecipazione alla prossima danza, si guardò intorno in cerca della sorella. Aveva bisogno di distrarsi da quell’atmosfera tesa che le sembrava di respirare da quando il giovane visconte aveva fatto il suo ingresso in sala.
Di Fine non c’era traccia.
Cercò un segno della sua presenza in ogni angolo della sala, ma senza risultato. Solamente quando riconobbe l’inconfondibile riflesso dei suoi capelli rosso fuoco, e distinse la sagoma della sorella accanto ad un tavolo ricco di prelibatezze di ogni tipo poté tirare un sospiro di sollievo che nemmeno lei seppe spiegarsi.
Sorrise: avrebbe dovuto immaginarlo che si trovasse lì, del resto Fine adorava abbuffarsi delle specialità della casa… eppure a Rein non sembrò tanto presa da ciò che le stava intorno.
Anzi, la sorella nemmeno aveva fatto caso al cibo: rideva e chiacchierava animatamente, ed era in dolce compagnia.
Un giovane dai capelli dorati si stava intrattenendo assieme a lei, e i due sembravano proprio andare d’amore e d’accordo. Rein volle avvicinarsi per vedere chi fosse il misterioso gentiluomo che era riuscito a catturare l’interesse di sua sorella tanto da farle dimenticare anche solo per qualche minuto il suo stomaco, e, quando si rese conto di chi fosse, allibì pietrificandosi all’istante.
Impossibile, era proprio lui!
Il Cavaliere!
Rein osservò incredula il duca baciarle la mano e invitarla a prendere parte alle danze con lui. Fine nascose leggermente il viso arrossendo un poco, e accettò di buon grado l’offerta.
I due si diressero al centro della sala e si disposero l’una di fronte all’altro in attesa dell’inizio delle danze, guardandosi. Rein colse un velo di imbarazzo negli occhi di entrambi.
- A quanto pare tua sorella si è data subito da fare, eh?-
La turchina si voltò di soprassalto in direzione di chi aveva parlato – Lione!- esclamò all’amica – Anche tu sei scioccata quanto me?-
L’amica ridacchiò:- L’atteggiamento di tua sorella devo ammettere che mi ha stupito molto, non la facevo così intraprendente! E si che, tra le due, pareva fosse quella più timida e riservata!-
- Lo credevo anch’io! - ribatté Rein in risposta – E non è tutto!- esclamò Lione – Fine sta già facendo parlare tutta quanta la sala di sé. E' già la seconda volta che il duca Bright la invita a ballare -
Mentre l’amica parlava Rein volgeva lo sguardo nuovamente all’allegra coppia: parevano così in sintonia l’una con l’altro, i loro occhi brillavano di contentezza.
- Beh, dato che tua sorella si è già data da fare, credo che sia arrivato il momento buono anche per te- esclamò Lione con volto raggiante. La turchina si volse ad osservarla perplessa.
– Andiamo a conoscere i nuovi ospiti!- esclamò quella conducendola lontano dalla ressa, diretta verso gli illustri ospiti, senza neanche darle il tempo di protestare.
 

¤¤¤¤¤¤
 

 

- Ah, queste feste da provinciali sono di una noia mortale, non trovi anche tu Shade?- domandò la duchessa sventolando il ventaglio nella sua direzione.
Il visconte non le fece caso.
Era troppo impegnato a studiare gli ospiti partecipanti alla serata per tenere a bada i discorsi della duchessa.
- Non vedo quale differenza ci sia dai balli che frequentate quando siete in città, duchessa- le rispose incurantemente – Non gradite la compagnia forse? –
- Al contrario, la compagnia è ottima, e i coniugi Mera sono due persone deliziose. Solo rimpiango l’eleganza dei salotti cittadini, con i loro arredamenti sontuosi. Qui è tutto molto più scialbo e insignificante…- sospirò quella.
- Non è un buon motivo per disprezzare questo genere di balli.- disse lui tenendo gli occhi fissi sulla folla.
- Ma nemmeno per amarli - ribadì quella, volgendogli un’occhiata d’intesa - Ripetimi perché siamo venuti qui – gli disse poi, facendo scintillare i suoi occhi verdi.
Il visconte sbuffò: - Lo sapete benissimo il perché - rispose.
La Dea lo guardò con rimprovero:- Non mi vorrai far credere che gli affari tanto importanti per i quali hai tanta apprensione riguardano occasioni come queste!- esclamò incredula.
Il visconte alzò le spalle - Perché non dovrebbero? – domandò.
La duchessa fece altrettanto – Stento a credere che una persona d’alto rango come lo sei tu frequenti questo genere di compagnie - borbottò.
- Eppure, siete qui anche voi - le disse quello in risposta.
La duchessa scoppiò a ridere - Io sono qui perché mi ci avete condotta tu e mio fratello senza darmi la possibilità di esprimere il mio dissenso- disse acida.
- Lo sapete il motivo per cui non possiamo permetterci di lasciarvi sola.- rispose lui serio.
- Come se non sapessi badare a me stessa! Siete stati voi a coinvolgermi nella questione, io nemmeno ci volevo entrare. E smettila di darmi del voi. Mi parli come se non ci conoscessimo affatto.- si irritò lei.
- Davvero credete di conoscermi così bene?- chiese quello, senza mutare l’espressione seria sul suo viso.
La duchessa abbassò lo sguardo:- Ti conosco quanto basta.- rispose.
La musica di sottofondo cambiò, i due videro le coppie di ballerini volteggiare un’ultima volta prima di cimentarsi in un’allegra marcia.
- Bah - sbuffò la duchessa tornando a contemplare la folla - qui l’unico che sembra divertirsi è Bright - e osservò il fratello che danzava allegramente con una fanciulla dai capelli rossi.
Non le era mai sembrato così felice come in quel momento.
- E’ la seconda volta che vostro fratello danza con quella ragazza- esclamò il visconte ad un tratto, volgendo i suoi occhi blu su di lei. La Dea sorrise:- Evidentemente ha trovato chi ha saputo intrattenerlo- rispose.
La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo tempestivo di due fanciulle, di cui una parve alquanto familiare al visconte.
Le due giunsero da loro, l’una sfoggiando un enorme sorriso, l’altra osservandosi intorno impacciata, come se non sapesse il motivo per cui si trovasse lì. Entrambe si inchinarono non appena si trovarono esattamente di fronte a loro.
- Visconte, duchessa - fece una delle due, quella più vicina - è un piacere e un onore per me avervi ospiti nella mia umile dimora.- concluse Lione, chinando il capo in segno di rispetto.
Il visconte la osservò senza battere ciglio – Oh, voi dovete essere la signorina Mera, la padroncina di questa bella villa! - esclamò invece la duchessa con una nota di ilarità nella voce.
Lione tirò su il capo per poterla osservare negli occhi:- Si, esatto sono io. Mi scuso per non essermi presentata prima, ma dato che i miei genitori avete già avuto il piacere di conoscerli ho voluto cogliere l’occasione per presentarvi una mia cara amica.- e si scostò leggermente per far spazio alla ragazza che le stava dietro e che si osservava intorno timidamente – Duchessa, ho il piacere di presentarvi Rein Sunrise, della famiglia Sunrise. Vieni, Rein, fatti conoscere dai nostri ospiti!- e la invitò a prendere parte alla conversazione.
Non appena udì il suo nome, gli occhi del visconte si posarono su di lei con interesse, e Rein si irrigidì involontariamente, sotto l’azione di quello sguardo magnetico.
Non l’aveva dimenticata la sensazione di poco fa.
Istintivamente, quasi come per infastidirla, il cuore riprese a trepidarle fastidiosamente in petto per un motivo che neanche lei conosceva.
Si inchinò di fronte ai due a testa bassa:- Molto piacere - disse infine, mantenendo un atteggiamento serio e composto - lieta di avervi qui tra noi.- e alzò lo sguardo, incontrando inevitabilmente quello del visconte.
Ebbe un tuffo al cuore non appena re incrociò le sue iridi scure, e le venne da domandarsi se anche lui stesse provando la sua stessa, inspiegabile emozione nell’osservarla.
Gli occhi del visconte non lasciavano trapelare alcuna emozione, si limitavano a specchiarsi in quelli di Rein, inoltrandosi prepotentemente all’interno e leggendole i suoi pensieri più nascosti.
La turchina dannò sé stessa e la sua odiosa suscettibilità che mai, prima di allora, l’aveva tradita così spudoratamente.
Fu costretta a distogliere lo sguardo da quell’ospite troppo affascinante, se desiderava tenersi ancora per sé almeno qualcuna delle sue emozioni più nascoste.
Il visconte, invece, non si scompose minimamente.
Si limitò ad osservare i suoi movimenti impacciati senza battere ciglio, dimentico dell’intesa che sembrava esserci stata prima con la turchina.
- Sunrise, eh?- esclamò la Dea osservandola con interesse – Siete per caso la sorella della fanciulla con cui sta danzando mio fratello?-
Le parole della duchessa la riscossero dai suoi ragionamenti.
Immediatamente volse gli occhi alla coppia che era ancora intrappolata a danzare, soggiogata al fascino che la musica sapeva loro donare.
- Si - rispose Rein, tornando a fissarla - Fine è mia sorella gemella.-
- Gemella, addirittura! Già, ora che vi guardo bene, voi due vi assomigliate molto, siete praticamente identiche! Non trovi anche tu, Shade?- chiese quella facendo un rapido cenno col ventaglio.
Le tre giovani donne si volsero verso il giovane che ancora manteneva la sua aria superiore:- A dire il vero - disse - non ci ho nemmeno fatto caso. Non è mia abitudine impicciarmi nei legami di parentela altrui-
Quella risposta così fredda e distaccata delineò subito il tipo di carattere con il quale Rein avrebbe dovuto avere a che fare.
- Suvvia, stavo solamente facendo un’osservazione. Non intendevo certo essere indiscreta.- si lamentò la duchessa, imbronciandosi.
- Oh, non lo siete stata affatto, duchessa.- si affrettò a rispondere la turchina, tentando ancora una volta di placare la sua ossessione per il giovane – Anzi, se ci permettete di dirlo, avete un incredibile spirito d’osservazione – aggiunse Lione, includendo anche Rein in quello che pareva essere un tentativo di acquistarsi la simpatia della duchessa in un modo altamente sfacciato.
La bocca della Dea si inarcò in un sorriso:- Spirito di osservazione? No… Il mio è un pessimo spirito d’osservazione, credetemi. Diciamo solo che, quando si tratta di mio fratello, i miei sensi si fanno più attenti, ecco tutto.-
Lione e Rein si scambiarono uno sguardo perplesso.
– Vi tratterrete qui molto?- domandò poi Lione, tentando di fare della conversazione.
- Il tempo necessario perché Shade e mio fratello concludano alcuni importanti affari lasciati in sospeso- fu la risposta.
Nell’udire quella frase, a Rein parve il momento buono per agire.
Scavò negli antri più profondi del suo cuore nel tentativo di ritrovare tutto il coraggio che aveva momentaneamente perduto e poi, quasi senza accorgersene, parlò.
- Siete un uomo d’affari, visconte?- gli domandò, quasi spaventandosi della sua voce.
Il giovane quasi si sorprese che gli avesse rivolto la parola.
Sgranò impercettibilmente gli occhi, nascondendo la sua incredulità dietro ad una maschera di finto orgoglio.
Il suo atteggiamento superbo e schivo non mostrava certo un carattere affabile, eppure quella fanciulla aveva voluto azzardare lo stesso.
Chiunque tentasse tanto doveva essere senza dubbio dotato di un carattere forte e impavido…
Non per questo, però, si sentì in dovere di ammirarla.
Anzi, per quanto i modi della fanciulla fossero predisposti a conoscerlo meglio, e forse allettavano anche lui ad una più profonda conoscenza, egli tentò immediatamente di imporre una barriera tra sé e quella che giudicava essere una giovane un po’ troppo intraprendente.
Si sentì in dovere di mantenere le distanze.
– Mi costringono a farlo.- fu la sua unica risposta, pronunciata sotto quell’atteggiamento fiero e superbo che non cessava di mostrare a sé stesso e agli altri.
Rein non si lasciò intimidire per così poco.
Aveva avuto a che fare con personalità introverse fin da bambina, sua sorella Fine per prima.
Inoltre, le era parso di cogliere negli occhi del visconte un segno impercettibile di cedimento, una volontà celata di rompere quella barriera che si frapponeva fra loro, per attraversare il vuoto che li separava. Per questo motivo la risposta del visconte, invece che indurla al totale disinteressamento, la spronò a continuare la conversazione.
- Se non amate questo genere di attività, come preferite passare il vostro tempo libero, dunque? Qual è la vostra vera natura?- domandò ancora, facendosi più intraprendente.
Quelle parole gli scrosciarono addosso facendolo sussultare come un’improvvisa secchiata di acqua gelida in viso.
Nell’udirla, i suoi occhi gelidi si posarono su di lei in uno sguardo stupito e perplesso al tempo stesso - Non vi state spingendo un po’ troppo oltre?- le rispose dopo un breve minuto di silenzio - Ci conosciamo solamente da pochi minuti, in fondo.- disse.
- Perdonatemi, la mia voleva essere un’innocente domanda tanto per fare conversazione.- si difese prontamente la turchina.
Gli occhi del visconte si ri posarono veloci sulla folla, distinguendo finalmente tra gli invitati coloro per i quali lui e il duca erano giunti fin lì: un barlume di salvezza contro quella che stava diventando una conversazione troppo opprimente, per i suoi gusti.
Trasalì all’istante: doveva avvertire immediatamente Bright del loro arrivo.
- Temo allora che dovrete affrettarvi a cambiare argomento, perché non credo vi sarà molto da conversare sul mio conto.- si affrettò a rispondere alle fanciulle, ignorando completamente l’ultima uscita di Rein - Ora scusatemi, vi devo lasciare. Ho una questione urgente da discutere con il duca Bright. Con permesso -
Dette queste ultime parole, lasciò le tre giovani per dirigersi al centro della sala e recuperare l’amico, prima che fosse troppo tardi.
Rein lo osservò andarsene piuttosto delusa: quel modo di rispondere così freddo e distaccato non le era piaciuto affatto.
Non giudicava la sua domanda essere stata tanto offensiva da provocare un simile distacco.
- Perdonate la sua freddezza, è un difetto del suo carattere- disse la Dea quasi come se conoscesse i pensieri che affollavano la mente di Rein in quell’istante – Non intendeva essere scortese, né tantomeno offendervi. Diventa piuttosto irascibile quando gli si chiede qualcosa sul suo conto, è un uomo di poche parole e odia sprecarle per dover parlare di sé -
- Così facendo, come può pretendere che la gente lo conosca e lo appezzi per quello che è?- chiese Rein, osservandolo da lontano mentre una morsa di delusione le attanagliava il cuore.
La bocca della Dea si inarcò in un altro sorriso:- Se tutti lo conoscessero per chi è veramente, dubito che farebbe la differenza…- 



Angolo Autrice:

Ed eccomi qui, con l'aggiornamento di inizio settimana.
Come vedete, i fatti cominciano a delinearsi per bene, e la figura misteriosa del visconte sta venendo sempre più a galla...
Ma cosa centreranno Bright e Altezza in tutto questo? E chi sono le persone tanto attese che hanno così urgenza di trovare?
Credo che se vi rispondessi non ci sarebbe più la storia, quindi vi lascio nel dubbio (come adoro fare di solito).
Noto con piacere che le lettrici della fic sono tante, e questo non può che rallegrarmi :)
Ringrazio tutte voi delle splendide recensioni che mi lasciate, sapere il vostro parere è tutto.
Spero che lo stile di scrittura rispecchi ancora quello ottocentesco, ce la sto mettendo tutta per cercare di farlo aderire bene a quel tipo di lunguaggio, ma non so se ci sono riuscita.
Dunque, vi lascio ancora una volta, in attesa dell'aggiornamento futuro.
Ringrazio anche chiunque mette la storia tra le preferite o le seguite, e cgiunque si degni di darle anche solo uno sguardo.
Come ho già detto, il vostro parere è importante e se qualcuno di voi ci tiene a farmelo sapere, ben venga.
Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacio

_BlueLady_

  
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