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Autore: voiceOFsoul    13/09/2011    0 recensioni
“Ridammi le ali” è liberamente ispirato ad una storia vera. La storia di una ragazza qualunque alle sue prime esperienze difficili. La mia storia.
Amore è il più puro esempio di sentimento. Se siete legati a qualcuno da un forte vincolo che vi spinge a volere solo il bene della persona che vi sta di fronte, allora state amando!
Scrivendo questo libro liberamente ispirato a ciò che è realmente successo nella mia vita quando frequentavo il quarto anno dei superiori, ho capito uno dei miei più grandi sbagli.
Affiancherete Giorgia nel suo percorso, seguendola emozionarsi sempre di più.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana dall’inizio della scuola. I professori avevano già iniziato a spiegare e interrogare. C’erano molte, anzi troppe cose che erano cambiate. Oltre alla disposizione di banchi e aule, le regole scolastiche erano molto più severe dei precedenti anni: colpa del nuovo preside del commerciale, ma, in effetti, un po’ d’ordine in quello che era il maggiore dei tre istituti ci voleva proprio. Un altro importante cambiamento all’interno della classe era stato quello dei professori: quasi la metà erano nuovi, già conosciuti alcuni e completamente estranei altri, buoni acquisti alcuni e pessime scelte altri. Giorgia era dispiaciuta perché il professore d’informatica era stato trasferito. Gli era molto legata, nonostante avessero iniziato col piede sbagliato. Nonostante questo si adattò presto ai nuovi insegnati, come d'altronde alle altre novità, scolastiche e non.
Quel venerdì Giorgia aveva deciso di trovare il coraggio per chiedere a Mattia di riaccompagnarla a casa dopo scuola. Si vergognava molto, ma quel passaggio in fondo gli serviva davvero oltre a farle piacere: aveva troppi impegni quel pomeriggio! Suonata la ricreazione, insieme a Sana accompagnò Michy da Federico e poi iniziò a cercarlo. Mentre camminava in mezzo alla confusione creata dai tre istituti nel grande corridoio, si sentì trattenere per il braccio. Mattia le era passato vicino ma lei non se n’era accorta: si sentiva un’idiota! Sana scoppiò a ridere e Giorgia non ebbe il coraggio di andare oltre ad un sintetico “scusami” e un frettoloso bacio sulla guancia. Quando arrivarono in classe, durante una lezione d’Economia Aziendale noiosa più del solito, la testa di Giorgia non pensava proprio a tutte quelle registrazioni in Partita Doppia: continuava ad auto-convincersi di assomigliare sempre più ad un hobbit, grassa, goffa, fifona e fondamentalmente stupida! Parlando sottovoce con Sana riuscì a convincersi che almeno una delle caratteristiche negative attribuite agli hobbit non era poi così tanto vera in lei: di certo non aveva un corpo da fotomodella, ma senz’altro non era obesa come un hobbit! E sicuramente aveva i piedi più piccoli e meno pelosi dei loro! A Sana venne un’idea:
- Chiamalo e chiedigli di accompagnarti a casa per telefono! -
- Bell’idea! Se non fosse che…Che non ho il suo numero! -
- Cosa? - Sana alzò un po’ troppo la voce, tanto da farsi sentire dal professore.
- Non gliel’ho mai chiesto! E dopotutto neanche lui l’ha chiesto a me! - disse Giorgia dopo essersi scusata al posto dell’amica col nuovo professore d’Economia.
- Sei troppo cretina! -
- Grazie, lo so! -
L’idea era buona, ma purtroppo, almeno per quel venerdì, Giorgia si dovette accontentare di salire ancora sull’autobus più affollato che potesse esistere per poter ritornare da scuola. Non fu del tutto delusa però! Il suo autobus era guidato da un autista piuttosto carino. Si posizionò vicino a lui e iniziò discorso. Il giovane autista dallo strano accento stava cercando una ragazza che alcuni colleghi gli avevano indicato come una buona guida, dato che non era informato sul percorso da fare. Scoprirono che Simone, così si chiamava quel bel ventiquattrenne palermitano, cercava proprio Giorgia. Lei, infatti, era la “ragazza dell’ultima fermata” e per questo conosceva ormai tutta la linea a memoria, era abituata a dare informazioni riguardo alle strade e, soprattutto, era abituata a trattare con gli autisti! Aveva, infatti, già fatto amicizia con molti di loro, proprio quelli che avevano indirizzato Simone da lei.
   
 
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