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Autore: MedusaNoir    12/09/2011    7 recensioni
Strappo alcuni ciuffi d’erba, reprimendo lo stimolo di scappare via, lontano dalla Tana, lontano da Ginny.
Voldemort è morto, Harry l'ha visto morire, ma c'è qualcosa che ostacola il suo amore con Ginny. Qualcosa che non avrebbe mai immaginato.
La frase in corsivo all'interno della storia è una citazione di Dylan Dog.
Prima classificata al "L'amore non va in vacanza - Flash Contest!" di June_.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ti ho visto morire

 

Ti ho visto morire, ma ancora non riesco a farmi pervadere da un’onda di sollievo. Ho visto il tuo corpo a terra, privo di vita, ho visto la fine del più grande Mago Oscuro di tutti i tempi. Eppure, a distanza di tre mesi, ho ancora paura: una paura forse immotivata, forse irrazionale, ma devastante.

Temo di vederti tornare.

Ma che ne ho fatto della mia vita? Persa a dissolvere gli incubi altrui e il mio incubo è sempre qui. E’ vivido quando chiudo gli occhi e ricordo i suoi capelli ondeggiare, mentre schiva le Maledizioni Senza Perdono dei Mangiamorte; è palpabile quando sento l’odore della sua pelle, misto a quel profumo di fiori che ho amato fin dalla prima volta che sono stato qui; è tremendo, magnifico quando la osservo da lontano, temendo di avvicinarla troppo.

Non riesco quasi a capacitarmi di questa attrazione-repulsione nei confronti di Ginny: un tempo l’avevo allontanata perché temevo che venisse presa di mira dai Mangiamorte per arrivare a me, ora ho il terrore di cosa potrebbe accadere se ci riavvicinassimo, se tornassimo a viverci come durante le più belle settimane della mia vita.

Prima di scoprire di essere stato un Horcrux la prospettiva di non poter stare con lei alla fine di tutto questo non mi sfiorava neanche la mente; è vero, ogni tanto pensavo a lei con un uomo che non ero io e soffrivo in silenzio, incapace di lasciare tutto per tornare da lei e fuggire lontano, ma non era un futuro che mi sarei aspettato sapendo che non ci sarebbero stati altri amori a sbarrarci il cammino. Per un momento, mi ha attraversato la testa il ricordo di una piccola Ginny nella Camera dei Segreti, una bambina impossessata e costretta ad agire contro il proprio volere, ed è stato in quel momento che ho pensato: e se non fosse realmente finita? Se Voldemort vivesse ancora dentro di noi, aspettando solo una nostra unione?

Strappo alcuni ciuffi d’erba, reprimendo lo stimolo di scappare via, lontano dalla Tana, lontano da Ginny.

Ma perché sono venuto qui? Non sarebbe stato meglio restare a Grimmauld Place con Kreacher, assaporando il ricco pasto che mi avrebbe preparato per il mio compleanno? Magari avrei potuto invitare Ron e Hermione, sarebbe stato piacevole; e invece mi sono lasciato convincere, incapace di dire di no alla possibilità di rallegrare la vita dei Weasley con una festa. Stanno ancora pensando a Fred, lo capisco dai sorrisi amari e appena accennati di George, e l’idea di passare una giornata felice, proprio come un tempo, è per loro una bella prospettiva. Nonostante questo, ho finito per esiliarmi in un piccolo spiazzo tra gli alberi, pur di resistere alla tentazione di stringere Ginny tra le mie braccia.

Un rumore di erba calpestata. Mi volto rapidamente, pronto ad affrontare la più grande delle mie paure, perché sono bene che sa essere più testarda di sua madre.

- Ciao.

Nel salutarmi si passa distrattamente una mano tra i capelli, spostando una ciocca rosso fuoco dietro l’orecchio. Basta solo questa vista a farmi tentennare: sapevo che non sarei dovuto venire.

- Ciao, Ginny! – rispondo con un tono allegro che non è mio.

Si siede accanto a me e subito mi lancia uno sguardo deciso. – Mi stai evitando – afferma senza giri di parole.

- No – mento, ma lei mi conosce più di quanto io mi ostini a credere.

- Sì, invece. Non mi hai rivolto la parola per tutto il giorno, hai anche finto di non sentirmi quando ti ho chiesto di passarmi la torta di melassa. Ti piace così tanto da volerla tenere solo per te?

Azzardo una risata, a disagio.

- Magari si trattasse solo di oggi, però – sospira Ginny. – Sei stato con noi per i funerali di Fred -. Si ferma un secondo, vedo il suo petto gonfiarsi, ma poi riprende come se non avesse mai nominato il fratello. – Poi sei scomparso. Ron e Hermione dicono di venirti a trovare spesso, però tu non ti sei fatto per niente vivo qui. Sai che mamma avrebbe voluto vederti? Sei come un figlio per lei e darle il dispiacere di sparire dalla nostra vita solo perché non vuoi stare con me non è da te, Harry.

- Ginny, noi…

- …non possiamo stare insieme, l’ho già sentita. Stavolta, però, non ti chiederò quale sia la tua “stupida, nobile ragione”, perché non ho intenzione di saperla -. Si alza, furiosa, e scaccia con rabbia qualche granello di terra dal suo vestito. – Sii felice con la tua nuova fiamma, Harry.

In quel momento, mentre la vedo allontanarsi senza aggiungere altro, sento il cuore martellarmi nel petto un avvertimento.

- Aspetta!

Le afferro il braccio e lei si volta, rossa in volto come se stesse lottando tra la voglia di piangere e quella di prendermi a pugni.

- Non è così, io non sono innamorato di un’altra.

Ginny tamburella a terra con i piedi. – Ah, no? – cerca di dire con indifferenza, ma la sua voce si è incrinata.

- No. Quella che amo… a distanza di un anno è sempre la stessa ragazza, Ginny, e non credo cesserà mai di esserlo.

- E allora perché non vuoi stare con me, Harry? Perché mi eviti da tre mesi?

Non riesco a trovare le parole: perché l’ho evitata? In questo momento, guardando i suoi occhi fissarmi con durezza e con la speranza di sentirmi dire qualche parola di rassicurazione, mi chiedo come sia possibile aver cercato di vivere senza di lei. Voldemort è stato nelle anime di entrambi, ci ha resi vulnerabili e ci ha fatto soffrire, ma unendoci non finiremmo per crollare l’uno addosso all’altra. Non siamo deboli.

Faccio un passo verso di lei e Ginny sembra capire senza che io le spieghi niente; abbozza un sorriso, poi si lascia baciare, finalmente felice.

Ti ho visto morire, Voldemort, e ora l’onda di sollievo è arrivata. Solo ora, mentre premo le labbra su quelle della ragazza che amo, mi rendo conto che la mia stupida paura era un’altra, ma mi sembrava troppo assurda per poterla accettare: temevo con tutto me stesso che non avrei mai più sentito quel tocco morbido delle sue mani sui miei capelli, temevo veramente che non l’avrei più trovata ad aspettarmi.

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Prima classificata: Ti ho visto morire,di Medusa Noir.

Grammatica e lessico: 10/10.
Merlino, quante storie grammaticalmente perfette! La tua – come se ci fosse bisogno di dirlo – non è da meno. Bravissima!

Stile e forma: 10/10.
Non ho riscontrato parole ripetute più volte, la lettura è piacevole e scorrevole come poche. Mi piace da morire il tuo stile, lo sto adorando.

Caratterizzazione: 10/10.
Harry è Harry, e Ginny è Ginny.
Lui, un po’ redicente nell’avvicinarsi a Ginny. Lei, che invece non aspetta altro ma credo che lui abbia un’altra. Ogni singolo, minuscolo comportamento è perfettamente IC. Talmente IC da far spavento, Medusa!

Originalità: 10/10.
Ennesimo punteggio pieno! Ehi, non ti starai stufando?
Seriamente, si può dire che questa storia sia banale? No, no, no. Ecco, no. Non lo è, punto.
Complimenti, di nuovo.

Gradimento personale: 10/10.
Merlino, Merlino, Merlino, ma io ti adoro! Mi piace da morire il pairing Harry/Ginny – sebbene non sia tra i miei preferiti – ma è difficile leggere belle storie su di loro ultimamente, specialmente contando che di solito lo accoppiano con Draco, con Severus, con Hermione - *trauma al pensiero “Harmony”.
La tua storia, però, è qualcosa di bellissimo; mi ha presa sin dalla prima riga.
Bravissima!

Totale: 50/50.
   
 
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