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Autore: ojamajo    09/09/2011    5 recensioni
I ragazzi giovani, si sa, risultano sempre affascinanti e non solo alle loro coetanee, si sente sempre più spesso di donne che iniziano relazioni con uomini più giovani di loro, soprattutto nel mondo dello spettacolo. Bella, direttrice quarantatreenne di una filiale della National Bank of America, ha un'idea più che rigida su quest'argomento e disapprova che anche le sue colleghe siano state contagiate dalla mania del Toy Boy. Potrà un evento improvviso e inaspettato cambiarle così tanto la vita da far vacillare il rigido muro di diffidenza, regole e solitudine che si è costruita? Potrà un nuovo arrivo farle trovare la capacità di amare che sembra aver perduto?
Dal Capitolo 5
Sembra che il mio abbigliamento gli piaccia molto, ma poi cosa penso? Mica mi sono vestita così per lui! "Sicura?" mormora la fastidiosa vocina del mio grillo parlante "sei anche andata a fare shopping con Tanya, e tu odi fare shopping, soprattutto con lei."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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< Oggi è venuto di nuovo! Avete visto che figo? Mamma mia è proprio il mio preferito, uno splendido bocconcino!>
Ecco, eravamo di nuovo sull'argomento che ormai occupava le nostre pause pranzo, iniziavo veramente a scocciarmi. Tutto era cominciato un paio di mesi prima, quando aveva aperto l'unico locale di spogliarello maschile nell'arco di sessanta chilometri; il "La Push". Dove avrebbe mai potuto aprire un locale del genere? Proprio davanti all'unica filiale della National Bank of America totalmente femminile. La proprietaria, una zitella acida come uno yogurt andato a male, Leah Clearwater, aveva deciso di appoggiarsi proprio a noi per la contabilità, per fortuna, avendo lei altri tre locali a Philadelphia, erano i suoi ragazzi a operare con noi. Questi ultimi sono tutti belli, abbronzati, muscolosi, sexy e soprattutto poco più che ventenni: insomma l'ideale per far tornare in vita gli ormoni di un gruppo di impiegate, quasi tutte di mezza età, vicine alla menopausa e totalmente insoddisfatte dai propri grassi, flaccidi e calvi mariti.
< oh sì, sono d'accordo con te Jessica, Jacob Black è proprio il più figo di tutti!> Beh Alice dall'alto dei suoi ventritrè anni, aveva tutto il diritto di sbavare sulla macedonia pensando alla spogliarellista, ma Jessica, Angela e Lauren proprio no; soprattutto Lauren che aveva appena festeggiato il diciottesimo compleanno del più piccolo dei suoi figli.
Con soddisfazione, noto che non sono l'unica ad essere infastidita e annoiata dal comportamento delle mie colleghe; Rosalie infatti ha lo sguardo di chi è talmente estraniato dalla conversazione. 

Rosalie è la mia protetta. Quando, quattro anni fa, esattamente il giorno del mio trentanovesimo compleanno, arrivai in quella filiale nella città di Camden, per ricoprire il mio primo incarico come direttrice, mi ritrovai in un ambiente ostile, in cui nessuno gradiva essere diretto da una persona più giovane. Ai tempi la filiale era composta da Jessica Stanley, Angela Weber, Lauren Mallory e Victoria James ( quest'ultima è andata in pensione pochi mesi fa, venendo sostituita da Alice), tutte avevano alle spalle più di vent'anni di anzianità, la maggior parte trascorsi in quello stesso posto, con ormai abitudini più che consolidate. 
Sul momento ammetto mi feci un po' prendere dallo sconforto, ed i primi due mesi furono veramente duri. Poi arrivò Rosalie, impacciata e timida come solo un neoassunto può essere, ma con tanta voglia di imparare; si abituò ai nuovi programmi con entusiasmo e io diventai il suo mentore, questo servì a risvegliare anche le altre: vedevano minacciate le loro posizioni da una novellina ed hanno deciso di porsi meglio nei confronti del lavoro.
Insomma è merito di Rosalie se ora siamo a pranzo tutte insieme senza cercare di avvelenarci a vicenda.

Credo di sapere perchè Rose è così distratta: a lei l'argomento ragazzi di La Push non interessa, lei ha Emmet il suo neomarito Emmet , pompiere in una cittadina vicina, lo ama con la spensieratezza dei suoi ventisei anni e non desidera altro che lui.
< E tu cosa ne pensi Bella?> Sentire il mio nome mi distoglie dai miei pensieri, ma a quanto pare la piccola Alice ha capito che non sto ascoltando per cui continua < Parliamo della possibilità di frequentare  un ragazzo più giovane per divertirsi un po'>
Mamma mia che noia! Non ci siamo mosse di un passo  dalla solita noiosa discussione.
< Ragazze già  ve l'ho detto > ripeto per la milionesima volta < dovreste proprio pensarci con un po' di sale in zucca, potrebbero essere i vostri figli!>
< Cioè scusa Bella > mi interrompe Jessica < tu non "faresti un giro" con nessuno di quei ragazzi?>
< No, e nemmeno ci ho mai fatto un pensierino Jessica, e non dovreste nemmeno voi lo sai! E adesso andiamo è tardi!>.

< Bella, posso parlarti per favore?>  Questa richiesta di Rosalie mi stupisce, è stata distratta tutto il pranzo ed ha aspettato che rientrassimo per parlarmi; che abbia qualche problema con le colleghe di cui non mi sono accorta? Credevo che ormai i problemi fossero risolti, Alice infatti non ha avuto problemi a integrarsi. Ma forse stare in un ufficio chiuso anzichè nell'open space con loro mi ha fatto sfuggire qualcosa.
< Bella io non voglio ancora renderlo pubblico, ma credo sia giusto che tu lo sappia perchè dovrai organizzarti anche per le vacanze estive e dovrai organizzarti: sono incinta, alla sesta settimana.>

Tornando a casa pensato molto. Rose incinta: mi sono emozionata quando l'ho saputo, come se a dirmelo fosse mia figlia. Oltretutto la invidio: come non invidiarla? ha una vita da sogno. A ventisei anni ha uno splendido futuro davanti con un uomo che la adora e un figlio in arrivo, e chissà dopo questo magari ne arriverà un altro.
Fino ad oggi ho pensato solo alla carriera, trascurando il rapporto, freddo e arido già fin dalla nascita, con il mio compagno. Vivevamo separati io a Philadelphia (che si trova a sessanta chilometri da Camden) e lui a New York, dove si è trasferito cinque anni or sono , dopo aver ricevuto una proposta molto importante per la sua carriera, io non avevo potuto, o forse voluto, seguirlo. Inizialmente andavo spesso a trovarlo, anche se un po' controvoglia, percorrendo la strada fino a New York in macchina il venerdì sera e la via del ritorno la domenica, ma quando arrivavo  lui era sempre impegnato con il lavoro. Ricordo bene quel periodo, perchè fu quello in cui mi arrivò la proposta : diventare direttrice di una piccola filiale di provincia, un nuovo passo avanti per la carriera a cui io tanto tenevo e ancora tengo, per dimostrare agli altri che sono una persona in gamba. Accettai: non avevo nessuno a casa ad aspettarmi, mi sarei distratta con il lavoro.
Da quel momento iniziai a non andare più a New York spesso, Trevor non mi mancava affatto. L'ultima cosa che gli ho chiesto è stato di accompagnarmi al matrimonio di Rosalie: non volevo mostrare a lei e alle altre colleghe la mia solitudine e non potevo non andarci: per qualche motivo la mia protetta, seppur circondata da amiche, aveva scelto me come sua testimone di nozze. Ovviamente lui rifiutò . Mi accorsi allora che non potevano essere più una coppia, non solo non ci vedevamo mai, ma nemmeno volevamo l'uno partecipe negli eventi più significativi della vita dell'altro. Senza rimorsi, ci lasciammo.

Così ora sono sola, con un tardivo orologio biologico che inizia a ticchettare insistentemente e che non credo verrà mai soddisfatto.
 
   
 
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