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Autore: ojamajo    14/09/2011    5 recensioni
I ragazzi giovani, si sa, risultano sempre affascinanti e non solo alle loro coetanee, si sente sempre più spesso di donne che iniziano relazioni con uomini più giovani di loro, soprattutto nel mondo dello spettacolo. Bella, direttrice quarantatreenne di una filiale della National Bank of America, ha un'idea più che rigida su quest'argomento e disapprova che anche le sue colleghe siano state contagiate dalla mania del Toy Boy. Potrà un evento improvviso e inaspettato cambiarle così tanto la vita da far vacillare il rigido muro di diffidenza, regole e solitudine che si è costruita? Potrà un nuovo arrivo farle trovare la capacità di amare che sembra aver perduto?
Dal Capitolo 5
Sembra che il mio abbigliamento gli piaccia molto, ma poi cosa penso? Mica mi sono vestita così per lui! "Sicura?" mormora la fastidiosa vocina del mio grillo parlante "sei anche andata a fare shopping con Tanya, e tu odi fare shopping, soprattutto con lei."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Mentre scrivevo il primo capitolo della storia ero troppo agitata ed emozionata per pensare di scrivere una nota. Ora col secondo capitolo voglio porre rimedio. Una piccola notazione un po' tardiva forse. I caratteri dei personaggi di cui scrivo sono basati su amplificazioni di pregi e difetti di mie conoscenze: amiche e colleghe in particolar modo, mischiati tra loro cosicchè non si possa riconoscere una sola persona in ogni personaggio. Bella stessa con il suo carattere rigido e sempre pronto a giudicare tutti non è nient'altro che l'unione dei difetti delle persone che conosco meglio (ed anche dei loro pregi ovviamente). CI tengo a sottolineare questo perchè non voglio che sembri che disprezzi una determinata categoria di persone ( nella fattispecie le donne di mezza età).
Non mi resta invece che invitare ad assistere a un pranzo con le mie colleghe chi ritiene che determinati argomenti in un ambiente lavorativo non vengano trattati XD
Grazie a chi ha letto, commentato, recensito o aggiunto tra le seguite il primo capitolo della storia. Spero che gradirete anche  questo secondo capitolo.







POV EDWARD
Per quanto tempo ho cercato un lavoro vero? Sperado e aspettando che qualcuno sul mio curriculum leggesse qualcosa che lo invogliasse a assumermi a tempo indeterminato.
Fino ad oggi ho solo trovato lavori di qualche mese, mai più di sei, per questo scoprire di essere stato assunto per un lavoro serio per un anno intero e con buone probabilità che il contratto venisse rinnovato ,mi ha fatto passare tutto ieri sera in un pub a festeggiare con Jasper e suo cognato Emmett. 
Jasper è il mio migliore amico dal liceo, ci siamo conosciuti il primo giorno di scuola quando, entrambi gracili e magrolini, cercavamo di scappare da quello stesso Emmett, le cui dimensioni erculee non sono mai cambiate, che dopo anni ha sposato Rosalie, sorella di Jasper, ed è diventato nostro amico.
Guardo l'orologio, sono le otto scarse, mi hanno detto di essere in filiale per le otto e mezza, forse ho esagerato con l'ansia di arrivare tardi, non trovare il posto, non riuscire a parcheggiare, avere un incidente e simili: si lo ammetto sono una persona un po' ansiosa a volte, soprattutto quando si tratta del primo giorno di lavoro. Sospiro e cerco un bar, almeno posso fare colazione tranquillo e magari sto al fresco, in questa fine di luglio il caldo è veramente soffocante. Mentre cerco le monete per pagare il caffè tocco  il pacchetto che ho in tasca e sorrido. 

< Guarda Ed che voglio un regalo enorme per Seth quando nasce, in fondo è merito suo se tu hai un buon lavoro e oltretutto un intero anno di contratto con buone speranze che si trasformi in qualcosa di più duraturo.>
< Seh è merito di Seth! Lui nemmeno è nato! Diciamo la verità Emmett: Ed ha questa fortuna perchè una notte tu e mia sorella vi siete dimenticati un elemento fondamentale per il rapporto di coppia.>
< A proposito della mia mogliettina, mi ha detto di darti un regalino che devi aprire prima di entrare al lavoro domattina>


Guardo il pacchetto, il caso ha voluto che io fossi assegnato alla filiale da cui Rose di era appena assentata per maternità. Il bigliettino allegato, che ho già letto più volte dice " Un piccolo aiuto per sopravvivere>
Beh è quasi ora di entrare, finalmente posso aprire il pacchetto e capire che cosa intendesse Rosalie. Mi ritrovo tra le mani una scatolina rosa con su un post -it : " ti servirà buona fortuna!"  , lo alzo per capire di cosa si tratti e leggo una scritta : " Buscofen, contro i dolori mestruali" O MIO DIO DOV'ERO CAPITATO!


POV BELLA
Devono essere matti all'ufficio personale, o sadici, o addirittura tutti uomini non c'è altra spiegazione. Nessuno sano di mente o donna avrebbe mai mandato un ragazzo di ventotto anni in una filiale totalmente femminile. 
Ieri, dopo aver salutato Rosalie, ho fatto a tutte un discorso sul non terrorizzare, spaventare o peggio fare avance al suddetto malcapitato. Già ieri sospettavo che il mio discorso non avesse sortito effetto alcuno  ( appena mi ero girata avevo iniziato a sentire gridolini e starnazzamenti), ma potevo sempre augurarmi che fosse brutto, in quel caso si sarebbe salvato. Purtroppo stamattina ogni mia speranza è svanita: Edward Cullen è un avvenente ragazzo vent'ottenne, con gli occhi verde smeraldo ed i capelli ramati.; una bellezza meno appariscente di quella dei ragazzi di "La Push", ma molto più intrigante.
Nella speranza di non vederlo scappare a gambe levate nelle prime ore di permanenza, ho deciso di affidarlo ad Alice: lei è giovane, di poca esperienza, ma è in assoluto la scelta più sicura, sia dal punto di vista lavorativo sia dal punto di vista personale.


POV EDWARD
Dopo una settimana di lavoro ho capito cosa intendeva Rosalie con il suo regalo: le donne sono veramente isteriche ed aggiungerei anche frustrate: Jessica Stanley e Lauren  Mallory non perdono l'occasione per strusciarsi vicino a me e mettere in vista il decoltè; Angela Weber è più tranquilla, ma per più di una volta l'ho vista osservarmi il posteriore con occhi bramosi.
Per fortuna c'è Alice Brandon. Direttrice a parte, è stata l'unica a non attacarsi a me come una cozza allo scoglio; in compenso da quando una mattina l'ho trovata in lacrime su una panchina siamo diventati molto amici: Jacob Black il ragazzo che stava frequentando da qualche mese, qulla mattina si stava intrattenendo con qualcuna che ovviame non era Alice, ma ho poi scoperto essere Lauren: li aveva notati mentra andava a salutare Jacob  prima di entrare al lavoro. In quel momento ero indeciso sul da farsi: strozzare Jacob Black a mani nude sembrava un'idea allettante, ma è un ragazzo molto più muscoloso di me e le esperienze passate con Emmett mi hano insegnato a non peccare di stupidità . Smascherare Lauren non era opportuno, non ora almeno,avrei creato parecchi problemi ad Alice sul lavoro; non mi restava che consolarla. 
In questi giorni abbiamo parlato molto: ha iniziato a lavorare da pochi mesi; la necessità di trovare lavoro è nata quando non ha più sopportato vivere a casa con il padre e la sua nuova compagna, arrivata da loro pochi mesi dopo la morte della madre. In amore non è fortunata, Jacob Black è l'ultimo "cattivo partito" di una lunga serie; le amiche non  le sono di molto aiuto: sono ottime compagne per lo shopping, da cui è totalmente dipendente, e il cinema, ma non amano condividere i problemi ed aiutare il prossimo. Malgrado questo lei è sempre solare e allegra, o per lo meno maschera i suoi veri sentimenti dietro un atteggiamento più che espansivo. In qualche modo mi ricorda Jasper; per questo mi sono imposto di farli incontrare, non appena a lei saranno passati gli attacchi di pianto causati da Jacob Black.

< Edward vieni un attimo nel mio ufficio per favore?> 
Lei, Isabella Swan, ancora non l'ho inquadrata. Si fa chiamare amichevolmente Bella da tutti noi, ma sa mostrare severità e decisione quando serve; ma soprattutto mette una grande distanza tra sè e gli altri. Ho notato, in questa settimana, che le altre spettegolano su tutto e tutti: Alice e Jacob Black, Lauren e Jacob Black, Alice e Lauren, Lauren e suo marito, Jessica e Sam Uley ( il barista del "La Push"), tutti i clienti che passano in filiale, i titolari del bar in cui fanno colazione, la cameriera della tavola calda, il cuoco della tavola calda e sono sicuro che quando sono distratto o  assente parlino pure di me; ma mai le ho sentite parlar male di lei. 
Ammiro questo lato del suo carattere, ammiro la sua capacità di farsi rispettare, malgrado questo percepisco più degli altri la distanza che vuole mettere tra noi e non riesco a chiamarla Bella, come vorrebbe, ma soltanto Direttrice e questo la manda completamente fuori di testa, anche se non ne capisco il motivo.

POV BELLA 

Maledetto, odio che mi chiami così, sento i brividi lungo tutta la colonna vertebrale quando mi chiama così, mi chiedo se se ne sia accorto e se  lo faccia apposta.
< Dimmi come ti sei trovato in questa tua prima settimana?>
Può sembrare che io stia nel mio ufficio e non veda molte cose, ma è solo un'impressione: mi sono accorta, ad esempio, delle eccessive attenzioni che gli vengono dedicate, attenzioni che non sono state dedicate a Rosalie o Alice al loro arrivo.
< Molto bene direttrice le colleghe sono tutte gentili e disponibili nei miei confronti, mi aiutano lì dove non riesco.> 
Mmm modesto il ragazzo, si ha ricevuto molte attenzioni, quasi nessuna legata al lavoro in realtà, oltretutto Angela, che insieme a lui si occupa delle casse, è un vero disastro: è stata messa lì apposta perchè è il posto dove può fare meno danni, malgrado questo, ho notato Edward correggerla più volte mentre lei stava commettendo grossi errori, inaccettabili da chi ha più di vent'anni di esperienza. Eppure lui non è venuto a incensarsi da me, malgrado io stessa gliene abbia dato l'occasione, nè l'ho sentito farlo con le altre colleghe: è ammirevole da parte di un ragazzo così giovane.
< Edward un'ultima cosa: non pensare che non mi accorga di cosa succede fuori da questa porta: ti devo fare i complimenti, ti sei dimostrato veramente in gamba, più di quanto potessi aspettarmi, soprattutto con Alice.> Ho notato gli occhi di Alice sempre gonfi di pianto ultimamente, non può nasconderllo, anche se ci prova, ed ho notato quanto Edward si sia impegnato a tenerla su di morale. Non che questo fosse un problema legato al lavoro o al mio ruolo, ma non posso  che pensare che se non ci fosse  stato lui in filiale avremmo avuto qualche problema: penso che il motivo delle lacrime di Alice altro non sia che il Toy Boy che Lauren ha finalmente trovato e che se non sbaglio fino a qualche giorno fa passeggiava mano nella mano proprio con la più giovane della filiale. 


Oggi è venerdì, è una giornata triste il venerdì, torno a casa, come tutte le sere, ed al solito non trovo nessuno. Faccio quello che faccio sempre: cena veloce davanti all'ennesimo programma di televiosione spazzatura ( anche perchè ormai tutto è televisione spazzatura).  Odio il venerdì perchè è il primo di due giorni di nulla assoluto. Il sabato ci sono le faccende di casa da sbrigare, un caffè con le "amiche" ( ormai diventate poco più che conoscenti), magari una cena quando siamo fortunate e le sento parlare, lamentarsi dei propri figli e mariti; queste conversazioni mi rattristano ancor di più: loro quando tornano a casa ritrovano il caos del loro menage familiare, io ritornando a casa trovo l'ordine del mio assoluto nulla. Nessuno ad aspettarmi con un sorriso, nemmeno nessuno ad attendermi per ricordarmi che non gli ho comprato le birre, come il marito di Tanya fa ogni sabato da quattro anni, e nemmeno una suocera rompiscatole che mi rimbrotta per come gestisco la casa e trascuro il suo adorato bambino quarantenne per uscire con le amiche come succede a Irina.
Insomma per me il weekend vuol dire sprofondare nel nulla: non ricordo come sono finita in queste condizioni; so solo che dalla fine del College in poi ho iniziato ad allontanarmi da tutti per ritrovarmi avvolta dal mio deprimente e sincero nulla.


POV EDWARD
Venerdì, finalmente venerdì, necessito di sonno, alzarsi all'alba inizia a demolirmi, mi abituerò alla lunga? Ma non posso dormire, oggi è venerdì, è la mia serata con Emmett e Jasper alla scoperta di locali. Di solito a noi si uniscono anche Rose e la ragazza di turno mia e di Jazz. Questo però sarà l'ultimo venerdì per un po' di tempo, probabilmente Jazz ed io continueremo a sperimentare locali, conosciuti tramite blog, facebook, amici o pubblicità, ma Emmett ora deve pensare a Rose e Seth; Rose ormai è diventata così grossa che fa fatica a muoversi, non riesce a seguirci ed Emmett non se la sente di lasciarla  a casa sola, nel caso succeda qualcosa. 
Mi piacerebbe arrivare a provare un amore totale ed assoluto come il loro: quando si guardano il resto del mondo scompare, capisco che si appartengono in un modo così profondo che niente li potrà mai separare. Emmett, che fino a prima di conoscere Rosalie, era un quotato Don Giovanni ( ricordo al gli stuoli di ragazze sia del nostro anno che più grandi che gli correvano dietro, contente anche solo se lui rivolgeva loro la parola) ora non nota nessun'altra donna e non riuscirebbe a notarla nemmeno se avesse tre antenne sulla testa e la pelle verde.
Il locale di questa sera è stato Jasper a trovarlo; un ristorante di Italia Sushi: ma che sarà poi l'Italian Sushi? Dice che l'ha notato pattugliando la zona. Eh sì Jasper è uno sbirro, uno di quelli che non te ne fa passare nemmeno una liscia, non importa che tu sia suo amico: ovviamente quando esci con Jasper non puoi guidare se hai bevuto anche solo una birra; oggi è il mio turno di prendere la macchina, mi aspetta una serata a coca cola.
Dopo aver recuperato Jasper mi dirigo da Emmett, voglio entrare a salutare Rose e chiederle un paio di delucidazioni su una certa scatolina rosa.
< Ahah Edward, avrei voluto vedere la tua faccia quando hai visto la scatola ahah ti prego dimmi che cos'hai pensato ahahah> Rose appena mi ha visto è scoppiata a ridere.
< Ho avuto paura Rose, mi sono chiesto dove fossi finito; invece non sono così isteriche come mi avevi fatto credere!>
Da molto tempo noi due scherzavamo sulla mia idea che i dolori mestruali rendessero le donne delle vere serpi. Rose aveva deciso di sfruttare questo nostro gioco per regalarmi qualche attimo di puro terrore.
< Rose ehm, non so come dirlo, ma ehm le tue colleghe poi migliorano o ehm devo sopportare che ci provino per tutto l'anno?>
Le risate di Rose aumentano, che cosa c'è da ridere poi! Questa è una domanda seria!

Sento inspiegabilmente nascere sul mio viso un sorriso: < Rose lei è straordinaria, gentile, decisa, vede più cose di quanto gli altri credano, ma vuoi mica che io vada a raccontarle che dirige una filiale di frustrate?>
< Okay ragazzi adesso basta! Andiamo, o devo forse tornare a essere geloso Edward?> Emmett è il solito intransigente, scherza, ma ci tiene a sottolineare che Rose ed io ci siamo lasciati da molti anni; non eravamo fatti per stare insieme, ma è rimasta una bellissima amicizia ed in più Rose ha sviluppato un intruito straordinario riguardo alle cose che mi riguardano. Mi accorgo che questo è uno di quei momenti in cui ha notato qualcosa che io ancora non so perchè mi lancia quello che con Jasper chiamiamo "Lo Sguardo" , un'occhiata profonda piena di sottintesi; ma questa volta sono sicura che gli sbalzi ormonali dovuti alla gravidanza le abbiamo fatto prendere un abbaglio.

Mamma mia, meno male che mi auguravo di dormire molto questo week end: ieri siamo tornati tardissimo; inutile dire che il ristorante in questione si è rivelato un vero flop: cucina italiana sopra il riso del sushi, un pessimo abbinamento. Jasper è rimasto dispiaciuto, ma è il bello del rischio: pure Emmett ed io abbiamo fatto clamorosi sbagli nella scelta del locale, questo è il motivo per cui giochiamo, per non annoiarci sapendo sempre in anticipo che cosa ci aspetta.
Così per migliorare l'umore di Jazz e dimenticare il cibo dell'Italian Sushi, ci siamo ritrovati tutti a casa mia a bere una birra, beh ammettiamolo, molte più di una, come dimostra il cerchio che ho alla testa.
E' una fortuna vivere da solo, nessuno può riprendermi per cosa faccio. Ho questo vantaggio perchè i miei genitori si sono trasferiti ad Atlantic City, a mio padre, già primario di un ospedale qui a Philadelphia, è stato offerto un ruolo importante in una ricerca contro il cancro, ricerca che si svolge presso un centro ricerche proprio ad Atlantic City; mio padre ha sempre sognato di poter fare questo tipo di ricerche, ma al momento di accettare ha avuto dei dubbi: non voleva lasciare soli mia madre, Esme, e me. Quando mia madre ha deciso di trasferirsi con lui, ho detto loro che avrei preferito rimanere a casa nostra, convincendoli, non con poco sforzo, che a ventotto anni sono più che in grado di cavarmela da solo. Hanno accettato a una condizione: Marian, la loro colf avrebbe continuato a venire a casa. Non che mi dispiacesse quest'opzione, come Esme aveva previsto Marian è la mia salvezza, sono disordinato e la sera non sono mai solo, come è vero che Rose e Emmett hanno preso l'abitudine di invitarmi a cena una volta a settima negli ultimi mesi, per non lasciarmi solo, è anche vero che spesso loro due e Jasper vengono qui: non sarebbe bello far trovare loro la casa sottosopra.
   
 
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