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Autore: Orihimechan    15/09/2011    5 recensioni
In ogni persona c'è un determinato momento della sua esistenza in cui si sa, o per lo meno ci si illude, di sapere come dovrà esattamente andare la propria vita; un momento in cui sai cosa dovrai fare del tuo futuro; un momento in cui sai con chi dovrai stare e chi vorresti diventare.
Pensi che tutto sia già scritto, ma è proprio questa la debolezza a cui nessun essere umano deve mai lasciarsi andare, perché a volte capita che il destino prenda una piega diversa da quella che tu avresti immaginato. Riusciranno Sana e Akito ad affrontare il loro destino?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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                                                                                                                       L’evidenza degli eventi che rinneghi,   
                                                                                                                       favorisce il trascorrere del tempo  
                                                                                                                e il logorio che lo pervade.                          

                         
                                                                                                    
 
Probabilmente non esiste nessuno così incosciente da permettere che Sana Kurata e Akito Hayama vivano non solo sotto lo stesso cielo, ma addirittura nella stessa città; e ovviamente, il fatto che Kurata debba soggiornare nella suddetta città solo per poche settimane è solo un piccolo, piccolissimo dettaglio se si considerano i gravissimi effetti collaterali che potrebbero scaturire da un loro possibile incontro.


Effetto collaterale n°1.

"Ma signor Hayama, un gorilla ha per caso scaraventato via la maniglia della sua porta?”
"Credo di si, anche se non lo definirei esattamente gorilla.."


Effetto collaterale n°2.

"Sana da quant'è che hai iniziato a fumare?” - chiese un Rei furente.
“Da ora perché?” - risposi espirando il fumo della mia sesta sigaretta.
“Ovviamente riguarda Akito..”

La  nube di fumo proveniente dalla stanza dell’ormai ex-non fumatrice Sana Kurata era una risposta abbastanza esaustiva.



Effetto collaterale n°3

“Akito che diamine, si può sapere cosa può spingerti a telefonarmi alle quattro del mattino?”
“Kurata!”

In quel momento Tsuyoshi capì che solo un bravo psichiatra avrebbe potuto salvarlo.



Effetto collaterale n°4.

“Nao tu lo sapevi?”
“Sana ascolta, l’ho fatto per te!”
“Rispondi, lo sapevi?”
“Si..”
“Non ti azzardare a telefonarmi mai più.”
“Sei solo una codarda..” - mi disse prima di riattaccare.

E quella cornetta muta implicava non solo la fine di una conversazione, ma anche di una delle più grandi amicizie mai esistite.



Effetto collaterale n°5

“Ian non combinare casini!”
“Non si preoccupi signor Takajii, si può fidare di me!”
“Ho come la sensazione che tra quei due ci sia qualcosa, perché devi intrometterti?”
“Credo che potrei piacerle..”
“Più di quanto le possa piacere Akito?”
“Chi le dice che sia così?”
“Oh andiamo Ian, si vede lontano un miglio!”
“Anche se fosse, vedrà che riuscirò a conquistarla!”
“Qualcosa mi dice che Akito non si lascerà battere facilmente..”
“Questa volta vincerò io..”

E una volta che la prima pedina ha fatto la sua mossa tutto il resto è una reazione a catena.
 
                                                                       -
 
Dopo quel giorno, Akito si volatilizzò.
Una volta aver superato il trauma di averlo rivisto avevo passato tutta la notte a convincermi che forse Nao non aveva poi tutti i torti; ero davvero una codarda, una vigliacca che scappava sempre di fronte alle difficoltà. E l’unica cosa che potevo fare era affrontare la situazione prendendomi quel che sarebbe arrivato; certo, non immaginavo che non ci sarebbe stato proprio un bel niente da afferrare visto e considerato che Akito mi aveva bellamente piantata in asso, decidendo di svignarsela e lasciandomi il suo libro come tutor.
Comunque sia, non lo biasimavo affatto. Io stessa avevo stilato un attento e dettagliato piano per tagliare la corda, ma sorprendentemente però non lo misi in pratica.
Il  primo e secondo giorno di lavoro furono difficili nonostante avessi Ian che mi seguiva passo per passo, una troupe di professionisti disponibilissimi e il signor Takajii che quotidianamente assisteva alle prove assicurandosi che tutto procedesse per il meglio.
Il terzo giorno fu più facile da sopportare, se non consideriamo il fatto che percepivo la mancanza di Akito più di quanto mi fosse lecito; ovviamente cercai di ignorare questo piccolo ed insignificante pensiero con ogni singola fibra del mio corpo.                                    
Akito a parte, lavorare con quelle persone mi faceva piacere, iniziavo a pensare che questo lavoro non era stato del tutto una cattiva idea, decisi pertanto che avrei dovuto chiamare Nao per scusarmi non appena fossi tornata in hotel, non c’eravamo più sentiti dopo la nostra ultima conversazione, e questo mi turbava.

“La mia star è pensierosa quest’oggi?” - sussultai sentendo una voce che riconobbi quasi subito.
Ian se ne stava fermo davanti a me, braccia conserte e fronte corrucciata.
“Ti preoccupi troppo per me Occhi blu…”
Scosse la testa sorridendo quando sentì il soprannome che gli avevo affibbiato.
“Ed è un male?”
“Potrebbe..” - risposi avvicinandomi a lui.
“Abbiamo già finito per oggi. Avrei quasi voglia di fare un po’ di straordinario.”
“Non credo che gli altri sarebbero d’accordo sai, non tutti hanno una così grande passione per il proprio lavoro!”
“Io faccio ciò che mi piace fin da quando ero piccola, ma sono cosciente che non tutti si possono concedere il lusso di fare ciò che amano..”
“La maggior parte di noi si accontenta.”
“Tu sei il tipo che si accontenta?”
“Cerco di prendere il meglio, ma se devo essere sincero se avessi potuto scegliere non sarebbe stato questo il lavoro che avrei voluto fare.”
“Qualcun altro ha deciso per te?”
“Già, ma è una storia troppo lunga e sicuramente ti annoierai! Piuttosto, hai già deciso che fare questa sera?”
“Sinceramente contavo di rinchiudermi nella ma stanza d’hotel a mangiare popcorn e a guardare un film deprimente dell’orrore.”
“E se invece uscissi a cena fuori insieme a me?”
Esitai un attimo.
Considerando tutto quello che c’era in ballo quì a Tokyo l’unica cosa sensata che avrei dovuto fare sarebbe stata quella di declinare gentilmente l’invito e barricarmi nella mia camera fino al giorno successivo; ma ovviamente ero Sana Kurata e non sceglievo mai la strada più ovvia.
“Dipende..” - risposi fingendomi pensierosa.
“Da..?”
“Accetto solo se prometti che m racconterai tutta quella lunga storia!”
Quando Ian capì dove volessi andare a parere chinò il capo, accennò un breve sorriso e mi si avvicinò ancora di più. Toccò il mio gomito con il suo braccio e solo all’ora si decide a parlare.
“Affare fatto!”

Ad  essere sincera non so perché decisi di accettare, probabilmente perché fin dal mio arrivo a Tokyo non avevo avuto neanche un momento da dedicare a me stessa, o forse perché uscire con Ian mi faceva piacere, in fondo era sempre così gentile con me; oppure, deduzione più logica ma che non avrei mai ammesso nemmeno a me stessa, speravo di riuscire a non pensare ad Akito almeno per una misera serata.

                                                                          
                                                                                                                    -


Quella sera optai per un semplicissimo vestito monospalla color lavanda, un paio di orecchini dello stesso colore, un lieve accenno di ombretto e un tocco di fard per ravvivare il volto.                                                     
 Lasciai i capelli sciolti e sebbene non avessi ancora molta dimestichezza con le scarpe con tacchi vertiginosi azzardai indossando quella più alta che avevo, era bianca, dello stesso colore della borsa che avrei dovuto utilizzare.
Quando Ian si presentò alla mia porta avevo già ultimato gli ultimi preparativi; la mia concezione di puntualità aveva subìto un netto miglioramento nel corso degli anni.

“Ovviamente sei bellissima” - disse Ian quando mi fù davanti.
Dopo avermi dato un leggero bacio sulla fronte con estrema galanteria mi porse il gomito.
“Ovviamente sei un bugiardo!” - sorrisi prendendolo sottobraccio dopo un leggero istante di esitazione.
“Alla reception ti hanno creato problemi?”
“Non molto, quando voglio so essere molto convincente”
“Interessante” - lo stuzzicai.
Ian mi condusse fuori l’hotel e una volta aperta la portiera della sua auto mi fece accomodare.
Annotai subito un aggettivo nell’elenco delle sue qualità: galante, estremamente ed indiscutibilmente galante.
Il viaggio in auto fu tranquillo, e nonostante si trattasse di un appuntamento, perché si, sebbene lui non lo avesse espressamente ammesso si trattava proprio di quello, non mi sentivo affatto agitata.
Niente nervosismo, impazienza, nessun attacco logorroico, niente sudorazione accelerata, assolutamente nulla; eppure ricordavo bene come mi ero sentita il giorno del mio primo appuntamento, ma nessuna delle sensazioni che provavo all’ora albergavano nel mio stato d’animo in quel momento.
Ero cambiata al punto tale da non sentire più nulla?
Probabilmente mi ero inaridita con il passare del tempo, avevo isolato il mondo così a lungo da non riuscire più a provare sentimenti, e nonostante la veridicità dei miei pensieri non potei fare a meno di pensare che forse non ero io ad essere sbagliata, ma il soggetto che mi trovavo di fronte; questo mi rattristò di più.

“Eccoci finalmente!” - la voce del mio accompagnatore mi risvegliò da tutto quello spiacevole vortice di pensieri.
Di certo quello non era il modo migliore per affrontare la serata.                                                                
Sospirai sfoderando il miglior sorriso che avevo e afferrando la mano di Ian, che nel frattempo aveva parcheggiato e aperto la mia portiera.                                                                                                         
Ci trovavamo di fronte ad un piccolo ristorantino di Tokyo;una volta entrati mi accorsi che si affacciava sul mare, era un posto raffinato ma al temp stesso semplice; affollato al punto giusto.
Il nostro tavolo distava leggermente da tutti, era situato su una piccola terrazza ed adornato con qualche fiore selvatico, me ne innamorai quasi subito.
“E’ meraviglioso!”
Sorrise fiero.
“Sono contento che ti piaccia”
Dopo avermi fatta accomodare iniziammo ufficialmente la nostra serata.
Toccammo ogni genere di argomento, dalla musica allo sport; dalla letteratura alla televisione; dalle stagioni agli animali; dai colori alla matematica.
“Di certo ora so cosa non avresti mai voluto fare: la matematica!” - concluse con le lacrime agli occhi.
“Non è divertente! Avevo un vero e proprio terrore all’epoca! Non che adesso il nostro rapporto sia cambiato, ancora oggi quando devo aver a che fare con numeri mi prende l’ansia. Evito di piangere solo per puro senso del pudore!”
“Non immaginavo ti terrorizzasse a tal punto!” - si stava prendendo gioco di me.
“Tutto questo ci riposta a te. Sbaglio o hai un patto da onorare?” - azzardai, sperando anche di cambiare finalmente discorso.
Ian cercò di riprendere il controllo di se.                                                                                                         
“Non c’è modo di ritrattare vero?” - domandò avendo ancora qualche difficoltà a restare serio.
“Affatto, considerati costretto, anche perché ti starò con il fiato sul collo fin quando non sputerai il rospo!”
“Credo allora di essere con le spalle al muro..”
Abbassò lo guardo per qualche secondo, poi lo rivolse verso la superficie argentea del mare, capii che stava ripercorrendo il suo passato e attesi in silenzio.
“Fin quando ero piccolo ho sempre avuto un debole per gli animali; a casa ne avevo cinque di cui mi occupavo personalmente, all’età di 9 anni, Thor, il cagnolino che mi regalò mio padre si ammalò di una malattia rara, non riuscimmo a curarlo e morì, non ero mai stato il ritratto della felicità, non riuscivo a legare con nessuno, era incredibile come non riuscissi a trovare qualcuno che superasse l’affetto che provavo per Thor, ma non era mai stato un problema per me, io avevo lui, di conseguenza tutto il resto non aveva importanza. La sua morte non migliorò molto la mia situazione, così mi ripromisi che una volta cresciuto avrei fatto tutto ciò che potevo per salvare la vita agli animali..”
Fece una pausa.
“Cosa ti ha fatto cambiare idea?”
“Amavo i miei genitori, specialmente mio padre, lui aveva sempre sostenuto il mio sogno di diventare veterinario  nonostante volesse che il suo primogenito continuasse il suo lavoro, così come aveva fatto lui in precedenza; non mi fece mai pressioni.”
“E tua mamma?”
Ian sospirò assorto.
“Mamma era di un parere totalmente opposto. Voleva che continuassi il lavoro de mio padre, un volere che raddoppiò quando lui morì..”
“Probabilmente credeva fosse la sua volontà” - conclusi sovrappensiero.
“Ne dubito. Mia mamma conosceva i suoi pensieri. Nella mia famiglia lui era l’unico lavoratore e quando venne a mancare mia madre dovette fare dei sacrifici enormi per badare a me e ai miei due fratelli, la laurea in veterinaria richiedeva tempo e danaro, cose che non potevo permettermi e così dopo le innumerevoli insistenze di mia madre accettai l’incarico che mi era stato offerto dall’azienda di mio padre, restai lì per circa sette anni, un giorno decisi di fare domandina per entrare nella mia attuale compagnia. Alla luce dei fatti devo dire che non sono stato poi così sfortunato, considerando che sono a cena con la star più bella del pianeta sinceramente..”
Fù in quel momento che Ian tornò a guardarmi sorridendo flebile e non potei fare a meno di notare quanto fosse bello. 
Non era di certo stata una vita facile la sua, intrappolato in una vita che non gli apparteneva; nei suoi occhi però non c’era traccia di rimorso, sebbene ne avrebbe avuto pieno diritto.
Il desiderio di tendergli una mano si face lentamente spazio dentro di me.
“Perché non tenti ora che la tua vita ha finalmente preso la giusta piega?”
Mi sporsi istintivamente verso di lui, i miei pensieri presero forma e quasi senza accorgermene afferrai la sua mano, un gesto che probabilmente lo colse di sorpresa; di fatti lo sentii sussultare leggermente.
“Ormai è troppo tardi, non ho più la volontà e il tempo di una volta, e poi a me piace il mio lavoro..”
“Ti piace ma non lo ami..” - constati come se forse la cosa più ovvia del mondo.
Conscio probabilmente del fatto che avessi ragione non rispose.
Non riprendemmo più l’argomento.  


(Continua..) 




 SPOILER PROSSIMO CAPITOLO:


<< Quando alzai lo sguardo quell’ accenno di sorriso che aveva poco prima fatto capolino sul mio volto sparì; meccanicamente mi fermai, con la mano sinistra strinsi leggermente il braccio di Ian e con l’altra afferrai un lembo del mio vestito; Ian colto alla sprovvista si rivolse dapprima verso di me e successivamente seguì il mio sguardo.
“Buona sera Akito” - pronunciò serio. >>



 
Buon Pomeriggio a tutti!
Ebbene si, I’m Back. Della serie: chi non muore si rivede! :D
Ritorno nella terra dei vivi dopo un lunghissimo periodo di assenza. Non mi dilungo spiegandovi il motivo, molti di voi lo sapranno già, purtroppo lavoro, università e fidanzato impegnano quasi tutte le mie giornate, il tempo che mi rimane lo impiego per respirare!xD 
Scherzi a parte, riguardo al capitolo ho giusto qualche appunto da fare:                                                                 
Come potete ben notare s’interrompe nel bel mezzo dell’appuntamento tra i nostri due fanciulli, questo non perché io sia tornata più sadica che mai (oddio, l’intenzione di creare un po’ di suspense c’è tutta! xD), ma considerata l’elevata lunghezza del capitolo, circa sette pagine su Word, ho deciso, per non appesantirvi la lettura, di suddividerlo in due parti. La seconda parte del capitolo verrà postata settimana prossima, salvo imprevisti, nel frattempo conto di iniziare a scrivere il primo capitolo dell’altra mia storia e successivamente dedicarmi a stilare il sequel di questa.                                                                                                                            
Che dire su questo capitolo?! Come potete vedere la nostra Sana ha accettato l’invito di questo giovine, che a dirvela tutta non è malaccio, ovviamente Akito resta sempre nel mio cuore!                                                                    
Cosa ve ne pare di questo personaggio? In questa prima parte viene narrata una parte della sua vita, mi sembrava giusto che si sapesse qualcosa su di lui, un qualcosa che andasse oltre la semplice apparenza.                
Spero di non aver deluso le vostre aspettative e di aver fatto nascere in voi la curiosità di continuare a seguire la mia storia. 
Dallo spoiler che avete letto a fine capitolo s’intuisce che i nostri due novelli piccioncini incontrino qualcuno nel corso della serata.
Chi sara? :P                                                                                                                      
Ovviamente è già chiaro a tutti! :D
Un grandissimo bacione a tutti.                                                                                                                            
Vi voglio bene.                        
Lidia.

  
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