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Autore: Kyoto    14/09/2011    6 recensioni
Michelle non reagì. Ormai sapeva che la vita la stava abbandonando, ma non avrebbe mai pensato che proprio lui gliela avrebbe tolta. L'uomo che amava e con cui stava da qualche mese. Le lacrime iniziarono a colarle dagli occhi, quando Jack alzò il coltellino, mirando alla carne della giovane ragazza. Il dolore si sarebbe sentito qualche attimo più tardi, ma niente. Passarono i secondi, ma Michelle non sentiva dolore da nessuna parte. La ragazza sentì un rombo nell'aria. Riaprì gli occhi, che per non accettare la realtà aveva chiuso, ma non vide Jack. Bensì dei lucidi occhi verde smeraldo puntati nelle sue iridi ametista.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Undertaker, William T. Spears
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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GLI SHINIGAMI SONO QUASI ALL'ALTEZZA DI UN DIO 

 
Undertaker non le rispose. Si era già fiondato verso la vecchia e polverosa cucina. Michelle intanto, era rimasta in cima alle scale a far arieggiare la bocca.
-Michelle cara? La colazione è pronta!- urlò Grell dalla cucina.
La ragazza si ricompose e scese le scale, pensando al fatto che prima o poi, i suoi genitori avrebbero avvisato la polizia della sua scomparsa.
-Michelle?! Il tè si raffredda!- la chiamò Grell.
-Un po' di pazienza! Io non corro per le scale come Undertaker!- urlò in risposta Michelle.
-Finalmente...- disse Grell guardandola entrare in cucina.
-Ma a che ora fate colazione voi?!- domandò guardandoli male.
-Alle sette di mattina. A volte sette e mezza...- rispose Grell sorridendo.
-Ma se è ancora notte fonda!- urlò Michelle arrabbiata.
-Notte? Cara, è già mattina, eh?- disse Grell inarcando un sopracciglio.
-GIA' MATTINA?!- domandò, correndo alla vetrina del negozio. -Dio! Il tempo è volato!- disse allargando gli occhi.
-Se lo dici tu...- sospirò Undertaker, mentre beveva il suo tè.
-Cara, a cosa vuoi il tè? Abbiamo: pesca, gelsomino, frutti di bosco...- iniziò a elencare i loro averi, quando Michelle lo interruppe.
-PESCA!!!- urlò, senza far caso che aveva alzato la voce.
-Calmina, calmina... Non è mica l'ultima bustina!- disse in vena di scherzi il becchino.
Michelle non ci fece particolarmente caso. Stava attaccata alla vetrina a guardare la via in cui si trovavano. Visto che era notte fonda quando era arrivata lì, non aveva proprio notato che davanti all'antiquariato c'era la casa dove abitava Jack. Abbassò lo sguardo e iniziò a tremare.
-Michelle hai freddo?- chiese Undertaker, ingozzandosi di biscotti al cioccolato.
-N-No...- disse lei tra un singhiozzo e una lacrima.
-Ma... Stai piangendo?- chiese il becchino.
-No...- rispose lei asciugandosi le lacrime con la manica.
-A me pare di sì.- disse Grell dirigendosi verso la ragazza, e mettendole una mano sulla spalla.
-STAMMI LONTANO, MOSTRO!- urlò lei ricominciando a piangere, dando uno schiaffo alla mano del rosso.
-... Lo sapevo.- disse abbassando lo sguardo.
-Cosa?- chiese lei continuando a piangere.
-Voi donne siete tutte uguali.- disse lui, facendo comparire la stessa motosega che l'aveva salvata poche ore prima. -Eppure mi sembravi una tipa interessante... Avevi deciso di buttare il passato alle spalle e di diventare Shinigami... E ora? Guardati. Stai piangendo come una mocciosetta viziata. Non sei degna di venire istruita.- disse guardandola dall'alto in basso.
-M-Ma... Piangere è umano...- cercò di giustificarsi lei.
-Gli Shinigami sono quasi all'altezza di un Dio. Tu rimarrai sempre dove sei, se continui a pensare così.- disse avvicinando il suo volto al suo. Michelle inghiottì un groppo che le si era formato in gola. Aveva paura. Le sembrava di rivivere quel momento di poche ore prima.
-Jack...- sussurrò lei, facendo cedere le gambe.
-Dimenticalo Michelle. Dimentica tutto: la tua vita prima di arrivare qui, i tuoi famigliari...- disse, puntandole contro la motosega.
Michelle non rispose. Grell alzò la motosega e si preparò a colpirla, quando Undertaker gli fermò il braccio.
-Ma che fai?!- gli urlò Grell, liberandosi dalla presa del becchino.
-Non si dovrebbe mia puntare un'arma contro una donna.- disse sorridendo quello dai capelli argentei.
-Che spirito protettivo che ti ritrovi...- disse sorridendo il rosso.
-... Falla sfogare, e dopo non piangerà più.- consigliò il becchino.
-... Se lo dici tu.-
Poche ore dopo Michelle aveva smesso di piangere. La faccia era ancora rigata dalle lacrime e gli occhi erano rossi e gonfi. La ragazza tirò su col naso. Pochi minuti dopo si alzò e si diresse in camera. Prima di alzarsi si guardò in giro, per vedere se Grell le avrebbe puntato contro la motosega un'altra volta. No, non c'era. Si alzò ciondolante, si diresse verso le scale e lentamente salì gli scalini con i candidi piedi nudi. Guardò un'altra volta se c'era Grell in giro, e si diresse verso la sua camera. Aprì la porta tentando di fare meno rumore possibile e la chiuse con lo stesso metodo, quando si accorse che Undertaker era nascosto dietro alla porta.
-Ciao.- disse lui.
-Cosa ci facevi dietro alla porta?- chiese lei senza troppi giri di parole.
-Ti stavo aspettando...- rispose lui.
 
TO BE CONTINUED
   
 
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