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Autore: fri rapace    15/09/2011    15 recensioni
L’Ordine della Fenice ha deciso di trasferire Harry dalla casa degli zii con lo stratagemma dei ‘Sette Harry’.
Missing Moment del settimo libro dal punto di vista di Remus Lupin.
Seconda classificata al: [The Seven Year] La fine di un' Era, di Lalani.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Incapace di proteggerla Remus avanzò verso di lei, concentrando nella voce roca tutta l’autorità di cui disponeva e sforzandosi allo stesso tempo di non cedere il passo alla rabbia.
Il lupo dentro di lui ultimamente aveva molto da dire e non taceva mai. Per quanto si sforzasse di ingoiarlo e tenerlo giù, a ogni minima minaccia balzava verso il tunnel della sua gola con la voglia di scappar fuori, e sempre più spesso, vinceva.
“Non ti permetterò di partecipare al trasferimento di Harry. Tu non verrai,” ringhiò rivolto a quanto di più caro avesse al mondo.
Tonks sbuffò, per nulla impressionata.
“Non mi sembra di averti chiesto il permesso prima di dare la mia disponibilità a Malocchio,” lo provocò senza alcuna paura. “Sarà forse perché ho ritenuto di non averne bisogno?”
Remus le diede le spalle, costretto a respirare a fondo mille volte. Respirare e inghiottire.
“Bene,” grugnì infine, tornando a voltarsi verso di lei. “La mia opinione non conta nulla, quindi.”
Lei alzò gli occhi al cielo.
“No, prepotente di un impiastro,” disse. “Semplicemente, conta tanto quanto la mia!”
‘Impiastro,’ si ripeté mentalmente Remus: ecco come ridurre a una formichina insignificante la sua autorità… o prepotenza, come la definiva lei.
Malgrado fosse così piccola e buffa, la sua parlata e la goffaggine, non aveva mai considerato Tonks una ragazzina e il suo intuito non aveva, come al solito, sbagliato.
“Tu hai già deciso, prima di ascoltare le mie ragioni,” recriminò a denti stretti.
“Tu non dai ragioni, ma ordini!” ribatté lei, arrivandogli fin sotto al naso con un inciampo che Remus interpretò come un balzo ferino mancato. “Io non prendo ordini da nessuno! Non ti permettere di atteggiarti a padre o a professore,” le scappò un sorriso impertinente mentre allargava le braccia. “Perché, e non hai che da chiedere ai diretti interessati, con me non attacca!”
Remus all’improvviso provò fortissimo il bisogno di infilarsi tra le sue braccia aperte e di chiudere spasmodicamente le proprie attorno al suo corpo, trattenendola fino a far male a entrambi.
“Se ti dovesse succedere qualcosa, io…” mormorò invece chinando il capo, il viso che sprofondava nei suoi ispidi capelli rosa.
Lei non si mosse.
“Anche io se succedesse qualcosa a te. Quindi? Come la mettiamo? Molliamo entrambi l’Ordine e Harry al loro destino? Lasciamo che i nostri amici combattano anche per noi?” Anche se la voce le tremava il tono di rimprovero non si perse e gli sbatté in faccia quanto l’avesse delusa.
“Alla fine mi ero convinto che sarebbe stato più facile, stando assieme, ma non è così,” confessò, sentendosi uno sciocco per essersi fatto abbindolare dalle parole di Silente. Come se fare l’amore tutti i giorni, vivere per qualche bellissima manciata di minuti dentro di lei, avesse avuto il potere di cambiare il mondo, di far finire la guerra.
‘Un po’ più d’amore nel mondo,’ a cosa era servito? Erano ancora entrambi innocenti condannati a combattere e ora che Tonks era sua la paura di perderla lo paralizzava, tanto da fargli desiderare di accantonare il suo, il loro, dovere.
L’Ordine della Fenice. Harry.
Dopo la morte di Sirius, aveva sentito ricadere sulle proprie spalle il compito di proteggere il ragazzo. E ora proprio lui, che centinaia di volte aveva ripreso duramente l’amico per come gestiva in maniera irresponsabile il ruolo di padrino, dimenticava Harry, mettendo al primo posto la propria felicità e la sicurezza della donna che amava.
“Io non ti lascio, Remus.”
Tonks restò in attesa, ma lui non disse nulla: temeva che sarebbe stata una bugia.

***

Erano lì ad aspettarli, un anello di scope nascosto dalle tenebre del cielo sopra Privet Drive.
Una trentina di Mangiamorte, trenta bacchette puntate su di loro: la pioggia di lampi verdi esplose istantanea, quasi bella, sicuramente letale.
Un pensiero urlò come il respiro di un Dissennatore nella testa di Remus, lasciando solo la disperazione di un evento già vissuto: 
Siamo stati traditi!
Si ribellò con veemenza al dolore, volando a velocità folle verso il muro creato dai nemici. Avvertiva la presenza di Tonks in maniera fisica, come fosse sulla scopa assieme a lui al posto di George, ma lei era lontana e non poteva andare a cercarla, non poteva proteggerla.
I quattro Mangiamorte che erano stati costretti ad aprire loro un varco per non essere travolti presero a inseguirli e George s’irrigidì nel vedere la stessa luce verde che li minacciava scagliata dalla bacchetta del suo ex insegnante.
“Se non ti senti di ammazzare, Schianta!” gli ordinò brusco, consapevole di non poter contrastare da solo l’attacco e allo stesso tempo guidare la scopa.
In guerra non era permesso abbandonarsi a dissertazioni moralistiche, ogni nemico lasciato in vita era un potenziale assassino in più pronto a uccidere i tuoi compagni. Harry. Tua moglie.
George non protestò, era un ragazzo sveglio e aveva molto da difendere: tutta la sua famiglia era nell’Ordine.
“Non è quello, Remus,” gli urlò all’orecchio per sovrastare il boato del vento, o forse per camuffare il forte tremore della voce. “È che nell’invito dovevano specificare che sarebbe stato un ballo in maschera… capisci, non vorrei finire a fare da tappezzeria.”
Remus, l’adrenalina che lo drogava trasformando preoccupazione e paura in una lucidità estrema, sorrise.
Sapeva quanto coraggio c’era nel prendersi gioco del nemico di George; non era superficialità, ma il metodo migliore per sconfiggere la paura: riderle in faccia.
Virò bruscamente, schivando due saette verdi che gli sfiorarono la testa.
“Per loro non sembra essere un problema,” rispose. “Sono disposti a uccidere pur di ballare con noi!”
George proruppe in una risata un po’ isterica, ribattendo mentre Schiantava uno dei loro inseguitori, che cadde dalla scopa volando verso il basso in strette spirali.
“Questo è niente, avessi avuto la mia vera faccia…”
E poi tacque.
Remus si voltò di scatto, perdendo per un attimo il controllo della scopa e il ragazzo gli crollò addosso, il viso inondato di sangue.
Sectumsempra,pensò, e prima ancora di vederlo: Piton!
Il traditore, il cappuccio schiaffeggiato via dal vento, aveva ancora la bacchetta protesa verso di loro e ricordò le mille volte che gli aveva visto usare quell’incantesimo - la sua specialità - quando erano ragazzi e frequentavano Hogwarts.
Fu fortissimo il desiderio di ripagarlo con la stessa carta, di ucciderlo come lui aveva fatto con Silente fregandosene della rotta ormai persa, la scopa che volava seguendo gli invisibili binari delle correnti d’aria.
Ma George stava perdendo molto, troppo sangue. Tutto quello che riuscì a fare fu di afferrarlo sotto le braccia prima che cadesse nel vuoto.
La scopa si inclinò verso il basso e Remus, sdraiato su di essa, cercò disperatamente di riprenderne il controllo, affannandosi allo stesso tempo per invertire le posizioni, issando il ragazzo svenuto davanti a lui.
Uno spreco di energie vano: sapeva che sarebbero stati uccisi entrambi, perché gli era impossibile difendersi senza lasciare andare George.
Pronto al peggio ma senza cedere, si rese conto che non stava succedendo nulla. Uno spostamento d’aria improvviso lo spinse a voltarsi: i Mangiamorte se ne stavano andando attirati da… In fondo lo sapeva, sapeva che se si erano defilati così repentinamente il motivo poteva essere uno solo: l’aver individuato quale dei sette Harry era quello vero. Ma con la vita di George tra le mani l’istinto prevalse, impedendogli di pensare ad altro che non fosse il riportare il ragazzo vivo ai suoi genitori.
Era allo stremo quando finalmente individuò l’abitazione di Moody. Scese con una picchiata a rotta di collo verso l’invisibile bolla protettiva, cosciente di non poter resistere un minuto di più in sella alla scopa, reggendo George con il braccio libero ormai intorpidito.
L’atterraggio fu disastroso: entrambi rotolarono per parecchi metri prima di fermarsi contro i bidoni dell’immondizia, che presero a strillare come sirene buttando bucce e cartacce ovunque.
Lui e Tonks avevano messo a disposizione anche la propria abitazione per la missione, ma non aveva permesso che gli venisse assegnata come sede d’arrivo: ci avrebbe rimesso piede solo assieme a lei, o mai più.
A tentoni riuscì a sollevare il corpo di George e trascinare entrambi fino a un annaffiatoio di latta ammaccato. La Passaporta si illuminò pochi minuti dopo che l’ebbe toccata.

***

‘Non ce la faccio,’ pensò Remus.
L’adrenalina l’aveva sostenuto fino all’arrivo alla Tana e alla scoperta che Harry era salvo, malgrado la gentilezza fuoriluogo nei confronti di Stan Picchetto che l’aveva tradito. Poi la caduta libera di una forte vertigine e la paura sopita per la sorte di Tonks che esplodeva nuovamente con tutta la sua pena, colpendolo forte alla bocca dello stomaco.
Scrutando il cielo, piantato rigidamente tra Hermione e Hagrid, aspettava il ritorno dei membri dell’Ordine che ancora mancavano all’appello. Il ritorno di lei.
I sensi tesi all’estremo gli permettevano di captare ogni movimento, ogni odore… ogni scatto della testa in quella o nell’altra direzione una speranza delusa.
Fuori era rigido come un palo, ma dentro di sé tremava in maniera incontrollata, il cuore impazzito che non pompava più il sangue ma lo schizzava dentro le sue vene in pesanti fiotti, che esaurita la spinta iniziale sembravano non giungere mai a destinazione.
Così la sua testa si faceva sempre più vuota, soffocata dalla mancanza d’ossigeno, e pesava di quel vuoto che temeva di sentire presto anche nel cuore.
Galassie di punti neri gli offuscarono la vista, solo, malgrado la presenza di… non sapeva. Stava ormai per svenire, o morire, quando Hermione strillò:
“Eccoli!”
Non vide nulla, fu quello che sentì a trarlo in salvo: il cuore di Tonks che scalciava contro il suo, il peso del suo corpo appeso al collo che lo stringeva con quella forza che a lui mancava, perché lei era viva.
Ancora non sapeva neppure se stava al mondo quando la rabbia occupò nuovamente la sua gola, infilandocisi come un animale nella tana e per non soffocare, la lascio uscire:
“Allora, cosa vi ha trattenuto? Cos’è successo?” sbottò bruscamente.
Tonks spiegò che Bellatrix la voleva morta e lui, lui non poté far altro che stringere la mascella, mordendo il nulla - se stesso! - che era nulla, inutile, incapace di proteggerla.






Ho scritto questa ff a luglio... sigh... prima delle vacanze :'-(
va beh, nostalgia a parte, mi rendo conto che non è granché, ricordo che non avevo avuto molto tempo per scriverla e si vede.
Copio sotto il giudizio di Lalani, che ho trovato molto preciso e completo :-)



Seconda Classificata: Incapace di proteggerla di Fri

- da 0 a 10 per la correttezza grammaticale, lessicale e stilistica: 8,5/10
La storia è precisa e corretta sia dal punto di vista grammaticale che sintattico, se non per due virgole incerte, ma che, essendo inezie, non ho nemmeno contato. Hai usato uno stile semplice, ma allo stesso tempo audace e scorrevole: oltre alla fluidità e alla semplicità della tua narrazione, hai usufruito di parole molto suggestive concatenate l’una all’altra, donando ulteriore spessore alla storia( in particolar modo ho apprezzato il modo con cui hai descritto la tenerezza tra la coppia, il lupo e l’istinto quasi animalesco, l’impotenza davanti al pericolo di Remus e la sensazione dell’inviolabilità delle mura domestiche). Hai bilanciato molto bene sia le scene narrative dell’inseguimento sia quelle introspettive e descrittive tra Remus e Tonks e tra Remus e la sua stessa coscienza: in questo modo la tua storia è risultata estremamente equilibrata e ben bilanciata. Hai usato un lessico molto semplice e scorrevole…anche se non è particolarmente elevato, si mescola bene con l’atmosfera della tua storia. Hai mantenuto intatto l’IC della vicenda, senza introdurre sviluppi personali, e questo fattore, nonostante sia perfetto dal punto di vista della fedeltà, rende la tua storia un po’ statica.
- da 0 a 10 per lo sviluppo dell'evento scelto: 9/10
Ho apprezzato molto la tua interpretazione personale su questo epico evento: l’hai analizzato sia nelle sue caratteristiche narrative, veloci e avvincenti, sia attraverso gli occhi di un marito angosciato. Questa contrapposizione, tra il cruento realismo ed emozioni contrastanti, ha reso la tua storia assolutamente credibile e realistica, autentica.
- da 0 a 10 per la caratterizzazione dei personaggi: 8,5/10
Ho apprezzato molto la caratterizzazione di Remus: ho riscontrato delle innovazione estremamente originali nel suo carattere solitamente così pacato e sereno, persino davanti al pericolo e alla paura. Si può riscontrare tutta la ferocia del lupo che emerge, brevemente, durante il litigio con Harry a Grimmauld Place: anche qui Remus cede all’angoscia, la stessa angoscia che (forse)non gli ha consentito di stare con Tonks durante il periodo della gravidanza. L’hai reso molto più realistico ed umano, specialmente perché di solito ci viene presentato con un indole dolce e tranquilla, difficilmente irritabile. Ho anche apprezzato il suo attaccamento a Tonks, all’impegno che si sono scambiati: di proteggersi a vicenda, come non è riuscito a fare con i Malandrini. E il non poter rispettare questo patto, non poter essere un marito in cui riporre fiducia, il non riuscire ad aiutare nemmeno George, il non essere all’altezza lo distrugge, lo angoscia. È un peccato che tu ti sia concentrata solo su Remus e che tu non ci abbia dato uno scorcio sui pensieri di Tonks: anche se emerge la sua forza e, allo stesso tempo, la sua paura e la sua debolezza, mi è parsa molto in secondo piano rispetto al marito.
- da 0 a 10 per l'originalità: 7/10
In questa sezione, non ho potuto darti un punteggio simile a quello delle altre: infatti, nonostante abbai apprezzata la tua fedeltà alla vicende del settimo libro, questo ti ha penalizzato in originalità, dato che hai riportato vicende già conosciute e hai trattato una coppia tra le più conosciute. Ho comunque apprezzato la tua originale introspezione di Remus, che ha messo alla luce sentimenti radi da vedere nella sua personalità.
Totale: 33
   
 
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