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Autore: Elisa Granger    13/09/2011    1 recensioni
Una ragazza di nome Helen, vagando per una villa abbandonata, entra in possesso di un antico diario appartenuto a dobby l'elfo domestico. Ma perchè il diario è lì? chi era veramente Dobby? Di chi è l'antica villa?
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era appena passata la mezzanotte quando un rumore assordante si diffuse in tutto il vicinato. Qualcosa di grosso era crollato,forse una casa. Poco dopo l’accaduto,era possibile udire il passo di centinaia di persone che uscivano fuori dalle proprie abitazioni per conoscere la causa di tutto quel baccano. Ben presto nell’aria si diffuse un leggero chiacchiericcio. Tutti ammiravano impotenti il triste spettacolo che si poneva davanti ai loro occhi: a terra c’era un cumulo di macerie e polvere,questo era tutto quello che rimaneva di una villa ormai in rovina. Molte erano le leggende che ruotavano intorno a quella villa, ma la più famosa era senz’altro quella che, in un tempo passato, quel posto era stato la sede principale delle forze del male. Molto tempo fa, quel luogo era uno splendore: al centro dell'edificio c’era una meravigliosa fontana circondata da un giardino rigoglioso. Era una bella casa padronale. Gli anziani del posto la chiamavano “la casa maledetta”,nessuno osava pronunciare il suo vero nome. Era facile capire perché, da oltre un secolo, nessuno aveva più osato scalvalcare quel grande cancello ormai arrugginito dal tempo.

<> Helen gli diede una leggera spinta, e l’amico si avviò con enorme riluttanza dentro i resti della villa. <> I due ragazzi si girarono e notarono che Miriam, la custode delle chiavi del cimitero, li stava seguendo. << Eilà,Miriam! Come te la passi? Senti, non scaldarti troppo: il dottore ha detto che non devi fare sforzi.>> scherzò Helen. Miriam avanzò a passo spedito verso di loro, agitando il suo bastone e imprecando a gran voce. <>, Andros non se lo fece ripetere due volte. Una volta giunti a casa di Helen, i due iniziarono a giocare a dama. Dopo un’oretta Andros si alzò, ringraziò l’amica e si congedò. Helen sospirò, era finalmente rimasta sola. Da quando era crollata quella villa aveva cominciato sentire il desiderio di entrarci, non era solo un desiderio: era una missione. Quella villa la chiamava, e lei non poteva fare a meno di rispondere al suo richiamo. Era una sensazione che non aveva mai provato, era un sentimento nuovo, tutto da scoprire. Ne aveva parlato ad Andros, ma lui non l’aveva presa sul serio. Andros non era solamente il suo migliore amico, era un amico, un padre, un fratello, era tutto quello di cui Helen aveva bisogno. La ragazza viveva con sua madre, suo padre era morto molti anni fa andando a pesca. Comunque, nonostante il tempo passato, Helen non si era dimenticata di suo padre: era l’essere umano più stravagante che aveva conosciuto, ma anche il genitore più dolce del mondo. Era grazie a lui se lei credeva ancora nelle favole, se sperava in un mondo migliore, se sognava ogni notte un grosso castello. Si, quel sogno la tormentava e la rendeva nervosa: quando nei suoi sogni compariva quel castello, udiva anche la voce di suo padre che le diceva di continuare a combattere, perché solo in questo modo avrebbe potuto ritrovare la felicità da tempo perduta. Era un sogno strano, ma lei ci si aggrappava ogni volta che poteva perché quel sogno era una certezza, la certezza dell’esistenza si suo padre.

 

  
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