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Autore: Wendy_magic_forever    14/09/2011    2 recensioni
Una storia che parla sopratutto di MJ, ma durante il corso di essa aggiungerò tutto quello che mi viene in mente, tra film, fumetti ecc ecc.
Come generi metto Azione, Fantasy e Fantascienza, ma avverto che avrà qualche sfumatura horror a partire dal capitolo 7.
Michael è morto da un anno, ma una sua grande fan ancora in lutto lo riporta in vita. Lui si risveglia in un laboratorio segreto e riunito ad altri della sua razza. Esatto, razza, visto che lui è il Dominatore del Fuoco. E chi l'ha portato in vita è il Dominatore dell'Acqua, che dopo un po' di tempo, rinchiudono anche lei insieme a lui e a quelli della Terra e dell'Aria.
Riusciranno a uscire da quella trappola infernale?!?
Genere: Azione, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Speranza

 

 

«Signore!» l'attenzione del generale venne richiamata dal capitano DeNapoleon «I fuggitivi sono diretti alla cella numero 74-6!»

Sul volto del Generale, si dipinse un sorriso poco rassicurante.

 

«Lasciateli andare.» disse, stranamente tranquillo «Ci penserà il nostro Guardiano a fermarli.»

 

 

Veronica si avvicinò a un ascensore: «Grazia è rinchiusa al piano più basso, se vogliamo fare in fretta dobbiamo prendere questo ascensore.»

Sikuri si fece avanti: «D'accordo, lasciate fare a me.» tirò fuori dalla tasca una strana carta magnetica argentata come i muri della C.E. intorno a loro, e la inserì in un pannello lì vicino.

 

Tuttavia, la macchina non ebbe reazioni, se non una voce che diceva, roboticamente: “Accesso negato, carta non valida.”

 

«Maledizione!» esclamò Sikuri «Hanno eliminato i miei dati dal database!»

«Cosa vuol dire?» chiese Michael

«Che ci vorranno almeno cinque ore per eludere il database della C.E.!» rispose il dottore, quasi disperato

«Sikuri!» si fece avanti Chiara «Lasci fare a me!» spostò da parte il dottore e tirò un forte pugno sulla macchina.

 

«Accesso consentito. Benvenuto Dottor Sikuri.»

«Visto? Con la gentilezza si ottiene tutto!» disse Chiara, massaggiandosi il pugno dolorante.

«Come no, gentile...» commentò sarcastico Pierre.

 

Le porte dell'ascensore si aprirono con un suono silenzioso, ma non c'era la cabina. Oltre le porte d'argento aperte c'era solo il vuoto, e un cavo molto spesso.

 

«Ehi! Ma non c'è la cabina!» esclamò Isabel

«Perspicace!» commentò Sikuri

«Cavolo... e ora che si fa?» chiese Veronica

«Che domande!» disse la Dominatrice dell'Aria «Si scende!» Afferrò il cavo in corsa e si lasciò scivolare giù, verso il vuoto, gridando: «GERONIMOOOOOOOO!!!»

 

Incredulo, Pierre si sporse per guardare: «Ma è una cosa incredibile! Quella non è la SpeechlessGirl che conosco io!» si rivolse a Michael «Da quando sei arrivato tu, è un'altra persona!»

«Davvero?»

«Davvero! Era pigra, goffa, svogliata e disattenta, e adesso...»

 

Sentendo un grido divertito di Chiara, Michael si incuriosì molto su quella discesa che le pareva quasi un gioco.

Sembra divertente...” pensò. Un sorriso infantile si dipinse sul suo volto.

 

«Vado a raggiungerla.» disse, afferrando saldamente il cavo.

«Michael, ma ne sei sicuro?» chiese Isabel, preoccupata

«Certo. Controllo che faccia attenzione.»

Isabel sapeva che era solo una scusa: «Occhio a non farti male.»

«Vi dirò se ci sono pericoli.» detto questo, Michael si lasciò scivolare giù a una velocità pazzesca.

 

Subito si accorse che quel nuovo gioco gli piaceva da morire; sentire l'aria che gli scompigliava i capelli, vedere tutto intorno a lui muoversi alla velocità della luce...

 

Dopo poco, però, si dovette fermare; aveva raggiunto Chiara e, con essa, il fondo del tunnel dell'ascensore.

 

«Michael! Capiti proprio a proposito!» disse Chiara, tutta contenta «Avevo bisogno di un po' di luce.»

«Ah, ora sono diventato la tua lampadina personale?» chiese, un po' offeso

Chiara rise: «Dai, non fare così. Lo sai che ti voglio bene.»

Michael si limitò a sorridere.

«By the way... ho bisogno che tu accenda qualcosa.»

«Non so come fare.»

«Te l'ho detto oggi pomeriggio. Il fuoco lo devi sentire dentro!»

 

Michael chiuse gli occhi e provò a sentire dentro il fuoco; tutto ciò che ottenne, però, fu di far apparire tra le sue mani una fiammella grande quanto una pallina da ping pong, illuminando di rosso ciò che aveva intorno.

 

Chiara si massaggiò con due dita il mento: «Direi che può andare.» e si girò per guardare in giro.

 

Michael guardò il suo misero risultato, un po' triste. Stava pensando alle dimostrazioni di potenza che Chiara gli aveva mostrato durante l'allenamento, mentre lui era già tanto se aveva creato quella pallina ridicola.

Tuttavia, quella pallina ridicola si mosse da sola.

 

«Siamo sul tetto dell'ascensore!» constatò Chiara «Chissà dov'è l'entrata di emergenza...»

Michael non la stava ascoltando, troppo concentrato a guardare la sua “misera” creazione muoversi e vibrare da sola, senza che lui impartisse ordini di alcun genere.

Ad un certo punto, il fuoco alzò quella che sembrava una testa, e Michael si accorse che nelle sue mani c'era una creaturina minuta dai capelli rosso acceso, simile a un essere umano, se non fosse per il fatto che era tanto piccola quanto bella, completamente vestita di rosso come il fuoco dal quale era nata, lo guardava curiosa e sorridente.

 

 

 

La creatura si alzò con grazia, mentre due ali trasparenti dietro la sua schiena si aprivano. Le sbatté un paio di volte, si levò leggermente in volo e poi cadde di nuovo nella sua mano. Sul bel visino della creatura si dipinse un broncio simile a quello dei bambini offesi e Michael non poté fare a meno di ridacchiare.

La piccola sgranò gli occhi alla sua reazione, poi il suo volto diventò triste e una lacrima scese da un occhio.

Michael si accorse di averla ferita, con il pollice le asciugò la lacrima e le chiese scusa.

 

Chiara trovò strano che il suo amico li vicino stesse parlando da solo e smise di cercare l'entrata di emergenza «Michael, con chi stai parla...» appena si accorse della creatura che aveva in mano, quasi non le venne un colpo.

«Santo Dio!» esclamò «Sai che cosa hai fatto?»

«È qualcosa di grave?» chiese Michael, preoccupato

«No, è solo... hai creato una fata del fuoco! Hai idea di quanta energia serve per creare dal nulla un essere magico?!?»

«... ... Fammi un esempio.»

«Non basterebbe l'intera energia di tutto il mondo per fare una cosa del genere!»

«Wow. Allora devo essere potente.»

«Molto potente!» i due risero

 

La fata fece un altro tentativo di volo, senza riuscirci di nuovo.

 

«Non riesce a volare.» disse tristemente Michael

«Non le hai ancora dato un nome. Non può volare se prima non ha un nome.»

«Che nome le dovrei dare?»

«Quello che vuoi.»

 

Michael stette a pensare un pochino, poi gli venne in mente qualcosa di carino: «Che ne dici di “Speranza”?»

«Speranza? È un nome stupendo!»

«Trovi?»

«Sì. Conoscendoti, temevo un Paris II o una cosa del genere.»

«Vedo che hai molta fiducia nella mia fantasia con i nomi. -_-»

Chiara rise: «Bhe, che aspetti? Daglielo!»

«Ok...» portò la fata vicino al suo viso e disse: «Mia cara fata del fuoco; da oggi ti chiamerai Speranza!»

 

Le ali di Speranza brillarono di luce pura, diventando da trasparenti a color arcobaleno. La fata provò di nuovo a volare, e dopo pochi battiti decisi, riuscì a tenersi in aria.

Felice, la creaturina svolazzò a destra e sinistra sopra le loro teste, lanciando strani versetti acuti, poi andò dal suo creatore, posizionandosi davanti al suo volto e gli posò un bacio sul suo naso minuto, facendolo ridere.

 

Poi Speranza cominciò a tirargli i capelli leggermente, e insieme cominciarono a giocare.

 

Guardando il divertimento di Michael nel giocare con la sua piccola Speranza, a Chiara venne da sorridere: mai in tutta la sua vita, aveva visto un cinquantenne comportarsi come un bambino.

 

Rimase a guardarlo, quasi incantata, e tra le danze della fiammella, i suoi movimenti e il suo sorriso divertito, all'immagine di lui si sovrappose a quella di lui da bambino. Aveva ascoltato parecchie interviste di persone che l'avevano conosciuto, lo descrivevano sempre come un dolce bambino che si diverte per poco; un'anima ferita e allo stesso tempo una purezza e innocenza infinita, ma vedere di persona quest'anima infantile, era una cosa totalmente diversa.

 

Sospirò, per evitare di piangere. Avevano accusato un bambino.

 

Con uno sbuffo d'aria, allontanò Speranza da Michael, cosa che non fu per niente gradita né a Speranza, né al suo creatore.

 

«Scusami, Maiky, ma ho ancora bisogno del tuo aiuto. Riesci ad aprire questo tetto?»

 

Michael ci pensò su un attimo, poi gli venne in mente un idea. Appoggiò una mano al tetto dell'ascensore, prese un grosso respiro, si concentrò, e la sua mano divenne rovente.

La temperatura crebbe e crebbe finché il ferro non si sciolse nella sua mano. Appoggiò l'altra e formò una specie di passaggio.

 

Il problema era che quando il passaggio si formò, lui ci era appoggiato sopra, quindi cadde all'interno della cabina.

Preoccupata, Chiara si sporse e gli chiese se stesse bene, mentre Speranza volava da lui.

«Sì, tutto a posto. Ho avuto cadute peggiori.»

 

Speranza lo guardò come dire “ne sei sicuro?”, lui le accarezzò leggermente la testolina.

 

«Ok, allora.» disse Chiara, sollevata «Tu cerca di fare lo stesso trattamento alla porta, io vado a recuperare gli altri.»

«Come credi di poter tornare lass...» non aveva finito di parlare che Chiara aveva piegato le gambe e aveva saltato, mentre un forte getto d'aria la trasportava in alto, sempre più in alto.

Quella ragazza poteva volare.

 

«Ok... questa è decisamente un ingiustizia. Perché lei e Speranza possono volare e io no?!?»

   
 
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